Skip to content

Guida agli alimenti: consigli per un'alimentazione sana ed equilibrata

Acqua per neonati [e bambini]: tutto quello che devi sapere secondo i pediatri

L’origine della vita comincia con tre molecole, due di idrogeno e una di ossigeno che legandosi tra loro formano l’acqua (H2O). La maggior parte dell’acqua presente nel nostro organismo è di origine esogena, cioè introdotta attraverso le bevande e gli alimenti. l’acqua è un macronutriente molto importante per l’uomo, che senza di essa non potrebbe sopravvivere. L’acqua è uno dei componenti fondamentali del nostro corpo a tutte le età, ma in particolar modo nei neonati e nei bambini.

Pubblicato il 18.06.2020 e aggiornato il 31.05.2021 Scrivi alla redazione

La quantità di acqua è diversa nelle diverse età della vita:

  • Feto 85%
  • Neonato 75%
  • Adulto 55-60%
  • Anziano 50%

Quindi sebbene la percentuale di composizione corporea costituita da acqua scenda nel tempo corrisponderà comunque sempre al pari o al più della metà del nostro corpo nonostante ciò comunque si beve troppo poco.

Funzioni dell’acqua

Per comprenderne a pieno l’importanza bisogna sempre considerare che l’acqua è un NUTRIENTE a tutti gli effetti, infatti ha diverse funzioni fondamentali per il buon funzionamento del nostro organismo:

  • È importante per il trasporto dei nutrienti in tutti i distretti corporei e per l’escrezione tramite l’urina delle scorie prodotte nelle reazioni biochimiche del metabolismo.
  • Partecipa nel processo digestivo favorendo l’assorbimento delle sostanze nutritive e il transito intestinale.
  • Partecipa alla regolazione della temperatura corporea e della concentrazione dei Sali minerali tramite la sudorazione.
  • In moltissime reazioni biochimiche e metaboliche agisce come solvente, reagente e assieme all’anidride carbonica è il prodotto finale della respirazione cellulare.
  • Lubrifica i tessuti come quelli dei polmoni e degli occhi e protegge molti organi interni.

Mentre possiamo vivere senza cibo per molte settimane, senza acqua, possiamo sopravvivere SOLO per pochissimi giorni.

Quanta acqua bevono i nostri bambini

Nel convegno “Bere bene per crescere bene” della SIPPS (Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale), tenutosi a Roma nel 2016, è emerso che “ben il 58% dei bambini beve meno di un litro al giorno e solo un genitore su due si informa su quanta acqua abbiano bevuto i loro figli. “I bambini non bevono a sufficienza anche perché tendono a ignorare la sete”, spiega il professor Andrea Vania, responsabile del Centro di Dietologia e Nutrizione pediatrica dell’Università La Sapienza di Roma e past president dell’ECOG (European Childhood Obesity Group). “È fondamentale educare i bambini a bere nei pasti e fuori dai pasti, facendo vedere che lo facciamo anche noi”.

Il professor Vania ha partecipato attivamente alla stesura del decalogo delle cose da sapere sull’acqua in età pediatrica realizzato dai pediatri della SIPPS per aiutare i genitori a orientarsi.

Quanta acqua dovrebbero bere i neonati?

“Innanzitutto bisogna sapere che il fabbisogno di acqua è maggiore nei bambini che negli adulti” ha sottolineato il Prof. Vania. “E’ bene ricordare che sotto i 6 mesi di età, il fabbisogno d’acqua del neonato è di 120 ml per chilo, e in genere basta il latte materno. Dai 6 mesi ai 3 anni, il fabbisogno del bambino è di 90 ml per chilo. Dopo i 3 anni, il fabbisogno d’acqua del bambino diventa di circa 70 ml per chilo. Ma attenzione: si fa riferimento all’acqua totale e va quindi considerata anche l’acqua che si assume con il latte, le verdure, la frutta o persino con la pasta, di cui la metà del peso, da cotta, è dovuto proprio all’acqua”.

Qual’è dunque il fabbisogno di acqua?

Anche se una certa quantità di acqua si forma durante molte reazioni chimiche (acqua endogena), la maggior parte dell’acqua presente nel nostro organismo è di origine esogena. Viene cioè introdotta attraverso le bevande e gli alimenti.
Il fabbisogno idrico giornaliero nostro e dei nostri bambini, quindi, può essere soddisfatto sia bevendo acqua e altri liquidi, sia consumando alimenti e pietanze che ne contengono molta. Particolarmente ricchi di acqua sono la verdura, la frutta e il latte.
Alcuni anni fa andava molto di moda affermare che il fabbisogno di acqua corrispondesse per un adulto a circa 8 bicchieri di acqua al giorno. In realtà, come sottolineato più volte anche dalla Dott.ssa Caroli “tale affermazione nasceva da una cattiva interpretazione di uno studio pubblicato diversi anni addietro, in cui gli autori osservavano che nei climi temperati gli adulti possono arrivare a bere quotidianamente fino a 2 litri d’acqua: ma, appunto, era un’osservazione e non una prescrizione.”
Nella realtà il fabbisogno di acqua di una persona, ed anche dei bambini, varia per diversi fattori, i più importanti sono:

  • Età
  • Sesso
  • Contenuto di minerali (soprattutto sale!!!) e di proteine nella dieta
  • Temperatura corporea e ambientale
  • Intensità e tipologia di attività fisica
  • Umidità ambientale
  • Stato di salute in generale
  • Tipologia di vestiario utilizzato

In generale è bene considerare che il fabbisogno equivale a:

  • 1,5 ml di acqua per ogni kcal introdotta (per il LATTANTE)
  • 1 ml di acqua per ogni kcal introdotta (per il BAMBINO O L’ADULTO)

LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento dei Nutrienti per la popolazione italiana) della SINU (Società Italiana Nutrizione Umana) secondo cui il fabbisogno di acqua varia a seconda soprattutto dell’età e del sesso del soggetto:

Fabbisogno acqua totale (LARN 2014)

ETÀ’ASSUNZIONE ADEGUATA (ml/die)
Neonati6-12 mesi800
Bambini e adolescenti1-2 anni1200
4-6 anni1600
7-10 anni1800
Maschi11-14 anni2100
15-17 anni2500
Femmine11-14 anni1900
15-17 anni2000

NB: è importante ricordare che i livelli indicati dai LARN comprendono l’acqua totale cioè anche quella contenuta negli alimenti (vedi tabella più in basso in questo articolo alla voce “Quali sono gli alimenti che contengono più acqua?”).

Perché i bambini devono bere più dell’adulto?

I fattori anche in questo caso sono diversi, ma potremmo riassumerli in:

  • Maggiore superficie corporea
  • Maggiori necessità caloriche rispetto al peso
  • Maggiori necessità per l’accrescimento
  • Minore maturazione renale
Il fabbisogno di acqua in età pediatrica

Che succede se il bambino non beve abbastanza?

Il rischio più grave nello scarso introito di acqua per bambini è la DISIDRATAZIONE più frequente rispetto agli adulti per:

  • maggiore superficie corporea rispetto agli adulti che causa una più rapida perdita di liquidi per traspirazione
  • regolazione meno efficiente della sudorazione e della funzionalità renale;
  • minore percezione della sete.

Tale rischio aumenta poi in alcune situazioni quali:

  • attività fisica
  • aumento temperatura corporea
  • aumento temperatura esterna o aumento umidità e scarsa ventilazione
  • diarrea
  • vomito

Non bere a sufficienza comporta uno stato di disidratazione e può avere tutta una serie di conseguenze, che dipendono dal grado di disidratazione e dall’età di chi si disidrata. E quanto più un bambino è piccolo, tanto più può disidratarsi: sotto l’anno, bastano 24 ore di disidratazione per raggiungere una condizione non compatibile con la vita.

Prof. Andrea Vania – Medico Pediatra

Quali sono i sintomi più frequenti della disidratazione?

I sintomi più comuni sono:

  • debolezza,
  • fatica muscolare,
  • confusione mentale.

Altri segnali di disidratazione sono:

  • per i bambini piccoli: la pelle diventata più flaccida e tende a restare piegata dopo un pizzicotto
  • irritabilità
  • sonnolenza
  • riduzione diuresi (2-3 pannolini asciutti) o urine molto concentrate nei più grandi
  • mal di testa
  • valutazione del peso:
    – disidratazione lieve se si verifica fino al 5% di perdita di peso,
    – disidratazione moderata tra il 5% e il 10% di perdita di peso,
    – disidratazione grave oltre il 10% di perdita di peso.
    Queste nel bambino piccolo, sono ovviamente variazioni di peso di piccola entità.

Attività sportiva e acqua nei bambini

Dal manifesto della SIPPS possiamo schematizzare in questo modo le necessità idriche del bambino che svolge attività sportiva:

QUANTITÀ
Prima dell’attivitàPeso corporeo <40 kg | 90-180 ml
Peso corporeo >40 kg | 180-360 ml
Durante attività 150-240 ml ogni 20 minuti (NON più di 800 ml/h)
Fine attività220-330 ml/kg peso perso durante attività

I benefici di una idratazione adeguata

Un’idratazione adeguata:

  • garantisce una maggiore attenzione a scuola (la riduzione dell’1-2% dell’acqua corporea riduce del 10% la concentrazione durante lo studio)
  • previene stati di costipazione e stitichezza contribuendo a formare feci più voluminose e morbide
  • aiuta nel controllo del peso, bere meno acqua è, infatti, correlato a obesità e a un maggior introito calorico probabilmente anche per la sostituzione con bevande gassate (che fanno ingrassare e idratano molto meno!)
  • aiuta nella performance ginnica, infatti, una leggera disidratazione riduce l’energia e le capacità motorie fino al 25%
  • contrasta l’aumento del rischio di patologie proprie della disidratazione come calcoli renali o alla colecisti, cistiti ricorrenti, mal di testa, eccetera.

Per idratarsi vanno bene anche le bevande zuccherate?

Con la sensazione della sete il nostro organismo ci esprime il bisogno di acqua. Non esiste un bisogno specifico di altri liquidi come succhi di frutta, bevande analcoliche come aranciate e a base di cola o altre bevande gassate. Spesso con questo tipo di bevande si introducono molte calorie cosiddette “nascoste”, anche quando sulle loro etichette viene specificato che non sono stati aggiunti zuccheri.

Da un attento esame delle tabelle nutrizionali presenti sulle confezioni delle varie bevande presenti in commercio è facile constatare che in circa 330 ml di prodotto (confezionamento in cui spesso sono commercializzate molte di queste bevande) la quantità di zucchero può arrivare anche a 35 g, che convertiti in calorie assommano a 140 kcal, cioè circa all’equivalente di 50 g di pasta secca. Stiamo parlando della quantità di pasta che un bambino dovrebbe assumere durante il pasto intorno ai 10 anni!

Ma aldilà degli effetti assolutamente negativi sul peso – infatti alcuni potrebbero obbiettare che i loro bambini ne prendono solo in piccole quantità e/o solo nei momenti di festa – l’assunzione delle bevande zuccherate ha come effetti collaterali che:

  1. I piccoli si abituano al gusto dolce, vedi ad esempio tanti lattanti con biberon di tè al seguito. Questa abitudine impedisce ai bambini di apprezzare il gusto salato di tanti alimenti e ciò spesso porta alla difficoltà dello svezzamento, che si traduce in sbagliati comportamenti alimentari per molti anni, se non per tutta la vita.
  2. I bambini associano la bevanda dolce alla festa o all’essere bravi. Questo li porta alla convinzione che si tratta di alimenti automaticamente buoni e quindi più desiderabili di quelli salutari.
  3. I bambini non si dissetano. Infatti per la loro elevata osmolarità legata alla presenza di abbondante zucchero, queste bevande sono uno stimolo a continuare a berle, precipitando in un meccanismo per cui la sete non si placa fino a quando non è l’acqua a riportare il giusto equilibrio osmolare (una grandezza fisica che misura la concentrazione delle soluzioni) nei liquidi corporei.
  4. I bimbi hanno meno appetito. Infatti, soprattutto per chi è inappetente, può rappresentare un introito calorico che riduce l’assunzione di alimenti indispensabili perché ricchi in proteine, grassi, fibre e oligoelementi.
  5. I bimbi sono maggiormente predisposti alla carie, per il maggior tempo di contatto dello zucchero con i denti.

Questi sembrano tutti ottimi motivi per insegnare ai bambini a bere acqua, solo acqua.

Come educare i neonati a bere abbastanza acqua?

I bambini evolvono il loro atteggiamento verso il bere nella prima infanzia, è quindi importante trasferire loro delle corrette abitudini sin dallo svezzamento.
Fino all’inizio dello svezzamento non c’è bisogno di integrare l’acqua perché il 90% del latte è composto da acqua. dopo i 6 mesi, con l’inizio dello svezzamento, è bene iniziare a introdurre l’acqua. il bambino allattato al seno spesso rifiuta l’acqua perché la composizione del latte materno è diverso a seconda del momento della poppata (ad esempio all’inizio è più ricco di acqua rispetto alla fine).
In ogni caso per il bambino non abituato al biberon è meglio offrire l’acqua con una tazza a becco d’anatra o con un bicchiere poiché il biberon andrà comunque eliminato verso i 18 massimo 24 mesi, per evitare problemi di dentizione.
In età maggiore è bene invece aumentare nel bambino la consapevolezza di quanto sia importante una buona idratazione che lo aiuterà sia durante l’accrescimento sia nelle fasi successive.

Quando bisogna bere?

L’assunzione regolare di acqua deve quindi essere stimolata durante i pasti e fuori.
L’acqua dovrebbe seguire il bambino durante l’attività fisica, durante lo studio pomeridiano e anche a scuola. Rispetto a quest’ultima, in effetti a volte emergono i problemi, infatti, in molte classi, viene vietata la bottiglietta d’acqua per scongiurare giochi impropri o le transumanze ai bagni durante le lezioni. Questo, se da un punto di vista didattico è comprensibile, è però assolutamente inadeguato per la salute. Bisognerebbe pertanto che gli istituti scolastici trovassero una modalità efficace per consentire una corretta idratazione (e uso della toilette), ai cambi di ora o nelle pause; ad insegnanti e coordinatori interesserà sapere che l’impegno in questa direzione li ripagherà con alunni più concentrati e partecipi!

Alcuni consigli utili per favorire il consumo di acqua da parte dei neonati e bambini (imparare divertendosi!)

  • fornire una bottiglietta allegra e simpatica che venga sostituita, con il mutare delle esigenze, durante la crescita (dai contenitori a becco d’oca a quelli con cannuccia incorporata, dalle comode bottiglie da ciclista a quelle termiche per l’estate!) favorire il “fai da te”: insegnare al bambino a servirsi di acqua da solo appena l’età lo consenta utilizzando magari bottiglie piccole da lui scelte e a lui dedicate
  • garantirgli un’acqua di buon sapore, a lui gradita (ricca di calcio e perché no anche con qualche bollicina naturale)
  • favorire il consumo di alimenti a maggior contenuto di acqua

Quali sono gli alimenti che contengono più acqua?

Gli alimenti a maggior contenuto di acqua sono riassunti in tabella (dati CREA):

Alimento frescoContenuto acqua (g/100 g)
Cetrioli96.5
Ravanelli95.6
Lattuga95.6
Cocomero95.3
Cicoria95
Zucca gialla94.6
Lattughino94.6
Lattuga94.3
Fiori di zucca94.3
Indivia belga94.3
Cardi94.3
Pomodori94.2
Melone d’inverno94.1
Scarola94
Radicchio rosso94
Zucchine93.9
Melanzane93.3
Rape93.3
Bieta93.3
Finocchi93.2

Quale acqua è meglio bere per i bambini?
Al di fuori dell’acqua da utilizzare per la diluizione del latte vaccino o per la preparazione delle formule, che dev’essere oligominerale, se non ci sono ragioni mediche specifiche l’acqua da dare ai bambini dev’essere un’acqua normale o, per essere più precisi, un’acqua mediominerale, con un buon contenuto di sali minerali, e in particolare di calcio. Può anche essere di rubinetto, purché non sia un’acqua dolce, ma sia invece un’acqua dura, cioè appunto ricca di minerali. Inoltre, se si beve l’acqua del rubinetto bisogna prestare attenzione all’eventuale usura delle tubature, possibili fonti di contaminazione.

Come si fa a sapere se l’acqua è dura o dolce?
Se quando si lavano le mani, la schiuma che si forma è poca e va via facilmente, allora è acqua dura. Se invece si forma tanta schiuma, che non si riesce ad eliminare, allora l’acqua è dolce, e ha troppi pochi sali minerali.

Come si può risolvere il problema dell’eccesso di cloro?
Si può risolvere facilmente facendo bollire l’acqua, dal momento che il cloro è volatile. Con l’ebollizione, però, i sali si depositano sul fondo, per cui l’acqua va poi mescolata prima di essere consumata. Un’altra soluzione è imbottigliare l’acqua dal rubinetto prima delle 10 di sera e lasciare la bottiglia aperta per una notte, in modo che evapori il cloro: va fatto prima di quell’ora, perché in genere la clorazione dell’acquedotto avviene verso mezzanotte.

Prof. Andrea Vania – Medico Pediatra

Per scegliere l’acqua migliore per i bambini bisogna leggere bene l’etichetta

È importante valutare:

  • il RESIDUO FISSO:
TIPO ACQUARESIDUO FISSO (mg/l)
Minimamente mineralizzata<50
Oligominerale50-500
Minerale500-1500
Ricca di Sali minerali >1500
  • quantità di FLUORO:
Basso<0,3 mg/l
Medio0,3-0,6 mg/l
Alto 0,6 mg/l
  • data imbottigliamento
    – entro 18 mesi per acqua in contenitori di polietilene
    – entro 24 mesi per acqua in contenitori di vetro
  • analisi batteriologica e contaminanti ambientali
  • contenuto di sodio, calcio, ferro, bicarbonati, etc.…

Acque per le formule (il cosiddetto latte artificiale)

Sebbene diversi marchi di formule per la prima infanzia abbiano creato brik di latte già precostituito, una grande maggioranza delle famiglie che utilizzano il cosiddetto latte artificiale per i loro bambini lo acquistano sotto forma di polvere per poi ricostituirlo autonomamente a casa propria, sia per questioni economiche, sia anche spesso per ragioni di spazio, nonostante tutta la letteratura scientifica sia concorde nell’affermare che la formula liquida sia meno a rischio dal punto di vista igienico così come da quello di errori di preparazione.

La domanda, in caso di allattamento artificiale con formule in polvere, più frequentemente posta al pediatra, oltre ovviamente alla quantità da preparare e quindi la modalità di diluizione, è quale tipo di acqua sia meglio utilizzare.

Nella realtà, aldilà di alcune dichiarazioni eclatanti, in molti casi l’acqua potabile degli acquedotti comunali è adatta alla diluizione delle formule sostitutive del latte materno, purché abbia determinate caratteristiche.

Le caratteristiche richieste sono peraltro numerose, ma facilmente reperibili sulle etichette o sui siti web degli acquedotti comunali:

  • residuo fisso < 1500 mg/l, meglio ancora se <500 mg/l
  • non deve contenere nitriti o ammoniaca (indice di inquinamento)
  • deve avere un contenuto di fluoro <1,5 mg/l
  • l’arsenico dovrebbe essere preferenzialmente assente, e in ogni caso <10 µg/l

Scarsa importanza invece hanno la concentrazione di elettroliti (sodio, potassio, cloro) poiché le loro concentrazioni nelle acque potabili sono comunque basse; discorso a parte va fatto per il calcio che può essere relativamente più alto in alcuni tipi di acqua ma che comunque non ne influenza l’utilizzo per la diluizione del latte artificiale.

In sintesi quindi sia le acque in bottiglia che la semplice acqua del rubinetto possono essere utilizzate per diluire il latte tenendo anche presente che per entrambe esistono fattori che potrebbero influire negativamente sulla loro qualità:

  • per le acque del rubinetto bisognerebbe valutare l’integrità delle tubature
  • per le acque in bottiglia bisognerebbe conoscere la modalità di conservazione delle bottiglie (soprattutto se in PET vanno tenute lontano dalla luce solare)

Unica accortezza per l’utilizzo dell’acqua potabile del rubinetto è quella di far bollire l’acqua prima di utilizzarla per rendere totalmente inoffensive le eventuali contaminazioni batteriche, come sottolineato anche dall’OMS, nonché – in caso di acque ad alto tenore di calcio – per far precipitare tramite la bollitura il calcio presente, che può creare composti insolubili con i grassi contenuti nella formula.

Ricordiamo in ogni caso che il latte artificiale ricostituito può essere utilizzato entro un massimo di due ore.

Acqua per la stitichezza dei bambini

Tra le varie cause di stipsi collegabili all’alimentazione, una può essere l’eccessivo riassorbimento di acqua a livello del colon. La stipsi può dar luogo a dolore durante l’evacuazione, a causa della durezza delle feci, e alla formazione di ragadi o emorroidi con un conseguente blocco psicologico che quindi aggrava e perpetua la situazione. Una delle modalità per prevenire quindi la stitichezza, oltre all’aumento del consumo di fibre (e quindi di frutta e verdure, soprattutto quelle a maggior contenuto di acqua), è quello di aumentare il consumo di acqua tal quale.

In linea generale le acque più indicate per favorire la risoluzione dei problemi di stipsi sono: le acque a maggior contenuto di magnesio e quelle a maggior contenuto di solfati. Nella pratica però va sottolineato che per ciò che riguarda i bambini, è importante, più che il tipo di acqua, garantire l’apporto di corrette quantità di acqua, che ricordiamo dovrebbero essere come dettagliato in tabella.

Tabella 1: Fabbisogno acqua totale (LARN 2014)
– tratta da sinu.it

ETA’ASSUNZIONE ADEGUATA (ml/die)
Lattanti6-12 mesi800
Bambini/adolescenti1-2 anni1200
4-6 anni1600
7-10 anni1800
Maschi11-14 anni2100
15-17 anni2500
Femmine11-14 anni1900
15-17 anni2000

Ovviamente poi per specifiche necessità e patologie il pediatra sarà sempre pronto a fornire le indicazioni migliori sul tipo di acqua da utilizzare.

Riepilogando

L’acqua per neonati e bambini:

  • non dev’essere acqua oligominerale, salvo non ci siano precise ragioni mediche.
  • Non deve neanche avere un eccesso di fluoro e di nitrati (nitrati <10 mg/l).
  • deve avere buone quantità di sali minerali (il RESIDUO FISSO dev’essere tra i 500 e i 1000 mg per litro).
  • Deve avere buone quantità di calcio (almeno 100-150 mg/l)
  • Deve essere preferibilmente in contenitore di vetro
Faq

Domande frequenti

Che cos’è la diarrea?

Con il termine diarrea si intende l’emissione di feci di consistenza ridotta (liquide o semiliquide) in quantità maggiori rispetto al solito (più scariche nell’arco della stessa giornata). Non c’è un numero di scariche limite oltre il quale si possa parlare di diarrea. Generalmente si dice che si tratta di diarrea quando si hanno più di 3 evacuazioni al giorno, ma non è sempre vero.

Fino a qualche tempo fa al bambino con diarrea si raccomandava digiuno o dieta “in bianco”. Lo scarso apporto calorico, però, ne comprometteva ulteriormente lo stato generale. Negli ultimi anni è stato dimostrato che la restrizione dietetica non serviva a niente al fine di ridurre la durata della diarrea. L’attuale indicazione della Società Europea di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione Pediatrica (ESPGHAN) è quella di una precoce ripresa dell’alimentazione. È fondamentale ristabilire appena possibile la normale alimentazione, non appena cioè il bambino è in grado di alimentarsi.

Tra le possibili cause di diarrea, nell’ultimo anno abbiamo dovuto aggiungere una nuova entità clinica, prima sconosciuta, l’infezione da Sars_Cov2. Le possibili manifestazioni cliniche da COVID-19 nei bambini sono molte e variegate. Tra queste non mancano i sintomi gastrointestinali, spiegati dalla presenza nell’intestino dello stesso recettore ACE2 presente nei polmoni.

Con la supervisione di:

Dott.ssa Margherita Caroli Pediatra

Prof. Andrea Vania Pediatra