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Attualità

8 marzo: festa della donna

Parliamo ai bambini della festa della donna spiegandogli che deve essere una festa continua e non solo l’8 marzo, perché il rispetto e la fine delle violenze devono valere sempre.

Pubblicato il 05.03.2016 e aggiornato il 26.06.2019 Scrivi alla redazione

Se chiediamo ai nostri bambini: “cosa si festeggia l’8 marzo?”, ci risponderanno “la donna”.

Cioè? Che vuol dire?

Di certo nessuno si aspetta che i nostri bambini rispondano raccontandoci il perché questa festa sia stata istituita. Tra l’altro nello specifico esistono pareri contrastanti sulla vera ragione dell’istituzione di questa giornata: alcuni la fanno risalire a una tragedia sul lavoro avvenuta in una fabbrica newyorkese nel 1908, altri alla volontà politica di un partito di spingere finalmente per assicurare a tutte le donne il diritto di voto. In ogni caso, sembra abbastanza certo che sia stata promossa dapprima negli Stati Uniti (1909) arrivando nel 1911 in Europa e solo nel 1922 in Italia.

Aldilà di questo quindi, nessuno si aspetterà mai dai nostri bambini che ci spieghino questi concetti a 6-7 o 10 anni, ma cerchiamo per un minuto di metterci nei loro panni. La festa della donna cos’è?

Potrebbe essere la festa della mimosa (del fiore? della torta?). Eh si, infatti in quel giorno e solo in quel giorno il papà porta le mimose alla mamma, a scuola i bimbi maschi le portano alle femminucce, alcuni uomini forse sono un pochino più gentili con le donne e poi tutto torna come il giorno precedente per altri 364 giorni. Uomini non me ne vogliate, non intendo dire che mediamente voi non siate gentili, ma ci sono purtroppo varie eccezioni che sembrano appartenere più al mondo bestiale che non a quello umano poiché sfortunatamente sforniti del gene della gentilezza, della dolcezza o semplicemente del rispetto.

Torniamo ai nostri bambini. Dunque se non è la festa del fiore, potrebbe essere la festa della mamma (anche se sarebbe un doppione!). Pensandoci infatti proprio quella sera la mamma va fuori con le amiche e se per caso capita di andare a prendere la pizza con papà si potrebbe essere accerchiati da tante e tante mamme/signorine/signore/zie/nonne… che sembra quasi che proprio in  quel giorno, in quell’unico giorno dell’anno siano padrone dell’universo, possano trattare ogni uomo che incontrano come uno scendiletto, possano permettersi apprezzamenti che se solo un uomo ne facesse la metà sarebbe denunciato per molestie ancor prima di finire la frase. Anche qui donne non me ne vogliate, ma in alcuni casi cercare di mostrare la nostra emancipazione a tutti i costi ci rende ridicole.

Ma in fondo quale messaggio vogliamo che passi ai nostri bambini riguardo a questa festa? Che papà può portare i fiori a mamma una volta l’anno, che papà può essere gentile con mamma una volta l’anno, che mamma può “maltrattare” papà una volta l’anno, che mamma può fare le bizze con le amiche una volta l’anno, insomma cosa vogliamo che sia questa festa della donna? Intanto ricordiamo che donna per una bambino è uguale a mamma, nonna, zia, sorella… e uomo a papà, zio, nonno, fratello…

Serve una festa per ricordare che nella vita occorre rispetto (tra persone dello stesso sesso o di sesso diverso)? Serve una festa per permettere a una donna/madre di uscire con le amiche? Serve una festa a ricordare che le donne sono oramai emancipate e che forse in futuro prenderanno – in maniera del tutto errata, a mio avviso – il posto dell’uomo autoritario di diversi anni orsono? Serve una festa per ricordare che in una famiglia (intesa come 2 o più persone che condividono legami sentimentali e/o di parentela) ognuno ha un ruolo e che tale ruolo debba essere sempre rispettato? Serve una festa per dire che sarebbe auspicabile che cessassero tutte le forme di sfruttamento, di violenza, di sopruso sulle donne, sugli uomini, sui bambini, sugli animali?

Se serve una festa per farcelo ricordare ben venga, ma che allora sia una festa continua non solo l’8 marzo, che ogni giorno sia l’8 marzo; questo sarebbe auspicabile per noi e per i nostri bambini: “bambini di oggi, adulti di domani”.

Con la supervisione di:

Dott.ssa Margherita Caroli Pediatra

Prof. Andrea Vania Pediatra