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Parola di Mamma

Festa della Donna per educare i bambini alla parità di genere

La Festa della Donna può tradursi in un momento di crescita e educazione alla parità di genere: educhiamo i bambini al rispetto della diversità con giochi, favole e con il buon esempio.

Pubblicato il 04.03.2022 e aggiornato il 09.03.2023 Scrivi alla redazione

Nella vita di molti bambini la Festa della Donna ha il sapore della torta mimosa, profuma di mimose ed è associata al ricordo del papà che fa gli auguri alla mamma, alle nonne e alle figlie femmine; qualche volta le mamme si incontrano tra loro o escono con le amiche per concedersi una serata di “libertà” e festeggiare. Ebbene, tutto questo ha poco o nulla a che fare con le ragioni ideali che storicamente ispirano la celebrazione della giornata internazionale della donna.

Festa della Donna: le ragioni storico ideali che ispirano l’8 marzo

A qualunque ispirazione storica si faccia capo, l’ideale che anima la Festa della Donna parte dalla battaglia femminile per il riconoscimento dei diritti fondamentali delle donne:

  • il diritto al lavoro e il riconoscimento dei diritti delle donne operaie (i primi lavori femminili furono in larga misura lavori operai),
  • il diritto al voto,
  • il diritto al rispetto del corpo e dell’identità femminile,
  • il diritto all’autonomia e alla libertà individuale

In particolare, e con peculiare riferimento al lavoro operaio, le donne del novecento hanno combattuto per dire no allo sfruttamento e, contemporaneamente imporre un deciso a un orario di lavoro umano e sostenibile, a luoghi di lavoro sicuri, a un trattamento equiparabile a quello del genere maschile a parità di condizioni di lavoro. Tautologico ricordare che molte di queste battaglia non sono esaurite e si estendono ben oltre il contesto delle lavoratrici operaie.

L’8 Marzo del 1917 le donne di San Pietroburgo (Russia) manifestarono per chiedere la fine della guerra e questa giornata fu ricordata durante la Seconda Conferenza Internazionale delle Donne Comuniste che si svolse a Mosca nel 1921, in questa sede l’8 Marzo fu indicata come la data della Giornata Internazionale della Donna. Da questo breve cenno storico si evince subito come e perché il termine Festa della Donna sia riduttivo: l’8 Marzo non si festeggia qualcosa ma si celebra un percorso di lotta ed emancipazione.

Un mantra di alcune donne, proprio per sottolineare la debolezza dell’idea di festa, è stato ed è: “Io (l’8) lotto tutti i giorni”.

Personalmente ho fatto mio questo mantra e ho rifiutato di festeggiare in giallo, con torte mimose o regali. Respingere gli auguri, però, non vuol dire non celebrare le donne. Le celebro e faccio di questa festa un’opportunità di crescita per me stessa e per i miei figli, Parola di Mamma.

Festa della Donna e parità di genere: in che rapporto sono le due cose

Una Festa della Donna – peraltro senza un festeggiamento corrispondente in una giornata dell’uomo – avrebbe poco senso se non se ne considerasse la vera natura: l’8 Marzo ricorre la Celebrazione Internazionale della Donna, come tale va intesa come giornata di riflessione su un percorso che attiene alla libertà quanto alla parità di genere.

Mamma perché non c’è una festa dell’uomo?

– Perché la donna ha conquistato nel tempo dei diritti che all’uomo erano già riconosciuti mentre a lei restavano negati: il diritto al voto, quello ad accedere al lavoro e poi a delle carriere lungamente rimaste solo maschili. La vita di tutti i giorni ci dimostra che mamma e papà sono uguali in punto di possibilità e libertà, come lo sono bambini maschi e bambine femmine. È così che possiamo rispondere a una domanda spontanea e comune tra i bambini: esiste la festa della mamma e quella del papà, ma a fronte della Festa della Donna non esiste quella dell’uomo.

Infibulazione femminile, limitazioni al diritto allo studio delle donne o a libertà basilari sono segnali significativi dell’importanza trasversale nel mondo di una sensibilizzazione alla uguaglianza di genere. La parità tra uomini e donne va vista come un tassello importante nella formazione personale, essenziale sin dalla prima infanzia.

Che la parità di genere sia una responsabilità dei grandi del mondo lo si evince anche dalla posizione delle più illustri istituzioni internazionali rispetto all’argomento: essa è il quinto punto dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. I bambini e le bambine hanno il diritto ad essere educati anche alla parità di genere, oltre che quello a crescere in un mondo che nella diversità uomo-donna non riconosca discriminazioni, svantaggi o preconcetti.

Agenda 2030 obiettivi sviluppo sostenibile
Agenda 2030 obiettivi sviluppo sostenibile – Fonte immagine agenziacoesione.gov.it

La parità di genere si impara:

  • A casa dall’osservazione di un papà e di una mamma capaci di relazionarsi alla vita, ai figli e l’un l’altro senza lo stereotipo di un ruolo ma vivendo un proficuo scambio relazionale. Il papà, per esempio, può cucinare, lavare il pavimento o i vetri, stirare, eccetera. Allo stesso modo la mamma può sostenere orari di lavoro impegnativi e conta il come più che il quanto rispetto al tempo speso con i figli.
  • Per strada o davanti alla televisione quando la diversità non viene criticata e giudicata con disprezzo. I genitori per primi devono liberarsi dalla paura del diverso o dalla percezione del differente come una minaccia.
  • Nel gioco quando la relazione del bambino con i materiali di gioco non viene condizionata da preconcetti di genere. Il bambino può giocare con le bambole e, se lo vuole, deve essere lasciato libero di farlo, lo stesso vale per le bimbe che amino giocare a calcio o con le macchinine.
  • Nello studio quando la famiglia e il contesto sociale riconoscono a maschi e femmine le stesse possibilità e, in primis, il diritto alle medesime aspirazioni. 
La parità di genere non è un regalo alle donne, men che meno deve valere solo nel giorno della Festa della Donna. L'eguaglianza tra uomini e donne è un diritto delle persone umane in quanto tali.

La mamma a cui “viene concessa” la libertà di uscire l’8 Marzo per la Festa della Donna non è una persona libera. Uscire, se rappresenta un bisogno della mamma, deve essere un suo diritto sempre. Le donne vengono spesso sopraffatte dal ruolo di madri, in qualche modo la maternità rischia di fagocitare la femminilità perché i bisogni dei figli e della famiglia costruita tendono a scavalcare quelli personali della donna: non festeggiamo l’8 Marzo per ingannare bisogni personali vivi e validi in ogni giorno dell’anno, realizziamo, piuttosto, la nostra identità femminile ritagliandoci degli spazi che attestino che restiamo donne anche se siamo diventate mamme.

Educare i figli a rispettare gli spazi della mamma non è un atto di egoismo, all’opposto è un atto d’amore perché mette i bambini in condizione di assimilare e fare propria la positiva considerazione della donna in un rapporto di equi-potenzialità e equi-possibilità rispetto all’uomo.

Come si realizza la parità di genere in casa (non solo nel giorno della Festa della Donna):

In una famiglia qualsiasi, qualunque siano le occupazioni professionali dei genitori o la loro estrazione socio-culturale, ci sarà parità di genere se maschi e femmine hanno gli stessi diritti e manifestano una fungibilità nei doveri che sia sempre elastica e cooperante. 

Non c’è partità di gente in quella famiglia in cui papà va a giocare a calcetto tutti i venerdì e mamma per andare dal parrucchiere, una volta ogni tanto, deve chiedere aiuto, per non dire che deve domandare il permesso; non esiste parità di genere in quelle case in cui la figlia femmina aiuta nelle faccende domestiche e il maschio no o in quelle in cui la macchina è di papà e “mamma non sa guidare” perciò all’occorrenza verrà accompagnata. Questi esempi, che non vogliono ferire la suscettività di nessuno, tendono a un solo obiettivo: educate i bambini all’autonomia, all’interscambio uomo donna nelle faccende domestiche e al rispetto. Festeggiate l’8 Marzo non ha senso senza questa base culturale.

Le frasi anti-parità di genere che i bambini non meritano di sentire mai

Parlando di educazione alla parità di genere è impossibile non fare un riferimento aperto ad alcune frasi tipiche della cultura preconcetta e maschilista che ancora influenza i genitori moderni.

  • Non fare la femminuccia;
  • Non puoi correre e sudare così, sembri un maschiaccio;
  • I maschi non piangono;
  • Le signorine non si comportano in questo modo.

Questi sono alcuni esempi di frasi fuorvianti che inducono i bambini a contrapporre e stigmatizzare la figura maschile e quella femminile ponendole in una posizione dicotomica.

Festa della donna: immaginiamo un futuro possibile giocando

Nel giorno della Festa della Donna concediamo al bambino l’opportunità di riflettere sul ruolo della donna e sulla parità di genere attraverso esperienze ludiche e gioiose. Attraverso un semplice disegno prestampato (come quello che Alimentazione Bambini vi fornisce in foto), giochiamo a vestire i personaggi concedendo alla donna di prendere in prestito i pantaloni o la camicia dell’uomo e non classificando tutto come maschile o femminile.

Parità di genere impariamo giocando - alimentazionebambini. It by coop
Parità di genere, impariamo giocando – alimentazionebambini. It by coop

Volendo dare una lezione di “diversità culturale”, per esempio, spieghiamo ai bambini che in Scozia la tradizione del Kilt stravolge l’immaginario di gonna per come lo percepiamo e viviamo noi. Questo sarà un esempio di diversità che aiuterà i piccoli a comprendere il valore della differenza nelle varie tradizioni culturali e a non aver paura di ciò che a prima vista si percepisce come difforme o lontano.

Costruiamo insieme delle favole in cui i ruoli si invertono: la principessa salva il principe dal drago. In questo modo introdurremo nella logica dei bambini l’elmetto ideale delle pari opportunità.

Vediamo insieme Billy Eliot e sproniamo i nostri figli a seguire i propri sogni, qualunque sogno abbiano.