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Stili di vita

TV, videogiochi e tablet: Che impatto hanno sulla salute dei bambini?

L’impatto che TV, videogiochi e tablet hanno sulla salute dei bambini e qualche consiglio per gestirli al meglio

Pubblicato il 21.10.2015 e aggiornato il 22.10.2015 Scrivi alla redazione

Impossibile spiegare a un bambino d’oggi che prima del 3 gennaio del 1954 la televisione non esisteva in Italia, o che una volta era in bianco e nero o con un solo canale e che ci volle molto tempo prima che almeno un fortunato nel condominio possedesse un apparecchio TV. Difficile anche spiegare come poi è diventata un veicolo di cultura, informazione se non addirittura di alfabetizzazione. I televisori sono infatti oggi presenti in tutte le case e in numero variabile, fanno parte del nido domestico tanto quanto il letto o il tavolo da pranzo, pertanto i messaggi che ne escono vengono assorbiti con la massima naturalezza e fiducia dai più piccoli. L’Auditel conta circa 20 canali dedicati all’infanzia che certamente intrattengono i bambini e fanno da baby-sitter, ma il problema è che li sottraggono ad attività alternative.
Alla TV si sono poi andati affiancando, negli anni ’70, i primi videogiochi, da Space Invaders e Asteroids per poi passare a quelli a colori a partire da Pac-Man nel 1980. Oggi vi sono console, giochi portatili e interattivi in 3D per tutte le tasche e tutti i gusti. Come la TV sono una seducente fonte di intrattenimento ma forse, più di questa, sono motivo di isolamento e alienazione del bambino rispetto al contesto familiare e dei pari.
Nel 2010 infine arrivano i tablet, che sostituiscono/affiancano computer, smartphone e televisione diventando i referenti preferiti di molti bambini che possono, con il tablet, navigare su internet, guardare film, giocare come con un videogioco, interagire – a distanza ed evidentemente in modo filtrato – con amici conosciuti o meno.
Da che mondo è mondo le novità spaventano ma è pure evidente quanto velocemente le nostre abitudini stiano mutando ed è importante comprendere che tipo di impatto questi cambiamenti stiano avendo sulla salute dei più piccoli.

Dalla corposa letteratura scientifica sul tema scopriamo effetti in vari ambiti:

Sonno: la presenza di un televisore nella camera da letto riduce di 20 minuti il riposo notturno dei bambini, così come l’utilizzo di videogiochi nelle ore serali sembra contrastare un rigenerante riposo.

Psiche: all’aumentare del numero di ore di televisione aumenta il rischio di depressione negli adolescenti. Peraltro videogiochi con immagini violente e programmi o film con scene cruente possono incrementare il tasso di aggressività. Colpisce a tale proposito uno studio su 5.000 bambini americani di 11 anni che confermava questa tesi, dal quale è emerso che la violenza “da schermo” conta sulla genesi di aggressività tanto quanto la violenza domestica o il crescere in un quartiere violento!

Alimentazione: il tempo trascorso davanti alla televisione aumenta l’assunzione giornaliera di alimenti a bassa qualità nutrizionale ovvero ricchi in grassi, zuccheri semplici e sodio. In particolare, ogni ora di TV apporta in media 1/3 di questa tipologia alimentare. Per i videogiochi non varrebbe la stessa cosa per impedimenti pratici anche se per tutti gli schermi vale la tendenza all’incremento di consumo di bevande zuccherine.

Obesità: oltre a molti studi internazionali, anche in un recente studio italiano su 14.500 ragazzini milanesi tra i 6 e gli 11 anni, le ore di televisione correlano con il grado di obesità in modo assolutamente indipendente dalle ore di sport effettivamente praticato. Questo ha luogo probabilmente a causa del maggior introito calorico, come spiegato nel punto precedente. Sembrerebbe che la soglia obesogena di TV al giorno sia di 2 ore.

Attività fisica: sebbene le ore trascorse tra TV e videogiochi producano obesità indipendentemente dalle ore di sport praticato, è indubbio che gli schermi sottraggono molto spazio e tempo al movimento informale come alle attività strutturate. Detto questo, e per dovere di cronaca, va aggiunto che esistono videogiochi che prevedono che l’utente si muova mimando pratiche sportive e ciò ha di per sé un dispendio energetico di 2-3 volte superiore al classico videogioco con tasti o joystick.

A questo punto cosa possono fare i genitori? Nell’ottica che i divieti assoluti acuiscono il desiderio del bene sottratto è opportuno trovare in famiglia un equilibrio tra regole (atte a ridurre il tempo trascorso tra TV e videogiochi: no TV in camera, limiti su orari e tipologia di giochi) e spazi di condivisione in cui lo schermo non separi ma unisca le famiglie davanti ad un bel film da commentare o a un nuovo videogioco da utilizzare in gruppo.

Con la supervisione di:

Dott.ssa Margherita Caroli Pediatra

Prof. Andrea Vania Pediatra