I 10 buoni propositi alimentari fondamentali per il nuovo anno
Da “basta ai consigli inutili” all’importanza del buon esempio, ecco come cambiare in meglio il proprio stile alimentare.
Ora che il frastuono della festa più bella dell’anno si sta attenuando e abbiamo brindato all’arrivo del nuovo anno, si affacciano, impertinenti, i buoni propositi che vorremmo applicare alla nostra vita. A volte si tratta di posizioni importanti, di cambiamenti epocali, ma, più spesso, abbiamo a che fare con piccoli, apparentemente insignificanti, proponimenti quotidiani che però siamo certi ci cambieranno l’esistenza.
L’alimentazione è sicuramente uno degli argomenti più gettonati tra i buoni propositi per il nuovo anno. Si tratta, per lo più, di atteggiamenti restrittivi che condurranno, speriamo, a un bel dimagrimento. Dato che anch’io appartengo alla categoria di persone che necessitano di perdere, e non più ritrovare, qualche chiletto, mi sono domandata se sia solo come ridurre le quantità di cibo che aiuterà i tanti amici di questo sito a raggiungere il loro scopo oppure se qualche buon consiglio non potrebbe cambiare, e questa volta per sempre, il loro stile alimentare.
Nella mia megalomania di inizio d’anno, mi sono inventata un “Decalogo alimentare” che esprime il carattere del nostro sito e che vorrei condividere con voi:
- Sgombra la mente dai consigli inutili: basta, sono troppe le informazioni che ci arrivano dal mondo dei media! Frutta, quando? Grano, kamut, orzo o cosa? Intollerante a lieviti, melograno e poi? Un’alimentazione molto varia e moderata deve diventare la tua unica parola d’ordine.
- Scrivi un menù settimanale: la cucina rapida è una grande invenzione dei nostri tempi, grazie anche all’uso del congelatore che i nonni ignoravano. Per questo, per non essere ripetitivo, usa un “canovaccio” che ti aiuti a ricordare cosa potresti mangiare, variando ogni giorno, senza alcuno sforzo. Questo ti semplificherà la vita e migliorerà quella dei tuoi ospiti.
- Prepara un unico pasto per tutta la famiglia: la casa non è un ristorante alla carta, bensì un agriturismo a menù fisso in cui, a turno, tutti i commensali saranno soddisfatti, mentre nei giorni meno graditi impareranno ad essere felici della felicità degli altri.
- Pranza “connesso” a tutti i componenti della tua famiglia e non a TV, tablet e cellulari: la comunicazione migliora il rapporto con il cibo e favorisce la sazietà.
- Non comprare alimenti che sai bene non essere salutari per la tua famiglia: il fatto che altri lo facciano o che possano favorire l’appetito di qualcuno è una motivazione falsa e altamente dannosa per la tua autostima di genitore e cuoco.
- Utilizza solo frutta e verdura di stagione: la famiglia scoprirà alimenti “stranissimi” come cavoli o addirittura le bietole e tu avrai aiutato la tua economia, quella della nazione e anche la salute della tua famiglia.
- Rispetta il cibo e aiuta i tuoi figli a fare altrettanto: vieta drasticamente espressioni come “che schifo” rivolto a un alimento, ma tutt’al più “non mi piace”. Sembra una sfumatura, ma col tempo diventa essenziale per apprezzare il magnifico mondo dell’alimentazione.
- Riutilizza gli avanzi creando delle piccole novità: ai ragazzi piace che si parli della loro famiglia come di una cosa speciale e unica, inventa una tua linea di piatti e spacciali come grandi ricette appartenute alla nonna: sarà un successone.
- Riduci le quantità degli alimenti, migliorandone la qualità: specialmente se è necessario che i piccoli dimagriscano, non perderti in raccomandazioni verbali inutili, quanto, molto spesso, dannose. Comportati invece di conseguenza senza proferire parola o caricare i bambini di preoccupazioni che non hanno. Tu sei responsabile della loro vita di relazione come della loro salute e della loro “ciccia”, non demandare ad altri quello che sei capacissimo di fare tu.
- Fai tutto quello che vorresti che i tuoi cari facessero: l’unica cosa che i ragazzi assimilano, senza chiedersi il perché ed il come, è ciò che vedono fare ai loro genitori, senza spiegazioni, discussioni, imposizioni. Mai come in questo punto la regola del fare ingloba e assorbe tutte le altre.
Certo, mi rendo conto che con quest’ultimo punto ho raggiunto il massimo della predicazione! Ma se, almeno una volta all’anno, i buoni propositi non sono veramente alti, universali, condivisibili e totalizzanti, quando ci capiterà un’altra occasione come questa per far pace con la nostra coscienza?