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Stili di vita

Alimentazione corretta nella famiglia allargata

La famiglia allargata pone sfide nell’educazione dei bambini, anche in merito all’alimentazione: i consigli per non perdere la serenità a tavola.

Pubblicato il 08.07.2023 e aggiornato il 13.07.2023 Scrivi alla redazione

Prendo spunto dalla lettera di una mamma arrivata recentemente al nostro sito per affrontare un tema attualissimo che oramai interessa se non la maggior parte certamente una buona fetta di popolazione italiana, ma anche mondiale: la famiglia allargata.

Se già la famiglia tradizionale (ormai peraltro di solito “nucleare”: mamma, papà, bambino/i) pone innumerevoli problemi di regole e di gestione, la famiglia allargata pone problemi molto maggiori in questi ambiti e non solo. La difficoltà di gestione di una famiglia allargata è soprattutto di natura psicologica: la mamma acquisita, ad esempio, potrebbe temere di essere considerata come un’estranea dai bimbi del partner per cui la sua autorità potrebbe essere effettivamente (o anche solo apparentemente) non riconosciuta, o ancora potrebbe temere di non comportarsi in maniera equa con i suoi figli biologici e quelli acquisiti, infine potrebbe esserci effettivamente un disaccordo tra la mamma “originale” e la mamma acquisita. Tutto ciò crea enormi problemi oltre ad una grande confusione sia nell’adulto che nel bambino. Dunque come comportarsi?

I consigli in proposito potrebbero risultare addirittura banali, in realtà l’unica cosa da fare è non perdere di vista l’obiettivo fondamentale: dare delle regole chiare e condivise, dei principi utili per fornire ai nostri piccoli le basi di un adeguato sviluppo psicofisico.

C’è da dire che in genere la battaglia si palesa in primis sul terreno dell’alimentazione, forse perché tutti dobbiamo mangiare. Considerando poi che spesso si instaura già tra mamma e papà biologici, figurarsi in caso di altre figure come magari mamma e papà acquisiti, e poi i rispettivi nonni, zii, tate e quanti altri vi girino attorno. Come possono i nostri bambini non uscirne quanto meno confusi? Ricordiamo però che un “bambino confuso” può diventare un “adulto confuso” non in grado di seguire e dettare a sua volte regole comportamentali adeguate.

Quindi noi adulti, tutti, dovremmo agire con un’unica comunione di intenti, seguendo ad esempio gli stessi principi, per far sì che l’alimentazione non diventi terreno di scontro tra adulti e conseguente rischio di stati di malnutrizione (eccessiva magrezza o obesità) nei bimbi.

Le regole alimentari quindi devono essere condivise da tutte le figure adulte presenti nella famiglia allargata: si mangia 5 volte al giorno (non si saltano i pasti, né si mangia di continuo), le porzioni devono essere adeguate all’età di ognuno (Tizio di 3 anni non può avere il piatto come quello di Caio di 10 anni), tutti mangiano e bevono le stesse cose: la cucina non è mai un ristorante!! Certo bisogna tener presente i gusti di ogni bambino che compone la nostra famiglia, cercando magari di alternare i piatti preferiti da uno con i piatti preferiti dall’altro, ma senza dimenticare che gli adulti siamo noi e noi siamo e dobbiamo rimanere i detentori della parola finale. Non bisogna mai sottomettersi a ricatti alimentari (del tipo “se non mi cucini questo io non mangio”) solo per accattivarsi il bene dei figli acquisiti e d’altronde non bisogna mai assecondare le richieste dei figli naturali se sono sbagliate (ad esempio cucinare solo pasta in bianco a Tizio e pretendere invece che Caio e Sempronio mangino pasta con la zucca).

In conclusione, basta un minimo di buon senso e soprattutto l’intelligenza di evitare le guerre per il bene dei nostri figli e per far sì che, al di là delle questioni che abbiano portato al disfacimento di una famiglia e alla nascita di un’altra, si possa essere tutti buoni genitori garantendo la giusta crescita (fisica ed emotiva) dei nostri bambini.

Con la supervisione di:

Dott.ssa Margherita Caroli Pediatra

Prof. Andrea Vania Pediatra