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Stili di vita

Salute dei bambini: musica per il corpo e la mente

Ascoltare musica sviluppa l’immaginazione, esercita la memoria e contribuisce al benessere generale.

Pubblicato il 25.05.2012 e aggiornato il 07.02.2014 Scrivi alla redazione

A qualcuno parrà strano che in un sito destinato ad approfondire i temi dell’alimentazione si parli di musica, ma se lo scopo è quello di pensare al benessere dei bambini non si può trascurare di parlare di lettura, come abbiamo già fatto (vedi l’articolo sulla lettura) e di musica come ci accingiamo a fare adesso.

Non c’è solo l’alimentazione. La salute globale del bambino e lo sviluppo delle sue potenzialità a diventare un ragazzo e infine un adulto armonioso e sereno, passano infatti attraverso l’attenzione che i genitori hanno per l’alimentazione, ma anche per la lettura e per la musica.

Le cose vanno di pari passo: nutrire corpo e mente sono i compiti principali delle famiglie e delle scuole. E se assicurare un pasto diventa una priorità imprescindibile nei Paesi poveri, l’attenzione spasmodica all’alimentazione e l’eccesso di offerta non devono addormentare e sopraffare i Paesi più ricchi.

Immaginazione e memoria. Perché la musica? Prima di tutto perché è un divertimento, cioè un gioco in cui tutti i bambini si misurano piacevolmente. Questa pratica rafforza il legame affettivo tra i componenti della famiglia e sviluppa le capacità di ascolto e di attenzione dei bambini. Un ascolto costante sviluppa l’immaginazione ed esercita la memoria, è esperienza comune vedere piccolissimi che si entusiasmano davanti ad una sigla televisiva o una canzoncina ascoltata più volte.

Dalla classica al pop. Gli esperti consigliano di variare i generi musicali, mantenendo però un ascolto di qualità. Ciò vuol dire che si può ascoltare musica classica, pop, jazz o altro, purché venga fatto con continuità e insieme. Ciò che della musica si percepiscono sono le sensazioni e la partecipazione emotiva che cresce ancora di più nell’ascolto dal vivo. Infatti, se possibile, sarebbe buona cosa iniziare molto presto con i concerti.

Gravidanza e primi suoni. Questo esercizio all’ascolto va praticato già in gravidanza in quanto il feto percepisce i suoni fra il 5° e 6° mese, così che alla nascita il neonato riconosce e gradisce ciò che ha ascoltato ripetutamente, compreso la voce della mamma. Pian piano comincia a vocalizzare e così a “interloquire” con gli adulti. Già nel primo anno di vita si muove al ritmo della musica e associa naturalmente suono e movimento, quest’ultimo, con l’acquisizione di nuove competenze, diventa sempre più complesso e potrebbe essere molto utile soprattutto ai bambini pigri o sovrappeso. Man mano che il bambino cresce è sempre più attratto da oggetti che fanno rumore, esperienza comune è il piccolo che si diverte con pentole e coperchi. Si può giocare cantando e cantare giocando facendosi accompagnare dalle manine che battono il ritmo.

Educazione musicale. Inoltre i genitori si devono adoperare perché anche le scuole, dagli asili nido alle superiori, nonostante la sempre maggiore riduzione di fondi a loro disposizione, non sacrifichino i laboratori musicali ma anzi ne sperimentino di nuovi a vantaggio di tutti e soprattutto dei bambini con maggiori problemi relazionali.

Più musica, meno tv. Potrebbe essere una grande occasione per i genitori quella di riscoprire la musica attraverso i loro figli e soprattutto insieme a loro, credo che da una più serena relazione nasca anche una maggiore facilità per una alimentazione corretta e meno problematica, in cui la buona musica sostituisca la tv durante il pasto e accompagni la giornata delle famiglie. “Spegnete il televisore ed accendete lo stereo”: le immagini non aiutano la creatività e il buon umore, la musica sì.

Per concludere, segnalo il sito di Nati per la musica, che consiglio di andare a visitare, e che mi ha ispirato e guidato nel riordino dei miei pensieri su questo argomento di grande importanza.

Con la supervisione di:

Dott.ssa Margherita Caroli Pediatra

Prof. Andrea Vania Pediatra