La frutta secca è tornata di moda
La frutta secca è tornata di moda, fa bene al fegato, contiene acidi grassi essenziali e omega 3, basta non mangiarne più di 10-15gr al giorno
Bandita da tutte le diete all’ultimo grido perché troppo calorica, la frutta secca è tornata protagonista nella nostra giornata alimentare. Viene consigliata a chi vuole dimagrire, agli sportivi, alle gestanti e ai bambini. Va consumata assolutamente tutti i giorni. A colazione, come spuntino o nelle insalate del pranzo o della cena. Perché?
Succede spesso che alcuni nutrizionisti rivalutino degli alimenti del passato, perché naturali e ricchi di una determinata sostanza. Basti pensare all’olio extravergine di oliva, ai cereali integrali, ai dolcificanti naturali o grezzi. Adesso è di moda la frutta secca, nonostante un misero etto contenga in media ben 600 Kcal.
Che cosa è successo?
È successo che alcuni studi hanno evidenziato che consumare giornalmente frutta secca apporta benefici al fegato. Non solo: è ricca di acidi grassi essenziali omega 3 e omega 6, capaci di abbassare il colesterolo cattivo (LDL) e di mantenere in salute cuore e arterie, grazie alla loro azione antinfiammatoria. Avere l’abitudine di consumare frutta secca, quindi, riduce il rischio di ammalarsi di arteriosclerosi.
Viene consigliata anche come “spezzafame” per chi segue una dieta dimagrante, grazie al suo alto potere saziante. La frutta secca, infatti, contiene più del 50% di grassi e un buon 15-20% di proteine. Un mix perfetto che non solo la rende “saziante” ma anche squisitamente gustosa.
Conosciamola da più vicino.
La frutta secca a guscio viene definita anche frutta oleosa, perché da essa si ricavano degli oli preziosi utilizzati soprattutto in cosmesi, per il loro profumo e per la loro ricchezza in vitamina E e fitonutrienti anti-age. Si tratta di frutti veri e propri , o di semi di alcune piante o di legumi. In Italia si consumano soprattutto noci, nocciole, mandorle, arachidi, pistacchi e pinoli. Di provenienza esotica sono, invece, le noci pecan, le noci del Brasile e quelle Macadamia e gli anacardi.
Ecco alcune caratteristiche della frutta secca italiana:
Le mandorle: sono il seme commestibile del Mandorlo e sono un prodotto tipico della Sicilia e della Puglia, regioni in cui c’è un’alta pasticceria a base di farina di mandorle. La mandorla dolce e secca fornisce 603 Kcal ogni 100g con un contenuto di 55,3 g di grassi, 22 g di proteine e solo 4,6 g di carboidrati. Grazie alla loro ricchezza in magnesio e fosforo, e al loro contenuto in aminoacidi come tirosina e triptofano, sembra che le mandorle migliorino l’umore e la concentrazione. Contiene tanta vitamina E (26mg/100g) e per questo è famoso il suo olio per il corpo.
Le nocciole: nell’antica Roma il nocciolo veniva regalato agli sposi come augurio di felicità. Le nocciole, infatti, hanno un gusto molto dolce e si combinano bene con il cioccolato. Quelle italiane sono le più pregiate al mondo. Le migliori varietà vengono coltivate in Piemonte, Lazio, Campania e Sicilia. Forniscono ben 655 Kcal ogni 100 g, 64,1 g di lipidi, 13,8 g di proteine e 6,1 g di glucidi. Oltre alla vitamina E (15 mg/100g), le nocciole contengono molti minerali come potassio, calcio, fosforo, ferro, magnesio, manganese, rame, zinco e selenio.
Le noci: detta anche “Ghianda di Giove” la noce è un frutto coltivato in molte zone di Italia e del mondo. Grazie alla sua ricchezza in omega 3 e polifenoli, molti studi statunitensi hanno dimostrato che il loro consumo quotidiano riduce il rischio di patologie cardio-vascolari. Si possono consumare sia fresche che secche. Quelle secche forniscono 689 Kcal, 14,3 g di proteine, 68,1 g di grassi e 5,1 di carboidrati.
I pistacchi: quando si dice “pistacchi” si pensa subito a quelli di Bronte, coltivati sulle pendici dell’Etna e con il marchio DOP. È il seme del frutto dell’omonimo albero e viene consumato tostato e salato come snack, in pasticceria per preparare gelati, dolci e creme, e per la produzione della famosa mortadella. I pistacchi contengono molti antiossidanti come luteina, tocoferoli e betacaroteni che mantengono in salute occhi e pelle. Inoltre sono ricchi di potassio (972 mg/100g) che aiuta a sentirsi meno stanchi e affaticati. Ogni etto di pistacchi dà 608 Kcal, 18,1 g di proteine, 56,1 di grassi e 8,1 di carboidrati.
I pinoli: sono i semi commestibili di alcune specie di pino. Tra la frutta a guscio sono quelli più ricchi di proteine, ben 31,9 g ogni etto. Forniscono 595 Kcal, 50,3 g di lipidi e 4 g di glucidi. In Italia vengono utilizzati per preparare il pesto e il castagnaccio. In pasticceria si utilizzano anche per preparare il classico strudel di mele.
Si può concludere che la frutta secca è semplicemente un regalo buono e salutare che ci fa la natura. Non è magica, né deve essere vista come una sorta di pillola terapeutica. Ma insieme a tantissimi altri prodotti italiani è tornata a occupare un posto importante nell’ultima Piramide Alimentare della Dieta Mediterranea.
Lo sapete qual è l’unico neo della frutta secca?
Riuscirsi a fermare ai 10-15 grammi consigliati!