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Malattie infantili

Il Singhiozzo nei Neonati: scopri come prevenirlo e farlo passare

Singhiozzo neonato e bambino: cos'è, perché viene, quando preoccuparsi e come farlo passare. Tutte le informazioni e i rimedi per liberare il bambino da questo fastidio.

Pubblicato il 10.08.2020 e aggiornato il 05.08.2021 Scrivi alla redazione

Il singhiozzo nei più piccini è un fenomeno molto comune e tuttavia sufficiente a mettere in ansia i genitori; basta infatti un banalissimo spasmo della gola del bambino e mamme, papà, nonni, zii, precipitano nel panico.

Che cos’è il singhiozzo?

Seppur fastidioso e incontrollabile, il singhiozzo è un disturbo che colpisce tutte le età ed è dovuto ad una contrazione involontaria del diaframma – che è il muscolo che separa il torace dagli organi dell’addome – con conseguente chiusura della glottide laringea. Questo importante muscolo involontario che contribuisce alla respirazione è innervato dal nervo frenico, che, se opportunamente stimolato, reagisce inducendo una contrazione anomala del diaframma.

Perché i neonati ne soffrono

Il singhiozzo comune è un riflesso onnipresente, tutti noi lo abbiamo avuto almeno una volta, ma a differenza di altri riflessi comuni, come starnuti e tosse, non è noto il suo vantaggio fisiologico, anche se potrebbe costituire una specie di riflesso complesso utile a rimuovere l’aria dallo stomaco dei giovani mammiferi quando sono ancora dei lattanti. Questo fastidio, infatti, si verifica nella maggior parte dei mammiferi ed è chiaramente avvertito anche dalle donne incinte: compare infatti già dopo l’ottava settimana di gravidanza, per cui anche la mamma può avvertire questi lievi sussulti ritmici che provengono dal suo piccolo quando è ancora in utero.

La Dott.ssa Caroli spiega cos’è il singhiozzo e come farlo passare nei bambini molto piccoli.

Da dove deriva la terminologia

Singhiozzo è un nome onomatopeico che deriva dal suono prodotto dalla brusca chiusura delle corde vocali circa 35 millisecondi dopo la contrazione forzata dei muscoli respiratori. Nella letteratura medica, è il singultus, anche se questo termine è stato inizialmente utilizzato per descrivere la forte assunzione di respiro spesso associata a lunghi periodi di pianto.

A cosa è dovuto il suo suono tipico (hic)?

IIl tipico suono “hic”, che accompagna questo evento e si ripete in modo ritmico e continuo per alcuni minuti, è dovuto al fatto che ogni contrazione del diaframma si conclude con una brusca chiusura della glottide, la valvola che separa l’apparato respiratorio da quello digerente.

Quanto spesso si presenta il singhiozzo nei neonati e nei lattanti?

Il singhiozzo del neonato è molto diffuso, forse tra le cause vi è l’immaturità del sistema di innervazione del diaframma, e si valuta che essi spendano il 2,5% del loro tempo a singhiozzare, poi diminuisce durante l’infanzia con occasionali brevi recidive durante il percorso della loro vita.

Quando preoccuparsi per la salute del bambino

Nella stragrande maggioranza dei casi il singhiozzo del neonato non è pericoloso e non ha ripercussioni sulla respirazione. È molto frequente nei bambini al di sotto dell’anno di età, per poi diventare più raro.

Esistono però dei segnali di allarme che possono indicare la presenza di un singhiozzo anomalo e non fisiologico.

Quali possono essere i segnali patologici del disturbo

È buona norma consultare il pediatra e riferirgli tutte le caratteristiche del fenomeno (durata, insorgenza, ecc.) quando il singhiozzo:

  • persiste per più di 48 ore;
  • è molto frequente;
  • rende il bambino molto agitato;
  • ne disturba il sonno o l’alimentazione.

È importante ricordare che, seppur raramente, questo fastidioso evento può portare complicazioni sulla ventilazione, in particolare nei prematuri che hanno bisogno di un aiuto meccanico per respirare.

Le cause del singhiozzo patologico possono essere più o meno gravi (tali da rivolgersi al proprio pediatra) e le principali, per frequenza o gravità, sono:

  • mal di gola;
  • infezione timpanica (otite);
  • reflusso gastro-esofageo;
  • gastrite;
  • cisti nella gola;
  • problemi renali;
  • diabete;
  • pericardite.

Bere il latte voracemente e con velocità può essere fonte di singhiozzo

Normalmente, il singhiozzo del bebè si presenta dopo la poppata e il ruttino, ed è dovuto semplicemente al fatto che il piccolo ha succhiato dal seno materno, o dalla tettarella del biberon, con troppa voracità e troppo velocemente, incamerando, come già detto, una gran quantità di aria, oltre al latte. Inoltre il cardias (la valvola di comunicazione tra l’esofago e lo stomaco) potrebbe non chiudere ancora perfettamente, predisponendo alla contrazione involontaria del diaframma (una lamina muscolare che ha influenza sullo stomaco e sugli organi sotto diaframmatici).

Le cause più comuni del singhiozzo fisiologico sono:

  • voracità nell’alimentazione, con ingestione di grandi quantità di aria
  • crisi frequenti di pianto
  • sbalzi repentini di temperatura (spesso infatti il singhiozzo può accompagnare il cambio del pannolino o il bagnetto)
  • iperalimentazione
  • ansia ed eccitazione

Trucchi per farlo passare

Di solito scompare naturalmente, ma, se proprio diventa intollerabile e motivo di preoccupazione per i genitori, sappiate che esistono anche dei rimedi per farlo cessare più velocemente:

  • se il singhiozzo è comparso durante la poppata (allattamento al seno o al biberon) si può risolvere facendo riprendere al bebè la sua poppata, mentre nei più grandi può essere utile dargli da bere qualche sorso d’acqua.
  • far cambiare posizione al bambino
  • toccare delicatamente il nasino del neonato più volte cercando di farlo starnutire. ATTENZIONE: Non è consigliabile né particolarmente utile chiudere il nasino del piccolo! 
  • cercare di far fare il ruttino al neonato, interrompendo un attimo la poppata
  • farlo attaccare al seno poichè la deglutizione aiuta a rilassare il diaframma e a volte e sufficiente a far passare il singhiozzo
  • proporre il ciuccio
  • Far fare uno starnuto al piccolo per esempio con il solletico sotto il naso

Tutte queste pratiche possono aiutare il diaframma a rilassarsi e far cessare il singhiozzo.

Consigli utili per prevenire il singhiozzo nei lattanti

  • Evitare che il neonato ingerisca troppa aria durante la pappa;
  • Evitare poppate troppo lunghe;
  • Interrompere più volte l’allattamento, per far respirare comodamente il lattante;
  • Tentare di far fare dei ruttini intermedi durante la poppata;
  • Evitare sbalzi termici repentini, cercando di svestire il bambino lentamente e in un ambiente a temperatura costante;
  • Evitare che il bambino arrivi alla poppata troppo affamato;
  • Mantenere il bambino in posizione eretta per qualche minuto dopo la poppata;
  • Evitare spostamenti bruschi del bambino.

Consigli utili per prevenire il singhiozzo nei bambini più grandi

La “cura” del singhiozzo occasionale nei bambini più grandi può essere affrontata in modi diversi rispetto ai bebè. Possiamo insegnare al bimbo a trattenere il fiato: dopo una profonda inspirazione dovrà restare in apnea per 10-15 secondi, ciò porta il diaframma a rilassarsi; possiamo fargli bere alcuni sorsi d’acqua e possiamo farlo deglutire più volte.

Falsi miti: cosa non fare MAI in caso di singhiozzo

Più che di falsi miti, si tratta di rimedi che non vanno usati nel bambino, tanto meno quando è ancora un lattante:

  • Inghiottire rapidamente un cucchiaino di zucchero: grazie alla composizione in granuli, lo zucchero, scendendo attraverso l’esofago, stimola il diaframma fermandone le contrazioni.
  • Prendere un cucchiaino di aceto: in virtù della sua composizione acida, l’aceto determina una lieve contrazione dell’esofago, spesso sufficiente a interrompere lo spasmo del diaframma.
  • Prendere un cucchiaino di succo di limone puro: il sapore asprigno del frutto indurrebbe a trattenere il fiato per qualche secondo, favorendo la risoluzione del problema.

Leggende metropolitane sul singhiozzo

Un luogo comune dice che per far passare il fastidio del singhiozzo possa essere utile uno spavento. La paura, infatti, come conseguenza provoca un’ulteriore contrazione del muscolo diaframma, che spesso riesce ad invertire la rotta facendo riprendere il ritmo normale di movimento al muscolo stesso. Ma uno spavento improvviso può anche provocare il singhiozzo o addirittura accentuarlo, se già lo si ha. Un sussulto causato dallo spavento induce, infatti, a inspirare più in fretta del normale, determinando una maggior introduzione di aria nei polmoni, cosa che può facilmente rappresentare una stimolazione del singhiozzo stesso.

Vale la pena ricordare un rituale che – secondo una leggenda piuttosto popolare – per arrestare il singhiozzo si deve sorseggiare mezzo bicchiere d’acqua bevendo dalla parte opposta del bicchiere (dopo aver preso in mano il bicchiere, si deve ruotare il polso di circa 180 gradi) tenendo le gambe leggermente divaricate e il busto proteso in avanti… ma tutto questo funziona solo per chi è abituato a fare acrobazie!

Faq

Domande frequenti

Cos’è il singhiozzo?

Seppur fastidioso e incontrollabile, il singhiozzo è un disturbo che colpisce tutte le età ed è dovuto ad una contrazione involontaria del diaframma – che è il muscolo che separa la cavità toracica dagli organi dell’addome – con conseguente chiusura della glottide laringea.
Questo importante muscolo involontario che contribuisce alla respirazione è innervato dal nervo frenico, che, se opportunamente stimolato, reagisce inducendo una contrazione anomala del diaframma.

Il singhiozzo comune è un riflesso onnipresente, tutti noi abbiamo avuto almeno una volta il singhiozzo, ma a differenza di altri riflessi comuni, come starnuti e tosse, non è noto il suo vantaggio fisiologico, anche se potrebbe costituire una specie di riflesso complesso utile a rimuovere l’aria dallo stomaco dei giovani mammiferi quando sono ancora dei lattanti.
Il singhiozzo, infatti, si verifica nella maggior parte dei mammiferi ed è chiaramente avvertito anche dalle donne incinte: compare infatti già dopo l’ottava settimana di gestazione, per cui anche la mamma può avvertire questi lievi sussulti ritmici che provengono dal suo piccolo quando è ancora in utero.

  • se il singhiozzo è comparso durante la poppata si può risolvere facendo riprendere al piccolo la sua poppata
  • far cambiare posizione al bambino
  • toccare delicatamente il nasino del neonato più volte cercando di farlo starnutire. ATTENZIONE: Non è consigliabile né particolarmente utile chiudere il nasino del piccolo 
  • cercare di far fare il ruttino al neonato
  • voracità nell’alimentazione, con ingestione di grandi quantità di aria
  • crisi frequenti di pianto
  • sbalzi repentini di temperatura (spesso infatti il singhiozzo può accompagnare il cambio del pannolino o il bagnetto)
  • iperalimentazione
  • ansia ed eccitazione

Con la supervisione di:

Dott.ssa Margherita Caroli Pediatra

Prof. Andrea Vania Pediatra