Tanti consigli per orientarsi nel difficile compito di educare i figli
Come affrontare i capricci? Che regole imporre? Quanto tv e quanta autonomi In questo articolo ttrovate tante risposte alle vostre domande!
Come confrontarsi con le innumerevoli domande dei bambini?
Verso i 4 anni i bambini parlano molto e fanno un sacco di domande. Questo avviene perché vogliono conoscere meglio il mondo, e parlare ininterrottamente è uno dei modi per esplorarlo restando in relazione con i genitori. Rispondere alle domande dei bambini non è facile: siate onesti e rispondete solo a quello che sapete. In caso contrario, diteglielo con semplicità. Non mentite se vi pone una domanda imbarazzante, intima per esempio, ma nemmeno sentitevi obbligati a dilungarvi. Se il piccolo fa domande sulla morte, su Dio, su come nascono i bambini, ditegli quello che sapete e quello che vi sentite di condividere con lui. Siate semplici.
Le bugie. Come si spiega il loro significato?
Vostro figlio inventa delle storie difficilmente credibili? Niente paura. È solito che, intorno ai 4 anni, il bambino inizi a raccontare bugie, quasi a proteggere i propri pensieri. Non bisogna però lasciarlo fare ma spiegargli il senso delle bugie. Potreste fargli comprendere che la sincerità e l’integrità aiutano ad avvicinarsi agli altri mentre le bugie lo allontanano e lo costringono a sorvegliare sempre quello che dice affinché le sue bugie siano coerenti e lui non venga scoperto. Senza interventi troppo pesanti e drastici guidatelo, insomma, verso il piacere della verità.
Perché è importante sperimentare?
Se si fallisce, nella vita, l’importante è riprovarci. Trasmettete a vostro figlio il piacere di sperimentare. In questo modo il piccolo si renderà conto che non sempre si vince, ma anche che non sempre si perde. Un atteggiamento realista permetterà al bambino di evitare sia il senso di onnipotenza, sia l’eventuale idea di essere un eterno perdente. Dimostrategli dunque nella vita di tutti i giorni che quando si fa qualcosa, questa, certe volte riesce, certe altre volte no.
Ripetete, ripetete!
Se state insegnando qualcosa di nuovo a vostro figlio, sappiate che è necessario ripetere pazientemente ogni volta la stessa cosa. Ogni bambino, infatti, ha bisogno di tempo per rendere abitudinaria un’attività che non conosce. Un esempio? Lavarsi i denti da solo. Non arrabbiatevi se ogni volta dopo pranzo e cena glielo dovete ripetere, prima o poi imparerà. Non esasperatevi e tenete sempre a mente che ripetere è indispensabile e naturale per insegnare alcuni comportamenti che non ci sono familiari.
Autonomia? Sì, ma con pazienza!
Ecco un consiglio generico: incoraggiate vostro figlio a fare da solo senza preoccuparvi che questo rallenterà le cose. Spesso, infatti, spinti dalla fretta del momento vorremmo che nostro figlio facesse velocemente qualcosa che, però, per lui non è ancora automatico. Il rischio è quello di sostituirsi a lui ma così facendo non sarete di alcun sostegno al bambino. La soluzione ideale, di contro, non è nemmeno quella di abbandonarlo: affiancatelo nelle attività, specie in quelle che gli risultano ancora difficili, e spiegategli cosa fare passo dopo passo. In questo modo vostro figlio diventerà autonomo ma ricordatevi sempre che ogni bambino ha il suo periodo di apprendimento.
Come accettare una sconfitta?
Si sa che i bambini, quando giocano, vogliono sempre vincere. Ma è bene che imparino anche ad accettare le sconfitte, specialmente i più grandi. Per gestire la disfatta il genitore dovrebbe comprendere lo stato d’animo del figlio senza prenderlo in giro, né criticare gli errori commessi. Bensì è un’ottima strategia incoraggiare il suo sforzo di mettersi alla prova ed evidenziare i suoi sviluppi nel gioco, nonostante la sconfitta. In questo modo capirà che dagli sbagli può trarre insegnamenti e non vedrà l’ora di giocare di nuovo!
Si può imparare giocando?
È proprio vero che giocando si impara. Se con i giochi creativi vostro figlio riesce ad esprimersi e a dare sfogo alle sue sensazioni, con quelli di carte e di società può imparare le regole. Tirare i dadi solo quando è il proprio turno, per esempio, è già una norma che il bambino fa fatica ad accettare perché spinto dall’entusiasmo del momento. Non permettetegli, quindi, di cambiare le regole durante il corso del gioco: in questo modo potrete insegnare a vostro figlio anche a gestire un’eventuale sconfitta con serenità.
Quali regole per la tv?
È vero che molte volte il piccolo davanti la televisione sta tranquillo, ma “piazzare” il proprio figlio lì davanti non è certo un buon modello. Per insegnargli un uso corretto del piccolo schermo bisogna, prima di tutto, dare l’esempio. Cercate di accendere la tv solo per vedere programmi scelti in precedenza e senza fare troppo zapping, poiché questo riduce la capacità di concentrazione. Evitate inoltre gli orari mattutini, quelli dei pasti e prima di andare a letto. Non lasciatelo mai solo davanti alla tv e, come buona abitudine, discutete insieme di ciò che avete appena visto in modo da favorire il suo spirito critico. Mi raccomando anche alla corretta posizione del corpo, alla distanza del televisore e la giusta illuminazione della stanza.
Quanto è importante leggere con i bambini?
Il consiglio è di leggere tutti i giorni scegliendo un momento tranquillo. Preferite una parte della giornata in cui non avete fretta, come la sera prima di andare a letto o, magari, quando volete intrattenere il bambino durante un’attesa o un lungo viaggio. Poi, leggete ad alta voce: questo arricchirà il suo linguaggio, l’aiuterà nel successo scolastico e aumenterà l’autostima del bambino poiché favorisce lo sviluppo di una maggiore concentrazione ed attenzione. Genitori, leggete senza dimenticare che i piccoli sono in un’età evolutiva in cui le connessioni tra i neuroni hanno il loro sviluppo maggiore!
Nati per leggere: la lettura fa bene ai bambini
Leggere ai propri figli favole e racconti aumenta la loro ‘autostima e favorisce sviluppo cognitivo e successo scolastico.
E se il bambino vuole vestirsi da solo?
I bambini a una certa età esprimono il loro bisogno di autonomia attraverso azioni quotidiane come il vestirsi al mattino. Il vostro piccolo potrebbe volersi vestire da solo, rifiutare di essere vestito o rifiutare i vestiti che avete scelto. Per evitare tragedie mattutine, quando in genere il tempo scarseggia, fate preparare al bambino gli indumenti della mattina la sera precedente. Privilegiate quelli facili da indossare in modo che l’apprendimento sia più semplice. Selezionate voi alcuni indumenti adatti alla stagione in modo che il bambino possa poi scegliere quelli che preferisce, limitando le possibilità farete in modo che la scelta non richieda troppo tempo. I bambini si sentono grandi e gratificati nel compiere da soli questo gesto quotidiano.
Il gioco alla guerra deve preoccupare?
I bambini, soprattutto i maschi, sono attratti dal giocare alla guerra, e la cosa non vi deve preoccupare. Certo, potete evitare le armi troppo realistiche preferendo quelle puramente “evocative”. Date spazio a questi giochi ma fate anche capire al bambino che le armi vere fanno male e addirittura uccidono e insegnategli i valori del rispetto e della tolleranza verso l’altro, della negoziazione e del dialogo. Il bambino giocando alla guerra sfoga l’aggressività ma ricordate che è dagli adulti che la impara dunque cercate sempre di dargli il buon esempio!
Come insegnargli a non mettere le dita nel naso?
Vi innervosite perché il vostro piccolo si mette le dita nel naso in continuazione? È una cosa normale che succede quando il bambino inizia a scoprire ed esplorare il proprio corpo. Ovviamente il naso è una parte del corpo molto curiosa per il bambino e la deve esplorare fino in fondo! Ci mette le dita anche quando è stanco o annoiato. Sgridarlo non farà altro che rendergli la cosa ancora più interessante! Se vi dà proprio fastidio, cercate di tenergli le mani occupate con qualche altro oggetto
Piccoli incidenti? Non drammatizziamo
Vostro figlio ha rotto un bicchiere o ha versato dello zucchero a terra? Non ne fate un dramma! I piccoli incidenti domestici sono alla portata di tutti e capitano a loro, come a voi. Perciò non trattatelo come se fosse un idiota anche perché di per sé, piccoli atti maldestri rappresentano per i bambini già degli incidenti difficili con i quali fare i conti. Ricordatevi che i piccoli sono meno abili e capaci degli adulti e che il loro sviluppo neurologico non è ancora concluso. Se poi pensate che vostro figlio sia esageratamente maldestro parlatene con il pediatra, ma senza sgridarlo.
Siate presenti nei momenti chiave
I bambini vivono molto il loro presente e non hanno ancora imparato a gestire lo scorrere del tempo. Per questo il passaggio da un’attività ad un’altra spesso viene vissuta in modo traumatico, come quei piccoli che non amano lasciare i giocattoli durante il pasto. Per questo sarebbe opportuno essere presenti sia nei momenti di passaggio che nelle diverse fasi della giornata. Esempio? Il momento del risveglio, dell’uscita di casa e il rientro dal nido. Basta anche solo la presenza di uno dei due genitori.
Regola fondamentale da imparare: Lavarsi le mani.
Lavarsi regolarmente le mani prima di mangiare e dopo essere andati in bagno è fondamentale per la salute di bambini e adulti, perché attraverso le mani entriamo in contatto con una grande quantità di batteri e di germi. Affinché questa regola diventi una pratica abituale per vostro figlio, lavatevi le mani insieme a lui e trasformate l’operazione in un rito allegro e piacevole, magari con una canzoncina o una filastrocca divertente. Fate in modo che per il bambino questa sia una pratica semplice: permettetegli di raggiungere agevolmente il lavandino con l’aiuto di uno sgabello oppure concedetegli di lavare le mani nel bidet. Meglio, infine, sostituire la saponetta, scivolosa e difficile da maneggiare, con il sapone liquido.
E’ possibile fare ordine senza buttare via gli oggetti?
Spesso noi adulti rimaniamo spiazzati di fronte a quella che noi etichettiamo come “mania di conservazione” dei nostri figli. Tappi delle bibite, cucchiaini da gelato, sassolini, pezzi di tessuto… Ogni bambino ha la sua passione per oggetti che a volte noi consideriamo senza valore. Ma sono davvero così inutili? Forse no. Noi abbiamo disimparato a stupirci della grandissima varietà di materiali, forme e oggetti di cui è fatto il mondo, ma non per questo ci possiamo sentire in diritto di chiedere ai nostri figli di buttarli. Quello che possiamo fare, piuttosto, è insegnare loro a ordinarli, a suddividerli e catalogarli con metodo e razionalità. C’è una bella differenza tra fare ordine e buttare via indiscriminatamente!