La dieta vegetariana nei bambini
La scelta di una dieta vegetariana deve essere affiancata dalla collaborazione con un pediatra nutrizionista, per promuovere la crescita e la salute del bambino
Il vegetarianismo in Italia rappresenta un fenomeno in crescita. Negli ultimi dieci anni infatti siamo passati da 3 a 6 milioni di persone che seguono uno stile di alimentazione in qualche modo “vegetariano”. Già, perché sotto questo temine sono comprese molte diverse modalità di alimentarsi: come i latto-vegetariani, che consumano prodotti vegetali, latte e derivati (come formaggio e yogurt); i latte-ovo-vegetariani, che mangiano anche le uova; i semi-vegetariani o flexitariani, che in generale escludono la carne, ma inseriscono occasionalmente nella dieta pollame, pesce e molluschi; i pesco-vegetariani, che consumano tutti i prodotti ittici; i vegani, che escludono dalla dieta non solo carne, pesce, uova e latticini, ma anche miele e pappa reale, perché anche questi sono di origine animale; i fruttariani, considerati una categoria estrema dei vegani perché assumono solo frutta e semi oleosi e, in certi casi, solo se caduti spontaneamente al suolo e non colti; o infine come i macrobiotici, che seguono una filosofia alimentare, più che delle norme dietetiche, alla ricerca dell’equilibrio energetico, ed escludono non solo gli alimenti di origine animale, ma anche quelli modificati dall’industria (come lo zucchero raffinato o la margarina), gli alcolici, il caffè, l’aceto, etc.
In questa variegata galassia, quale può essere l’impatto nutrizionale su delle fasce d’età tanto delicate come l’infanzia e l’adolescenza?
Diete vegetariane molto restrittive (vegana, macrobiotica, fruttariana) o improvvisate e non bilanciate espongono al rischio di carenze importanti, soprattutto nei bambini, che possono andare incontro a carenze di ferro, zinco, calcio e vitamine del gruppo B (specialmente B12), a causa del contenuto scarso o poco disponibile di questi nutrienti nei vegetali. Ma diete latto-vegetariane o latto-ovo-vegetariane ben bilanciate non portano affatto a questi rischi, anzi diversi studi mostrano perfino un migliore accrescimento ed un minor numero di anemie da carenza di ferro nei bambini cresciuti seguendo quegli stili nutrizionali.
Ecco perché chi le segue obietta, con cognizione di causa, che un’alimentazione vegetariana bilanciata e non restrittiva ha un effetto protettivo verso tante malattie, come l’obesità (l’indice di massa corporea degli adolescenti vegetariani risulta minore rispetto quello dei coetanei), le malattie cardiovascolari (colesterolo e omocisteina sono più basse nei vegetariani), il diabete dell’adulto, il cancro, l’osteoporosi, le malattie renali e la demenza senile.
C’è poi un altro aspetto interessante da notare, e cioè che i bambini e gli adolescenti vegetariani presentano un’alimentazione sostanzialmente più attenta rispetto ai coetanei onnivori, e questo non solo per l’ovvio e necessario maggior consumo di frutta e verdura, ma soprattutto per la minore assunzione di snack salati, merendine, dolci vari e cibi pronti, nonché per una migliore cultura nutrizionale, necessaria proprio ad evitare carenze e squilibri.
Considerato tutto ciò, qualora ci si voglia avvicinare coi propri figli a questi stili alimentari, è necessaria una giusta e necessaria valutazione dei pro e dei contro degli aspetti nutrizionali e filosofici .
Se la decisione di abbracciare uno stile di vita e di pensiero appartiene solo alla famiglia, per la valutazione nutrizionale è fondamentale che vi sia un’attenta collaborazione da parte un pediatra nutrizionista, dati i numerosi fattori da prendere in considerazione per salvaguardare e promuovere la crescita e la salute del bambino e della sua famiglia.
Il pediatra nutrizionista dovrà valutare gli apporti in macro e micronutrienti per specifico genere di dieta vegetariana e dovrà quindi aiutare e consigliare la famiglia ad elaborare degli schemi nutrizionali equilibrati ed eventualmente prescrivere anche delle integrazioni, così da ridurre il rischio di carenze franche o subcliniche, e ottimizzare, in sicurezza, quei vantaggi per la salute di cui si è detto.