Stappiamo la bottiglia o apriamo il rubinetto?
Noi italiani siamo i primi consumatori in Europa di acqua minerale in bottiglia nonostante l'acqua del rubinetto sia una scelta ecosostenibile ed economica.
L’acqua oltre ad essere fonte di vita viene anche definita “oro blu”: è preziosa per tutti gli esseri viventi, è un bene inestimabile che potrebbe esaurirsi sulla terra, ed è fonte di denaro per chi la vende.
Noi italiani siamo i primi consumatori di acqua minerale in Europa, e i terzi nel mondo. Dunque alla domanda “acqua minerale o del rubinetto?” abbiamo già risposto con questo nostro primato. Perché?
Possiamo provare a rispondere analizzando le differenze tra i due tipi di acqua.
Le acque “minerali” sono riconosciute tali dal Ministero della Sanità quando hanno origine da una falda sotterranea e attraverso analisi chimico-fisiche e microbiologiche (composizione, purezza e qualità) possono vantare caratteristiche igieniche e proprietà favorevoli alla salute (D.L. 25/1/1992 n.105). Devono essere imbottigliate alla sorgente ed è vietato qualsiasi trattamento chimico che alteri la loro composizione. L’unico trattamento possibile è l’aggiunta di anidride carbonica per trasformarle in acque gassate.
L’acqua potabile del rubinetto, invece, può essere prelevata da laghi, fiumi o falde superficiali e può essere sottoposta a trattamenti chimici come, ad esempio, l’aggiunta di cloro che impedisce lo sviluppo batterico dell’acqua nelle condutture.
Entrambi i tipi di acqua quindi sono microbiologicamente pure e contengono sali minerali e altri composti inorganici che ne caratterizzano il sapore.
Poiché in alcuni posti d’Italia l’acqua potabile è molto buona,mentre in altri meno, la scelta potrebbe basarsi sul “sapore” dell’acqua, cioè sulla sua composizione. Per le acque minerali conoscere la composizione è molto semplice, perché basta leggere l’etichetta riportata sulla bottiglia. Mentre per conoscere la composizione dell’acqua che esce dai nostri rubinetti è necessario collegarsi a dei siti curati dall’ente erogatrice del servizio. La pubblicità, che è tantissima, ci invoglia a scegliere l’acqua in bottiglia presentandocela non come semplice bevanda, ma come fonte di salute o perfino elisir di lunga giovinezza. Le informazioni che ci arrivano, dunque, sono molte, mentre per l’acqua del rubinetto scarseggiano e per questo siamo poco convinti sulle sue qualità. In realtà i controlli effettuati sulla rete idrica sono maggiori e più frequenti rispetto a quelli dell’acqua minerale, per la quale è previsto solo un controllo all’anno.
Dobbiamo quindi preferire l’acqua del rubinetto? È certamente una scelta ecosostenibile e molto economica. Una scelta ecologica perché per produrre il PET di cui sono fatte le bottiglie e per il trasporto su strada vengono immessi nell’atmosfera tonnellate di anidride carbonica. Una scelta economica perché è stato calcolato che una famiglia può risparmiare in un anno più di 400 euro. Se non si ha la fortuna di vivere in un posto dove l’acqua del rubinetto ha un buon sapore esistono le caraffe filtranti ad uso domestico che possono migliorare il sapore dell’acqua potabile. Questo non significa che dobbiamo eliminare dalle nostre tavole l’acqua minerale. Ci sono delle occasioni in cui è caldamente consigliato il consumo di acqua imbottigliata, come ad esempio se siamo in viaggio in paesi esotici o semplicemente se passiamo le nostre vacanze in una casa di villeggiatura dove non c’è acquedotto ma cisterne o pozzi.
Possiamo concludere, quindi, dicendo che bere una o l’altra acqua è una scelta soprattutto di gusto e di certo “ De gustibus non est disputandum”, ma sulle nostre tasche e sul futuro dei nostri figli e del nostro pianeta sì.
Bibliografia
- D.M. 542/92.
- D.L. 25/1/1992 n.105.
- UNESCO; Comunicato stampa n. 46/2008; 17 giugno: Giornata Mondiale della Lotta alla Desertificazione e alla Siccità.
- Rapporto Cra Nielsen 2010 di AquaItalia (Associazione delle aziende costruttrici e produttrici di impianti per il trattamento delle acque primarie).
- Water Safety Plan, il Piano di Sicurezza per l’Acqua del Centro di Ricerche in Bioclimatologia Medica, Biotecnologie, Medicine Naturali e Talassoterapia dell’Università di Milano.