Ciclo vitale di una piantina per bambini piccoli
Il bimbo ha bisogno della natura, Maria Montessori. Persino in casa possiamo riprodurre il ciclo vitale di una pianta con sfagno, acqua, semi e un vaso di riciclo.
Il bambino ha bisogno della natura e di vivere spontaneamente la relazione con essa, Maria Montessori ci lascia questo insegnamento invitandoci a considerare il rapporto bimbo-natura come fisiologico: il bambino è un elemento della natura, nato in essa e venuto alla luce secondo le sue regole. Il bambino è come un seme, parte del ciclo vitale naturale.
Chi ha un giardino o abita in prossimità di un parco o di un’area verde dovrebbe favorire il libero contatto del bimbo con la natura. In un giardino pulito e ben curato il bimbo può:
- camminare a piedi nudi sull’erba (purché i genitori, dopo le passeggiate sull’erba, abbiano sempre cura di lavargli i piedini e di controllarli, soprattutto nelle stagioni calde);
- sedersi direttamente sull’erba senza bisogno di una coperta;
- toccare l’erba umida di rugiada o bagnata o secca;
- toccare a terra con le sue diverse consistenze.
Il genitore deve solo prestare attenzione a che il bambino non porti nulla alla bocca e non corra pericoli. La natura è un nuovo punto di osservazione per il piccolo. La posizione che il bambino conquista stando seduto sul prato si traduce in un angolo visuale privilegiato da cui l’osservazione del mondo cambia: quello naturale è un mondo profumato; umido, bagnato o secco; che pizzica sotto le dita, come l’erba inaridita, o che è soffice, come la terra gonfia di acqua.
Ma come possiamo avvicinare il bambino alla natura se viviamo in città e in un appartamento?
La risposta a questa domanda è più semplice di quanto non si possa immaginare e corrisponde all’applicazione pratica e domestica di un “verbo che si fa azione”: coltivare. Tutte le famiglie possono coltivare un orto domestico alla cui cura il bambino può cominciare a partecipare già intorno ai 18 mesi, con sempre più consapevolezza attiva a partire dal secondo anno d’età. In corrispondenza di queste fasce d’età (18-24 mesi) si può iniziare il bambino alla coltivazione partendo dalla semplice comprensione del ciclo vitale naturale.
Riproduzione home made del ciclo vitale di una piantina
Il progetto domestico di riproduzione del ciclo vitale di una pianta che Alimentazione Bambini condivide con voi è un’idea ludico-istruttiva adatta ai bambini a partire dai 18-24 mesi. C’è un dettaglio, per noi non secondario, che differenzia questo progetto da molti altri: qui non usiamo il cotone idrofilo (comunemente detto ovatta, anche se tecnicamente tra i due materiali ci sono delle differenze che, però, non interessano il nostro discorso). Usare materiali naturali nei progetti che condividiamo con i bambini è una scelta di principio, in particolare è per noi una scelta confermativa di una impostazione montessoriana a cui aderiamo profondamente. È, sulla scorta di questo convincimento, che abbiamo optato per lo sfagno.
Selezione di materiali naturali e di riciclo
Cotone idrofilo: il cotone idrofilo comunemente subisce dei processi chimici, in modo particolare viene candeggiato, al fine di assorbire al meglio l’acqua e mantenere il puro colore bianco.
Sfagno: si tratta di un tipo di muschio appartenente alla famiglia delle Sfagnacee, è possibile trovarlo in natura, ma nel nostro caso possiamo chiederne un pezzettino al fiorista (ne basta veramente poco, come potrete apprezzare nelle foto che condividiamo con voi). Alimentazione Bambini ha scelto lo sfagno perché nel progetto del ciclo vitale consente di rendere evidente al bambino un dato chiave: la piantina senza nutrimento, ovvero senza acqua, non cresce. Lo sfagno si comporta come una spugna molto assorbente e quando si asciuga si irrigidisce, questa differenza palese sarà subito chiara al bimbo col tatto cosicché il piccolo sarà in grado si valutare in autonomia quando è il momento di annaffiare.
Se potete cercate di usare materiali di riciclo, noi abbiamo riutilizzato un vasetto di quelli che si trovano nei banchi dell’ortofrutta, il nostro, in particolare, conteneva i loti o cachi morbidi, dopo averli consumati non abbiamo gettato il vassoio nel pattume dando ad esso nuova vita. Potete usare anche i fondi di bottiglia, persino la plastica, in questo modo, troverà il suo “nuovo uso”.
Occorrente:
- Un po’ di sfagno;
- Lenticchie o fagioli;
- Un vassoio o un recipiente, preferibilmente di riciclo;
- Acqua.
Cosa impara il bambino dal ciclo vitale di una pianta? Il bambino impara l’importanza della cura, del nutrimento, dell’attenzione e apprende che nascita, crescita e morte sono elementi di un ciclo fisiologico.
Annaffiare per un bambino vuol dire imparare la cura
Lo sfagno più dell’ovatta consente di vedere cosa accade al “semino”:
- Il seme viene piantato, ovvero trova spazio nel terreno che diviene il suo letto;
- Il tegumento, ovvero il rivestimento esterno, penetrato e ammorbidito dall’acqua, pian piano si apre;
- Nascono le radici e pian pianino cresce lo stelo, fiori e frutti sono figli del processo di maturazione.
Il bambino che cura la sua pianta mette in gioco:
- precisione, deve essere preciso mentre prepara il letto di sfagno e semina;
- osservazione, è chiamato a mantenere alta l’attenzione sulla sua piantina e a considerare quando e in che misura le serve cura;
- valutazione, ogni volta che aggiunge l’acqua valuta la consistenza del letto di sfagno e la quantità d’acqua necessaria.
Il valore della coltivazione Home Made
Vedere spuntare le piantine equivale a ri-tornare in contatto con la natura, anche tra le mura domestiche. Questi primi esperimenti basici sulla cura delle piante fondamentalmente servono a dare al bambino i ritmi di attenzione alla coltivazione: il cucciolo d’uomo imparerà a controllare il terreno, saprà esseee attento nel collocare la piantina alla luce ma non troppo al caldo e farà esperienza con le quantità d’acqua necessarie.
Osserviamo da vicino come cominciare e come seguire la pianta
Innanzitutto lo sfagno, che si comporta come una spugna, va bagnato e lasciato in acqua per 15-20 minuti affinchè l’assorba completamente. Il bambino noterà che lo sfagno si gonfia e l’acqua nel piattino scompare, viene letteralmente “bevuta dal muschio“. Sarà compito del bambino posizionare lo sfagno, il piccolo dovrà strizzarlo, facendogli perdere l’acqua in eccesso, e con esso dovrà riempire il “letto delle piantine“. A questo punto i semini saranno pronti per essere piantati: suggerite al bimbo che i semi vanno leggermente coperti con un po’ di sfagno affinchè il tegumento possa inumidirsi poco a poco.
Bagnare lo sfagno – alimentazionebambini.it by COOP Strizzare lo sfagno – alimentazionebambini.it by COOP Preparare il letto delle piantine – alimentazionebambini.it by COOP Seminare – alimentazionebambini.it by COOP
Nei giorni successivi il bambino dovrà avere cura del suo lavoro, bagnare lo sfagno quando e secco e pian piano potrà apprezzare la nascita delle piantine.
Annaffiare e curare la piantina – alimentazionebambini.it by COOP Vedere la piantina spuntare – alimentazionebambini.it by COOP
Una volta vissuta con pienezza questa esperienza, mamma, papà e bambini possono pensare a un orto domestico: insalata, piante aromatiche, spinaci, rucola sono, tra gli alti, adatti alla coltivazione in vaso sul balcone. In molte città vi sono aree destinate a orti cittadini assegnati dai comuni, i bambini possono trascorrere lì ore spensierate e momenti bellissimi! Aria, natura, contatto con la terra, osservazione degli insetti sono tutte esperienze non trascurabili, anche se noi, fagocitati dal cemento cittadino, spesso dimentichiamo l’importanza della natura e il suo potente valore educativo.