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Psicologia

Bambini: mangiare con le mani fa bene alla salute?

Secondo uno studio inglese, i bambini cui è permesso mangiare con le mani apprezzano cibi sani e sono meno a rischio obesità.

Pubblicato il 27.06.2012 e aggiornato il 14.10.2022 Scrivi alla redazione

“I nostri risultati suggeriscono che i bambini che durante lo svezzamento sono lasciati liberi di mangiare da soli con le mani, imparano ad autoregolarsi nell’assunzione di cibo, hanno un indice di massa corporea più basso e preferiscono gli alimenti sani. Ciò ha evidenti implicazioni nella lotta all’aumento dell’obesità nella società contemporanea”. Lo scrivono Ellen Townsend e Nicola Pitchford dell’Università inglese di Nottingham a conclusione del loro studio condotto su 155 bambini dai 20 mesi ai 6 anni e mezzo, recentemente pubblicato da BMJ Open. Uno studio che ha fatto clamore: ma come, mangiare con le mani e pasticciare nel piatto fa bene alla salute dei bambini? Sembra non essere proprio così e diverse critiche sono state avanzate dalle società scientifiche di mezzo mondo. “Anche noi dell’ECOG abbiamo protestato e un gruppo di nutrizionisti australiani della Queensland University of Tecnology è stato anche più severo” dice la dottoressa Margherita Caroli, consulente dell’Unione europea, temporary advisor dell’Organizzazione mondiale della sanità, nonché former president dell’European Childhood Obesity Group.

Dottoressa Caroli, ci spieghi. In che cosa hanno sbagliato i ricercatori inglesi? Insomma, i bambini devono mangiare con le mani o no?

“I ricercatori hanno confuso lo scopo, cioè le buone abitudini alimentari, con il mezzo, cioè mangiare con le mani piuttosto che con le posate. Che cosa vuol dire che dar da mangiare con il cucchiaio ostacoli nei bambini lo sviluppo di buone abitudini? E allora, a chi è abituato a usare le bacchette che succede? Cucchiai, forchette, bacchette, mani sono solo strumenti, quello che conta – e come pediatri non ci stancheremo mai di dirlo – sono la qualità e la quantità del cibo. Ma ci sono altri errori di fondo nella stesura della ricerca”.

Quali?

“Hanno confuso alimenti con nutrienti e hanno anche fatto numerosi errori statistici. Per semplificare: il gruppo dei bambini ‘di controllo’, quelli alimentati con il cucchiaio, e il gruppo di bambini che sono stati lasciati liberi di mangiare da soli, hanno età differenti, quindi non sono confrontabili. Inoltre l’indice di massa corporea del primo gruppo è stato misurato da personale esperto, mentre per il secondo si è lasciato fare ai genitori”.

Ma lasciare che i bambini giochino con il cibo non può portarli a essere più curiosi verso i nuovi sapori?

“Innanzitutto, bisogna rispettare delle tappe. Naturalmente un bambino di sei mesi non può essere libero di mangiare da solo quello che vuole. Va seguito e aiutato a capire come e che cosa mangiare. E poi non è vero che mangiare con le mani renda più aperti verso i cibi nuovi. Il discorso è diverso. Dai sei mesi all’anno e mezzo è il periodo di massima neofilia alimentare, quello in cui i bambini vogliono assaggiare tutto perché è attraverso la bocca che fanno esperienza del mondo che li circonda. I genitori, quindi, dovrebbero sfruttare questa loro propensione alla varietà, ma capita anzi che si fossilizzino e propongano ai figli i cibi che hanno già dimostrato di apprezzare. In questo modo li disabituano ai nuovi sapori, mentre bisognerebbe invece continuare a variare nell’alimentazione, stando sempre attenti alle porzioni”.

E quali strategie possono allora adottare le mamme e i papà per far incuriosire i loro figli verso i cibi nuovi? Anche cucinare insieme può essere un buon metodo per insegnare ad avere un’alimentazione varia e sana, giusto?

“Certo, cucinare insieme può essere d’aiuto nell’educazione alimentare dei propri figli, ma bisogna aspettare almeno i due anni, quando il bambino inizia ad essere sicuro nei movimenti. Ma ci sono altre tecniche, per esempio accostare nel piatto verdure di colori e forme diverse, oppure dare ai bambini tipi diversi di frutta già tagliata e lasciarli liberi di assaggiarla. Ma devono essere sempre i genitori a decidere che cosa i bambini devono mangiare, non il contrario, mentre i bambini devono decidere quanto mangiare, senza esagerare”.