Insegnare ai bambini a “litigare bene”
Il litigio è forma di interazione infantile che si basa sulla richiesta di attenzioni e sul bisogno di esplorare i limiti
“Litigare Bene” è un metodo sviluppato da Daniele Novara, pedagogista, che sottolinea l’importanza per i bambini di imparare a confrontarsi anche attraverso il litigio per sviluppare le loro competenze relazionali e sociali. Il metodo si basa sull’osservazione che i bambini non litigano mai con gli estranei, ma piuttosto con coloro con cui hanno maggiore intimità come gli amici di scuola e soprattutto i fratelli. Quindi, a questa età, il litigio si può considerare una forma di interazione infantile che si basa sulla richiesta di attenzioni e sul bisogno di esplorare i limiti reciproci.
Come si insegna a “litigare bene”?
Come ogni genitore insegna ai suoi figli a non usare il pannolino, a usare le posate, a vestirsi e a fare la maggior parte delle cose che sapranno fare poi da soli e che li accompagneranno per una vita felice, così il metodo sottolinea l’importanza di insegnare loro a litigare. Il litigio è fisiologico, è per il bambino l’incontro con l’altro che lo aiuta a riconoscere i suoi limiti e che gli serve per crescere.
I genitori pensano che evitare ai bambini i conflitti e le scaramucce equivalga a renderli felici. Gli adulti nei litigi vedono la possibilità di una aggressività nascosta che potrebbe portarli a farsi male. Invece, nella pratica, durante l’infanzia ed anche oltre, si è visto come non accada quasi mai che i piccoli si facciano male e, soprattutto, si è osservato che i litigi sono piuttosto rapidi (piccoli fuochi di paglia) anche se ripetuti.
Il metodo “Litigare bene”, adottato anche in alcune scuole materne e prime classi delle elementari, è finalizzato a cambiare il ruolo degli adulti nella gestione del litigio dei bambini e insegna a cambiare le modalità di intervento. Senza entrare eccessivamente nel dettaglio il metodo si basa su alcuni principi cardine che gli adulti dovrebbero seguire, e si compone dei cosiddetti “due passi indietro e due in avanti”.
“Due passi indietro e Due in avanti”
Due passi indietro:
- NON CERCARE IL COLPEVOLE: questo non serve, infatti spesso i bambini si rimpallano le responsabilità anche perché non hanno le idee chiare sul motivo che li ha portati a litigare, e soprattutto su chi è stato a cominciare.
- NON IMPORRE LA SOLUZIONE: spesso gli adulti usano le espressioni “fate pace”, “datevi un bacio” e così via, che non risultano efficaci perché in questo modo non sono i piccoli ad aver trovato una soluzione al problema, con l’aggravante che la loro soluzione sarebbe potuta essere molto più creativa e adeguata.
Due passi avanti:
- LASCIARE CHE I BAMBINI LITIGHINO: i piccoli parlano, urlano, si sfogano tra di loro senza doversi giustificare con gli adulti che, invece, finiscono quasi sempre, usando la loro logica protettiva, per parteggiare per uno o per l’altro. Inoltre è importante accettare i loro contenuti senza metterli in discussione.
- FAVORIRE GLI ACCORDI CHE STABILISCONO TRA DI LORO: rispettare gli accordi, a volte sorprendenti, che i bambini riescono a raggiungere tra di loro, che mettono in atto meccanismi di autoregolazione e reciproca soddisfazione.
Il metodo litigare bene nelle scuole
Alcune scuole dell’infanzia stanno sperimentando il metodo di Novara con ottimi risultati. Utilizzano un kit che hanno chiamato “pausa gomitolo”. In pratica individuano un angolino nell’aula dove i bambini possono parlare quando vogliono litigare (affrontare un conflitto) con in mano un gomitolo di lana che si passano nel momento in cui stanno parlando. Hanno inoltre a disposizione un certo numero di carte delle emozioni che permette loro di esprimere bene i sentimenti che stanno provando in quel momento (rabbia, aggressività, tristezza, gioia…) e infine dei foglietti dove, con l’aiuto delle maestre, vengono appuntati gli accordi che regoleranno i loro rapporti futuri e che possono rivedere di tanto in tanto per rafforzare gli intendimenti.
Aldilà del metodo e della sua applicazione, non dimentichiamo che i bambini tendono a modellarsi sulle aspettative degli adulti (“sei monello”, “sei aggressivo”, “sei bravo”, “sei inaffidabile” e via dicendo). Se invece gli adulti non esprimono giudizi, non etichettano i bambini e hanno fiducia nelle loro capacità, i piccoli si rafforzano e danno il meglio nella gestione delle loro relazioni.
Sono i genitori che fanno fatica a rispettare gli sforzi che i piccoli fanno per crescere offrendosi subito per placare ogni loro apparente “difficoltà”, compresi i litigi, soprattutto tra fratelli, pensando di proteggerli. La famiglia, invece, è una organizzazione complessa e anche i conflitti, se ben gestiti, aiutano tutti i componenti a crescere.
Allora, cari genitori, aiutiamo i nostri figli a “litigare bene”.