Bronchiolite: sintomi, cause, diagnosi e cura
Bronchiolite bambini sintomi:rinorrea (muco che cola dal naso), tosse, respiro sibilante, difficoltà respiratoria e raramente febbre. Come si cura.
La bronchiolite è un’infezione virale a carico delle basse vie respiratorie di lattanti e bambini di età inferiore ai 2 anni. La causa è generalmente il virus respiratorio sinciziale, la cui diffusione è maggiore nel periodo autunnale e invernale, da novembre a marzo.
- Sintomi di bronchiolite
- Cos’è la bronchiolite
- Bronchiolite nel neonato: come riconoscerla, i sintomi
- Cosa provoca la bronchiolite
- Diagnosi: come si capisce se è bronchiolite
- Cosa fare in caso di bronchiolite
- Cosa prendere per la bronchiolite
- Sintomi di Bronchiolite: quando portare il bambino in Pronto Soccorso
- Quanti giorni dura la bronchiolite
- Quando la bronchiolite è pericolosa: fattori di rischio e conseguenze
- Come prevenire la bronchiolite
- La bronchiolite è contagiosa
Sintomi di bronchiolite
La bronchiolite può manifestarsi con:
- rinorrea (muco che cola dal naso);
- tosse;
- respiro sibilante;
- difficoltà respiratoria;
- e raramente febbre.
La prognosi è quasi sempre buona ma è necessario un attento monitoraggio durante tutto il decorso a causa del possibile repentino peggioramento delle condizioni cliniche e del rischio di disidratazione, soprattutto nei più piccoli.
Cos’è la bronchiolite
Come detto, la bronchiolite è un’infezione acuta del tratto inferiore del sistema respiratorio. In seguito al contatto col virus, dopo un’iniziale fase di apparentemente comune rinite stagionale (raffreddore) si innesca l’infiammazione di bronchi e bronchioli. Queste strutture deputate al passaggio dell’aria nei polmoni hanno di per sé un diametro molto piccolo, con l’attivazione della risposta infiammatoria si ha un ulteriore restringimento del loro calibro. L’iperproduzione di muco legata all’infiammazione ostruisce ulteriormente il passaggio dell’aria, con conseguente difficoltà respiratoria.
I soggetti più colpiti sono bambini al di sotto dell'anno di età, in special modo prima dei sei mesi di vita quando bronchi e bronchioli hanno ancora un diametro estremamente ridotto.
La bronchiolite non colpisce soltanto i bambini ma può infettare l’apparato respiratorio a qualsiasi età e, trattandosi di un virus che non lascia un’immunità permanente, ci si può contagiare più volte nel corso della vita. I sintomi a carico delle basse vie respiratorie nei bambini più grandi e negli adulti sono ben più rari e limitati a soggetti immunocompromessi o affetti da malformazioni e patologie a carico dell’apparato respiratorio.
Bronchiolite nel neonato: come riconoscerla, i sintomi
Tutti i casi inizialmente manifestano solo sintomi a carico delle alte vie aeree, ovvero naso ostruito, rinorrea (muco nasale generalmente acquoso) e talvolta febbricola. Dopo pochi giorni compaiono i caratteristici sintomi della bronchiolite a carico delle basse vie respiratorie:
- tosse insistente con fischi e sibili espiratori udibili anche avvicinando l’orecchio alla bocca e al naso del piccolo;
- aumento della frequenza respiratoria (respiro accelerato) fino a più di 60 atti respiratori al minuto;
- rientramenti intercostali, sopraclaveari e al giugulo (per l’utilizzo dei muscoli respiratori accessori);
- narici dilatate con l’inspirazione (alitamento delle pinne nasali).
La bronchiolite del neonato può avere un peggioramento repentino: nell’arco di poche ore i primi sintomi (lieve rinorrea e difficoltà ad alimentarsi) possono peggiorare fino ad un quadro di distress respiratorio (importante difficoltà a respirare) e apnea (lunghe pause respiratorie) arrivando in rari casi anche alla cianosi periorale (colorito bluastro intorno alle labbra).
Cosa provoca la bronchiolite
La causa della bronchiolite è un’infezione virale. Tre casi su quattro sono dovuti al virus respiratorio sinciziale (VRS) ma anche altri virus comuni (rinovirus, adenovirus, metapneumovirus, coronavirus, virus parainfluenzali) possono dare lo stesso quadro clinico.
La trasmissione del virus avviene attraverso il contatto diretto con le secrezioni respiratorie di soggetti affetti ed è altamente contagiosa. Il periodo di incubazione è di 4-6 giorni. I virus responsabili di bronchiolite possono contagiare anche bambini più grandi e adulti, nei quali i sintomi si limitano alle alte vie respiratorie mentre la trasmissione ai più piccoli da origine alla bronchiolite del neonato o del lattante.
Diagnosi: come si capisce se è bronchiolite
La diagnosi di bronchiolite è clinica e va sospettata quando raffreddore, tosse e respirazione affannosa si presentano in bambini con meno di 2 anni. Il pediatra può formulare diagnosi di bronchiolite osservando i sintomi con la visita pediatrica integrata con la storia del paziente. Solo in casi selezionati si effettuano esami di laboratorio finalizzati ad individuare il virus responsabile (tampone nasofaringeo) e/o a chiarire le condizioni cliniche del paziente.
La misurazione dell’ossigeno nel sangue (saturazione) attraverso un saturimetro (o pulsossimetro) adatto all’età può essere effettuata direttamente nell’ambulatorio del pediatra applicando un sensore sul piedino, nei neonati, o su un dito della mano, nei bambini più grandi.
La saturazione rilevata con il saturimetro o l’emogasanalisi arteriosa (un particolare prelievo di sangue) è un indicatore della gravità della situazione e se inferiore al 94% implica la necessità di ricovero. La radiografia del torace è necessaria quando si sospettano complicanze come una polmonite, o in caso di mancato miglioramento.
Cosa fare in caso di bronchiolite
Quando viene formulata diagnosi di bronchiolite e il pediatra depone per una gestione domiciliare della malattia la cosa più importante da fare è osservare il proprio bambino. Il genitore è in grado di percepire eventuali deviazioni dal normale comportamento del proprio figlio (appetito, ritmo sonno-veglia, numero di pannolini bagnati) e può facilmente riconoscere un possibile peggioramento dello stato clinico generale.
Trattamento a domicilio e trattamento in ospedale: cosa aspettarsi
In presenza di una buona saturazione (livello di ossigeno nel sangue) e di condizioni cliniche che permettono al piccolo di essere alimentato, la gestione della bronchiolite è domiciliare. La maggior parte dei bambini continuano ad essere vigili e attivi come di consueto, seppur congestionati e con respiro accelerato.
Cosa prendere per la bronchiolite
In questi casi la terapia è perlopiù di supporto e finalizzata al controllo dei sintomi. Si basa principalmente su frequenti lavaggi nasali, per disostruire le alte vie respiratorie, e aerosolterapia con soluzione ipertonica al 3%, per mobilizzare le secrezioni catarrali.
Spesso in maniera empirica vengono associati anche broncodilatatori (farmaci che rilassano la muscolatura dei bronchi favorendone la dilatazione) il cui impiego andrebbe limitato ai soli casi in cui vi è un’efficacia dimostrata attraverso una prima somministrazione “prova” nell’ambulatorio pediatrico. I cortisonici per via orale, invece, non si sono dimostrati efficaci e non sono attualmente raccomandati.
Quanto agli antibiotici, pur non essendo necessari a eradicare il virus che ha causato la bronchiolite, possono essere prescritti nei soggetti in cui si sospetti una sovrainfezione batterica o in quelli a maggior rischio (immunocompromessi).
In presenza di tosse insistente può essere compromessa la capacità del piccolo di alimentarsi. La complicanza più subdola e insidiosa è la disidratazione. Per soddisfare i fabbisogni nutrizionali ed evitare la disidratazione è opportuno frazionare i pasti in poppate più piccole ma più frequenti.
Sintomi di Bronchiolite: quando portare il bambino in Pronto Soccorso
In caso di:
- aumento della difficoltà respiratoria (dispnea);
- ridotto apporto di liquidi;
- sonnolenza (letargia) o insonnia;
- irritabilità eccessiva;
- ridotto numero di pannolini bagnati (indice di disidratazione);
- colorito bluastro della pelle il bambino va portato rapidamente in pronto soccorso.
Il ricovero ospedaliero si rende necessario quando diventano fondamentali terapie di supporto per garantire:
- l’adeguato apporto di liquidi, per via endovenosa quando l’alimentazione per bocca non è sufficiente o è totalmente compromessa;
- l’adeguata ossigenazione del sangue, somministrando ossigeno umidificato e riscaldato;
- le cure necessarie e un attento monitoraggio in caso di condizioni che precludono un’adeguata assistenza da parte dei genitori.
Solo in rari casi è necessario il ricovero in terapia intensiva e il supporto respiratorio meccanico.
Quanti giorni dura la bronchiolite
La bronchiolite di per sé in genere si risolve spontaneamente in pochi giorni, al massimo un paio di settimane. Nei casi in cui la malattia si complica con una sovrainfezione batterica (polmonite) il decorso è più lungo e articolato.
Quando la bronchiolite è pericolosa: fattori di rischio e conseguenze
Il decorso della malattia generalmente è benigno, e l’infezione si risolve spontaneamente in 7-12 giorni.
L’entità dei sintomi e la gravità del decorso possono essere maggiori in presenza di uno o più fattori di rischio:
- prematurità: quanto maggiore è il grado di prematurità, tanto più grave il decorso della bronchiolite;
- età del bambino (inferiore alle 12 settimane);
- cardiopatie congenite;
- fibrosi cistica;
- immunodeficienze;
- displasia broncopolmonare;
- anomalie congenite delle vie aeree.
In presenza di uno o più fattori di rischio e in bambini sotto i sei mesi di vita il quadro clinico potrebbe essere tanto grave da richiedere il ricovero ospedaliero. In questi piccoli pazienti il quadro clinico tipico può infatti aggravarsi con comparsa di apnee (pause respiratorie più lunghe del nomale), calo dei livelli di ossigeno nel sangue, e soprattutto disidratazione (causa aumento della frequenza respiratoria e difficoltà ad alimentarsi).
In una piccola minoranza di casi, in presenza di fattori di rischio, la bronchiolite può complicarsi con una sovrainfezione batterica polmonare fino a un quadro di polmonite. Più frequentemente, neonati e lattanti che hanno avuto bronchiolite nei primi mesi di vita presentano negli anni ripetuti episodi di respiro sibilante e bronchite asmatiforme.
Come prevenire la bronchiolite
Il rischio di contrarre la bronchiolite può essere ridotto osservando poche e semplici regole igieniche di prevenzione:
- evitare il più possibile il contatto dei bambini nel primo anno di vita (anche fino ai due anni in presenza di fattori di rischio) con altri bambini e adulti che presentano sintomi di infezione delle alte vie respiratorie (anche il “banale” raffreddore può essere fonte di contagio!);
- in presenza di conviventi affetti da infezioni delle alte vie respiratorie limitare i contatti stretti al minimo indispensabile, utilizzare mascherine FFP2 per adulti e bambini più grandi e arieggiare frequentemente gli ambienti;
- lavare frequentemente le mani, soprattutto prima e dopo il contatto col bambino;
- evitare l’esposizione al fumo passivo diretto e indiretto (non fumare mai in casa e non avvicinarsi al bambino con gli abiti indossati mentre si fuma): il fumo riduce la capacità delle vie respiratorie di mobilitare e bloccare l’entrata dei virus. Anche l’esposizione al fumo in gravidanza (mamma fumatrice) può predisporre ad una maggiore frequenza e gravità della malattia;
- favorire l’allattamento al seno: il latte materno è ricco di anticorpi che aiutano il lattante a proteggersi dalle infezioni;
- intervenire con appositi lavaggi nasali con soluzione fisiologica o ipertonica (come da indicazioni del pediatra) quando si presenta rinorrea.
Nei bambini ad alto rischio (prematuri, immunocompromessi e cardiopatici) è raccomandata la somministrazione di Palivizumab (Synagis), un anticorpo contro il Virus Respiratorio Sinciziale. La somministrazione andrebbe effettuato con cadenza mensile nel primo anno.
La bronchiolite è contagiosa
La bronchiolite è una malattia infettiva e come tale è contagiosa. La trasmissione da una persona all’altra avviene attraverso microparticelle di saliva e secrezioni emesse da chi è infetto, via colpi di tosse, starnuti, voce. Il contagio può avvenire anche in maniera indiretta se si portano alla bocca oggetti (o anche le mani) contaminati.
Neonati e lattanti sono particolarmente a rischio se frequentano il nido o se hanno sorelline e fratellini più grandi che frequentano l’asilo o la scuola dell’infanzia. L’ambiente scolastico nel periodo invernale è generalmente luogo di alta circolazione dei virus, tra cui il virus respiratorio sinciziale, con vere e proprie epidemie di bronchiolite. L’incubazione, dal contagio alla comparsa dei primi sintomi, dura 4-6 giorni.