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Stili di vita

Il cibo e i cinque sensi

Educare all'assaggio è fondamentale, senza dimenticare una fantasiosa preparazione dei piatti, stimolando i sensi più accentuati nei nostri piccoli: la vista, l'olfatto e il tatto.

Pubblicato il 13.07.2023 e aggiornato il 25.07.2023 Scrivi alla redazione

Quanti dei nostri ricordi sono evocati da immagini? E quanti invece da odori? E sapori? Di sicuro ognuno di noi potrebbe raccontare mille storie solo prendendo spunto da un ricordo legato a uno dei cinque sensi. Sin dalla più tenera età infatti la vista e ancor di più l’olfatto, il tatto, il gusto e l’udito guidano il neonato verso la fonte del suo benessere, piacere e soprattutto garanzia di vita: il seno materno. Cosi l’alimentazione, già agli esordi della vita, non è mai solo gusto, ma è tutto un insieme di sensazioni. Chi non ricorda l’odore della mensa scolastica? Con piacere o con fastidio? Beh, forse questo dipende da come abbiamo vissuto il doverci andare, se eravamo felici o meno di essere lì. E chi non ricorda l’odore dei piatti succulenti preparati da mamme o nonne la mattina dei giorni di festa? O l’odore dei pop-corn all’ingresso dei cinema? Purtroppo con l’età adulta tendiamo a dimenticare tutte le sensazioni che ruotano intorno all’alimentazione…basta a esempio pensare alla frase tipo che diciamo ai nostri bambini per far loro assaggiare cibi diversi: “mangia che è buono!” e mai “mangia che è colorato” o “mangia che ha un buon odore”. Così noi adulti tendiamo a perpetuare la perdita del legame dell’alimentazione con tutti i 5 sensi, continuando a dare un posto principale al gusto. Ma nella realtà dei fatti non è così. Pensate infatti al vostro piatto preferito, magari la pizza margherita monocroma, magari tutta rossa, o con mozzarella blu o con base nera…avrebbe lo stesso effetto? Sarebbe invitante allo stesso modo pur avendo lo stesso sapore? Credo di no! E se invece lo stesso piatto avesse i colori giusti ma profumasse di bagno schiuma, la mangereste? Hmmm… ne dubito.

Se pensiamo ai nostri bambini sappiamo bene che istintivamente alcuni colori vengono rifiutati, a esempio il verde delle verdure (forse perché simile a erbe velenose? Forse perché simile a muffe? Forse per questo l’istinto tende a rifiutarle?). Anche i cibi di colore marrone vengono inizialmente rifiutati. Se però se riesce a superare il blocco visivo e si assaggia si può scoprire a esempio che quell’alimento marrone, magari di consistenza molliccia in realtà è cioccolata, e ben pochi resistono nonostante quel colore poco invitante.

Quindi se da un lato dovremmo cercare di capire i nostri bimbi quando rifiutano qualche cibo perché spesso guidati da un istinto incosciente, dall’altra parte il nostro ruolo di adulti è anche quello di educatori: educare all’assaggio è fondamentale, diventando noi stessi buoni assaggiatori, senza dimenticare però una fantasiosa e attenta preparazione dei piatti, stimolando i sensi più accentuati nei nostri piccoli: la vista, l’olfatto e il tatto.

Non si mangia solo con le posate, ma anche con gli occhi, le mani e – perché no? – il naso!

Con la supervisione di:

Dott.ssa Margherita Caroli Pediatra

Prof. Andrea Vania Pediatra