Skip to content

Malattie infantili

Carenze di micronutrienti nei bambini obesi: ecco le più frequenti

Sono 4 le carenze di micronutrienti più frequenti nei bambini obesi: scopri perché l’associazione bimbo cicciottello-bimbo sano è falsa.

Pubblicato il 11.05.2013 e aggiornato il 17.12.2019 Scrivi alla redazione

Chi potrebbe pensare che un bel bambino in eccesso di peso spesso possa presentare delle carenze nutrizionali importanti, come quella relative al ferro, alla vitamina D e agli antiossidanti? In effetti, quest’aspetto di malnutrizione collegata ad alcuni micronutrienti (micro, sì, ma fondamentali per l’accrescimento e la salute) è noto da molti anni al mondo scientifico, ma molto meno lo è alla popolazione.

Forse anche per questo permane nell’immaginario collettivo, specialmente per l’età prescolare (da 0 a 5 anni), l’associazione “bimbo cicciottello-bimbo sano”. Niente di più falso, e non solo per le ragioni che andiamo ripetendo rispetto al rischio di malattie in età adulta (ma che si possono verificare anche già in età pediatrica, purtroppo) o rispetto ai problemi ortopedici-motori o a quelli psico-sociali, ma anche per le carenze nutrizionali.

Vediamo quali sono le carenze nutrizionali più frequenti:

  • Ferro, da decenni oggetto di studio in relazione all’eccesso di peso, in un’ampia indagine greca del 2012, in bambini di età compresa tra i 9 e i 13 anni, quelli obesi presentano probabilità doppia, rispetto ai pari normopeso, di avere un deficit di ferro. La causa di questa condizione non è del tutto chiara. Si era partiti con l’attribuzione di responsabilità alle diete meno equilibrate dei bimbi obesi in cui figurano, generalmente, pochi legumi e meno verdure, ma ciò non è sempre vero e comunque non giustifica completamente questa condizione. Pertanto l’attenzione si è spostata sul quadro di infiammazione che si associa all’obesità infantile, nel quale le proteine infiammatorie coinvolte tenderebbero a ridurre i livelli di ferro circolante. Infine (per ora) l’ipotesi più interessante riguarda una nuova proteina scoperta nel 2000, l’epcidina che si è poi dimostrata essere il maggiore inibitore dell’assorbimento di ferro a livello intestinale. La connessione con l’obesità è che questa molecola è prodotta in funzione della quantità di tessuto adiposo su stimolo della leptina (molecola aumentata nei bambini con eccesso di peso).
  • Vitamina D (D3, colecalciferolo), deficitaria in 1 bambino su 5 a causa della scarsa esposizione al sole, risulta però carente in un bambino su 3 se in sovrappeso, e in 1 su 2 se gravemente obeso (prevalentemente per la tendenza del tessuto adiposo a “sequestrare” la vitamina D in quanto liposolubile). La vitamina D non solo è, come noto, fondamentale per un corretto accrescimento osseo, ma la sua carenza si associa all’insulino-resistenza e all’aumento della glicemia e rappresenta un fattore di rischio importante per lo sviluppo di diabete tipo 2 nell’età adulta. Anche il meccanismo che giustificherebbe il legame obesità-deficit di vitamina D non è stato ancora chiarito; secondo alcuni ricercatori, la vitamina D stessa avrebbe un effetto stimolante sulla produzione di insulina e sulla sua efficienza metabolica.
  • Vitamina A (retinolo), vitamina E (tocoferolo) e carotenoidi, tutti indispensabili per la nostra salute in quanto, in vari modi e a vari livelli, rappresentano un baluardo contro l’aggressione dei perossidi e dei radicali liberi che danneggiano tutti i componenti cellulari come i grassi, le proteine e soprattutto il Dna, e per questo sono detti antiossidanti. In un recente studio americano si conferma che i bambini obesi presentano un livello di queste molecole fino al 10% inferiore rispetto ai coetanei normopeso. In parte questa condizione è giustificata dal minore consumo di frutta e verdura riscontrato nei bambini in eccesso di peso.
  • Selenio, elemento alla base di un enzima antiossidante (glutatione perossidasi) che protegge quindi, come detto sopra, le nostre cellule dallo stress ossidativo. Questo oligoelemento è tanto più carente nei bambini quanto maggiore è il loro peso corporeo (o, meglio, il Bmi o Imc, cioè l’indice di massa corporea) secondo meccanismi, di nuovo, ancora non chiari. Una delle ragioni sembrerebbe legata, però, a un minore introito con la dieta nei bambini obesi, forse per il maggiore consumo di alimenti ipercalorici a discapito dei cereali (come il frumento) e verdure ricche, invece, di questo elemento.

Da questa stringata trattazione di tematiche così complesse e in evoluzione derivano due considerazioni principali:

  1. c’è ancora molto da scoprire rispetto alle basi patologiche del sovrappeso e dell’obesità (e delle patologie correlate).
  2. c’è l’assoluta necessità di una dieta realmente variata e ricca in frutta e verdura (antiossidanti) anche alla luce di questi stati carenziali così frequenti e così pericolosi per la salute futura, e presente, dei nostri piccoli.

Con la supervisione di:

Dott.ssa Margherita Caroli Pediatra

Prof. Andrea Vania Pediatra