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Pronto soccorso pediatrico

Puntura di zecca: cosa fare, come prevenire e proteggere i bambini

Diffusa tra aprile e ottobre la zecca punge sia animali che umani e può essere portatrice di varie malattie

Pubblicato il 05.07.2018 e aggiornato il 19.07.2022 Scrivi alla redazione

Le zecche sono degli artropodi, appartenenti alla stessa classe degli arachnidi (come ragni, acari e scorpioni). Hanno dimensioni variabili e ne esi­stono di diverse specie, solo alcune delle quali possono nutrirsi di sangue umano. In particolare tra le specie più importanti in Italia e in Europa ci sono la zecca dei boschi (Ixoderm ricinus) e quella del cane (Rhipicephalus sangui­neus).

Il ciclo biologico della zecca comprende 4 stadi e per il passaggio da uno all’al­tro e per la maturazione delle uova la zecca ha bisogno di un pasto di sangue. Durante tale pasto l’animale resta per tutto il tempo attaccato all’ospite.

Generalmente la loro attività si esplica nei mesi caldi (da aprile a ottobre) e il loro habitat preferito è in genere rappresentato da erba e arbusti.

La zecca in genere si poggia su una pianta e percepisce l’arrivo dell’ospite grazie al calore e all’anidride carbonica emessa, così al passaggio del mal­capitato (uomo o animale che sia) conficca il suo apparato buccale (rostro) nella cute e inizia a succhiare il sangue. La puntura iniziale non è dolorosa grazie all’inoculazione di una sostanza anestetica. Proprio per questo motivo la sco­perta della presenza dell’animale sull’uomo è in genere ritardata, solo qual­che tempo dopo, infatti, la zona che circonda il punto della puntura inizia a dare prurito. Proprio lì può quindi essere riscontrato l’animale che di base ha una colorazione marrone, ma quando inizia a succhiare il sangue diventa rosso. In realtà di per sé la puntura di zecca non è pericolosa, ma lo può diventare a causa della funzione di vettore di importanti malattie causate da protozoi, batteri e virus (allo stesso modo ad esempio della malaria trasmessa dalla zanzara).

Le malattie più importanti e gravi che possono essere veicolate dalla zecca sono:

  • L’encefalite da zecca o Tbe (dovuta ad un virus)
  • La malattia di Lyme (dovuta ad un batterio: Borrelia)
  • La rickettiosi (trasmessa per lo più dalla zecca dei cani)
  • La febbre ricorrente da zecche
  • La tularemia
  • La meningoencefalite da zecche
  • L’ehrlichiosi

Probabilmente non tutti conosceranno tali patologie ma sono per lo più tanto brutte quanto brutto risulta il loro nome, anche se fortunatamente una pronta diagnosi e un altrettanto pronta terapia spesso riesce a risolvere il quadro.

Cosa fare in caso di puntura di zecca

È importantissimo rimuovere l’animale appena se ne scorge la presenza, poi­ché la probabilità di contrarre una malattia è proporzionale al tempo di per­manenza della zecca sull’ospite (dopo alcune ore di pasto la zecca rigurgita parte del pasto stesso inoculando eventuali patogeni).

ATTENZIONE: La rimozione della zecca deve avvenire in toto, evitando di romperla e di far permanere quindi parti di essa nella cute. La rimozione va effettuata quindi delicatamente tramite una pinzetta: l’ani­male deve essere afferrato alla base il più vicino possibile all’apparato boc­cale (quello che resta attaccato alla pelle). Una volta afferrata la zecca va fatta roteare delicatamente. Se il rostro dopo l’estrazione rimane in loco bisogna rimuoverlo con un ago sterile, operazione per la quale è solitamente necessario recarsi in un Pronto Soccorso.

Dopo l’eliminazione dell’animale, la zona interessata va lavata e disinfettata accuratamente e tenuta sotto controllo per almeno 10 giorni.

Nel caso di comparsa di rossore che si estende dal sito di puntura alle zone circostanti va consultato il medico.

In ogni caso il bambino va tenuto sotto controllo anche nelle settimane suc­cessive (almeno 30-40 giorni) e bisogna prontamente allertare il pediatra nel caso di comparsa di:

  • Formazione di un’ulcera nella sede di morsicatura
  • Malessere generale
  • Febbre
  • Dolori alle articolazioni
  • Ingrossamento dei linfonodi
  • Mal di testa

N.B. l’uso di antibiotici nel periodo di osservazione non è più attualmente ritenu­to utile e anzi da alcuni è ritenuto dannoso poiché potrebbe mascherare alcuni segni e sintomi della malattia, portando a un ritardo di diagnosi. Nel caso in cui il bambino nel periodo di osservazione debba per altri motivi iniziare una tera­pia antibiotica è importante che utilizzi antibiotici efficaci anche verso la rickettsiosi e la borreliosi.

Cosa non fare in caso di puntura di zecca

  • Non rimuovere la zecca con aghi roventi, calore o petrolio
  • Non togliere la zecca a mani nude
  • Non soffocare la zecca con smalto per unghie
  • Ricordate infatti che se la zecca soffre potrebbe rigurgitare materiale in­fetto e aggravare il quadro

Come prevenire la puntura di zecca

  • Far indossare al bambino abiti lunghi se gioca nell’erba
  • Controllare a fine giornata gli abiti e il bambino (soprattutto nelle pieghe cutanee e sul capo)
  • Utilizzare repellenti specifici nelle zone particolarmente infestate
  • Trattare accuratamente gli animali domestici
  • Non fare giocare il bambino nell’erba alta
  • Evitare di far toccare al bambino l’erba vicino ai sentieri

Con la supervisione di:

Dott.ssa Margherita Caroli Pediatra

Prof. Andrea Vania Pediatra