Parto pretermine: cosa provano le mamme dei prematuri
La prematurità è un trauma: i papà e le mamme dei prematuri immaginavano la nascita diversamente. Hanno bisogno di tempo e conforto.
Un parto prematuro è un evento improvviso; le mamme e i papà dei bambini prematuri non avevano pianificato la nascita nel modo in cui, di fatto, avviene. Contrariamente ad aspettative e progetti familiari, la venuta al mondo del bambino prematuro precipita nelle vite dei genitori e, data l’anticipazione che comporta, crea ansia, sconcerto, frustrazione e paura.
- Per le mamme dei prematuri la realtà non corrisponde al sogno
- Come reagisce il cuore della mamma a una nascita improvvisa e pretermine
- Latte di mamma anche in ospedale, importanza di preservare l’allattamento
- Contatto mamma-bambino e rispetto della sensibilità della donna
- Ritorno a casa del bambino prematuro
Per le mamme dei prematuri la realtà non corrisponde al sogno
Durante il tempo dell’attesa del bambino, ogni mamma e ogni papà costruiscono il nido: ne sono parte il corredino, la cameretta e i ricami, ma non solo. I genitori, infatti, immaginano l’evento della nascita, fanno un investimento emotivo sul parto e lo caricano di un significato speciale perché rappresenta l’inizio di una nuova vita, quella familiare.
Il parto è una terra di confine che delimita due condizioni: attesa e vita extrauterina. Il bambino, che tutti immaginavano nei suoi tratti, nei colori, nell’affetto, una volta nato si palesa e diventa parte condivisa e concreta del mondo, soggetto vivo e tangibile di una costruzione emozionale e affettiva enorme.
In situazioni di parto d’urgenza e prima del termine atteso tutto ciò che i genitori e la famiglia allargata avevano idealmente pianificato viene a mancare, anzi si scontra con una realtà che è carica di parole aspre, dolorose, avverse:
- le mamme dei prematuri sentono subito il peso del rischio;
- i medici parlano loro di neonatologia, di valutazione della situazione clinica, qualche volta di pericolo di vita;
- i bambini che hanno dato alla luce vengono messi in incubatrice e le stesse sensazioni tattili che i genitori possono condividere con i figli sono subito pregiudicate da tubicini, cerotti, sportellini che lasciano passare, quando possibile, solo le mani.
Come reagisce il cuore della mamma a una nascita improvvisa e pretermine
La mamma è fortemente implicata nella nascita del figlio perché il parto è fisiologicamente un atto del suo corpo e fino alla separazione il bambino è letteralmente contenuto nel ventre materno, ne è parte viva. Questo vuol dire che la disillusione di una nascita anticipata si può facilmente, oltre che umanamente, trasformare in sfiducia nelle proprie potenzialità.
La mamma, quindi, può provare senso di colpa, rabbia verso la sua stessa carne, le sue ossa e i suoi muscoli che non hanno soddisfatto le attese del compito sperato, ovvero non hanno trattenuto il bambino.
Questa percezione “colpevole” di sé è estremamente pericolosa: espone al rischio che la mamma cada in stati di sofferenza emotiva e può inquinare la relazione col bambino già aggravata da limiti circostanziati, quali incubatrice, fili, maschere, monitor, trattamenti medici di ogni tipo, eccetera.
Non di rado le mamme dei prematuri non possono nemmeno accogliere i bambini dopo il parto prevalendo spesso l’esigenza di una pronta assistenza medica.
Oggi si riconosce ai nati prematuri, anche se ricoverati in neonatologia, il diritto al massimo contatto con i genitori, dalla marsupioterapia alla salvaguardia dell’allattamento col latte materno; eccetto che in presenza di problemi clinici alle mamme viene offerta la possibilità di usare la tiralatte per preservare la produzione del loro prezioso alimento e nutrire il bambino anche in TIN (Terapia Intensiva Neonatale).
Latte di mamma anche in ospedale, importanza di preservare l’allattamento
Come recita la Carta dei Diritti del nato prematuro: “Ogni neonato prematuro ha diritto ad usufruire dei benefici del latte materno durante tutta la degenza e, non appena possibile, di essere allattato al seno della propria mamma“.
I medici conoscono l’importanza dell’allattamento al seno per la salute fisica ed emotiva di mamme e bambini. Non a caso nei colloqui con i genitori la ribadiscono, usare la tiralatte e il biberon può rappresentare un modo di preservare la produzione di latte materno attendendo che il bambino acquisisca le necessarie autonomie per un allattamento tra le braccia della mamma.
Contatto mamma-bambino e rispetto della sensibilità della donna
Perché ci possa realizzare una buona confidenza tra mamma e bambino è importante creare intorno alla madre uno spazio di serenità, un recinto di comprensione in cui possa nutrire il convincimento di non avere colpe né responsabilità: la solitudine in cui sprofondano le mamme dei prematuri è la trappola più pericolosa.
Mai far mancare supporto ai genitori dei bambini prematuri.
Se siete vicini a una mamma guerriera che ha prematuramente dato alla luce un bambino, valutate l’importanza di lasciarla parlare, piangere e sfogare; considerate la centralità di accudire i suoi dolori con un abbraccio, ma senza prometterle che tutto si risolverà come per magia (il percorso di assistenza e cura dei bambini prematuri può essere lungo); spronatela a vivere, nei limiti del possibile, una relazione intima col bambino. Dal contatto madre-figlio trarranno beneficio entrambi.
Neonatologi e pediatri parlano una lingua che queste mamme, come i papà dei prematuri, devono imparare improvvisamente a decodificare, molto spesso è spaventosa. Da non addetti ai lavori, però, astenetevi dai consigli medici, meglio preparare un pasto pronto, accompagnare la mamma in TIN, far trovare la casa in ordine.
La parola d'ordine è rispettare il dolore della mamma e quello del papà.
Più i genitori si liberano dal dolore migliore sarà il ritorno a casa del bambino prematuro e maggiore sarà l’accettazione di un suo eventuale percorso medico. Le degenze nei reparti di TIN, Terapia Intensiva Neonatale, possono essere lunghe e i bambini prematuri vengono controllati dai pediatri di famiglia o ospedalieri con più frequenza nei primi anni di vita. I genitori devono accettare una situazione che può essere inattesa al momento della nascita e pretendere un adattamento nel lungo periodo.
Ritorno a casa del bambino prematuro
Accade frequentemente che le famiglie dei piccoli guerrieri stentino a lasciarsi il peggio alle spalle, anche dopo essere tornati a casa col bambino portano dentro il peso del recente vissuto. Come si fa a godersi il piccolo e “recuperare” la serenità mancata?
Il genitore del bambino prematuro, come di ogni altro bambino per qualsiasi ragione ricoverato dopo la nascita, ha bisogno di privatezza e di una routine confortante che gli permetta di riconoscere segnali positivi nella relazione col figlio.
Il genitore, in altre parole, deve imparare a riconoscere la salute del figlio, la sensazione di pace della normalità familiare, la bellezza profonda della fragilità di tutti i neonati abbandonando, piano piano, la paura che “suoni qualche allarme”.
Le persone che circondano le famiglie guerriere tornate dalla frontiera della Terapia Intensiva Neonatale devono essere di supporto, né intromettersi né invadere. La prematurità è un trauma che, anche quando non lascia tracce fisiche nei neonati, segna i momenti a ridosso della venuta al mondo pretendendo un periodo di assorbimento.