E’ arrivata l’estate: voglia di autonomia
Promuovere l’autonomia dei figli è importante ma con ruoli chiari: gli adulti fanno le regole dando però fiducia ai bambini e permettendo loro di sbagliare.
Tra i tanti pregi della stagione estiva (intesa come quella stagione in cui il meteo corrisponde a ciò che prevede il calendario, anche se quest’anno in molte regioni d’Italia sembrerebbe non essere così) c’è la possibilità di stare più tempo all’aria aperta, e oltre ad un auspicabile maggiore attività fisica questo implica soprattutto per i nostri bambini la possibilità di socializzare di più e di essere più autonomi. Proprio l’autonomia sembra da un lato la parola più ricercata dai genitori, cioè ogni genitore non vede l’ora che il proprio figlio sia più autonomo, che cammini da solo, mangi da solo, si lavi e si vesta da solo, faccia i compiti da solo e via via dicendo a seconda dell’età del fanciullo. Ma nella realtà pratica siamo in grado noi genitori di stimolare tale autonomia? Spesso no, infatti con i nostri atteggiamenti di mamme e papà chiocce tendiamo (magari inconsciamente) a ridurre e ritardare il “distacco” dei nostri figli, forse per paura di ciò che c’è “in giro”, ma un po’ anche per la necessità di sentirci indispensabili ai nostri bambini. Importante quindi è partire dal presupposto che un genitore per il proprio figlio è e rimarrà sempre un cardine fondamentale, un punto di partenza e di appoggio, ma non può essere un guscio nel quale rimanere per sempre. Così l’autonomia diventa indispensabile per un sano equilibrio e sviluppo psicofisico. Autonomia però non significa confusione di ruoli: bisogna sempre partire dal caposaldo per cui i genitori sono gli adulti che danno le regole e i figli i giovani che imparano e accettano (più o meno volentieri) le regole stesse, non per un concetto di famiglia monarchica, ma perché in generale nella vita esistono delle regole da rispettare per una convivenza civile e soprattutto per costruire un rispetto generalizzato. D’altro canto, l’autonomia va a volte un po’ stimolata, anche proprio a causa del nostro atteggiamento genitoriale di inculcare paure ai nostri figli, paure che li renderanno a loro volta paurosi e insicuri. Come possiamo allora stimolare l’autonomia? Lasciando anche sbagliare, sbagliare magari l’abbinamento dei colori nel vestire o mettere un po’ a soqquadro l’armadio nello scegliere che maglia indossare. Autonomia è anche scegliere se mangiare o no ciò che mamma ha preparato, ovviamente non prevedendo un menu di scelte come se casa fosse un ristorante, e magari andando anche insieme a scegliere al supermercato quale verdura, frutta o altro acquistare, e poi decidendo insieme il pranzo o la cena. Autonomia è la scelta della colazione o della merenda, nell’ambito di alternative quali-quantitativamente adeguate, anche da preparare da soli per i più grandicelli. Autonomia può anche essere gestire una piccola paghetta, iniziando così a comprendere il valore dei soldi e la necessità di fare una “classifica dei desideri” dovendo scegliere per cosa spendere quei soldini. Autonomia è infine e forse soprattutto fiducia nei propri figli e negli insegnamenti che cerchiamo di tramandargli. Fondamentale è quindi dar loro spazio e modo per esprimersi in ogni situazione, mantenendo sempre fisso il concetto che un genitore non ha solo un ruolo protettivo, ma anche educativo e di supporto nelle cadute a cui inevitabilmente si va incontro.