Skip to content

Metodo Montessori: guida pratica

Maria Montessori: la mano organo psichico dell’intelligenza

Il metodo montessoriano identifica nella mano organo psichico dell'intelligenza uno strumento di crescita sensoriale del bimbo: l'importanza del tatto e la manipolazione.

Pubblicato il 17.01.2022 e aggiornato il 17.10.2022 Scrivi alla redazione

Seguendo la traccia della pedagogia montessoriana scopriamo come l’intelligenza del bambino, il suo sviluppo psichico e l’evoluzione senso-motoria della mano sono legati tra loro: la mano è un organo psichico, così la definisce Maria Montessori.

La mano del bambino ne guida l’istinto alla scoperta del mondo  

La mano è un centro sensoriale, sin da quando il bambino è piccolissimo le mani ne veicola gli istinti:  

  • il riflesso arcaico di stringere il dito del genitore;
  • la sperimentazione orale che nella mano trova un suo stimolo ogni vota che il neonato la porta alla bocca;
  • le prime tappe del processo di apprendimento sensoriale che avvengono inconsapevolmente sin dalla tenerissima età, per esempio durante l’allattamento toccando la pelle morbida e calda della mamma, la collana fredda, il maglione carezzevole, eccetera

Questo organo meraviglioso, che è la mano, compie vere e proprie azioni (cosiddette attività di manualità) che si perfezioneranno col tempo, affinandosi con l’affinarsi delle competenze visive, uditive, motorie e psico-sensoriali. A poco a poco, durante la vita dei bambini, i saperi acquisiti istintivamente con le mani incontreranno i rispettivi aggettivi (caldo, freddo, morbido, duro, eccetera) e diventeranno concetti astratti. L’uso della mano diventerà funzionale: a 6 mesi circa il bambino sperimenta la presa a pinza, pian piano riesce ad afferrare quello che poche settimane prima faceva solo rotolare sotto il palmo e gradatamente impara a muovere con cognizione gli oggetti nello spazio (acquisendo coordinazione oculo-manuale). Basta questo a mostrare quale immenso tesoro sono le mani di un bambino nelle diverse fasi della sua crescita. 

Il corpo del bambino e l’esplorazione del mondo

Lo sviluppo del corpo umano è coinvolto nello sviluppo dell’intelligenza, lo è con tutti i suoi organi di senso (non solo con la mano organo psichico). Tra gli 0 e i 6 mesi l’esplorazione del mondo è completamente sensoriale. In questa fase, la mano è un organo psichico estremamente importante, coinvolto nei progressi intellettivi anche in modo istintivo. Tuttavia il ruolo delle mani si perfeziona tra il 6° e il 7° mese con l ‘acquisizione della posizione seduta e della presa a pinza.

Tra gli 0 e i 6 mesi il bambino esplora il mondo con tutta la superficie del suo corpo, basti pensare all’importanza della marsupio terapia o della più diffusa filosofia del contatto pelle a pelle, senza contare il ruolo della bocca e della stimolazione orale (cosiddetta fase orale) nel processo di sviluppo della psiche del lattante. 

Tra il 6° e il 7° mese il bambino gode di un campo visivo più ampio e nitido (un neonato ha uno spazio visivo non più esteso di 20-30 centimetri e non completamente nitido). L’ampliarsi del campo visivo, complice l’acquisizione di una più strutturata gestione del corpo, dalla presa degli oggetti alla stabilità della posizione seduta, consentono di disporre di un campo esplorativo ancora più stimolante. È compito del genitore riempire questo spazio in modo appropriato e funzionale alla soddisfazione dei bisogni del bambino.

Sviluppo della psiche, dell’intelligenza e ruolo della mano organo psichico a soddisfazione dei correlati bisogni del bimbo

I bisogni del bambino meritano qui un’attenzione speciale. Maria Montessori parla spesso di pregiudizio adultistico, detto pregiudizio è null’altro che l’angolo visuale di mamma e papà, ovvero degli adulti, che spesso può compromettere il nostro modo di interpretare le esigenze del bambino e di soddisfarle. Noi adulti siamo abituati a provare e soddisfare dei bisogni finalizzati: ho bisogno di uscire, quindi di mettermi le scarpe, pertanto apro la scarpiera, le infilo, le allaccio e sono pronto. La realtà che si para dinnanzi ai bambini è molto più frammentata, i nostri cuccioli non la hanno ancora sintetizzata e pertanto non sono capaci di esprimere, come sappiamo fare noi, finalità organizzate e orientate con sintesi e sistematicità.

I bimbi fanno esperienza di tutto: aprire la scarpiera è un’esperienza che misura la sensazione tattile, l’uso della forza impressa, la percezione del rumore; altra esperienza è infilarsi le scarpe, altra ancora allacciarle e ciascuno step ha le sue implicazioni sensoriali. In ragione della frammentarietà, ovvero della singolarità delle esperienze del bambino, è facile che il piccolo voglia ripeterle, così un bambino può avere bisogno di togliersi e infilarsi le scarpe tante volte, mentre il genitore (vittima del suo pregiudizio) guarda a quel gesto reiterato con gli occhi dell’adulto e lo vede insensato, una perdita di tempo, qualcosa di inutile e “sbagliato”.

Cara mamma e caro papà, ricordate che lo sviluppo della psiche del bambino, l’evoluzione della sua intelligenza e la sua crescita, largamente intesa, appartengono all’esperienza e non hanno seguito senza di essa. Lasciate che vostro figlio faccia esperienza  e, nei limiti della sua incolumità, lasciate che faccia da solo.

Maria Montessori attribuiva ad ogni bambino la stessa richiesta di aiuto: “Aiutami a fare da solo”.

Nei primi 36 mesi di vita l’esplorazione del bambino è largamente inconsapevole e spesso ha bisogno di quella ripetitività a cui abbiamo appena accennato: il bambino non agisce per soddisfare dei bisogni finalistici, il piccolo, piuttosto, agisce per conoscere, va alla ricerca.

La mano del bambino misura il suo livello di salute fisica e sensoriale

La mano, considerata come uno strumento dell’apprendimento e della crescita la mano del bambino è un indicatore del suo livello di sviluppo: 

  • il neonato che stringe forte il dito del genitore è un neonato reattivo (risponde con un istintivo riflesso arcaico); 
  • il piccolino che cerca di afferrare ciò che passa nel suo campo visivo dimostra di avere una mente e un corpo attivi e rispondenti agli stimoli
  • il bimbo più grandicello, intorno ai 7 mesi, che allunga il braccio e fa le prime esperienze per raggiungere gli oggetti è un bambino che col suo corpo dimostra di essere in linea con un livello di sviluppo e apprendimento misurato alla sua età;
  • la presa a pinza, infine, è un apprendimento fondamentale che fa da cartina di tornasole delle buon competenze neuro-motorie.

Come riconoscere la presa a pinza mentre il bambino è impegnato nelle sue attività di lavoro (ovvero di gioco)

Tutti i bimbi, sin da piccolissimi, lavorano istintivamente sulla capacità prensile, è il nostro umano istinto a suggerirci di affinare questa competenza. In un primo momento i bambini non afferreranno gli oggetti ma li trascineranno a sè ponendo la mano aperta sugli stessi e facendoli scivolare-muovere tra palmo e superficie di appoggio; la presa a pinza interviene quando il bambino si mostra capace di afferrare gli oggetti usando il pollice e l’indice e chiudendoli proprio come se fossero una pinzetta. L’associazione di due competenze: l’afferrare e lo stare seduti (o ancor di più il muoversi nello spazio, per esempio gattonando) stimolano l’esplorazione del bambino e lo rendono pronto ad attività cosiddette fino-moterie, parte da qui la fase dello sviluppo della morticità fine.

Ogni uso esplorativo-conoscitivo della mano è occasione per accumulare un bagaglio esperienziale anche di emozioni e sensazioni. Maria Montessori ci consente di guardare allo sviluppo del bambino come a uno sviluppo di tipo esperienziale. Sin dai primi giorni di vita il bambino evolve nell’esperienza attraverso le attività manuali, prima istintive e poi, pian piano, sempre più consapevoli, il piccolo:

  • impara che la pelle della mamma è calda e confortante;
  • fa esperienza di piacere e appagamento portando le manine alla bocca e successivamente gli oggetti;
  • riconosce consistenze e sensazioni, ovvero che il legno è caldo e profumato e il ferro duro e freddo, eccetera.

L’auto-esplorazione, a cui il genitore della Montessori deve assistere come un angelo custode, riporta al bambino esperienza e competenze. Queste crescono, si affinano provando e riprovando e ad esse si associa la sperimentazione della concentrazione.

3 consigli utili – rivolti a mamme papà – per permettere al bambino di esercitare la mano organo psichico

Lo sviluppo psico-motorio del bambino avviene grandemente giocando, Maria Montessori sostituisce al termine gioco il verbo lavorare: nel metodo montessori il gioco è il lavoro del bambino. Dal punto di vista senso motorio, uno sviluppo spiccato del bambino è figlio di esperienze stimolanti, autonome e sicure.

Nelle diverse epoche storiche il bimbo è stato differentemente considerato, anche in punto di diritti, intelligenza e autonomia: la considerazione del bambino, per come viene visto oggi, è il risultato dello sviluppo della civiltà che, anche grazie al metodo montessori, riconosce nella sana crescita dei bimbi un sano anelito di futuro.

1. Caro genitore, lascia il bambino libero di lavorare in autonomia, muovendosi e sperimentando con l’ intero corpo lo spazio che lo circonda. Per esempio, aprire e chiudere un cassetto è un esercizio di sviluppo della motricità fine che il bambino potrà mostrare interesse a compiere con ripetitività già intorno ai 9 mesi. Pertanto mettere in sicurezza i cassetti di casa a cui il bimbo arriva autonomamente è una scelta da genitori montessoriani. Possono essere messe nella disposizione del bambino anche scatoline con aperture simili a cassatti purchè si tratti di oggetti grandi e facili da gestire, sicuri e collocati in un ambiente a misura di bambino. Intorno ai 18-24 mesi i genitori posso adopere anche i pannelli sensoriali del metodo montessori.

2. Già a 6 mesi il bambino può dimostrarsi molto interessato alla manipolazione di oggetti sonori e multisensoriali. Le bottiglie sensoriali del metodo Montessori ne sono un esempio. Il metodo auspica la stimolazione del suono e l’introduzione degli strumenti musicali nella vita del bambino, partendo, per esempio, dalle maracas. Studi scientifici dimostrano che i bambini possono giovare della musica e che verso di essa hanno una predisposizione naturale; quella classica è capace di calmarli, spesso ha una positiva influenza sulle abitudini del sonno e, infatti, inserita nel rito della ninna aiuta il bambino ad abbandonarsi al riposo con serenità. 

3. Caro genitore, sforzati di favorire la ricerca libera dei materiali di gioco da parte del bambino orientandolo il più possibile verso materiali naturali. L’attività libera del bambino è un beneficio e parte dalla ricerca dei materiali da usare, il compito del genitore è solo quello di collocare i materiali nella disponibilità del bimbo, possibilmente in modo ordinato e senza sovraffollare lo spazio esplorativo.

Le nostre case sono colme di materiali di gioco: mollette in legno; cucchiarelle; pentole; bacinelle, imbuti, cibo per realizzare travasi (facendo sempre particolare attenzione alla prevenzione del soffocamento) per realizzare travasi. Un paio di ciotole con dei legumi secchi, una boccetta con imbuto o una bottiglia, una bacinella con acqua possono, a seconda dell’età e delle competenze, essere materiali utili per i piccoli lavoratori impegnati in grandi attività di sviluppo. La mano organo psichico ne beneficerà grandemente.

Se il bambino è ancora in piena fase orale per i travasi in sicurezza potete preferire anche cibi grandi, come mele, arance, mandarini, eccetera. Tenuto sempre conto del fatto che ogni genitore dovrebbe essere padrone delle informazioni necessarie per prevenire l’ostruzione pediatrica e per affrontare eventuali emergenze di ingestione e inalazione di corpi estranei.  

Sviluppo dell’intelligenza attraverso la mano organo psichico e il lavoro del bambino

  • Fare travasi,
  • Testare la consistenza dei materiali, per esempio attraverso l’uso del cestino dei tesori, ma anche attraverso la coltivazione domestica di piccole piantine e il contatto delle mani col terreno o con lo sfagno, secco, umido e bagnato,
  • Manipolare oggetti e giocare con elementi comuni e naturali (ovvero apprendere usando strumenti quotidiani): spugne, cucchiarelle di legno, mollette di legno, travasare acqua da bacinella a bacinella o da bicchiere a bicchiere,
  • Fare esperienza manipolatoria anche con i primi cibi imparando gradatamente a usare cucchiaio, forchetta, piatto e bicchiere.

Queste sono tutte attività in cui la mano tocca il mondo e consente al corpo di compiere una esperienza sensoriale di pari passo con una attività motoria. Immaginavate che mangiare da solo potesse essere per il bambino una attività costruttiva sino a questo punto?

Il metodo montessori svela a noi genitori il valore delle piccole cose che per il bambino sono, in realtà, straordinarie conquiste. E un importante segreto, per la felicità del piccolo, è lasciarlo toccare! Una ammonizione ricorrente è: “Non toccare“, quante volte avete intimato al vostro bambino di non toccare questa o quella cosa? Ebbene la mano come organo psichico e di senso vuole l’esperienza opposta e dimostra che il bimbo ha bisogno di svolgere nel mondo una costante e crescente attività motoria e manipolativa, si tratta di consentire uno sviluppo psichico attaraerso l’esperienza dei sensi. Peraltro il lavoro autonomo del bambino ne stimola e ne potenzia la concentrazione, quella attenzione mirata e focalizzata sull’agire che tanto sarà di aiuto in età scolare, se non anche nella vita lavorativa.

Come possono i genitori aiutare i bambini a sfruttare e stimolare la mano organo psichico

Intanto è doveroso permettere ai bambini di compiere le loro attività a vista: i genitori devono avere lo sguardo sul bambino, ma non devono interferire col suo lavoro. Il bambino ha diritto a compiere attività individuali e a sbagliare, un bimbo che sbaglia, ripete e riprova molto probabilmente riuscirà a correggersi da solo (processo di autocorrezione). Il genitore montessoriano è quello che mostra al bambino l’uso di un materiale per poi farsi da parte e lasciare al figlio il suo campo di prova.

Pensiamo ai travasi: un bimbo dai 9 mesi in avanti può compiere travasi in autonomia, i bimbi più grandi possono travasare oggetti piccoli, i più piccini oggetti grandi; dai 18 mesi si può fare esercizio di perfezionamento anche dei travasi con acqua. Facciamo vedere ai bambini come passare l’acqua da una bacinella all’altra bacinella, da una boccetta all’altra; come travasare il il riso, i legumi secchi, anche con l’ausilio di cucchiai, bicchieri o altro. Una volta mostrata la procedura il genitore, angelo custode del suo bambino, deve fare un passo indietro e porsi in una condizione di mera osservazione intervenendo solo se l’incolumità del bambino è a rischio, qualsiasi errore innocuo è, invece, un diritto del piccolo. 

Infilare e sfilare anelli da un asta e forme piane forate - alimentazionebambini. It by coop
Esempio di lavoro del bambino con materiale montessoriano (punto 7 dell’elenco che segue) per sviluppare la mano organo psichico: infilare e sfilare anelli da un asta e forme piane forate

10 attività domestiche (semplici e a costo zero) per favorire lo sviluppo della mano organo psichico

  1. Aprire e chiudere scatoline: a partire dall’età compresa tra i 6-7 e i 9 mesi potete porre nella diponibilità del bambino scatoline da aprire e chiudere, mettetele ordinatamente su una superficie piana raggiungibile dal piccolo. Possibilmente scegliete colori attraenti avendo cura che i materiali siano sempre atossici.
  2. A partire dai 9 mesi circa il bambino può compiere ordinate attività di travaso, ponete davanti a lui due scatole, una piena e una vuota, incominciate con oggetti grandi e riducete le dimensioni a mano a mano che il bambino crescendo esce dalla fase orale. Intorno ai 24 mesi l’attività del travaso può incominciare a complicarsi con l’introduzione delle condizioni di forma e colore o con l’ausilio di strumenti. Evitate di mettere davanti al bambino troppe scatole o ciotole, il numero delle stesse deve crescere progressivamente e 4 o 5 ciotole possono considerarsi il numero massimo raggiungibile a 36 mesi.
  3. Tra i 18 e i 24 mesi favorite il travaso dei liquidi, il bambino passerà l’acqua da bacinella a bacinella o da bicchiere a bicchiere sperimentando l’equilibrio e la diversa gestione dei liquidi rispetto ai solidi. Potrà usare bacinelle, una brocca con bocchetta (come quelle da caffè è tè per intenderci), l’imbuto, cucchiai, bicchieri o altro; ogni strumento introdotto a seconda dell’età e delle competenze sarà una estensione del lavoro e un elemento di complicazione che più ancora stimolerà lo sviluppo motorio del bambino.
  4. A 36 mesi il bambino è pronto a circoscrivere e ridurre lo spazio d’azione e i travasi possono avvenire da una brocca o da una boccetta in una bottiglia attraverso l’ausilio di un imbuto posto sul collo della bottiglia stessa.
  5. Intorno ai 24 mesi la motricità fine è pronta a sperimentare la capacità di aprire e chiudere con materiali più complessi come le mollette, preferite sempre mollette di legno. A questa età il bambino, disponendo di uno stenditoio piccolo e a sua misura può aiutare mamma nella gestione del bucato, per esempio si possono affidare al bambino i fazzoletti di cotone o i calzini affinché li stenda sul suo piccolo stenditoio.
  6. Alla stessa età il bambino può sperimentare i lucchetti, incominciate con lucchetti di grandi dimensioni avendo cura di legare la rispettiva chiave al lucchetto stesso e attraverso un nastro che non sia di impedimento al bambino.
  7. Intorno ai 12 mesi il bambino può approcciare all’attività di infilare e sfilare anelli da un asta, col tempo, e fino alla piena maturazione del bimbo rispetto al riconoscimento di forme e colori (di fatto intorno ai 36 mesi), questa attività si può complicare ovvero possono essere introdotte più aste su cui infilare e sfilare forme piane forate. Questa attività rientra nello stesso alveo di competenze necessarie per infilare collane di pasta o perline per bracciali, più il bambino cresce più piccola sarà la dimensione dei materiali e più complessa e precisa l’attività di infilare.
  8. Intorno ai 12-18 mesi il bambino può essere diversamente coinvolto, a seconda dello sviluppo soggettivo della manualità fine, in piccole azioni di coltivazione domestica.
  9. Già tra i 6 e i 9 mesi la manualità del bambino può essere stimolata, anche grazia all’associazione al suono, con l’ausilio di strumenti sonori: maracas, bottiglie sonore, ma è funzionale persino una pentola e una cucchiarella di legno.
  10. Intorno ai 18 mesi il bambino può incominciare ad utilizzare le forbici, purché siano stondate e a misura delle sue manine. I ritagli, che a mano a mano potranno assumere forme guidate da disegni prestampati o tracce su carta,  e con essi i primi collage sono un’importante banco di prova per la motricità fine. 

Le attività di stimolo della mano organo psichico sono infinite: impastare, lavorare materiali duttili (come la plastilina), introdurre palline nei portauovo o le matrioske. I genitori hanno, quindi, la possibilità di proporre una grande varietà di materiali, devono solo osservare i traguardi del bambino e le sue inclinazioni.