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Malattie infantili

Diarrea nei neonati e lattanti

Le feci del bambino nei primi mesi di vita hanno caratteristiche ben differenti da quelle del bambino più grande e dell’adulto. La consistenza, in particolare, è decisamente più morbida rispetto all’adulto. Nel bambino allattato al seno ancor di più. Infatti, può andare dal “cremoso” al “liquido”, pur rimanendo nella normalità.

Pubblicato il 11.02.2021 e aggiornato il 24.06.2021 Scrivi alla redazione

Le feci del bambino nei primi mesi di vita hanno caratteristiche ben differenti da quelle del bambino più grande e dell’adulto. Peculiare è la consistenza, decisamente più morbida dell’adulto. Nel bambino allattato al seno ancor di più; può infatti andare dal “cremoso” al “liquido”, pur rimanendo nella normalità. 

Anche il numero delle evacuazioni giornaliere è differente da ciò che è considerato normale in soggetti più grandi. Nel primo mese di vita, infatti, il neonato tenderà a scaricarsi molte volte al giorno, generalmente dopo la poppata (fino anche a 7-8 volte in un solo giorno). Il più delle volte sotto forma di “spruzzatina” e non di una vera e propria scarica. Questo comportamento a volte persiste anche per un paio di mesi, pur restando nel fisiologico.

Come fare, quindi, a distinguere se si tratta o meno di diarrea?

La diarrea è definita come un cambiamento della consistenza abituale delle feci (che diventano propriamente liquide/ acquose), un aumento del volume e del numero di evacuazioni. È importante quindi osservare la regolarità del proprio bambino e contattare il pediatra quando se ne osservino delle variazioni, sia in termini di frequenza sia di aspetto.

Perché temere la diarrea?

In primo luogo perché il più delle volte è spia di una situazione patologica (in alcuni casi autolimitante, in altri meno):

  • Gastroenteriti (perlopiù virali – vd. quelle da Rotavirus)
  • Allergie alimentari (soprattutto APLV -allergia alle proteine del latte vaccino- tra le più comuni)
  • Malattia celiaca (almeno un mese dopo l’introduzione del glutine, e – nel bambino – in forma di diarrea cronica, cioè che dura senza interruzioni per oltre due settimane, in genere almeno 3-4 settimane)
  • Malattie metaboliche
  • Uso improprio di antibiotici

In secondo luogo per la più temuta delle complicanze: la disidratazione e il conseguente squilibrio elettrolitico che può derivarne.

Il corpo umano, ed in particolare quello dei bambini, è composto prevalentemente di acqua. Nei primi mesi di vita i bambini hanno minori riserve di acqua e sali minerali, motivo per cui ogni qual volta si verifichi una situazione in cui si abbia una rapida perdita di liquidi (diarrea, vomito), possono disidratarsi più facilmente rispetto ai bambini più grandi e agli adulti, con il rischio di complicanze anche gravi (convulsioni, danni renali, shock).

Quali rimedi attuare in caso di diarrea?

Se nei Paesi in via di sviluppo la diarrea costituisce ancora la seconda causa di mortalità infantile dopo le malattie infettive, nei Paesi sviluppati questa generalmente non rappresenta una grande minaccia, purché venga inquadrata e gestita correttamente.

  1. Non è necessario eseguire l’esame delle feci. La maggior parte delle diarree, quando non legate ad abusi alimentari come eccesso di dolci e bevande zuccherate, sono virali. I Rotavirus sono gli agenti più frequentemente in causa. Ma che siano loro o altri i germi responsabili della diarrea acuta il trattamento non cambia. Infatti, eccetto casi limitati, in cui è presente anche febbre elevata e/o vomito incoercibile, è una condizione autolimitante, il che vuol dire che guarisce da sola.
  2. Non è consigliabile sospendere l’alimentazione per più di 6 ore. Infatti l’dea che un digiuno prolungato possa migliorare la diarrea o che serva per ripulire l’intestino è stata abbondantemente superata dalle raccomandazioni internazionali secondo cui la ripresa dell’alimentazione, e per giunta non “in bianco” come si riteneva una volta, permette all’intestino una ripresa più rapida. Inoltre gli alimenti devono essere gli stessi che il piccolo mangia abitualmente, soprattutto se ha un’alimentazione corretta e naturalmente priva di bevande ad alto contenuto di zucchero. In nessun caso i lattanti devono sospendere il latte materno o la formula (il cosiddetto “latte adattato”), solo in rari casi è indicata la somministrazione di latti speciali.
  3. La reidratazione per bocca è la terapia fondamentale per permettere una rapida ripresa delle condizioni generali del piccolo paziente. Lo scopo è quello di recuperare le perdite idriche che si sono verificate con la diarrea. Infatti, la disidratazione porta progressivamente a pallore, ipotensione, tachicardia fino a sintomi neurologici di gravità crescente come l’irritabilità o la depressione della fontanella nei lattanti, e alla riduzione della diuresi (controllare che il pannolino sia bagnato) che rappresentano complicazioni della diarrea. Bisogna fare bere ai piccoli acqua “goccia a goccia”, cioè in piccole quantità, per evitare di stimolarne il vomito ed il riflesso gastrocolico, ma di continuo, ogni 4-5 minuti, alternata a soluzioni già pronte in commercio fatte di zuccheri e sali in proporzioni stabilite, per permettere un più rapido recupero delle condizioni generali del bambino. Queste soluzioni sono lievemente salate per cui è bene offrirle fredde per migliorarne il gusto. La reidratazione per bocca, lenta ma continua, è estremamente efficace ed evita la reidratazione più rapida ma traumatica delle flebo in ospedale in caso di disidratazione grave, a cui però non si deve arrivare se si comincia a fare bere da subito il bambino.
  4. I probiotici o “fermenti lattici” sembra riducano la durata della diarrea di circa 24 ore, ma non sono essenziali per la sua risoluzione. Potrebbero essere usati subito all’esordio della malattia perché sono organismi vivi che migliorano la flora intestinale per cui non devono essere distrutti a livello dello stomaco, come succede spesso per i fermenti della maggior parte degli yogurt (per altro ottimo alimento per i bambini che lo desiderano anche durante la diarrea).
  5. L’uso dei farmaci è affidato ai pediatri. Nei piccoli, soprattutto al di sotto dei 4 anni, si preferisce non utilizzare farmaci che modificano la secrezione o la motilità dell’intestino proprio per il carattere autolimitante della diarrea e per i potenziali effetti collaterali, soprattutto neurologici, dei farmaci in commercio. Nella maggior parte dei casi non è necessaria alcuna terapia antibiotica, in merito alla quale dovrà comunque essere sempre il pediatra a pronunciarsi.

In sintesi, la diarrea si supera con la reidratazione e la ri-alimentazione precoce, senza dimenticare una buona dose di pazienza, cioè proprio con quei presidi che spesso i genitori evitano di porre in atto nel timore di peggiorarne la sintomatologia.

Quando allarmarsi?

Nel caso in cui si abbia a che fare con un lattante di età inferiore ai due mesi, nel quale la diarrea sia molto intensa (molte scariche ravvicinate) e/o si associ a vomito o febbre alta, il rischio di disidratazione aumenta. In tal caso è bene far attenzione ad alcuni segni tipici di disidratazione:

  • Occhi alonati
  • Pianto “asciutto” (assenza di lacrime)
  • Pannolino poco bagnato o addirittura asciutto
  • Sonnolenza 
  • Secchezza della pelle

In presenza di questi segni è bene recarsi subito in Pronto Soccorso.

Una condizione che spesso si associa alla diarrea, soprattutto se persiste per più di qualche giorno, è la dermatite da pannolino. Il contatto della cute con le feci acide, l’ambiente caldo-umido che si crea e la frizione continua tra cute e pannolino creano una condizione predisponente all’irritazione cutanea e alla possibile sovrainfezione micotica (cioè da funghi, solitamente da Candida albicans).

Ancor più del solito, in caso di diarrea è importante assicurare una corretta igiene intima del lattante. Cambiare frequentemente il pannolino, in modo da garantire un ambiente asciutto, e per quanto possibile lasciare la parte scoperta per qualche minuto. Lavare solo con acqua (no alle salviette imbevute e ai detergenti profumati) e non applicare abbondanti strati di creme o paste da cambio

Faq

Domande frequenti:

Come fare a distinguere se si tratta o meno di diarrea?

La diarrea è definita come un cambiamento della consistenza abituale delle feci (che diventano propriamente liquide/ acquose), un aumento del volume e del numero di evacuazioni. È importante quindi osservare la regolarità del proprio bambino e contattare il pediatra quando se ne osservino delle variazioni, sia in termini di frequenza sia di aspetto.

Quando allarmarsi?

Con la supervisione di:

Dott.ssa Margherita Caroli Pediatra

Prof. Andrea Vania Pediatra