Guida agli alimenti: consigli per un'alimentazione sana ed equilibrata

Portare a casa gli avanzi: la cultura del risparmio

Spesso nei ristoranti non chiediamo gli avanzi per portarli a casa: si tratta invece di un gesto di attenzione agli sprechi e da insegnare ai bambini

Pubblicato il 02.02.2017 e aggiornato il 08.07.2022 Scrivi alla redazione

Portare a casa gli avanzi: la cultura del risparmio

È incredibile come spesso debba essere la moda d’oltreoceano o d’oltralpe a condizionare il nostro modo di fare quando potremmo attingere alla nostra cultura e all’esempio del passato! Mi riferisco all’abitudine di portarsi a casa gli avanzi di un pasto non completamente consumato al ristorante. Infatti molti anni fa, dopo la guerra, quando il cibo era un miraggio anelato per anni, i nostri nonni e genitori avevano l’abitudine di chiedere al cameriere, quelle rare volte che frequentavano il ristorante, quasi esclusivamente per cerimonie nuziali, di incartare ciò che non avevano potuto o voluto mangiare per poterne approfittare nei giorni successivi. Io stessa sono stata spettatrice di situazioni che dall’alto del mio conquistato benessere, ritenevo imbarazzanti e sicuramente popolari. Ma questo modo borghese di pensare, purtroppo, ci ha preso la mano fino ad arrivare a sciupare una quantità di cibo imbarazzante e preoccupante (si calcolano 75 chili di cibo all’anno per italiano). Questo nostro disinteresse per le cose del mondo sta contribuendo alla distruzione delle risorse del pianeta.

Da una recente indagine risulta che il 25% degli italiani considera un gesto da maleducati e poveracci chiedere al ristoratore di impacchettare gli avanzi di cibo e vino. Ma la cultura del “doggy bag”, come viene definita la borsina per portare a casa gli avanzi, in teoria per darli al cane ma in pratica per riscaldarli e mangiarli, per fortuna comincia a ridiffondersi anche tra gli italiani. Michelle Obama nel 2009 fu fotografata, in Italia, all’uscita di un ristorante con una bottiglia di vino non completamente consumata in mano, indiscutibilmente per un atto dimostrativo più che di bisogno, ma che in un certo senso sancì l’inizio di un nuovo modo di comportarsi più etico e sostenibile. Anche in Europa le cose stanno cambiando e in Italia varie associazioni hanno lanciato la cultura del “porta a casa” per evitare sprechi inutili. In Germania questi sacchetti possono anche essere  destinati ad alcuni frigoriferi pubblici a cui i senza tetto possono attingere.

Lo scopo è quello di usare fuori casa la stessa condotta di attenzione agli alimenti che ci auguriamo tutti abbiano all’interno della loro casa. Più volte su queste pagine abbiamo parlato della necessità di controllare spesso in frigorifero le scadenze degli alimenti, di comprare il necessario magari in quantità minore ma di qualità e di diventare i cuochi delle proprie famiglie non acquistando cose nuove o prelibate ma reinventando le ricette con quello di cui disponiamo, fosse anche ciò che è avanzato da una cena al ristorante. Tutti beneficeranno di questi comportamenti e tra tutti soprattutto i ragazzi, che impareranno il valore delle cose e forse potranno perdonarci per lo scempio che ne abbiamo fatto fino ad ora.

Con la supervisione di:

Pediatra margherita caroli ecog sio oms

Dott.ssa Margherita Caroli Pediatra

Prof. Andrea vania - alimentazione bambini

Prof. Andrea Vania Pediatra