Come spiegare l’Inverno ai bambini
Spiegare l'inverno ai bambini: quando inizia e quando finisce; si può uscire anche durante la stagione fredda, il freddo non fa ammalare i bambini; gli animali, i cibi e i colori invernali.
Le stagioni sono parte di un girotondo che corre intorno alla vita donandole il ritmo di un canto a cui il bambino è chiamato a partecipare. Far amare l’estate e la primavera è facile: il sole, la vita all’aria aperta, l’alto contatto con la natura, il mare caldo, i boschi accoglienti e l’aria tiepida di montagna sono caratteristiche naturalmente gradevoli e confortanti. Spiegare l’inverno ai bambini in una chiave positiva e attraente, invece, è culturalmente più difficile. Alimentazione Bambini ci prova in questo articolo!
- Domande ricorrenti sulla stagione invernale: come affrontare il freddo
- L’inverno non è una stagione triste
- Osservare e denominare le caratteristiche dell’inverno: la stagione fredda
- L’inverno è un passaggio, come per interpretare positivamente la pioggia
- Tutti i colori dell’inverno
- Tutti i cibi dell’inverno
- La leggenda dei giorni della merla da raccontare ai bambini
- Il letargo degli animali e la ritualità della natura
- Quando inizia e quando finisce l’inverno
Domande ricorrenti sulla stagione invernale: come affrontare il freddo
Il freddo è il pregiudizio culturale che rende ostili all’inverno già mamma e papà.
Il freddo fa ammalare i bambini?
No, è opinione diffusa che le basse temperature siano causa di malanni stagionali, ma non è così. Di per sé il freddo non dovrebbe impedire una sana relazione con l’ambiente esterno.
Quando fa freddo o se ha nevicato si possono portare i bimbi fuori?
Sì. È meno salutare restare a casa “al calduccio” immersi in un ambiente termoriscaldato senza un giusto ricambio d’aria e senza una giusta valutazione della qualità della stessa. Il tasso di umidità dell’aria, per esempio, è importante e non è salubre che l’aria sia secca pur di ottenere un ambiente caldo.
Freddo non vuol dire gelo, né tempesta: in normali condizioni meteorologiche uscire di casa d'inverno fa bene.
Il consiglio è quello di uscire almeno una volta al giorno, fosse anche per una breve passeggiata. Passeggiare all’aperto è rilassante, abbassa il livello di stress, attiva l’interesse del bambino verso il mondo esterno, aumenta l’appetito, rilassa e rende felici. Fa bene persino ai neonati, in ogni stagione dell’anno! Senza contare che solo uscendo di casa il bambino può osservare e vivere l’inverno apprezzandolo in tutte le sue caratteristiche.
Dobbiamo difendere i bambini dal freddo tenendoli caldi il più possibile?
Noi genitori, per combattere il freddo, spesso usiamo vestire i piccoli più del necessario infagottandoli per tutta la stagione invernale, anche a discapito delle loro abilità di movimento e senza tenere conto che istintivamente sanno e possono manifestare le loro sensazioni in relazione al caldo e al freddo.
Ultra-vestirli, anche questo non è consigliabile! Preferite un abbigliamento a cipolla, ovvero vestite il bambino a strati consentendogli di alleggerirsi se dopo una lunga passeggiata accusa caldo.
L’inverno non è una stagione triste
Il Winter Blues è la cosiddetta “depressione invernale” i cui sintomi possono manifestarsi anche nei bambini in un calo del tono dell’umore, inappetenza, apatia. Questa condizione ha trovato accoglienza in ambito clinico agli inizi degli anni ’90 una volta ammesso il peso specifico della luce sull’umore e sul ritmo circadiano umano.
Il ritmo cicardiano influenza le nostre funzioni vitali sulla base del cosiddetto orologio biologico e del rapporto sonno-veglia.
Noi adulti possiamo sperimentarlo sulla nostra pelle e dobbiamo immaginarne la ricaduta sui nostri figli:
- svegliarsi quando fuori è ancora buio per principiare una giornata di lavoro e scuola non è facile per nessuno.
- Affrontare il freddo mentre casa è calda può indurci alla pigrizia, anche se aria pungente, neve e basse temperature sono naturale espressione del clima e dell’ambiente di cui siamo parte.
- Il grigio del cielo sembra meno apprezzabile dell’azzurro terso delle mattine primaverili e estive, ma i colori vanno acquisiti come espressione dei disegni della natura.
In altre parole, il Winter Blues si vince accettando i cambiamenti, il clima e l’alternarsi delle stagioni e calandosi positivamente nell’inverno. L’inverno ha il suo fascino legato non solo al Natale, alle feste, ai regali che Babbo Natale, Santa Lucia e la Befana portano ai piccoli.
I bambini osservano il nostro approccio e ci imitano, ecco perché questa premessa si è resa indispensabile. Una volta vinto il Winter Blues e accettato il freddo come parte del ciclo stagionale, superati i pregiudizi e trovata una risposta alle domande di cui sopra, noi genitori siamo pronti a spiegare l’inverno ai bambini serenamente.
Osservare e denominare le caratteristiche dell’inverno: la stagione fredda
L’osservazione è il migliore punto di partenza per spiegare ai bimbi tutto del mondo, anche l’inverno. Ecco cosa possiamo osservare nel paesaggio invernale:
- il cielo grigio;
- la brina che si posa sulle foglie al mattino donando all’inverno un altro tocco di bianco, e, in modo meno romantico, vale anche osservare l’umidità che cala sulle auto facendo dei lunotti posteriori splendide lavagne su cui muovere le dita protette dai guantini per disegnare un sole che presto sarà spazzato via dai tergivetro;
- il clima rigido che spesso trasforma in pioggia o anche in neve, il grigio delle nuvole;
- il freddo che si sente sulla pelle, anche sul nasino mentre siamo coperti da cappotti, sciarpe e guanti;
- i colori dell’inverno ovvero il bianco della neve, il grigio-argento che luccica quando il sole bacia l’acqua e la brina, il marrone degli alberi spogli e delle castagne a cui si oppone l’arancio delle zucche e degli agrumi.
Tradurre l’osservazione in attività per spiegare l’inverno ai bambini
Nulla più del disegno aiuta i bambini a prendere coscienza del nuovo, pertanto disegnare ciò che incontriamo nel mondo è sempre un’ottima idea. Colorare e disegnare è in sé scoperta, comprensione e metabolizzazione perché attraverso l’osservazione e le matite colorate il bimbo si concede il tempo, con l’accompagnamento dell’adulto, per entrare in relazione con nuove cose e acquisizioni.
Qui vi proponiamo una serie di nuvolette da colorare; da abbellire con occhietti sorridenti, anche quelli di plastica auto-adesivi; da ritagliare e attaccare su cartoncini di supporto per farne dei lavoretti a tema inverno; da riempire di ovatta bianca.
La nostra gallery dove il bimbo può scegliere la sua nuvola per dare vita a un suo personale cielo d’inverno:
Nuvolette colorate, sorridenti e con caldi cappellini sul capo, gocce di pioggia allegre, e ombrelli arcobaleno possono essere protagonisti di una storia invernale sorridente in cui il cielo non è solo grigio. Autunno e inverno sono le stagioni della pioggia ma non è detto che questo connoti negativamente le giornate.
L’inverno è un passaggio, come per interpretare positivamente la pioggia
L’inverno nutre la terra e la prepara a sopportare le stagioni più calde e meno piovose, inoltre la pioggia va rispettata e amata come parte del viaggio vitale dell’acqua che possiamo presentare ai bimbi anche sotto forma di canzone:
Tutti i colori dell’inverno
Le sfumature di colore dell’inverno brillano come i cristalli di ghiaccio, il riverbero della luce sulla brina e tra le goccioline di pioggia che cadono dal cielo. Ma quelli invernali sono anche toni candidi come il bianco puro della neve. Possiamo presentarli ai bambini con l’ausilio del disegno, ma anche sotto forma di canzone:
Tutti i cibi dell’inverno
Cibi e colori si incontrano nella logica della riproduzione grafica, anche qui possiamo sfruttare i disegni: le castagne sono marroni, le arance arancioni, come le clementine (i mandarini) e la zucca. Gli alberi che in autunno hanno perduto le foglie restano marroni, come la terra brulla, ma dopo il riposo invernale torneranno a fiorire. Anche il colore della terra ha una sua ciclicità.
L’accostamento cibi-colori e quello colori-cicli della natura ci aiutano a raccontare al bambino di quel girotondo che è la vita anche nei ritmi e nell’incedere stagionale.
Senza contare che ogni cibo ha una sua storia che può essere raccontata al bimbo, per esempio la castagna che è un cibo tipico dell’autunno e dell’inverno, compare nella stagione autunnale ma è così tanto utilizzata d’inverno, anche sotto forma di farina, da essere definita “pane d’inverno“. Infatti, grazie al suo basso costo questa materia prima ha sfamato le famiglie più povere sin dall’antichità.
Gli animali dell’inverno e il letargo
Sono iconicamente animali dell’inverno il riccio, l’orso bianco, ovvero l’orso polare, la lepre e la renna, quest’ultimo animale legato alla narrativa classica del Natale e del viaggio della slitta di Babbo Natale trainata dalle magiche renne.
L’orso bianco riporta all’idea del polo nord, del gelo e il suo colore richiama quello candido della neve.
Tra gli altri animali ricordiamo il merlo, di colore nero, per non dimenticare mai l’importanza di riportare i colori nella narrazione stagionale come elemento distintivo per i racconti rivolti ai bambini. Il merlo è legato ai così detti giorni della merla: il 29, 30, il 31 gennaio.
La leggenda dei giorni della merla da raccontare ai bambini
Sono diverse le leggende relative ai giorni più freddi dell’anno i cosiddetti giorni della merla. Tra le differenti versioni, il consiglio è quello di utilizzare un racconto semplice. Per i bambini più piccini, fino ai 3-4 anni, è consigliabile scegliere la versione che associa gli animali al freddo e usa come elemento chiave il colore:
“C’era una volta una merla tutta bianca, era diventata mamma da poco e cercava un caldo e sicuro riparo dal freddo perché i suoi piccoli, tutti bianchi come la mamma, non soffrissero il gelo. Così si rifuggiò in un comignolo, restarono lì a lungo sino ai 1° febbraio. Ma quando uscirono da quel rifugio, mamma e piccoli uccelli, erano diventati neri come la fuliggine. È da quel giorno che tutti i merli sono neri”.
Il letargo degli animali e la ritualità della natura
Tutti gli animali che vanno in letargo d’inverno rispettano un rito fisiologico che si associa alla scarsità di cibo: gelo e neve abbracciano i boschi e ciò ne riduce l’attività e la vitalità della bella stagione, meno cibo significa per gli animaletti del bosco meno energie, e allora che si fa? Si va a dormire risparmiando le forze. Anche il letargo è un ciclo, un evento di passaggio, comunemente inizia a metà novembre e finisce a marzo.
Quando inizia e quando finisce l’inverno
L’inizio dell’inverno è sopraffatto dall’attenzione che tutti noi riponiamo sul Natale, infatti il solstizio d’inverno, che ne segna la data di inizio, cade il 21 dicembre.
Il giorno del solstizio d’inverno può essere spiegato ai bambini come quello in cui il Polo Nord e il sole, nella loro danza nel cielo, si trovano più lontani. Questa lontananza fa sì che i raggi del sole scaldino meno la terra, perciò la stagione invernale è, tra tutte, quella fredda