Skip to content

Stili di vita

Allergie nei bambini: come riconoscerle e prevenirle

Allergie nei bambini: quali sono le più diffuse, a che età si manifestano, quali sono i primi sintomi, come riconoscerle e come prevenirle.

Pubblicato il 20.05.2022 e aggiornato il 26.05.2022 Scrivi alla redazione

Le allergie sono condizioni patologiche in cui il proprio sistema immunitario riconosce una sostanza estranea normalmente innocua (definita allergene) come se fosse un agente aggressivo da cui difendersi. Negli individui geneticamente predisposti, dopo un primo contatto con l’allergene il sistema immunitario produce anticorpi specifici (le immunoglobuline E, IgE). Questo processo è chiamato sensibilizzazione. Un eventuale seconda esposizione con l’allergene imputato determina una reazione infiammatoria più o meno intensa, a seconda del soggetto, con diverse possibili manifestazioni cliniche dovute al rilascio di sostanze come l’istamina.

In alcuni casi, non si sa perché, possono essere presenti le IgE specifiche per un certo allergene ma senza alcuna manifestazione clinica: in questo caso non si può fare diagnosi di allergia. D’altra parte è anche possibile che si possa soffrire di più allergie, in questo caso di parla di polisensibilizzazione.

Allergie bambini, a che età si manifestano

Generalmente i bimbi fortemente allergici (soprattutto agli inalanti) iniziano a manifestare i primi sintomi già nella prima infanzia e poi negli anni si aggiungono reazioni allergiche scatenate da nuovi allergeni che non si possono prevedere. La probabilità che un bambino sia allergico è tanto più alta se uno o ancor più entrambi i genitori lo sono. Questa predisposizione ereditaria è detta atopia.

Allergie nei bambini: quali sono le più frequenti?

Gli allergeni ai quali l’organismo del bambino reagisce più comunemente manifestando reazioni allergiche sono:

  • Pollini: con questo termine si identifica il pulviscolo di diverse piante, alberi ed erbe. L’allergia al polline viene anche detta febbre da fieno ed ha tipicamente un andamento stagionale, proprio perché i sintomi si manifestano solo in determinati periodi dell’anno (la fioritura della specifica pianta/ albero/ erba);
  • Acari della polvere:in realtà la reazione allergica è scatenata dall’esposizione alle escrezioni e alla forfora di questi piccoli animaletti che comunemente vivono nelle nostre case, annidandosi soprattutto tra materassi, cuscini, tappeti, tende, peluche;
  • Allergie alimentari: sono molto più comuni nei bambini rispetto agli adulti. Il meccanismo scatenante è lo stesso di tutte le altre allergie ma i sintomi sono spesso più specifici, interessando in modo particolare l’apparato gastrointestinale con manifestazioni quali dolori addominali, nausea, vomito e diarrea. Gli allergeni più comunemente implicati sono le proteine del latte vaccino, l’uovo, il pesce e le arachidi. Nella gran parte dei casi tendono ad autorisolversi nei primi anni di vita ma spesso questi bambini vanno incontro ad altre forme allergiche (perlopiù respiratorie) in quella che viene detta la marcia allergica.
  • Allergie a cane e gatto: gli animali domestici producono abitualmente una desquamazione (tipo forfora) che per molti soggetti, bambini e adulti, costituisce una delle più comuni cause di allergia. L’igiene dell’animale poco ha a che fare con tale desquamazione, dunque in caso di allergia conclamata l’unico strumento preventivo è, purtroppo, l’allontanamento dell’animale dall’ambiente domestico.
  • Allergia alla muffa: le muffe sono microrganismi che crescono in ambienti caldo-umidi. Non è raro trovarne nelle nostre abitazioni, soprattutto se non ben areate. Le spore che liberano nell’aria sono spesso causa di manifestazioni allergiche nei bambini.

Come riconoscere le allergie nei bambini: sintomi

Le manifestazioni cliniche dell’allergia possono essere diverse, comparire in tempi più o meno rapidi (manifestazione allergica immediata o ritardata) e presentarsi in maniera più o meno intensa: da un semplice fastidio a condizioni che mettono a rischio la vita (shock anafilattico). Nel bambino allergico tra le prime manifestazioni possiamo notare più frequentemente la dermatite atopica, spesso presente già nei primi mesi di vita. Prurito, eruzioni cutanee, tosse, lacrimazione, starnuti, tosse secca e altre manifestazioni sono determinate dall’attivazione del sistema immunitario con rilascio di istamina. Quest’ultima può concentrarsi su un sito specifico (reazione locale) o raggiungere più distretti corporei (reazione sistemica).

Come distinguere i sintomi di un’allergia da altre infezioni o disturbi

Alcuni sintomi non sono esclusivi delle malattie allergiche (naso che cola, starnuti, occhi rossi, eccetera) ma possono presentarsi anche in occasione di altre patologie. Si pensi a rinite e tosse, entrambe possibili manifestazioni di malattie infettive. L’assenza di febbre, la familiarità per allergia, la cronicità del disturbo (che tende a recidivare sempre in determinate situazioni e talvolta con una certa stagionalità) e alcune caratteristiche specifiche (es. rinite acquosa invece che muco-purulenta) fanno propendere maggiormente verso l’ipotesi diagnostica di allergia.

Allergie nei bambini - alimentazionebambini. It by coop
Acari della polvere, polline, cibo o povere, cosa scatena l’allergia: test per scoprirlo – alimentazionebambini.it by COOP

Allergie, diagnosi e test

La prima cosa importantissima da sapere è che un test allergologico positivo non pone diagnosi di allergia: ovvero, per poter definire un soggetto come “allergico” è necessario che nella sua storia clinica (anamnesi) il paziente riferisca problemi, ovvero manifestazioni cliniche, tipici dell’allergia e che questi vengano confermati da un test diagnostico. Motivo per cui effettuare le prove allergiche in persone totalmente asintomatiche, seppur con familiarità per allergia, non è raccomandato né utile.

Esistono diversi tipi di test allergologici e ognuno trova indicazione in specifiche situazioni. I test allergometrici cutanei più comuni (i prick test) sono necessari e per lo più sufficienti per porre diagnosi di allergie respiratorie. Si applica una goccia dell’allergene sospetto (della sostanza che scatenerebbe allergia) sul braccio del bambino e si punge leggermente la cute; se dopo 15 minuti si osserva un rigonfiamento (pomfo) di diametro superiore a 3 mm si dice che il soggetto è allergico a quella specifica sostanza. Per una maggiore attendibilità dell’esame va sospesa la terapia con antistaminici e cortisonici per le 2 settimane precedenti.

Nei casi dubbi o se non è possibile effettuare il prick test c’è indicazione ad indagare anche con il dosaggio delle IgE specifiche circolanti nel sangue, che non è inficiato dalla mancata sospensione della terapia farmacologica.

Nei casi di sospetta allergia alimentare, se il prick test è negativo, si ricorre al prick-by-prick: un test molto simile al precedente ma nel quale si utilizza l’alimento fresco invece dell’estratto allergenico diluito. Ha il vantaggio di essere maggiormente sensibile ma lo svantaggio di non essere standardizzato e dunque meno riproducibile.

Infine, nel sospetto di reazioni allergiche da contatto si effettua il patch test. Sulla pelle del paziente (generalmente sul dorso) vengono applicati dei dischetti non assorbenti contenenti l’allergene potenzialmente responsabile e si lasciano in sede per 48 ore. La comparsa di reazioni (arrossamento, prurito o vescicole) danno esito positivo, che comunque spesso viene rivalutato anche a distanza di 1-2 giorni per escludere che si tratti solo di un’irritazione cutanea. Anche in questi due test è fondamentale che il paziente sospenda la terapia antistaminica e corticosteroidea nelle 2 settimane precedente l’esame.

Prove allergiche

Quando fare le prove allergiche, in che periodo dell’anno e perché? E cosa NON fare prima delle prove?

I test allergologici andrebbero eseguiti solo su indicazione dello specialista allergologo (o di altro medico che ne abbia le competenze) e solo in caso di reale sospetto diagnostico verso uno o più allergeni scatenanti o trigger. Per garantirne la migliore attendibilità è importante non eseguirli nelle fasi acute e sintomatiche di allergia, ed evitare che il paziente assuma antistaminici e cortisonici nelle 2 settimane precedenti.

Manifestazioni allergiche

Sono manifestazioni di allergie, per esempio, la rinite allergica, la tosse allergica e l’orticaria.

Rinite allergica, come si manifesta e come si distingue dal raffreddore comune

Il raffreddore allergico si riconosce perché solitamente la secrezione è trasparente (rinite acquosa) e oltre alla sensazione di congestione nasale (naso chiuso) si associa quasi sempre intenso prurito nasale. Mancano invece la secrezione giallo-verdastra purulenta e gli altri sintomi (cefalea, mal di gola, talvolta febbricola) tipici del raffreddore infettivo.

Tosse allergica, come si manifesta e come si riconosce

La tosse del bambino allergico è tipicamente secca e stizzosa, con andamento parossistico (non continua) e riacutizzazioni in seguito all’esposizione all’allergene per poi risolversi al cambio di ambiente. In alcuni bambini la tosse si associa a respiro sibilante e difficoltà respiratoria (affanno o asma) per infiammazione delle basse vie aeree: in questi casi parliamo di asma allergica.

Orticaria, come si manifesta e come si riconosce

L’orticaria o urticaria è una eruzione cutanea diffusa, caratterizzata da rigonfiamenti rossi (pomfi) di forma e dimensioni differenti tra loro (a cartina geografica), che tendono a comparire e scomparire velocemente. Si associa ad un forte prurito. Sebbene spesso causata da un’allergia, soprattutto alimentare, meno frequentemente respiratoria, le cause di orticaria possono essere anche di tipo non allergico.

Allergie nei bambini - alimentazionebambini. It by coop
Cosa fare per la prevenzione delle allergie- alimentazionebambini.it by COOP

Come rinforzare il sistema immunitario in tenera età

Negli ultimi decenni la prevalenza delle malattie allergiche è in aumento. Secondo la cosiddetta ipotesi igienica l’attenzione alla pulizia che si ha nel mondo industrializzato renderebbe il sistema immunitario meno allenato a combattere i germi, di quanto non lo fosse in passato. In tal modo i nostri sistemi di difesa non sarebbero in grado di distinguere ciò che è innocuo da ciò che è dannoso. Ne deriva che un modo per rinforzare il sistema immunitario potrebbe essere proprio quello di fare attenzione sì all’igiene, senza però sterilizzare del tutto l’ambiente in cui vive il bambino fin dai primi giorni.

Organizzare l’ambiente in cui si muove il bambino in relazione all’allergia (filtri anti polvere e polline, coprimaterassi specifici…)

In caso di allergia conclamata o fortemente sospettata le prime misure da adottare sono quelle igienico-ambientali finalizzate a ridurre il contatto del bambino con l’allergene. Per polvere e muffe la pulizia dell’ambiente, il cambio della biancheria da letto, l’areazione dei locali dove il bimbo soggiorna o dorme e la rimozione di oggetti (libri, peluche, tende e tappeti!) che possono accumulare polvere sono fondamentali.

Per la polvere e altri inalanti (per esempio i pollini) esistono filtri ambientali specifici che possono aiutare a ridurre ulteriormente l’accumularsi di tali sostante in ambiente domestico e in auto.

Per le allergie alimentari la questione è talvolta più difficile da organizzare perché se in ambiente casalingo e scolastico gli adulti possono essere ben educati per evitare anche le possibili contaminazioni (presenza di piccole tracce di alimento allergizzante), non è altrettanto facile nelle occasioni di socialità, soprattutto nel bambino più grande. Generalmente il bambino allergico è comunque ben istruito e impara facilmente a riconoscere gli alimenti proibiti e quelli che potrebbero essere a rischio.

Antistaminici per bambini

Laddove le misure comportamentali (bonifica dell’ambiente, filtri e copri-materassi antiallergici, allontanamento dell’animale da compagnia) non siano del tutto efficaci nel migliorare i sintomi di allergia, è raccomandabile iniziare una terapia farmacologica. I farmaci più comunemente utilizzati per bocca nei bambini sono gli antistaminici, limitando l’uso del cortisone solo ad alcuni casi più gravi e comunque preferibilmente per via locale (es. spray nasali) e solo per trattamenti di breve durata visti i potenziali effetti negativi sull’organismo in crescita.

Anche nell’ambito degli antistaminici alcuni sembrano essere più sicuri ed efficaci nei bambini rispetto ad altri, così come alcuni sono più indicati per controllare meglio determinati sintomi ma non altri. In ogni caso la prescrizione della terapia dovrebbe essere sempre compito del pediatra, che deciderà quale farmaco prescrivere e per quanto tempo, soprattutto nei primi due anni di vita.

Trattamenti desensibilizzanti

Quando anche la terapia farmacologica non garantisce un adeguato controllo dei sintomi, o quando questa non è possibile, si può prendere in considerazione l’idea di un trattamento desensibilizzante (iposensibilizzante o anche impropriamente definito vaccino). Il bambino viene esposto al fattore scatenante per via sottocutanea o sublinguale in dosi crescenti. Così facendo il sistema immunitario viene allenato a riconoscere l’allergene come sostanza familiare e non più come nemico. Questo tipo di trattamento può aiutare ad alleviare i sintomi sul lungo termine o addirittura farli scomparire totalmente.

Con la supervisione di:

Dott.ssa Margherita Caroli Pediatra

Prof. Andrea Vania Pediatra