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Parola di Mamma

Mamma e donna: essere madre senza smettere di essere donna

Donna e Mamma, essere mamma non vuol dire rinunciare a sogni, aspirazioni, crescita personale e professionale. Siamo e restiamo donne anche quando diventiamo mamme.

Pubblicato il 22.01.2023 e aggiornato il 03.02.2023 Scrivi alla redazione

Pensando alla “maternità” come idea o concetto, chiudi gli occhi e immagina una mamma. Osserva ciò che la tua mente ti restituisce: se non sarà quella di tua madre o di te stessa mamma, molto probabilmente “vedrai” l’immagine di una donna circondata di figli, incinta o impegnata a cullare o allattare un bambino.

A chiunque si possa domandare una definizione del “concetto-mamma”, il quadro che ci verrà restituito somiglierà più o meno alle immagini appena descritte.

Visione culturale della maternità limitante e condizionante, difficile conciliare mamma e donna

La nostra cultura  è ancora segnata dallo stereotipo della donna angelo del focolare. 

Quando Maria Montessori entrava da sola, e a lezioni accademiche concluse, nell’aula di Anatomia, perché una donna non avrebbe potuto osservare un corpo umano spoglio al cospetto dei colleghi uomini, era il 1894 (praticamente l’avantieri della storia d’Italia). Allora una donna “Medica” era quasi impensabile, eppure oggi le donne Medico sono una realtà!

Si dice con allarmante frequenza che questa società “moderna e modernizzata” pretende dalla donna che cresca i propri figli come se non lavorasse e che lavori come se non avesse figli. Questo incedere diffusamente ribattuto in rete, soprattutto nelle community di mamme, è tristemente rispondente a verità: un ostacolo della vita delle donne di oggi è esattamente quello di conciliare mamma e donna, l’animo e il bisogno genitoriale alla propria identità femminile.

Intanto istituzioni e famiglie dimenticano troppo spesso che le mamme hanno bisogno di un villaggio per crescer i figli, lo afferma un antico proverbio africano e anche questo detto è tanto ricorrente quanto vero. Persino Papa Francesco ha citato questo proverbio africano:

“Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio”

Poco welfare, famiglie sempre più sole, monocellulari perché lontane dalle famiglie di origine, qualche volta monogenitoriali, dopo separazioni o divorzi: questo il quadro di una genitorialità contemporanea esposta e vulnerabile che avrebbe bisogno di supporto. 

Viviamo in una società che esiste per effetto della genitorialità, infatti è innegabile che non ci sarebbe più nemmeno un Paese, inteso come popolo e Stato, se non vi fosse natalità; malgrado ciò l’investimento economico e politico per le famiglie è scarso. Questo comporta che in capo ai genitori si sommino molte responsabilità: garantire una nascita in salute al bambino; garantirgli stabilità economica ed emotiva; garantire, altresì, al bimbo opportunità sane di crescita e socializzazione; potenziarne le autonomie senza trascurare formazione fisica e culturale; mantenere spalle forti per il futuro economico della famiglia. 

Mamma e donna: nessuna madre smette di essere anche una donna per quanto la genitorialità sia impegnativa

Che mamma e papà lavorino o no, i bambini devono andare a scuola, è auspicabile che facciano sport, che vadano al parchetto, che vedano gli amici, eccetera. Molto di tutte questo fare è assistito dalla mamma, più è piccolo il bambino più la madre ne resta fisicamente coinvolta (laddove il coinvolgimento della mamma non è, orologio alla mano, solo emotivo).

Il rischio è che la donna resti intrappolata nel ruolo di madre smarrendo sé stessa e il proprio percorso. È vero che sappiamo essere mamme multitasking, ma quest’etichetta moderna non deve diventare un ulteriore stereotipo e peso:

abbiamo il diritto alla condivisione del ruolo genitoriale e ancora di più abbiamo il diritto a rimanere NOI oltre i figli e il ruolo materno.

Sono una mamma, ma cosa posso fare per me come donna?”, quante volte te lo sei chiesto, più o meno in questi termini!?

5 atteggiamenti mentali per rimanere donna pur essendo mamma

  1. Riconosci che tuo figlio è già un traguardo, hai già fatto un buon lavoro e adesso puoi condividerne il prosieguo con le altre figure di riferimento (papà, nonni, zie, maestre, eccetera). Quando un bambino viene alla luce le donne sono socialmente spinte all’incarnazione (impossibile) della super mamma. In realtà nessun genitore può fare tutto da solo, c’è bisogno di aiuto materiale, pratico e fattivo.
  2. Impara a delegare. Solo chiedendo aiuto e dando fiducia agli altri, pur nel rispetto del fatto che è la mamma a decidere cosa è giusto per suo figlio, la donna può recuperare un suo spazio proprio.
  3. Datti fiducia! Lascia emergere il tuo potenziale non solo come madre ma anche come persona. Risplendere come donna, anche se sei una mamma, è possibile! Tuttavia spetta a te permettere alla tua luce di irradiarsi.
  4. Scegli di vivere un sogno che sia solo tuo. È nello spazio dell’animo in cui sei sola, lontana dal tuo ruolo di madre, che risiedono anche le risorse spendibili affinché tuo figlio abbia una vita più serena e migliore. Una donna realizzata è una mamma più disponibile verso i figli e la famiglia.
  5. Non dimenticare mai che il figlio nasce dall’amore e la coppia va curata. Pertanto ritagliati degli spazi come amante, amica, confidente e complice in cui l’essere madre è un valore condiviso ma mai implicante o ostativo.

La maternità non è una limitazione, essa è un’opportunità

Se il tuo compagno è stato in grado di concepire il vostro bambino allora è anche in grado di prendersene cura, esattamente come te! Quando hai un bisogno che sia andare al lavoro, fare una doccia o prendere un caffè con un’amica, chiedi supporto. L’aiuto del partner non è un sacrifico o una concessione, esso è, a sua volta, un’opportunità: rappresenta la possibilità di sperimentare la relazione padre-figlio

È vero che siamo molto lontani dalla parità genitoriale, ovvero la parità di genere nello scambio di ruoli, funzioni e responsabilità tra genitori, ma questa “rivoluzione culturale della famiglia” è nelle nostre mani ed è una battaglia che le donne devono vincere per il rinnovamento di un ruolo, quello di madre, che nel tempo e nella storia è molto cambiato.