Differenze ibuprofene e paracetamolo, come usarli
Differenze paracetamolo e ibuprofene: supposte, sciroppo, gocce, bustine, quale somministrazione preferire, rapporto mg kg e mai tagliare la supposta. Somministrazione combinata e rischio tossicità.
La febbre allarma immediatamente mamma e papà, ma questa in realtà è una condizione in cui comunemente si trovano i bambini piccoli mentre affinano le loro difese e sviluppano il corredo immunitario. Questa premessa rivolta ai genitori è importante: sovrastimare un innalzamento della temperatura corporea del bambino può erroneamente anticipare il ricorso al paracetamolo o ad altro antipiretico, medicalizzando una condizione probabilmente transitoria e sicuramente ricorrente nello sviluppo del bambino.
- Febbre bambini e trattamento farmacologico
- Dolore acuto bambini e trattamento farmacologico
- Differenze ibuprofene e paracetamolo: a cosa servono, dosaggio e modalità di somministrazione
- Dosaggio bambini: perché è così importante il rapporto mg/kg
- A che età ibuprofene e paracetamolo
- Supposte (via rettale), sciroppo, gocce, bustine (via orale): somministrazione
- Si può tagliare una supposta di tachipirina?
- Paracetamolo e ibuprofene somministrazione: stomaco pieno o stomaco vuoto?
- Ibuprofene e paracetamolo possono essere alternati o combinati nella somministrazione?
- Febbre da Covid-19: ibuprofene oppure paracetamolo, quale usare?
- Paracetamolo dopo la vaccinazione: non è raccomandato
Stiamo parlando, infatti, di uno dei sintomi di più comune osservazione, responsabile di oltre il 50% delle richieste di visite mediche ambulatoriali o di pronto soccorso in età pediatrica. Nella gestione degli stati febbrili comuni, quindi, si assiste sempre più spesso ad un eccesso di trattamento che molte volte è imputabile alla cosiddetta fever-phobia dei genitori.
Nonostante siano attualmente disponibili molte dettagliate linee Guida sul corretto trattamento degli stati febbrili rivolte sia ai medici pediatri che ai genitori (https://www.sipps.it/pdf/editoriale/GestioneFebbreDolore.pdf), nella vita di ogni giorno esiste una discrepanza tra le scelte terapeutiche e le raccomandazioni scientifiche.
Febbre bambini e trattamento farmacologico
A tutela della salute dei bambini non basta leggere attentamente il foglietto illustrativo, non è sufficiente rispettare le 6 ore tra una somministrazione e l’altra, è importante, invece, consultare il pediatra prima di prendere iniziative farmacologiche!
Non bisogna considerare la temperatura alta come indice di gravità dell’infezione: non sempre le due cose sono associate. Dobbiamo ricordarci infatti che sia la febbre che l’infiammazione sono meccanismi che l’organismo mette in funzione come difesa dalle infezioni; non abbiano nessun diritto di interferire con madre natura, se non dopo una valutazione complessiva dello stato generale di salute.
Dolore acuto bambini e trattamento farmacologico
Anche il dolore acuto costituisce un sintomo molto frequente in età pediatrica, in particolare per l’elevata frequenza delle infiammazioni delle vie aeree nei bambini:
- mal di orecchio;
- mal di gola;
- mal di testa;
- mal di denti;
- dolori da traumi articolari;
- dolori post operatorio (tonsillectomia, chirurgia addominale, etc).
Nel mondo occidentale paracetamolo e ibuprofene sono i farmaci più venduti soprattutto nelle formulazioni pediatriche.
Differenze ibuprofene e paracetamolo: a cosa servono, dosaggio e modalità di somministrazione
Non vi stupisca se vi dico che l’ibuprofene e il paracetamolo hanno praticamente gli stessi poteri per la gestione di febbre e dolore. Lo scopo unico dell’utilizzo degli antipiretici è quello di ridurre il senso di malessere dei bambini e non quello di trattare la febbre in quanto tale. Gli antipiretici (come pure gli antinfiammatori) devono essere somministrati solamente dopo aver valutato l’insieme dei sintomi presentati dal piccolo paziente e non per “abbassare” la febbre di 38,1°C in un bambino che gioca e per il resto sta bene!
Ibuprofene e paracetamolo per il controllo della febbre e del dolore sono gli unici raccomandati in età pediatrica (non somministrate aspirina, non somministrate un farmaco cortisonico!), ma vanno usati quando realmente servono.
Farmaci antinfiammatori non steroidei, FANS
Ibuprofene e paracetamolo appartengono alla categoria dei farmaci antinfiammatori non steroidei detti FANS, sono dotati di proprietà antinfiammatorie, antidolorifiche e antipiretiche (contro febbre e dolore). Entrambi possono essere venduti liberamente dai farmacisti senza ricetta medica, sono infatti tra i cosiddetti “medicinali da banco”.
Paracetamolo e ibuprofene, esistono delle differenze tra i due medicinali
A seconda che si somministri ibuprofene o paracetamolo, cambia:
- Il picco di azione: si intende il tempo medio che intercorre tra l’assunzione e l’inizio della azione terapeutica. Normalmente, è di circa mezz’ora, ma molto dipende dalla via di somministrazione e dalle condizioni fisiologiche di quella via in quel bambino: così, ad es., un antipiretico somministrato per via rettale (per supposta, per intenderci) avrà un picco d’azione di 20-30 minuti se l’ampolla rettale è vuota, ma se è piena di feci il picco d’azione può diventare anche di un’ora; lo stesso vale per la via orale, a seconda che lo stomaco sia vuoto o contenga del cibo.
- La durata di azione (che condiziona anche l’intervallo tra le dosi): è il tempo in cui il farmaco, assorbito e circolante nel sangue, esercita la sua funzione che ovviamente si esaurisce man mano che viene eliminato dal sangue attraverso i reni (nella pipì). Per il paracetamolo è tra le 4 e le 6 ore, per l’ibuprofene solitamente non inferiore alle 8 ore.
- Il dosaggio.
Dosaggio bambini: perché è così importante il rapporto mg/kg
Il calcolo della dose da somministrare è importantissimo perché tiene conto del peso del bambino (rapporto mg/kg) e rappresenta l’equilibrio tra quantità di farmaco necessaria per ottenere un risultato, capacità di eliminazione dello stesso dal corpo e livello di tossicità, cioè il livello di farmaco oltre il quale si sviluppano gravi conseguenze per la salute.
Attenzione: sulle confezioni di ibuprofene e paracetamolo sono riportati i dosaggi in base all’età o ad intervalli di peso. Bisogna calcolare il dosaggio necessario ai bambini SOLO in base al peso reale (non presunto) e non all’età. Facciamoci aiutare dalla prescrizione del pediatra!
A che età ibuprofene e paracetamolo
In Italia il paracetamolo può essere impiegato fin dalla nascita, l’ibuprofene è autorizzato SOLO a partire dai tre mesi di età o 5-6 kg di peso corporeo. La somministrazione di paracetamolo a lattanti piccolini (1-3 mesi di età) non deve superare il dosaggio complessivo di 5 mg per kg.
Supposte (via rettale), sciroppo, gocce, bustine (via orale): somministrazione
Il paracetamolo è disponibile in supposte, gocce, sciroppo, bustine orosolubili, bustine, compresse. L’ibuprofene è disponibile in sciroppo, bustine, compresse e anche supposte.
Sicuramente la via orale è da preferire ed è quella raccomandata dalle Linee Guida sanitarie in tutti i paesi del mondo. Le vie di somministrazioni non sono equivalenti, lo sciroppo o le gocce (anche a seconda dell’età) sono la scelta più corretta perché possono essere dosati caso per caso rispetto al peso corporeo.
La via di somministrazione rettale è ammessa, anzi è l’unica soluzione, solo nel caso in cui il bambino non riesca ad assumere nulla per bocca: vomito, interventi ai denti, afte orali, sanguinamento delle gengive sono alcuni esempi di limitazioni alla somministrazione orale. Questa indicazione è supportata da studi farmacologici e tossicologici.
La supposta non ha un assorbimento certo e garantito (per quanto detto più sopra) il che rende imprevedibile, di conseguenza, l’effetto terapeutico. La risposta in termini di controllo di febbre e dolore potrà, quindi, essere variabile.
Azione ritardata della somministrazione rettale, quando può accadere
Per esempio, la presenza di feci dure nell’intestino retto (stipsi), oppure uno stato di infiammazione dell’intestino (diarrea) possono cambiare la velocità di passaggio della supposta nell’intestino e quindi l’assorbimento stesso del farmaco, con la conseguenza ultima di ritardarne l’azione.
Un’azione ritardata espone altresì al rischio concreto di dover aumentare la dose giornaliera con la conseguenza di esporre il bambino agli effetti tossici del farmaco. E ciò senza tener conto del fatto che le supposte non consentono un preciso dosaggio in base al peso corporeo perché le formulazioni in commercio non sono adattabili a tutti i possibili pesi corporei, soprattutto nei bambini più grandi.
Si può tagliare una supposta di tachipirina?
È sempre sconsigliabile dividere la supposta di antipiretico! Questa è una iniziativa molto pericolosa e fin troppo in voga. Le case farmaceutiche che producono le supposte garantiscono che in una supposta sia contenuta una quantità di farmaco determinata (dichiarata e certificata senza errori), ma non dichiarano in nessun caso che il principio attivo sia distribuito uniformemente: potrebbe essere tutto nella parte della coda o tutto nella testa o tutto nel corpo della supposta.
La divisione della supposta produrrà inesorabilmente un errore nel dosaggio con una risposta insoddisfacente e la necessità di ricorrere a nuove somministrazioni aumentando il rischio di tossicità ed effetti collaterali.
E se fa la cacca?
È possibile che dopo la somministrazione della supposta il bimbo emetta le feci, o emetta la sola supposta che ha perso la sua forma e assomiglia piuttosto a burro sciolto, questa evenienza può dipendere da un puro caso, oppure dal fatto che la glicerina delle supposte stimoli localmente l’evacuazione.
Tenuto conto dei tempi medi di assorbimento del farmaco contenuto nella supposta, se l’emissione di feci avviene entro 20 minuti è forse il caso di somministrare nuovamente l’antipiretico, mentre se è trascorso un intervallo di tempo maggiore si può considerare che il farmaco sia stato assorbito!
Paracetamolo e ibuprofene somministrazione: stomaco pieno o stomaco vuoto?
Sebbene sia consuetudine raccomandare l’assunzione di questi farmaci antinfiammatori (come tutti i FANS) a stomaco pieno, ci sono molti studi di farmacologia che mettono in evidenza come l’assunzione a stomaco vuoto non aumenti il rischio di effetti indesiderati.
E se vomita?
Precisiamo di nuovo che la scelta della via di somministrazione deve essere effettuata tenendo conto di una eventuale patologia che si accompagni alla febbre. Il vomito può capitare. Un trucchetto per ridurre il rischio di vomito (in generale) è di somministrare lo sciroppo a piccoli sorsi, in un tempo contenuto (qualche minuto) mettendo la dose (correttamente misurata con la siringa annessa alla confezione) in un cucchiaino.
Se il vomito avviene entro 15 minuti si può dare nuovamente l’intera dose prevista. Questo limite temporale nasce dal calcolo dell’assorbimento del farmaco, che dipende dal tempo di transito gastrico (il tempo che impiega un liquido a superare lo stomaco per arrivare nella parte dell’intestino dove avviene l’assorbimento del farmaco). Se è passato più tempo, ad esempio mezz’ora o più, conviene attendere e vedere qual è il comportamento della febbre
Per grandi linee, ibuprofene e paracetamolo sono efficaci ai dosaggi raccomandati e ben tollerati. È comunque buona norma leggere attentamente il foglietto illustrativo e segnalare al pediatra o al medico la comparsa di qualunque reazione sospetta.
Ibuprofene e paracetamolo possono essere alternati o combinati nella somministrazione?
Attualmente il dibattito principale tra i pediatri di tutto il mondo riguarda proprio l’impiego combinato di paracetamolo e ibuprofene, invece che singolarmente. La combinazione di questi due farmaci può anche creare confusione nella famiglia e aumentare il rischio di commettere errori di dosaggio.
Studi recentissimi hanno dimostrato che la somministrazione in combinazione di paracetamolo e ibuprofene aumenta il rischio di tossicità con un beneficio veramente modesto o nullo sul controllo dei sintomi febbrili.
In Italia non viene mai raccomandato l’uso combinato dei due farmaci
Dobbiamo scegliere di usare il paracetamolo oppure l’ibuprofene, senza combinarli e nemmeno alternali. Le linee guida raccomandano di non fare cocktail tra i 2 farmaci. Lo so che forse il vostro medico pediatra vi ha consigliato di alternarli, questo probabilmente avviene per combattere la “paura della febbre”. Ma gli effetti collaterali derivanti dall’uso di questi farmaci miscelati sono più frequenti e più gravi.
Il consiglio è accogliere la febbre per quello che rappresenta: una risposta attiva dell’organismo. Non possiamo pretendere (né sarebbe giusto, per non inibire la risposta fisiologica dell’organismo all’infiammazione o infezione) che crolli a 36°C dopo pochi minuti dallo sciroppo, o che scompaia in 1 giorno. Diamo al corpo i tempi di cui ha bisogno e facciamo appello a tutta la nostra pazienza.
Febbre da Covid-19: ibuprofene oppure paracetamolo, quale usare?
Sebbene non esistano chiare e definitive indicazioni sulla terapia da utilizzare, se possibile si consiglia ibuprofene ai dosaggi abituali, senza incrementi, e sempre sotto controllo medico.
Si raccomanda di non utilizzare farmaci in via preventiva: non esistono farmaci che possano prevenire il contagio, esistono buone pratiche e sicuramente alcuni integratori possono essere utili nel mantenere un corpo in equilibrio (vitamine, probiotici, microelementi, etc).
Paracetamolo dopo la vaccinazione: non è raccomandato
Vi sarà capitato di sentir dire di dare il paracetamolo subito dopo la vaccinazione: non è raccomandato. Innanzitutto non è sicuro che il bimbo sviluppi febbre o fastidi dopo la vaccinazione, per cui dare il farmaco è inutile.
Inoltre ci sono studi che dimostrano come l’azione antinfiammatoria potrebbe ridurre l’efficacia della risposta del corpo dopo la vaccinazione (riduzione della produzione anticorpale). Quindi i farmaci si danno solo quando il bambino presenta dei sintomi, non come prevenzione!