Autismo nei bambini: come riconoscerlo, sintomi
Sintomi di autismo nei bambini: mancanza del “gesto deittico”, isolamento, scarso interesse alla relazione, interessi ristretti, stereotipie e ecolalie.
L’autismo (oggi i medici preferiscono chiamarlo “disturbo dello spettro autistico”, dato che ne esistono tantissime varianti, dalle più leggere alle più gravi e invalidanti) è un disturbo generalizzato e pervasivo del neurosviluppo, questo vuol dire che attiene allo sviluppo delle di tutte le reti neurali, nello specifico si evidenzia soprattutto rispetto a quelle funzioni che hanno a che fare con la sfera della comunicazione e della relazione sociale, nonché con il linguaggio.
- Autismo nei bambini: sintomi tipici
- Diagnosi di autismo: a che età si riconosce l’autismo nei bambini
- Autismo nei bambini, come si manifesta
- Autismo nei bambini, esempi di “comportamenti problematici”
- Segni precoci di autismo e rituali
- Autismo e deficit intellettuale
- Qual è la causa dell’autismo?
- Autismo ad alto funzionamento e basso funzionamento
- Autismo e Asperger, da non confondere
Pertanto vengono interessate e compromesse le abilità sociali nelle relazioni persona a persona ed emergono, già tra i primi sintomi, problemi nella comunicazione verbale (problemi del linguaggio).
I comportamenti e le acquisizioni linguistiche del bambino, i primi intesi anche come abilità fisiche alla comunicazione, sono sempre oggetto di attenzione da parte dei genitori e degli educatori. In un’ampia generalizzazione non è sbagliato dire che la condotta del bambino (quel che fa, come lo fa e il modo in cui il suo agire si connette a quello degli altri e al mondo esterno) consente di intuire se e quando il piccolo sia in linea con lo sviluppo dei coetanei (ovvero se segue lo sviluppo tipico della sua età).
Attenzione, però, al confronto: ogni “paragone” va affrontato con prudenza e, ove necessario, va fatto non tra individui singoli (per esempio mio figlio e il suo cuginetto), ma tra bambino e “popolazione mediamente intesa e considerata in un range” (ovvero rispetto ad una fascia d’età). I genitori devono acquisire la consapevolezza che i range di sviluppo sono ampi e i bambini hanno sempre tempi estremamente singolari.
Autismo nei bambini: sintomi tipici
Mamma e papà, dinnanzi alla difficoltà del bambino, qualunque essa sia (problemi comportamentali, problemi di linguaggio, capacità di comunicazione deficitaria, problemi di integrazione col gruppo dei pari, eccetera), tendono sempre ad associare i comportamenti osservati a dei sintomi. Questa “associazione fai-da-te” non è sempre corretta, il compito del genitore resta quello di restituire al medico i risultati di quanto notato nel bambino.
Lo spettro autistico si palesa nella carenza o mancanza di talune abilità di base, quali:
- mancanza del “gesto deittico” (in pratica, il bambino non punta l’indice verso qualcosa che lo interessa o gli piace, cosa che in genere i bambini fanno a partire dall’età di circa 6 mesi, e ancora di più successivamente, prima che si sviluppi il linguaggio)
- difficoltà di interazione sociale (i soggetti autistici, per esempio, hanno difficoltà a sostenere il contatto visivo e mostrano poco interesse all’interazione);
- difficoltà cognitive (i bambini con autismo hanno un approccio cognitivo peculiare, per esempio hanno difficoltà a cogliere gli stimoli nel loro complesso, a sintetizzare e riassumere i dati dell’esperienza, a transitare dal particolare al generale, e pertanto possono fissarsi sui dettagli);
- difficoltà nella comunicazione (verbale e non verbale, per esempio le loro espressioni facciali non sono esplicite e pertanto non compensano le carenti capacità linguistiche);
- stereotipie ed ecolalie, ovvero comportamenti ripetitivi (come movenze ripetitive del corpo) e parole ripetute per come ascoltate dall’interlocutore;
- interessi ristretti (rispetto al coetaneo con sviluppo tipico il bambino autistico mostra interessi limitati a certe categorie di cose, magari solo a una, ad es.: solo dinosauri, solo numeri di telefono, solo mappe, eccetera).
Diagnosi di autismo: a che età si riconosce l’autismo nei bambini
La constatazione di sintomi di autismo nei bambini può essere difficile prima dei 12 mesi, con l’eccezione dell’assenza di puntamento dell’indice, che però pochi familiari riescono a cogliere in quel momento e a riconoscerne l’importanza, mentre i sintomi che possono restituire maggiori informazioni vengono osservati più facilmente e validamente tra i 18 e i 36 mesi.
Medicina, neuroscienze, psicologia e area della formazione sono concordi sull’importanza della diagnosi precoce. I bambini con disturbo dello spettro autistico, se precocemente diagnosticato, vengono supportati sin da subito nella strutturazione delle prime interazioni sociali, la presenza di comportamenti “inusuali” viene riconsiderata e gli stessi problemi di linguaggio vengono affrontati nella più ampia ottica del disturbo generalizzato e pervasivo.
In genere è possibile porre una la diagnosi di autismo nella prima infanzia, in tempo dunque per apprestare un approccio terapeutico mirato e tutte le cautele (ambientali, di contatto e relazione educativa col bambino autistico e di educazione familiare e scolastica) utili a mettere il piccolo in condizione di dare il meglio di sé nel rapporto con la società.
Poste queste precisazioni, va detto che per addivenire a una diagnosi non basta l’osservazione relativa, domestica e limitata a un atteggiamento del bambino. Vi occorra sapere che, stando alle ultime acquisizioni medico-scientifiche, l’autismo si valuta “lungo un continuum” ovvero si tiene conto del percorso del bambino con disturbo dello spettro autistico e della sua progressione. Questo vuol dire che la diagnosi verte su un quadro di insieme e non più, come si faceva una volta, sulla base della presenza di un certo numero di sintomi.
Il DSM 5 (il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) classifica l’autismo tra i disturbi dello spettro autistico, questa precisazione è di grande importanza se si considera che l’autismo è diventato un termine diagnostico solo nel 1943 ed è ancora oggetto di indagini, studi e approfondimenti.
I genitori di bambini con autismo hanno il diritto a una diagnosi che, però, si compie sulla base di esami multidisciplinari e rispetto ai quali alcune constatazioni richiedono età precise, atte a valutare l’effettiva acquisizione o meno di competenze, e l’attesa di altrettanto precise mete dello sviluppo. Insomma è importante una diagnosi precoce ed è essenziale che sia fatta dal medico, in particolare dal neuropsichiatra infantile!
Autismo nei bambini, come si manifesta
L’autismo nei bambini interessa circa 1 bambino su 160, anche se gli studi sul tasso di incidenza sono in evoluzione; è statisticamente maggiore nei maschietti, dato che colpisce i bimbi 4 volte più che le bimbe.
Aree dello sviluppo neurologico interessate
La prima area compromessa è quella comunicativa delle interazioni sociali in cui si registra un deficit qualitativo e quantitativo:
- gli autistici sembrano mancare nella relazione con l’esterno, si dice che vivono in un mondo tutto loro dov’è difficile penetrare anche solo col contatto fisico, che sovente è rifiutato o quantomeno evitato dal bambino autistico;
- alla stessa stregua gli autistici non praticano forme di comunicazione non verbale come il sorriso sociale o la relazione dello sguardo, il contatto visivo, infatti, non è parte della loro capacità di comunicazione;
- spesso i luoghi affollati o i contesti rumorosi provocano in loro disagio e smarrimento;
- manifestano una iper o una ipo reattività agli stimoli con una risposta emozionale alterata.
Autismo nei bambini, esempi di “comportamenti problematici”
Alcuni atteggiamenti dei bambini autistici possono essere etichettati come ”comportamenti problematici”, ma vanno visti, in maniera più propositiva, come comportamenti che meritano interventi di supporto.
Nei casi più gravi i bambini autistici possono attuare comportamenti autolesivi figli anche della sofferenza determinata dal loro isolamento, gli interventi di supporto sono essenziali al fine di ampliare le capacità di comunicazione del soggetto autistico.
I bambini di più di 2 anni di età:
- Non rispondono se chiamati per nome oppure non si girano;
- Osservati nei contesti relazionali sembrano muoversi in modo inconsapevole e possono apparire impacciati o goffi;
- Non interagiscono nel gioco collettivo, ovvero non condividono e non mostrano interesse nel relazionarsi ai pari;
- Hanno una mimica facciale deficitaria;
- Hanno una gestualità carente;
- Il gioco simbolico è assente, ovvero non sono capaci di mettere in campo i più comuni giochi di finzione a cui i bambini partecipano anche in gruppetti di due o più, come il gioco di fingersi la mamma e il papà del bambolotto.
Inoltre vi può essere un più o meno evidente un uso improprio degli oggetti, per esempio la macchinina non viene mossa sul pavimento affinché cammini sulle sue ruote, ma viene sbattuta contro una superficie o agitata tra le mani per provocare rumore, come se fosse un gioco sonoro (l’uso improprio degli oggetti è un indicatore di un eventuale grado di ritardo mentale del bambino e può essere un sintomo precoce di autismo).
I bambini autistici sono soliti fare un uso strumentale delle persone accanto a loro, il che vuol dire “avvalersi dell’altro per uno scopo proprio e non ai fini di una condivisione emozionale”.
Ragioniamo attraverso un esempio pratico: è “uso strumentale dell’altro” quando il bambino tira il braccio dell’adulto verso un oggetto a cui aspira e che non riesce raggiungere da solo. Nell’avvalersi dell’altro, il bambino autistico non sostiene mai lo sguardo della persona che gli sta accanto né comunica in alcun modo le proprie intenzioni: usa il braccio dell’altro con il solo scopo di arrivare all’oggetto e la sua “relazione” resta ancorata a tale fine senza nessuna interferenza emozionale.
I bambini più grandi stentano a riconoscere lo scherzo, la metafora, i modi di dire, l’umorismo, restando legati a filtri del mondo logico-schematici e ricorrenti.
L’indifferenza verso gli altri e verso il mondo incontra forme di compensazione, lo sono la musica, il disegno, la logica, come la risoluzione di problemi matematici, la memorizzazione, tutte attività guidate da regole in cui i bambini autistici trovano conforto. Ed è per questo che spesso conseguono punteggi molto alti nei test intellettivi che non richiedono la comunicazione verbale.
La seconda area compromessa è quella linguistica, anche qui il deficit è sia quantitativo che qualitativo. Il linguaggio dei bambini autistici, se non assente, è scarso: parlano per necessità e non con una finalità comunicativa e di condivisione, spesso si esprimono solo con singole parole e molte volte la loro verbalizzazione è frutto di ripetizione di ciò che giunge al loro ascolto, ovvero ripetono ciò che dice l’interlocutore (cosiddetta ecolalia) restando frequente una difficoltà o un’assenza di comprensione complessiva del discorso. Si percepisce, altresì, una ulteriore difficoltà nell’accentare correttamente le parole.
Segni precoci di autismo e rituali
I rituali sono una “condizione di conforto” dei bambini autistici, la ripetizione del comportamento o la ricorrenza dell’oggetto li appagano proprio in ragione della necessità di filtrare il mondo e gli accadimenti attraverso regole sempre uguali e schematiche.
Gli autistici tendono a trovare conforto in abitudini di vita ripetute e strutturate rigidamente, come fare la stessa strada ogni giorno, mangiare sempre le stesse cose, mantenere sempre gli stessi orari.
Autismo e deficit intellettuale
I genitori di bambini autistici si chiedono se questa condizione implica sempre una disabilità intellettiva. Le capacità intellettive del bambino autistico non sono necessariamente compromesse e una eventuale compromissione non è necessariamente profonda.
Volendo tracciare una stima percentuale circa il 50% delle persone con ASD (Autism Spectrum Disorders, tradotto in Disordini dello Spettro Autistico) soffre anche di una disabilità intellettuale, a volte peraltro lieve.
L’accesso al mondo esterno, all’istruzione, alla relazione con i pari, all’inserimento nella rete sociale dipendono grandemente dall’educazione intesa in senso ampio, gli stimoli ambientali gravano sul bambino autistico più che su chiunque altri. In ragione della ipo o ipersensibilità di questi soggetti, tali stimoli hanno un peso specifico che si traduce immediatamente in una reazione emotiva.
Qual è la causa dell’autismo?
La causa dei disturbi dello spettro autistico non è stata ancora rintracciata. Certamente non è solo estrinseca, per esempio nessuna risultanza epidemiologica mostra correlazioni tra i vaccini contro il morbillo-parotite-rosolia (MMR) e i disturbi dello spettro autistico, e questa è una diceria (alimentata da fake news e disinformazione) assolutamente da sfatare.
Presumibilmente concorrono vari fattori genetico-ambientali (marker biologici, caratteristiche dell’ambiente in cui il bambino è calato, familiarità o presenza di comorbidità) capaci di incidere sull’insorgere del disturbo, in modo particolare si studia l’inferenza di queste circostanze, potenzialmente condizionanti, sullo sviluppo cerebrale del bambino nelle prime settimane, nei primi mesi e nei primissimi anni di vita.
Autismo ad alto funzionamento e basso funzionamento
Quanto un soggetto autistico possa essere autonomo o quanto possa essere inserito nel tessuto sociale dipende dalla gravità dei deficit che ne compromettono le abilità (come l’abilità di comunicare e in genere le abilità sociali di relazione), statisticamente si stima che solo il 10% dei soggetti con ASD raggiunga una totale autonomia sociale. In genere il miglioramento o il peggioramento delle autonomie è fortemente legato agli interventi supportivi (terapeutico-educativi, scolastici e familiari).
In una massima approssimazione possiamo dire che si parla di autismo ad alto funzionamento con riferimento ai soggetti con autismo capaci di comunicare verbalmente e inseriti, con le loro abilità, a volte anche superiori alla media, nel tessuto sociale. Mentre l’autismo a basso funzionamento indica la condizione di quei soggetti che non sviluppano capacità comunicative sufficienti e che presentano deficit mentali a causa dei quali il loro inserimento sociale resta fortemente pregiudicato
Autismo e Asperger, da non confondere
L’autismo non va confuso con la sindrome o disturbo di Asperger, che viene effettivamente accorpata nel DSM-5 con i disturbi dello spettro autistico, rispetto ai quali ha due peculiarità: uno sviluppo cognitivo in linea con l’età e un adeguato sviluppo del linguaggio (ma di questo parleremo diffusamente in un prossimo articolo).