Nutrizione pediatrica. Dubbi, interessi ed errori delle famiglie
Poca consapevolezza del sovrappeso dei propri bambini, poca frutta e verdura in età scolare e poca attività fisica: ecco quanto emerge dalle domande all’Esperto.
Quando, circa 6 anni fa, questo sito prendeva forma e si strutturava in risposta alla necessità di una corretta divulgazione delle informazioni inerenti la nutrizione pediatrica e il sano sviluppo dei bambini, potevamo solo immaginare il grande seguito che avrebbe prodotto e come i contenuti stessi si sarebbero evoluti e articolati. Sono state le migliaia di utenti (più di 120.000 visitatori unici mensili) che hanno finito per indirizzare le tematiche trattate secondo esigenze reali d’informazione che abbiamo cercato di soddisfare, non solo sulla base della nostra esperienza professionale, ma, soprattutto, della più aggiornata ricerca scientifica scevra di personalismi.
- Dall’osservazione del tipo e frequenza di domande è risultato evidente come, per i genitori, sia centrale il tema della crescita in peso (specialmente nei primi 2 anni di vita) su cui chiedono rassicurazioni nonostante il pediatra di base o l’utilizzo dell’utile bimbometro. La sostanziale normalità dei parametri (quando non l’eccesso) di questi bambini a fronte di tanta preoccupazione richiama a uno studio del 2012 secondo cui il 70 % delle madri non solo non ha consapevolezza del sovrappeso del proprio bambino, ma anzi spesso lo ritiene addirittura sottopeso. Da un punto di vista culturale, il peso alto viene probabilmente percepito, specialmente per età precoci (1-3 anni), come un segno di un più riuscito parenting o accudimento genitoriale, nell’ottica ancora radicata che si faccia sempre in tempo a dimagrire in età successive. Nulla di più falso, infatti con il passare degli anni aumenta il rischio che il sovrappeso giunga sino all’età adulta. Lo stesso sviluppo puberale, cui a lungo si è attribuito un potere salvifico sul sovrappeso, di fatto solo occasionalmente conduce a una normalizzazione del peso.
- Altro dato rilevante è che l’interesse degli utenti è concentrato sull’alimentazione complementare e fino ai 18 mesi, periodo in cui le madri sono alla continua ricerca di nuove modalità per soddisfare i palati dei propri bambini. Non a caso le ricette 1-3 anni sono le più cliccate sul sito. Dopo di che l’attenzione sembra ridursi notevolmente se non per quei genitori preoccupati per bambini selettivi o inappetenti “che non mangiano nulla”, sebbene nella stragrande maggioranza dei casi presentino un accrescimento assolutamente nella norma. Se è vero che le basi per una corretta alimentazione si strutturano fin dalle prime fasi della vita (forse anche durante la fase intrauterina) è anche vero che l’impegno profuso deve continuare fino alla tarda adolescenza, in quanto i gusti sono in continua evoluzione (ricordiamo spesso come ci vogliano 12 assaggi per rendere gradito un alimento prima odiato). Tra l’altro, il panorama alimentare dei ragazzini in età scolare è desolante per scarsità di frutta e verdura assunta e alto consumo di prodotti densamente calorici.
- In termini di visualizzazioni risulta invece quarta (con 1/5 delle visualizzazioni di quelle ottenute dalla sezione “ricette per bambini”) una sezione invece importantissima: quella dedicata agli “stili di vita”. Non a caso con il temine dieta, nel significato greco originario, si fa riferimento a “modo di vivere”: non basta infatti assumere alimenti sani ed equilibrati tra loro per garantire salute. Solo il 50% dei ragazzini tra i 6 e i 17 anni pratica attività fisica in modo regolare e questo dato è critico se ne abbiamo a cuore la salute futura. Lo sport e il movimento in generale diminuiscono l’incidenza di sovrappeso/obesità, ma non solo, riducono anche il rischio di patologie cronico-degenerative come il diabete o la sindrome metabolica (purtroppo sempre più frequentemente riscontrabile anche in età pediatrica) e in generale aiutano l’aumento dell’autostima, della socializzazione e delle capacità organizzative. L’impegno della famiglia nell’avvicinare il bambino sin dalla più tenera età al movimento anche informale (passeggiate, gioco al parco, palla, pattini, bici etc.) ha un riverbero enorme in termini di sano sviluppo.
Bello sarebbe se nelle future analisi statistiche sui dubbi e gli interessi delle famiglie in ambito di salute pediatrica si evidenziasse un maggior distacco dalla questione “pesa abbastanza?” o “come faccio a farlo mangiare?” per cedere il passo al “sta crescendo in modo sano?”. La qualità degli alimenti, la loro varietà e come renderli graditi al bambino rimangono tematiche alla base dell’educazione alimentare. Allo stesso tempo, una riduzione delle ansie (vissute da tutti i genitori…anche medici) rispetto alla crescita e un maggiore interesse a trovare soluzioni a garanzia di uno stile di vita dinamico che avversi noia e sedentarietà dovrebbero rappresentare un obiettivo centrale.