Alimentazione vegetariana nel bambino: si può, ma con cautela
Se fatta con attenzione verso la salute e i fabbisogni nutrizionali, la dieta vegetariana non dà problemi nella crescita dei bambini.
Sempre più persone scelgono di diventare vegetariane. Negli ultimi 10 anni in Italia il numero dei vegetariani è infatti cresciuto da 3 a 6 milioni. Ma se negli adulti questa è una scelta ragionata e consapevole, che cosa succede invece quando il vegetarianismo lo si impone ai bambini? “Se è ben fatta la dieta vegetariana non dà problemi”, spiega il professor Andrea Vania, responsabile del Centro di Dietologia e Nutrizione pediatrica della Sapienza di Roma e presidente dell’ECOG, l’European Childhood Obesity Group.
- Il vegetarianismo può essere nocivo per la salute dei bambini?
- A che età un bambino può iniziare una dieta vegetariana?
- I bambini corrono rischi nel non assumere carne, latte e altri derivati animali? E quali potrebbero essere gli alimenti alternativi?
- E quali sono i possibili rischi di una dieta vegetariana fai da te? È necessario il supporto di un pediatra?
Il vegetarianismo può essere nocivo per la salute dei bambini?
“In generale, se condotto e seguito in modo adeguato, no. Ma ci sono tanti tipi di vegetarianismo: il latto-ovo-vegetarianismo, il macrobiotico e il veganismo, per esempio. Il primo non dà nessun problema, sempre se seguito correttamente. Nelle diete macrobiotiche e vegan, invece, qualche rischio può esserci: è necessaria un’attenzione molto maggiore perché si va incontro a possibili carenze di alcune vitamine e di certi sali minerali. Nel veganismo, inoltre, può esserci carenza di calcio e anche di ferro, e sicuramente manca la vitamina B12, presente solo nel regno animale. La dieta macrobiotica può dare ancora più problemi a causa dell’ingente quantità di fibre che assume chi la segue”.
A che età un bambino può iniziare una dieta vegetariana?
“Non c’è un’età precisa. Sicuramente lo svezzamento non può avvenire prima dei sei mesi, come del resto per tutti gli altri bambini. Nel latto-ovo-vegetarianismo non c’è bisogno di adottare particolari precauzioni, al massimo usare alimenti arricchiti in ferro, ma anche questa misura è consigliata a tutti i bambini. Un consiglio utile, soprattutto per i vegani, può essere invece quello di continuare il più a lungo possibile con l’assunzione di latte materno, anche fino ai 2 anni. I vegani, infatti, non sono contrari al latte materno, che è l’unico alimento di origine animale che assumono, ovviamente da bambini”.
I bambini corrono rischi nel non assumere carne, latte e altri derivati animali? E quali potrebbero essere gli alimenti alternativi?
“Il mio primo consiglio è di fare eventualmente, seguendo il consiglio del pediatra, degli esami clinici per testare la salute del bambino, soprattutto per quanto riguarda lo stato del ferro e del calcio. Per compensare la carenza di calcio si possono utilizzare cereali non raffinati, anche se in questo caso il calcio non ha la stessa biodisponibilità di quello animale. Il rischio nell’assumere troppi cereali è l’aumento della quantità di fibre, che causa difficoltà nell’assorbimento dei minerali. La carenza di ferro, invece, può essere compensata coi legumi, ma anche qui si ripropone il problema dell’assorbimento. Per risolverlo parzialmente si può ricorrere al limone, che è ricco di acido ascorbico e acido citrico, e utilizzarlo come condimento. Un’altra importante carenza può essere quella da vitamina B12. Secondo alcuni studi supportati dai vegani, ma non ancora confermati, questa vitamina sarebbe presente anche nell’alga blu, che comunque non è un alimento che trovi nel negozio sotto casa. In ogni caso è consigliato integrare qualsiasi tipo di dieta vegetariana con vitamine e sali minerali da assumere per via orale”.
Intervista al Prof. Andrea Vania
E quali sono i possibili rischi di una dieta vegetariana fai da te? È necessario il supporto di un pediatra?
“Il supporto del pediatra durante le prime fasi di crescita del bambino è necessario indipendentemente, ma per iniziare una dieta vegetariana sarebbe meglio affidarsi a un nutrizionista, perché possiede maggiori competenze. E poi bisogna distinguere tra famiglie vegetariane di nuova e di vecchia tradizione: le prime sono quelle che hanno minore esperienza perché, appunto, nuove dell’ambiente; le seconde hanno più abilità, perché magari a loro volta sono state cresciute da genitori vegetariani, ma sconsiglierei anche a loro una dieta fai da te. È vero, però, che i vegetariani in generale sono più informati sull’alimentazione rispetto agli onnivori. Spesso sono anche molto più competenti nell’abbinare i vari cibi tra loro. Secondo vari studi largamente testati, i bambini cresciuti con una dieta latto-ovo-vegetariana sono anche più sani dei loro coetanei e crescono meglio, senza mostrare particolari carenze nutrizionali”.