Bambini sedentari? Colpa dei genitori
I bambini diventano sedentari se i genitori li trascurano. Lo studio della Oregon University e i consigli per tenere i figli in forma.
Il movimento è insito nella natura dei bambini, specie di quelli piccoli. Ma il rischio sedentarietà è dietro l’angolo, soprattutto se i genitori, per il lavoro o per i mille impegni della vita quotidiana, si trovano ad affidare i loro figli alle cure di “mamma televisione”. È quanto emerge da una ricerca della Oregon State University pubblicata sulla rivista Early child development and care. Secondo lo studio, i bambini che hanno genitori che dedicano loro poco tempo, quotidianamente passano in media 30 minuti in più davanti allo schermo della tv o della console. La situazione non migliora nel weekend (quando, anzi, il consumo di tv aumenta ulteriormente) o durante l’estate. Ma che rischi comporta la sedentarietà? E come tenere in forma i propri figli? Lo chiediamo al professore Andrea Vania, responsabile del Centro di Dietologia e Nutrizione pediatrica dell’Università La Sapienza di Roma e presidente dell’ECOG, l’European Childhood Obesity Group.
Professor Vania, i bambini trascurati dai genitori fanno meno attività fisica, guardano più tv o passano più tempo ai videogame. Queste abitudini che cosa comportano sulla loro salute?
“Ovviamente, l’obesità. Ci sono molte evidenze scientifiche secondo cui stare oltre 2 ore davanti a uno schermo aumenti di molto nei bambini il rischio obesità, con le inevitabili conseguenze sulla salute secondo la gravità”.
La ricerca prende in considerazione i bambini in età prescolare. Ma non si è troppo piccoli per fare attività fisica?
“Intanto bisogna chiarire che ciò che è più grave non è non coinvolgere i propri figli in attività fisiche organizzate, quanto tenerli fermi davanti a uno schermo. Detto ciò, a 3-4 anni i bambini posso fare tutte quelle attività propedeutiche e di preparazione alla pratica sportiva vera e propria. Tra queste le più indicate sono il nuoto e le attività in piscina, cioè la cosiddetta acquaticità, e poi la danza, il judo e le arti marziali in genere. Ma la cosa più importante, lo ripeto, è tenere in movimento i propri figli, anche semplicemente riducendo il consumo di televisione. Anche perché, se un bambino non è ‘magnetizzato’ dai cartoon, quello che fa per sua natura è muoversi”.
In estate, con la chiusura di nidi e scuole materne, la situazione peggiora perché i bambini hanno molto più tempo per lasciarsi andare alla pigrizia. Considerando che molti genitori lavorano, quale può essere la soluzione?
“In effetti, soprattutto in estate, la cosa più semplice è piazzare il proprio figlio davanti a uno schermo, perché da lì poi non si muove, guarda quello che gli piace, e così mamma e papà hanno il tempo per fare quello che devono. Questo è un comportamento che non va bene. Soprattutto nelle grandi città ci sono tante attività estive per i bambini piccoli, ma potrebbe bastare affidare i figli ai nonni, portarli al parco, fare un passeggiata insieme anche solo per andare a fare la spesa”.
Inoltre, secondo lo studio della Oregon University, partecipare ai giochi dei figli, anche solo stando nella stanza con loro, ha un impatto positivo sulla loro emotività e li rende più sicuri e autonomi nella crescita. Come mai?
“Perché i bambini hanno bisogno degli adulti, anche quando giocano da soli o in gruppo. Basta guardarli in un parco: stanno per i fatti loro e poi si girano per vedere se mamma, papà o i nonni siano sempre lì a controllarli. La presenza degli adulti è infatti per i bambini confortante, li rassicura che quello che stanno facendo va bene. Se si sentono seguiti, i bambini si spingono anche a sperimentare cose nuove e diventano più autonomi: se l’adulto non dice nulla, vuol dire che è tutto ok”.
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