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Stili di vita

Tutti a scuola a piedi con il Pedibus!

E' un autobus con i piedi: un gruppo di bambini e due adulti percorrono un tragitto prestabilito verso la scuola e ritorno con fermate e orari come un mezzo pubblico

Pubblicato il 10.01.2012 e aggiornato il 18.12.2019 Scrivi alla redazione

Quando ho letto del Pedibus (o Piedibus) qualche anno fa, ho pensato fosse una grande idea che mette d’accordo molte esigenze. Il Piedibus è ciò che intuitivamente il suo nome richiama, ovvero un autobus con i piedi. Fa venire in mente una vecchia serie di cartoni “I Flintstones” in cui tutti facevano andare avanti le proprie autovetture con i piedi. Nel caso del Piedibus ci sono solo un gruppo di bambini e due adulti che percorrono, a piedi appunto, un tragitto prestabilito verso la scuola e ritorno con fermate e orari rigorosi come, e meglio, di un mezzo pubblico. Vi è quindi un punto di partenza con l’adulto (un genitore) “autista” in testa alla fila di bambini e il “controllore” in coda, con soste programmate per il recupero dei bambini in prossimità delle rispettive abitazioni.

Le esigenze soddisfatte da questa iniziativa sono numerose. In primo luogo quella basilare di accompagnare i propri figli a scuola. Al mattino solitamente a casa c’è un gran fermento per mettere d’accordo la sveglia con la colazione e gli orari scolastici con quelli lavorativi dei genitori. Il Piedibus fa le veci di una navetta per la scuola (che, quando presente, è spesso cara e sempre inquinante), per i bimbi, rappresenta un’alternativa divertente e, per i genitori, un’incombenza risolta (salvo quando sono loro di turno come adulti responsabili). La seconda esigenza che viene soddisfatta è quella del movimento in queste frenetiche giornate cittadine in cui i bimbi stanno dalle 5 alle 8 ore a scuola, poi 37 minuti a nuoto (su un ora teorica, questo è quanto realmente passano in vasca), 1 ora a inglese, quando non c’è il catechismo o i compiti da fare. In terzo luogo si attua una netta riduzione delle emissioni inquinanti delle autovetture che avrebbero condotto i bimbi a scuola. Le indagini ci svelano, infatti, che spesso, anche per andare in istituti scolastici vicini, gli italiani utilizzano la macchina con l’idea, non sempre reale, di risparmiare tempo. In effetti, il risultato è il grande aumento del traffico cittadino che, come noto, si riduce di netto nei periodi di chiusura scolastica.

Date queste premesse, e nel rispetto dei principi di scienza e medicina basata sull’evidenza che caratterizzano il nostro approccio ai temi trattati nel sito, è opportuno fare qualche considerazione. Molti studi internazionali hanno indagato quanto l’andare a scuola a piedi aiuti a ridurre il peso o a incrementare la massa magra nei bambini. I risultati ci svelano che si ottengono dei vantaggi solo se la camminata supera i 20-30 minuti, ma che, in generale, i bambini condotti a scuola a piedi tendono comunque ad avere dei livelli maggiori di attività fisica e a guardare meno televisione che, di per sé, parrebbe già una grande conquista. Probabilmente tali risultati hanno a che fare con il tipo di educazione familiare e con il generale approccio al movimento che si struttura proprio nei primi anni di vita.

Studi più specifici sul Piedibus sono scarsi e prevalentemente legati al gradimento che, però, appare un elemento fondamentale per l’applicabilità del modello. Su 500 bambini intervistati partecipanti ai Piedibus nella provincia di Lecco nel 2005, l’87,4% preferiva questa modalità di accompagnamento rispetto ad ogni altra. Riguardo la questione dell’inquinamento, si potrebbe obiettare che i bambini, camminando a piedi, respirino maggiori inquinanti, ma, in effetti, uno studio americano ha dimostrato che, stando nella propria macchina, la concentrazione di inquinanti è solo leggermente inferiore a quella che si trova per strada ed è comunque sovrapponibile a quella dei mezzi pubblici (senza considerare poi la penosa questione del fumo da sigaretta passivo nelle auto di mamma o papà che, secondo un’altra indagine, coinvolge il 30% dei bambini).

Le regioni con maggior numero di Pedibus sono l’Emilia Romagna, la Lombardia e il Veneto con particolare impegno a Como (13 Piedibus attivi) e a Treviso (10). Ci sono poi Pedibus a Bergamo, a Cesena, ad Alghero, a Milano, a Torino, a Ferrara, a Trento e in provincia di Lecce, ma rispetto a quanto accade in altri Paesi, in Italia questa simpatica iniziativa è, in effetti, molto poco diffusa. Ritengo che ciò dipenda più dalla scarsa informazione che da un vero disinteresse o difficoltà applicativa. Come spesso accade, si tratta di un’iniziativa che nasce grazie alla determinazione e alla volontà dei genitori, bello sarebbe però se gli istituti scolastici stessi la divulgassero e favorissero in quanto è sicuramente salutare e, non di minore importanza in questo periodo, a costo zero.

Questa breve trattazione s’inserisce tra le proposte pratiche ed efficaci per incrementare il movimento dei più piccoli. Per capire meglio come attivare un vostro Piedibus potete trovare informazioni dettagliate sul sito www.piedibus.it.

 

Con la supervisione di:

Dott.ssa Margherita Caroli Pediatra

Prof. Andrea Vania Pediatra