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Metodo Montessori: guida pratica

Bottiglie sonore Montessori, fai da te

Bottiglie sonore montessoriane, occorrente: bottigline trasparenti, colla a caldo, riso, legumi secchi, pastina, perline o altro materiale rumoroso.

Pubblicato il 12.11.2021 e aggiornato il 25.03.2022 Scrivi alla redazione

Il suono non è solo rumore, esso è una percezione e rappresenta un interesse che richiama l’attenzione del bambino verso il mondo. Le bottiglie sonore basano il loro valore, ovvero la loro utilità educativa, sulla stimolazione che il suono esercita e, di conseguenza, sul processo di apprendimento a cui può dare avvio.

Nella scoperta del mondo i bambini indagano ogni cosa, anche i rumori. Quando il suono diventa apprendimento avviene uno dei miracoli che Maria Montessori ha sempre riconosciuto al rapporto esplorativo bambino-mondo

Per mezzo del contatto e dell’esplorazione dell’ambiente, l’intelligenza innalza quel patrimonio di idee operanti, senza le quali il suo funzionamento astratto mancherebbe di fondamento e di precisione, di esattezza e di ispirazione.

Maria Montessori in Educare alla Libertà.

Bottiglie sonore: un “giocattolo educativo” ispirate al Metodo Montessori 

Da una osservazione empirica del bambino, chiunque può notare che i più piccolini sono estremamente attratti da qualsiasi oggetto produttivo di un suono. Se gli mettiamo in mano delle maracas constateremo immediatamente quanto appena detto, ma se non abbiamo in casa un bastone della pioggia o proprio delle maracas, possiamo realizzare home made un materiale altrettanto stimolante e produttivo: le bottiglie sonore. Le bottiglie sonore permettono al bambino di vedere che oggetti diversi sono produttivi di suoni differenti.

Vedere: l’uso del verbo non è casuale perché qui conta l’importanza della trasparenza della bottiglia, sia essa in plastica bianca, verde o azzurra. Il bimbo deve vedere cosa c’è dento la sua bottiglia sonora poiché il suo processo di crescita beneficerà della comparazione vista-udito e persino della diversa percezione del peso tra le manine.

Come si fa una bottiglia sonora fatta in casa

Procacciatevi tre bottiglie di plastica piccole. Al loro interno dovranno accogliere materiali rumorosi, possibilmente naturali: riso, semi di mais per pop-corn, lenticchie, ceci, eccetera. Ogni bottiglia va riempita per 1\3. In caso di presentazione di più bottiglie al bimbo, è molto importante che il livello di carico sia uguale in ciascuna di esse, anche se i materiali con cui decidete di riempire le vostro bottiglie sonore sono e devono essere differenti. Sigillate il tappo con la colla a caldo prestando particolare attenzione a che non si apra e tenero conto del fatto che il bambino potrebbe tendere a portare la bottiglia alla bocca.

Altri materiali sfruttabili per le bottiglie sonore

Lasciatevi ispirare dalla semplicità: le bottiglie sonore devono produrre rumore pertanto non è necessaria l’aggiunta di acqua, acqua colorata o glitter (si rientra qui nella sperimentazione di altri sensi, come la vista mentre il suono è attutito). Per le bottiglie sonore possono essere utilizzati:

  • sabbia,
  • sassolini che possiamo raccogliere con i bambini (sia la sabbia che i sassolini possono essere oggetto di un primo gioco di raccolta),
  • viti e bulloni (accertandoci che non rompano la bottiglina),
  • tutti i legumi secchi, 
  • tutta la pasta piccola o gli spaghetti spezzati (potendo destinare alle bottiglie sonore anche pasta avanzata da pacchi consumati quasi del tutto),
  • perline o bottoncini.

Consiglio pratico per sigillare le bottiglie sonore: in rete alcune bottiglie sonore sono chiuse con lo scotch. Tenete conto che può non essere una soluzione ideale per una serie di ragioni che vanno dal fatto che il bambino potrebbe portare il tappo alla bocca e staccare parti di nastro adesivo, fino al dato non secondario della sensazione tattile. Soffermiamoci un momento su quest’ultimo aspetto: chiudere un tappo di una bottiglia sensoriale con nastro adesivo equivale ad aggiungere al materiale una impressione tattile in più, toccando lo scotch, infatti, il bimbo può distrarsi dal suono e concentrarsi sull’azione di indagare-staccare il nastro adesivo. Visto così lo scotch può diventare fuorviante rispetto all’esperienza sonora. La colla a caldo è sicura, se debitamente applicata e non aggiunge elementi ulteriori alle vostre bottiglie sonore.

Consiglio pratico relativo alla forma delle bottiglie sonore: scegliete bottiglie che il bambino possa facilmente afferrare, meglio una bottiglia ergonomia o con un punto di rientranza della plastica oppure con un collo lungo da cui il bimbo possa afferrarla. Evitate le bottigliette di forma squadrata che, rispetto alla manualità in via di perfezionamento del bambino,  possono risultare molto meno gestibili.

Bottiglie sonore a partire da che età

Come il cestino dei tesori Montessori, il gioco delle bottiglie sonore può essere proposto al bambino a partire da quando riesce a stare seduto da solo, anagraficamente possiamo collocare questa tappa dello sviluppo motorio intorno ai 6 mesi d’età.

Consiglio pratico per garantire al bambino sessioni di gioco confortevoli: è possibile collocare dietro le spalle del bambino un dolce sostegno, per esempio farlo sedere all’interno del delicato supporto del cuscino dell’allattamento (se ne avete acquistato uno, questo sarà anche un modo per farne un uso più lungo). Il bambino delicatamente sorretto sta più a suo agio e comodo avendo modo di concentrarsi sul gioco proficuamente e riuscendo a sostenere sessioni più lunghe.

Qual è il valore educativo delle bottiglie sonore

Le bottiglie sonore rappresentano un esperimento pratico del fenomeno causa-effetto: il bambino muove la bottiglia e ne ascolta il suono, riflette sul movimento e sulla corrispondenza del rumore e, così facendo, perfeziona pian piano anche la coordinazione manuale associandola all’effetto sonoro.

Ricordate che il bambino sta vivendo una rivoluzione fisico-cognitiva che si realizza a passi piccoli e attraverso grandi esperienze: il bimbo impara piano piano a perfezionare i suoi gesti che nei primi giorni, nelle prime settimane e, in parte anche nei primi mesi, sono del tutti istintivi, spesso così scoordinati da apparire goffi. Le bottiglie sonore possono rappresentare un importante strumento per provare fattivamente a muovere le manine in modo funzionale, in questo caso specifico la funzione che si persegue e la riproduzione del suono. Viste così le nostre bottiglie sonore sono un allenamento funzionale alla motricità fine. Per motricità fine si intende il movimento degli arti superiori e delle manine; le mamme ne conoscono l’importanza sia in punto di autonomia che di progresso verso le precompetenze. La motricità fine ha, infatti, un peso specifico sulle capacità di impugnatura di penne e matite, di guida del tratto grafico, di capacità di orientare la scrittura sul foglio ordinatamente.

Osservando il bambino nel gioco con le sue bottiglie sonore potrete notare come la gestione di questo materiale evolverà: inizialmente il bambino indagherà i suoni e lo farà in modo anche scoordinato, casuale, impreciso. Pian piano assocerà movimento preciso a rumore preciso e col tempo organizzerà il primo in ragione del secondo. Da qui potrebbero nascere vere e proprie composizioni musicali.