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Adolescenza

L’adolescenza porta con sé la fase del pre, un’anticamera all’età critica adolescenziale, la pre-adolescenza si lega allo sviluppo puberale e pertanto ha inizio intorno agli 11-12 anni mentre l’intero percorso dell’adolescenza cessa intorno ai 18-20 anni. L’esordio come la fine del periodo adolescenziale sono condizionati dalla soggettività. L’adolescente vive un periodo difficile di adattamento al mondo e alle sue rinnovate emozioni, non è più un bambino, non ha più una visione della vita limitata a se stesso e sta sviluppando la sua personalità e i propri caratteri sessuali. Tutto questo equivale a dire che l’adolescente è alla ricerca di un posto nel mondo, insegue la sua affermazione, l’adesione al gruppo, il consenso dei pari e assaggia l’amore: nessun passo è privo di sofferenza. In questo procedere verso l’età adulta anche il cervello dell’adolescente è in transizione: pur fermandosi nella crescita dimensionale volumetrica (come dimostrano le moderne tecniche di neuro-immagine), il cervello degli adolescenti potenzia e affina le connessioni neurali. Le sinapsi sono la strada attraverso cui le percezioni del mondo e le esperienze si fanno pensiero e nella mente dell’adolescente. Se i pensieri sono energia che va canalizzata e ben gestita, l’interpretazione di essi in termini introspettivi è ciò che condiziona la psicologia dell’adolescente. L’adolescente, che fino a ieri è stato un bambino molto concentrato su se stesso, oggi diventa una “persona grande”, costruisce la propria scala valoriate, predilige i suoi modelli identificativi e sopratutto impara che idee e sentimenti hanno una forte connotazione personale diversa dalla oggettività del mondo. In questo senso l’adolescente è chiamato a fare un grande sforzo di cognizione del sé nell’ora e adesso, deve imparare, cioè, a gestire il proprio pensiero, gli stati d’animo, le reazioni emotive e deve liberarsi da quell’egocentrismo bambino che ancora lo spinge a vivere i propri sentimenti come verità assolute. I genitori sono chiamati ad essere modello e nido sicuro, il confine tra giusto e sbagliato è labile anche per noi adulti che in questa fase non dovremmo confondere i ragazzi con una complicità amichevole che non attiene al nostro ruolo. Noi siamo mamma e papà, di noi ci si può fidare, a noi si può venire nel momento della necessità, ma non siamo gli amici con cui esplorare e fare esperienza, non siamo quell’altra metà del mondo in cui sperimentare “in modo temerario” le competenze sociali e relazionali. Insomma, il genitore non è il lancio nel vuoto dall’elicottero, piuttosto colui che ha insegnato al ragazzo come indossare il paracadute e quando aprirlo! È importantissimo che in questa fase i ragazzi testino la libertà, la capacità di fare da soli, l’adesione al gruppo e il rapporto con i pari. L’adolescenza può portare disillusione, quando il mondo non è come il giovane lo immagina; può generare frustrazione, quando i valori di riferimento vengono traditi, vacillano o si dimostrano fragili; può animare il senso di insicurezza, quando i sentimenti si fanno travolgenti e difficili da gestire. Questo complesso stato emotivo rende l’adolescente esposto e vulnerabile. È questa l’età in cui i ragazzi possono scivolare in stati d’ansia, cadere in comportamenti autolesionisti, credere di trovare rifugio nelle dipendenze. L’osservazione delle loro reazioni è importante, pur considerando che taluni atteggiamenti disfunzionali dell’adolescente sono assai diversi dagli atteggiamenti disfunzionali dell’adulto, per esempio un adolescente depresso può tendere all’aggressività mentre un adulto depresso tende alla passività.