Campana
Il gioco della campana è fra i più antichi e diffusi al mondo. In Italia è conosciuto anche con il nome di “mondo” e “settimana”
Il gioco della campana è fra i più antichi e diffusi al mondo. Le sue origini risalgono addirittura ai tempi dell’antica Roma, quando veniva chiamato “Claudii iocus” (gioco dello zoppo). In Italia è conosciuto anche con il nome di “mondo” e “settimana”. La campana viene praticato con leggere varianti nei paesi più diversi, dall’Inghilterra alla Tunisia, dall’India alla Cina, dalla Russia al Perù. Una curiosità: i bambini della Birmania lo giocano saltando accovacciati e con le mani sulle anche.
Giocatori: da 3 bambini in su
Come si gioca: tutti i giocatori devono procurarsi una pietra o un sassolino e insieme tracciano a terra con il gesso una griglia (vedi la fotografia) composta da almeno sette grandi caselle, collegate tra loro e numerate.
Il primo giocatore lancia il sassolino sulla casella corrispondente al numero 1 e inizia il percorso saltando con un piede solo, casella dopo casella, fino al riquadro doppio su cui deve atterrare a gambe divaricate. Finisce il percorso, poi si gira, sempre saltando, e lo ripercorre fino alla fine dove, sempre stando in equilibrio su un piede, deve riprendere il sassolino.
Se un giocatore sbaglia il lancio, pesta le righe o perde l’equilibrio, perde il turno e tocca a un altro. Se invece finisce il percorso senza sbagliare, può rilanciare il sassolino, ma questa volta alla casella corrispondente al numero successivo.
Se la superficie di gioca è morbida, come su una spiaggia o in un terreno polveroso, la griglia può essere disegnata tracciando le linee con il piede oppure con la punta di un bastone.
Obiettivo: vince chi per primo completa l’intero percorso.