Non vuole mangiare? Quando rivolgersi agli specialisti
- Nome: Luisa
- Età del bambino: 5
- Sesso: femmina
- Comune: Lucca
- Domanda: Salve, sono una mamma disperata per la mia bimba di 5 anni. Ci sono dei periodi in cui mangia il minimo indispensabile e altri in cui rifiuta letteralmente qualsiasi alimento, sia a casa che a scuola, evitando anche il cibo che appena una settimana prima adorava. So di peggiorare le cose pregandola o minacciandola, ma per un genitore non è facile vedere una figlia che nell'arco della settimana non riesce a mettere insieme più di tre pasti completi. La cosa strana è che nonostante mangi pochissimo evacua anche due volte al giorno, in maniera abbondante: neanche il tempo di ingoiare quello che sta mangiando e va di corpo. Pesa solo 13 kg ed è un po’ più bassa della norma. È abbastanza vivace e attiva, ma ha il viso sempre molto pallido, infatti è anemica e abbiamo escluso eventuale celiachia. La mia pediatra non esprime particolare preoccupazione, ma io continuo a stare male, perché davvero da alcune settimane non mangia nulla. Odia frutta, verdura e carne, mangerebbe solo pasta con l’olio. Come fa a sostenersi? Sono disperata, mi consigliate che tipo di visita specialistica potrei fare per scongiurare qualsiasi patologia? Grazie.
Dott.ssa Maria Cammisa
Pediatra
Cara Fabiola, il suo problema è piuttosto complesso: non basta escludere la celiachia. Il peso della bambina al di sotto del 3° percentile, cioè del minimo, richiede ulteriori approfondimenti diagnostici, data anche la presenza di un’anemia non meglio specificata. Solo dopo aver escluso eventuali patologie diverse dalla celiachia (purtroppo ce ne sono tante, già solo di tipo gastroenterologico: morbo di Chron, gastrite/enterite eosinofila, intestino corto, ecc.) potremmo pensare ad un problema comportamentale, nel quale la sua comprensibile “disperazione” rende sempre più difficile il rapporto di Luisa con il cibo. Continuo su questa ipotesi, che, ripeto, deve essere comunque di esclusione, Purtroppo capisco che per lei si tratta di una cosa veramente importante ma ormai è risaputo che “né pregando, né tantomeno minacciando” si ottengono dei risultati positivi, eccetto quello di rafforzare il rifiuto. Tra lei e Luisa ormai si è instaurato un bracco di ferro – indipendentemente anche dall’eventuale presenza di una malattia organica – in cui lei è sempre, inequivocabilmente, perennemente, perdente, salvo sporadiche occasioni in cui, forse per fame, la bambina gliela dà vinta. Si tratta di occasionali battaglie (pochi pasti completi) a fronte di una guerra quotidiana fatta di sfide implicite ed atteggiamenti espliciti ai quali è difficile sottrarsi. Possiamo cominciare tutto di nuovo?
Si immagini Luisa piccola e lei che deve insegnarle a mangiare alimenti diversi:
- La piccola è seduta a tavola con voi
- Luisa mangia da sola
- Tutti mangiate gli stessi alimenti
- Lei finge di non essere preoccupata se la bambina spilucca soltanto
- Non le sostituisce gli alimenti che non mangia con ciò che preferisce
- Siete sereni e sorridenti
- La TV è spenta
- Magnificate i cibi che state mangiando magari dicendo : “peccato che non ne vuoi più, è così buono!”
Si faccia aiutare dal papà o dai nonni, ottima anche la mensa scolastica. Non si faccia travolgere da queste piccole macchine da guerra, si ricordi che il problema di mangiare poco è solo suo, mentre sua figlia lo avverte solo come una sfida o un modo per avere tutte le attenzioni della mamma per sé. Si faccia aiutare da chi è meno coinvolto di lei.
Le consigliamo in ogni caso di stilare un diario, il più preciso possibile, di cosa realmente sua figlia mangia nell’arco – diciamo – di una settimana, così da aiutare anche gli specialisti che la vedranno (gastroenterologo in primo luogo, ma anche endocrinologo) a inquadrare meglio la situazione complessiva. Nella sua regione ci sono almeno 2 centri di eccellenza per le branche della pediatria che le abbiamo suggerito privatamente.
Mi faccia sapere e nel frattempo le consiglio di leggere il nostro articolo “Inappetenza bambini”