Bambini e attività fisica: “Dottore, quale sport è più indicato per mio figlio?”
Lo sport rappresenta per i nostri figli un elemento imprescindibile per la crescita intellettiva, emotiva, fisica e delle abilità motorie
Domanda ricorrente per pediatri e nutrizionisti da parte dei genitori, che attribuiscono allo sport praticato dal proprio bimbo una grande importanza in termini di sviluppo psico-fisico e psico-motorio, socializzazione e controllo del peso. Tutto vero, ma è opportuno parlare di movimento in generale e non solo di sport in senso stretto.
Il problema per i nostri figli non è tanto lo scarso sport, sebbene lo pratichi solo il 45% dei bambini tra i 6 e i 10 anni (dati ISTAT 2008), quanto l’assenza di attività fisica informale. Molto interessante a tal proposito l’indagine Periscope che mette a confronto le abitudini alimentari e di movimento in 3 paesi Europei: Danimarca, Polonia e Italia. Desolanti i risultati: Il 50% dei bambini italiani tra i 3 e i 6 anni non può giocare all’aperto contro l’1% dei danesi e polacchi nonostante le condizioni climatiche ben più vantaggiose per noi. In particolare, ben l’11% dei bambini italiani non è “mai” autorizzato a giocare fuori casa. Colpa forse della mancanza, in Italia, di aree verdi attrezzate e delle strade troppo trafficate, ma anche dell’uso dell’auto privata con la disabitudine a camminare anche per brevi tratti. L’effetto è l’incremento della sedentarietà e del tempo trascorso dai bambini davanti alla TV, che supera le 2 ore al dì per il 13% di loro, numero che sale al 25% nel fine settimana. Peraltro un tale comportamento, come ormai noto, è associato ad un maggior rischio di obesità.
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È però proprio in considerazione della scarsa attività ludica all’aria aperta che lo sport strutturato acquista per i nostri figli un ruolo centrale in quanto viene a rappresentare l’unico baluardo alla sedentarietà.
L’età più indicata per avvicinare un bambino all’attività sportiva è 5 anni, per ragioni legate alle fasi dell’accrescimento corporeo, ma anche alla consapevolezza di sé, alle neoacquisite capacità sociali e alla coordinazione motoria, che ha tra i 5 e gli 11 anni il massimo potenziale di sviluppo.
Il tema del gioco a quest’età dovrà essere preponderante, preferendo all’agonismo la collaborazione, al risultato il divertimento.
La scelta dell’attività andrà improntata soprattutto sulle preferenze del bambino, ma anche sulle caratteristiche individuali in quanto ciascuno sport è maggiormente indicato per una certa età e una certa tipologia di bimbo sia in termini di motricità e costituzione che di indole e personalità.
In generale comunque tra i 5 e 11 anni andranno preferiti gli sport cosiddetti “alternati” di squadra (calcio, pallacanestro), di destrezza (ginnastica artistica, arti marziali) e resistenza di breve durata (nuoto, pattinaggio) a quelli di potenza (corsa dei 100 metri, sollevamento pesi) e resistenza di lunga durata (ciclismo, sci di fondo).
In conclusione lo sport rappresenta per i nostri figli un elemento imprescindibile per la crescita intellettiva, emotiva, fisica e delle abilità motorie, ma va anche inserito in uno stile di vita dinamico volto a contrastare la sedentarietà dei nostri tempi.