Come risparmiare sul cibo e dare un’alimentazione sana ai bambini
In tempi di crisi si rischia di spendere male i propri soldi: ecco alcuni consigli utili a voi genitori.
L’ennesima conferma è arrivata da una ricerca statunitense pubblicata recentemente su Pediatrics: se i prezzi di frutta e verdura salgono, aumenta anche l’indice di massa corporea dei bambini, specie nelle famiglie a basso e medio reddito, che tendono a scegliere cibi più economici, ma più calorici e meno sani. La diminuzione del potere d’acquisto si riflette non solo sull’alimentazione, ma anche sull’attività fisica dei bambini, che restano più tempo a casa anche per le difficoltà dei genitori a iscriverli a corsi sportivi. Insomma, meno soldi, meno cibo buono, meno movimento, meno salute. “Ma si può mangiare bene senza spendere tanto, l’importante è privilegiare la qualità sulla quantità e fare la spesa con intelligenza” dice la dottoressa Margherita Caroli, consulente dell’Unione europea, temporary advisor dell’Organizzazione mondiale della sanità, nonché former president dell’ECOG, l’European Childhood Obesity Group.
Dottoressa Caroli, le ricerche evidenziano come la percentuale di bambini sovrappeso e obesi aumenti al diminuire del potere d’acquisto delle famiglie. Come mai?
“Perché i primi a pagare sono sempre i soggetti più deboli. Cominciamo con l’attività fisica: per far quadrare i conti i genitori sono super-impegnati con il lavoro, i bambini stanno soli in casa o con i nonni, che non sempre riescono a farli andare in bicicletta, oppure a portarli al parco o a giocare a pallone. Ci sono anche meno soldi per andare in vacanza: meno mare e meno montagna si traducono in meno movimento. È più impegnativo pure iscrivere i propri figli ad attività sportive organizzate o comprare un paio di scarpe da calcio, non dico di marca, ma buone”.
E poi c’è l’aspetto nutrizionale: se ci sono meno soldi per la spesa si tende a mangiare, e a far mangiare, peggio.
“Quando un genitore si trova costretto a dire tanti no – no alla vacanza, no alla piscina, no all’oggetto firmato – diventa più accondiscendente e tende ad accontentare i bambini almeno dal punto di vista alimentare: quindi meno frutta e verdura, più snack e bibite gassate, i cui grassi e zuccheri hanno un effetto gratificante sull’organismo. Inoltre, in tempi di crisi scatta un meccanismo etologico: l’insicurezza fisica e psicologica crea il bisogno di sentirsi forti e quindi di nutrirsi di più. Per questo si tende a dare ai propri figli più cibo del dovuto. Così il cerchio si chiude: meno soldi, mangio di più, mangio peggio, faccio meno movimento e quindi non posso che ingrassare”.
Come si può rompere questo circolo vizioso?
“Io personalmente metterei una tassa sulle bibite gassate e sugli alimenti troppo ricchi di grassi e zuccheri, diminuendo contemporaneamente le accise sulla benzina, così da abbassare i costi dei prodotti in generale. Inoltre si potrebbero creare delle facilitazioni economiche per i produttori di ortofrutta in modo da rendere più convenienti frutta e verdura, che sono alimenti altamente protettivi per la salute. Così lo Stato farebbe l’interesse da una parte dei cittadini e dall’altra del settore agroalimentare italiano, e quindi dell’economia del Paese. Inoltre i genitori devono capire che la fame d’amore dei loro figli va soddisfatta non con più cibo, ma dando loro maggiori attenzioni ed essendo maggiormente presenti”.
Ma è possibile nutrirsi bene senza spendere troppo?
“Certo, innanzitutto non esagerando con le quantità. Ma di strategie possibili ce ne sono tante: per esempio, scegliere frutta e verdure di stagione oppure fare la spesa il sabato pomeriggio, quando i prodotti ortofrutticoli costano meno. Per accorciare la filiera si può andare direttamente dai produttori, mentre chi vive lontano dalla campagna può organizzarsi con i condomini, creare un gruppo di acquisto solidale e fare la spesa tutti insieme”.
Uno dei primi alimenti a saltare è la carne. Alternative?
“I legumi e il pesce azzurro, con le sarde, le alici e gli sgombri che sono pesci poveri, costano poco, ma sono ricchi di proprietà nutrizionali. E poi ci sono le carni bianche: costano meno delle carni bovine, sono ricche di ferro e sono anche più ecocompatibili”.