Come spiegare ai bambini la violenza sulle donne
Modello familiare, nessuna mortificazione o insulti di genere, ruolo del papà per la figlia: ecco come spiegare ai bambini la violenza sulle donne.
Qualche genitore potrebbe chiedersi perché mai spiegare ai bambini la violenza sulle donne, perché comunemente immaginiamo che i piccoli debbano essere tenuti al sicuro dal dolore e dalle cose brutte e la violenza, di ogni genere e tipo, è tale.
Tuttavia è tempo che mamma e papà riflettano sullo scopo ultimo dell’educazione: in un mondo che merita una rivoluzione dei valori, l’educazione non deve essere finalizzata solo a mettere in guardia dai pericoli prossimi e plausibili; educare, in una visione di più ampio respiro, è una costruzione, rappresenta la base su cui le nuove generazioni potranno dare vita a un mondo migliore.
Educazione contro la violenza sulle donne
Educare non equivale solo a mettere in guardia; per cui, nelle vesti di adulto responsabile, educo il bambino a non accettare caramelle dagli sconosciuti immaginando che possa rappresentare un pericolo concreto, mentre mi astengo dal parlare di violenza perché non la considero un problema della mia famiglia e dei miei figli.
La violenza sulle donne è un problema della società! Meritano un’educazione non violenta anche i bambini, femmine e maschi, che non vivono in contesti a rischio, quelli che la violenza non la conoscono e che forse nemmeno la immaginano.
Affrontare il tema della violenza con i figli:
- eviterà che loro stessi possano restarne vittime una volta lasciato il nido domestico, a scuola o nelle future relazioni di coppia;
- rappresenterà, altresì, la migliore occasione sociale per coltivare adulti più sensibili, consapevoli, lontani dagli stereotipi e rispettosi.
Vista così la violenza di genere diventa un argomento educativo.
La casa è il luogo dell’esempio
Ciò che i bambini non sanno, perché non ne hanno esperienza, è che aggressività e rabbia rischiano di risucchiare vittima e carnefice in una spirale malata e dolorosa, sono sentimenti che si auto-alimentano e innescano reazioni fisiche ed emotive devastanti. I bambini che crescono in un ambiente aggressivo, litigioso, nervoso assorbono rabbia, ansia e paura, ciò mina il loro sviluppo psichico soprattutto sotto l’aspetto dell’autostima.
La prima educazione anti-violenza è, quindi, pacifica, paritetica, equanime e mai viziata da differenze di genere: uomini e donne hanno gli stessi doveri e gli stessi diritti in casa come fuori. In una routine familiare in cui solo la figlia femmina fa il letto, spazza in terra e aiuta ad apparecchiare la tavola il pericolo della violenza sulle donne non è debellato.
È in casa che i genitori possono, e dovrebbero, favorire lo sviluppo di una visione paritaria delle relazioni uomo-donna, lo si mette in pratica non facendo differenze di sesso tra i figli e nemmeno all’interno della coppia: la cooperazione nella divisione dei ruoli è il segreto per educare i bambini all’affermazione dei propri diritti nel rispetto dei doveri.
Dunque, abbiate cura del modello familiare che mettete a disposizione dei vostri figli perché i bambini apprendono per osmosi e assimilano il modo di vivere che noi adulti praticamente sveliamo dinnanzi ai loro occhi
La violenza non è solo fisica
Siamo abituati a identificare la violenza sulle donne con le percosse, l’uso della forza, il femminicidio; a latere di tutto ciò, però, esiste anche una violenza silenziosa e devastante che non insiste sul corpo ma sull’animo: la violenza psicologica, anche detta manipolazione affettivo-relazionale.
Molti genitori si fanno questa domanda: “Come crescere bambine libere?” Le bimbe che oggi sono libere, consapevoli e sicure di sè un domani saranno donne fiere, capaci di nutrire una relazione positiva col partner nonché di esercitare i propri diritti nella società, qualche volta persino di pretenderli.
Consigli pratici per crescere bambini pieni d’amore verso se stessi e verso gli altri (genitori, fratelli, nonni, eccetera)
Aiutate i bambini a verbalizzare i sentimenti è il primo consiglio aureo. Per esempio non rivolgete loro frasi perentorie, tipo: “Smetti di piangere“, ma indagate i loro sentimenti: “Capisco che stai soffrendo, vuoi dirmi cosa ti fa piangere?“.
I bambini che si sentono accolti nel loro sentire e rispettati nei loro bisogni saranno:
- più propensi a esprimere liberamente ciò che sentono e ciò che li fa soffrire;
- aperti alla condivisone;
- liberi dai pregiudizi;
- meno giudicanti;
- e persino più empatici.
Non mortificate mai i vostri figli, è questo un altro consiglio da tenere ben presente. Per esempio non sminuite il loro dolore, piuttosto che dirgli: “Non fai altro che piangere” sforzatevi di calmarli, fosse anche con l’abbraccio, il contenimento fisico dolce e positivo volto a ripristinare la loro quiete partendo dalla rassicurazione.
Non offendete mai i bambini cadendo nel pregiudizio di genere: “Piangi come una femminuccia” o “Sei un uomo, smetti di piangere!“. La sicurezza personale non si misura col sesso, talvolta non è neanche una ragione di età, nell’infanzia essa si costruisce con l’amore:
il bambino valuta sé stesso osservando(si) attraverso lo "specchio" degli occhi del genitore. Pertanto, abbiate cura di guardare al bambino con fiducia.
Il tema della violenza ha a che fare con quello del rispetto del corpo
Insegnate ai bambini il rispetto del proprio corpo. Le foto postate sui social in versione mamme e figli Influencer o bambini da copertina, per fare solo un esempio calzante in una società fondata sull’immagine e sul suo impatto, non fanno bene a nessuno. Il corpo non è uno strumento di seduzione, alle bambine va presentato un modello femminile che non sfrutti la bellezza come vantaggio di genere, ciò pur non negandola né sminuendola.
Si possono fare molti errori, di fatto, da genitori, se ne fanno tantissimi, ma un cattivo uso del proprio corpo danneggia le ragazzine di oggi e le donne del domani esponendo al più grande dei pericoli ovvero lasciare poco spazio all’universo che ciascuna donna può conquistare col solo motore del suo ingegno.
Care mamme, abbiate cura del modello femminile che offrite alle vostre bambine, esso è il ruscello da cui berranno per dissetare i loro interessi da donne, quell’acqua che voi lasciate sgorgare nutrirà le loro radici e ne determinerà i frutti.
Scegliete un’educazione dialogante: se uno schiaffo lascia una scia di soggezione e confusione nella mente del bambino che si sente sopraffatto dall’adulto, le parole si imprimono a fuoco nel cuore insieme all’esempio, agli abbracci e al conforto.
Marchiate a fuoco i bambini con amore.
Il peso della figura del padre nella vita delle future donne
Quando i bambini sono molto piccoli si fa fatica a valutare la ricaduta dell’educazione nel lunghissimo periodo, eppure ci sono atti educativi che già segnano il futuro dei bimbi. La fonte degli uomini del domani è nell’ambiente in cui il fanciullo è calato, ce lo dicono le letture montessoriane e la pedagogia moderna.
Il padre ha un ruolo chiave nello sviluppo della personalità della figlia femmina: un papà comprensivo e attento, dialogante e supportivo fa sentire la donna parte di un progetto d’amore che arriva da lontano. Un simile atteggiamento maschile cancella di fatto ogni discriminazione di genere.
C’è un libro che i genitori dovrebbero leggere, non tanto per diventare genitori montessoriani, ma per comprendere quanto determinante è il nostro ruolo per il successo dei figli e quanta strada abbiamo fatto come famiglie grazie alla pedagogia moderna: “La donna che insegnava la libertà” – storia di Maria Montessori di Laura Baldini, Piemme Editore.
Tra le pagine del testo si riconosce un padre, quello di Maria Montessori, che nel giorno della laurea di una delle prime dottoresse di sempre, fece da baluardo orgoglioso a una donna che certamente stava facendo la storia del mondo, ma restava ancora la sua bambina.
Cari papà, fate appello a tutto il vostro amore per dare fiducia alle bambine che crescete, sono semi fragili nella terra confortevole del vostro bene, difendetene le piccole radici, nutritele di coraggio perchè, anche loro, possano diventare alberi forti e svettanti verso il cielo. Una figlia di un buon padre cercherà un compagno di vita che somigli a chi per primo l’ha amata quando era ancora un bocciolo.