Stili di vita

Adolescenza e Alcol: effetti e cattive abitudini

L'adolescenza è un periodo di grandi sconvolgimenti ormonali, fisici ed emotivi, di passaggio dall'essere bambini al mondo degli adulti, e proprio in questo periodo della vita per ragazzi e ragazze è fondamentale essere parte di un gruppo e dunque sposare tutte le scelte e le mode che il gruppo impone, anche quelle che poi così corrette o così sane non sono. E tra le mode, o meglio cattive abitudini, diffuse in adolescenza vi è l'eccessivo consumo di alcol, il cui potenziale pericolo viene valutato con rammarico solo, purtroppo , a seguito di un evento drammatico o nel corso degli anni, quando ci si rende conto dei danni che questa sostanza ha creato al proprio corpo.

Pubblicato il 12.01.2021 e aggiornato il 29.06.2021 Scrivi alla redazione

Gli ultimi dati in Italia

In Italia, secondo la “RELAZIONE DEL MINISTRO DELLA SALUTE AL PARLAMENTO SUGLI INTERVENTI REALIZZATI AI SENSI DELLA LEGGE 30.3.2001 N. 125 “LEGGE QUADRO IN MATERIA DI ALCOL E PROBLEMI ALCOL CORRELATI”  del 2020, nel 2019 circa 36 milioni di italiani hanno consumato alcolici, in altri termini circa il 77% degli Italiani dagli 11 anni in su e circa il 56% delle Italiane.
Nel nostro Paese,  la Legge 8.11.2012 n.189 vieta la vendita e la somministrazione di alcolici ai minori di 18 anni. Infatti, sebbene l’abuso di alcol sia dannoso a qualunque età, numerose evidenze scientifiche hanno sottolineato che il danno è ancora maggiore per due condizioni tipiche del bambino e dell’adolescente: il sistema cerebrale fisiologicamente non ancora del tutto maturo, e l’inefficacia dei meccanismi di metabolizzazione e smaltimento delle bevande alcoliche.

Dati del 2019 indicano che le classi di popolazione  a maggior rischio di alcoldipendenza sono:

  • i ragazzi tra i 16 e 17 anni (M:42%, F: 39%)
  • gli ultrasessantacinquenni

Per questo, le linee guida raccomandano:

  • consumo zero sino ai 18 anni
  • consumo fortemente sconsigliato sino ai 25 anni

Ma cos’è l’alcol?

L’alcol è una sostanza che induce dipendenza e pur essendo un nutriente capace di fornire energia (peraltro in forma di quelle che vengono definite “kcal vuote”) il suo abuso può indurre malnutrizione, interferendo con l’assunzione e la disponibilità di altri nutrienti importanti (tra cui diverse vitamine).

L’alcol NON è un nutriente essenziale.

Quali danni sono causati dall’abuso di alcol?

L’alcol ingerito viene assorbito nel tratto gastrointestinale e poi metabolizzato nel fegato con produzione di acetaldeide, una sostanza molto tossica per il nostro organismo.
Bere alcol quindi rappresenta un fattore di rischio importante, che può provocare danni diretti su molti organi e tessuti:

  • sul fegato, causando steatosi alcolica, cioè fegato grasso causato dall’alcol;
  • sull’esofago e stomaco, con la comparsa di esofagite e gastrite, sia acute che croniche.
  • sul cervello: l’alcol agisce infatti sui neuroni e sulla rimodulazione (pruning) e maturazione funzionale del sistema cerebrale; nei giovani a causa della fisiologica immaturità del sistema può comportare  danni permanenti. Tra gli effetti sul sistema nervoso centrale, oltre quelli acuti, vi sono:
    – la sindrome di Wernicke-Korsakoff, una forma di demenza tipica dell’abuso cronico di alcol,
    – l’atrofia cerebellare, che causa instabilità e imprecisione nei movimenti, 
    – la polineuropatia
  • l’alcol determina inoltre una sensazione di calore, e di conseguenza una vasodilatazione; in ambienti freddi può perciò avvenire una perdita di calore da parte del corpo, che, non essendo avvertita, può portare ad ipotermia, cioè al raffreddamento eccessivo: questa è la ragione per cui spesso avviene che, d’inverno, degli ubriachi, resi incoscienti dall’ebbrezza alcolica, finiscano per morire di freddo per strada, poiché non avvertono la perdita di calore.
  • sul sistema cardiovascolare, con comparsa di ipertensione arteriosa e scompenso cardiaco, una patologia nella quale il cuore non è in grado di pompare il sangue nell’organismo in maniera efficiente.
  • sul pancreas, con insorgenza di pancreatite, che può causare anche la morte e che comunque è sempre gravissima. 
  • sull’osso, con comparsa di osteoporosi.

Ai danni biologici diretti inoltre bisogna inoltre associare  i danni indiretti, causati da comportamenti irresponsabili legati comunque al consumo di alcol:

  • azioni violente, sconsiderate,
  • alterazione della capacità di concentrazione
  • alterazione della capacità critica
  • mortalità e invalidità da incidenti stradali 

Nel 2019 sono stati circa 5000 gli accessi al PS di adolescenti italiani con meno di 17 anni per diagnosi totalmente attribuibili all’alcol.

Quali sono i comportamenti a rischio di dipendenza?

  1. eccessive quantità di consumo quotidiano
  2. binge drinking
fascia d’etàalmeno un
comportamento
a rischio
(dati ISTAT 2019)
almeno un
comportamento
a rischio
(dati ISTAT 2019)
MFtot
11-158,97,78,3
16-1742,239,240,8
18-1918,912,215,9
20-2422,511,417,1

Eccessivo consumo quotidiano di alcol

Le linee guida per la sana alimentazione elaborate dal CREA indicano per ciascuna fascia di età e per sesso le quantità di alcol oltre le quali si configura un consumo eccessivo. Per i ragazzi di età inferiore ai 18 anni è prevista la totale astensione dall’assunzione di alcolici anche occasionale (come tra l’altro ribadito dalla legge italiana).

Nella realtà invece, dati pubblicati nel 2020 indicano che la percentuale più elevata in assoluto di consumatori abituali di alcol in eccesso si posiziona proprio nella fascia di età 16-17 anni, ma è importante sottolineare quanto tale comportamento errato sia presente in una percentuale decisamente importante di giovanissimi (cioè di ragazzi e ragazze tra gli 11 e i 15 anni).

AnniMF
11-158,97,7
16-1742,239,2
18-242,31
25-445,13,3
45-648,85,6
65-7432,68,2
+7532,67,9
totale13,46,2
Prevalenza consumatori abituali eccedentari per classe di età (dati ISTAT 2019)

Il binge drinking (abbuffata di alcolici)

Ormai anche in Italia si è andata diffondendo l’abitudine – “moda” la chiamano spesso i giornali, ma è mortale! – tra i giovani e giovanissimi di bere con lo scopo preciso e cercato attivamente di sballare o ubriacarsi.
Quest’abitudine, presente sia tra i ragazzi che tra le ragazze, si definisce binge drinking (un Disturbo di condotta alimentare analogo a quello noto come binge eating, o alimentazione compulsiva, al quale peraltro spesso si associa), cioè il bere compulsivamente sei o più bicchieri di alcolici e/o superalcolici in meno di due ore, spesso senza mangiare nulla.

Nel 2019 il fenomeno del binge drinking ha riguardato il 16% dei giovani tra i 18 ed i 24 anni di età, di questi il 20,6% maschi e l’11% femmine, dati pressoché sovrapponibili a quelli dell’anno precedente. Anche in questo caso si evidenzia una importante percentuale di binge drinking anche nelle fasce d’età più giovani (16-17 anni).

Questo disturbo è stato sicuramente favorito dalla moda dilagante dell’happy hour, teoricamente un’ora intera, ma spesso un periodo di tempo più lungo, durante la quale i giovani si incontrano e possono bere alcolici spesso ad un prezzo scontato, fenomeno maggiormente presente negli abituali frequentatori delle discoteche.

etàMF
11-150,90,7
16-178,56,2
18-2420,611
25-4416,76
45-649,52,1
65-746,61,5
+752,80,8
totale10,82,5
Prevalenza di binge drinking per classe di età (dati ISTAT 2019)

Perché i giovani bevono alcolici?

Sicuramente in questi comportamenti di gruppo l’emulazione gioca un ruolo fondamentale, come ha dimostrato una ricerca che ha valutato la maggior assunzione di alcol tra gli abituali fruitori di film nei quali, nelle più svariate occasioni di vita, gli attori consumavano bevande alcoliche.

Si può pensare che il fenomeno interessi soprattutto i ragazzi, ma anche una buona percentuale di ragazze ha iniziato a bere in compagnia, spesso aumentandosi l’età, e la cui motivazione è la ricerca di un rapporto migliore con gli altri, rapporto che a quanto pare, senza l’annullamento dei freni inibitori dato dall’alcol, non riescono ad avere, sia per insicurezza che per incapacità di mostrarsi simpatiche e “all’altezza”, ma che iniziano a bere anche per essere più disinibite (ma lo stesso vale per i maschi) nell’approccio con un eventuale partner, approccio che evidentemente attrae e terrorizza allo stesso tempo.

Il consumo di alcol durante il lockdown

Si sarebbe portati a pensare che durante il lockdown il consumo di alcolici si sia ridotto, nella realtà dei fatti invece si è solo modificata la modalità di approvvigionamento. La capacità di acquisto anche online ha comportato, tra l’altro, un minor controllo sui divieti di vendita ai minori. L’isolamento forzato ha inoltre contribuito a determinare un aumento del consumo incontrollato per diverse ragioni di origine sociale (preoccupazione, ma anche partecipazione ad aperitivi online per mantenere una minima socialità). Dato abbastanza eloquente è che il settore delle bevande alcoliche sembra aver subito un incremento stimato tra +180 e +250% nel corso del 2020.

L’importanza di informazione e prevenzione

È dunque indispensabile scoraggiare lo ”sballo” dei nostri ragazzi, e questo va fatto anche spiegando loro a quali conseguenze a breve e a lungo termine vanno incontro, ma è altrettanto indispensabile cercare di prevenire uso e abuso di alcol: in tal senso occorre evitare sia l’incoraggiamento ai bambini da parte di genitori, nonni ecc. ad assumere sia pur contenute quantià di bevande alcoliche, sia di contro un atteggiamento troppo rigido da parte dei genitori nei confronti dell’alcol in genere, atteggiamento che può diventare per l’adolescente un invito al consumo, per quell’istinto di ribellione e quella voglia di sovvertire le regole che sono propri dell’età. È un’utopia pensare che esistano solo “certi” adolescenti a rischio, perché magari appartenenti a determinate fasce di popolazione più svantaggiate socialmente e culturalmente, perché l’alcol è una potenziale sostanza d’abuso, che ha dalla sua il vantaggio di poter essere facilmente reperibile e poco costosa.
 
Data sia l’importanza del problema che le conseguenze immediate e future, questo punto dovrebbe essere oggetto di grande attenzione da parte dalla società civile. 

Cosa può fare la scuola?

Le campagne di comunicazione e di sensibilizzazione al problema della alcoldipendenza dovrebbe essere efficacemente affrontato con gli studenti delle scuole, adottando programmi adeguati e di facile comprensione.

  • per gli studenti delle scuole elementari: le gravi conseguenze dell’assunzione di alcol dovrebbero essere evidenziate già dai primissimi anni, momento in cui il bambino riesce a comprendere ed assimilare più facilmente i corretti comportamenti, spesso riportandoli anche in famiglia.
  • per gli studenti delle scuole di grado maggiore: andrebbero evidenziati sia i problemi diretti che quelli indiretti legati alla dipendenza da alcol; specificatamente, anche le conseguenze dell’abuso di alcolici e del consumo di alcol in particolari momenti della vita (come, ad esempio, gli effetti dell’alcol in gravidanza) e le capacità, pressoché sempre negative, dell’alcol di far perdere il controllo (con rischio, ad esempio, di esercitare o subire violenze di diverso tipo, o di essere causa o concausa di incidenti stradali spesso mortali).

Andrebbero inoltre portate avanti iniziative volte a identificare eventuali situazioni di disagio sociale familiare legate all’abuso di alcol.

Cosa può fare la famiglia?

Di sicuro ascoltare, ascoltare, ascoltare! A prescindere dall’età e dalla predisposizione al dialogo di ogni singolo bambino o adolescente bisogna sempre sforzarsi di ascoltare: anche il silenzio a volte può essere eloquente. La comunicazione all’interno della famiglia va curata sin dalle prime età della vita, senza mai dare nulla per scontato e senza mai sottacere i problemi (presenti in ogni famiglia) che, anche se nascosti, vengono sempre percepiti dai bambini o adolescenti che poi, peraltro, tenderanno spesso a darne una loro personale interpretazione magari sbagliata.

Cosa possono fare, in particolare, i genitori

  1. stimolare già dalla primissima infanzia la capacità di critica, confrontarsi e dialogare con i figli in modo che le scelte che faranno saranno proprie e non la passiva accettazione delle dinamiche del gruppo
  2. evitare di consumare elevate quantità di alcol: questo farà bene in primis a noi stessi e sarà un buon esempio per i nostri figli. Dobbiamo sempre ricordarci che il primo luogo di acquisizione dei giusti comportamenti è e resta la famiglia.
  3. illustrare ai bambini sin da piccoli gli effetti deleteri dell’abuso alcolico
  4. spiegare ai bambini che esiste una differenza importante tra uso e abuso e che comunque esistono persone in cui l’abuso fa più danni che in altre, senza dimenticare di sottolineare che l’alcol può creare dipendenza
  5. spiegare alle adolescenti i rischi ancora maggiori legati all’alcol, in virtù della possibile perdita del controllo e dunque perdita della percezione di situazioni pericolose (anche legate a possibili violenze sessuali).

Cari ragazzi in conclusione ci si può divertire anche senza alcol, anzi molto di più, perché il divertimento, senza alcol, sarà più consapevolmente vissuto, e più felicemente ricordato!!!

Faq

Domande frequenti

L’alcol è una sostanza che induce dipendenza e pur essendo un nutriente capace di fornire energia (peraltro in forma di quelle che vengono definite “kcal vuote”) il suo abuso può indurre malnutrizione, interferendo con l’assunzione e la disponibilità di altri nutrienti importanti (tra cui diverse vitamine).

Cos’è il binge drinking?

Quest’abitudine, presente sia tra i ragazzi che tra le ragazze, si definisce binge drinking (un Disturbo di condotta alimentare analogo a quello noto come binge eating, o alimentazione compulsiva, al quale peraltro spesso si associa), cioè il bere compulsivamente sei o più bicchieri di alcolici e/o superalcolici in meno di due ore, spesso senza mangiare nulla.

Con la supervisione di:

Pediatra margherita caroli ecog sio oms

Dott.ssa Margherita Caroli Pediatra

Prof. Andrea vania - alimentazione bambini

Prof. Andrea Vania Pediatra