Allattamento al seno: legame mamma neonato
L’allattamento al seno non soddisfa solo un’esigenza di cura alimentare, sebbene il nutrimento sia indispensabile alla sopravvivenza extrauterina del neonato. Il bebè che chiede e riceve il seno della mamma (allattamento a richiesta) beneficia del contatto corpo a corpo, dell’odore materno, della stimolazione uditiva del battito cardiaco della mamma e del contatto visivo con lei. Ѐ così che cresce il legame mamma neonato.
In questo capitolo della Guida definitiva all’allattamento ci concentreremo sul legame indissolubile mamma-bambino che si crea proprio durante questo atto meraviglioso.
La suzione è un riflesso arcaico, ovvero un movimento articolato (capace di coinvolgere nell’area del capo la mascella, la mandibola, la lingua e l’intera bocca del neonato) che, nella sua complessità, viene tramandato di generazione in generazione nel patrimonio genetico umano. Lo scopo che la suzione assolve è primario: garantire ai neonati la capacità di sopravvivere alla vita extrauterina grazie al nutrimento del latte materno.
L’allattamento al seno è, quindi, paragonabile a un istinto di sopravvivenza, ma, nelle dinamiche di un cucciolo d’uomo che si sta affacciando alla vita, non si tratta solo di nutrimento. L’allattamento materno, infatti, favorisce l’adattamento alla vita extrauterina grazie al contatto pelle a pelle e al contatto visivo madre bambino.
L’allattamento al seno è, quindi, paragonabile a un istinto di sopravvivenza, ma, nelle dinamiche di un cucciolo d’uomo che si sta affacciando alla vita, non si tratta solo di nutrimento. L’allattamento materno, infatti, favorisce l’adattamento alla vita extrauterina grazie al contatto pelle a pelle e al contatto visivo madre bambino.
Il seno della madre è il luogo in cui il bambino mangia e cresce ma spesso si rifugia e trova conforto.
L’allattamento a richiesta rafforza il legame mamma neonato
Quando il bebè viene al mondo è fisicamente pronto ad affrontare la vita fuori dal grembo materno (eccetto casi di insufficienze patologiche o compromettenti nascite pretermine), tuttavia deve adattarsi a una lunghissima serie di condizioni nuove. Per esempio deve imparare a termoregolare il suo corpo che fino alla nascita ha goduto della stabile temperatura del liquido amniotico; deve fare i conti con le sensazioni tattili e sonore; deve sopportare di essere vestito, preso in braccio, mosso, stretto … eccetera.
Il contatto fisico con la mamma, che sul seno materno diventa rapporto intimo, concede al bambino la sicurezza del primo e più importante legame affettivo su cui può sostenersi. L’allattamento a richiesta permette al bebè di ritornare al corpo della madre ogni qualvolta ne sente il bisogno. Non a caso viene suggerito alle mamme di allattare dopo le prime vaccinazioni, durate eventuali ricoveri ospedalieri, in presenza di un episodio di pianto dovuto a uno spavento, a un dolore o a un evento destabilizzante. Visto in quest’ottica l’allattamento a richiesta, ovvero l’accesso al seno senza orari e lontano dal pregiudizio di creare un ritmo delle poppate all’orologio, non è un vizio e non può mai essere considerato tale.
La richiesta del seno materno da parte del neonato, anche fuori da esigenze di fame, rappresenta, piuttosto un comportamento di attaccamento funzionale che il figlio mette in atto per scaricare la sua frustrazione, liberarsi dalla paura, consolare episodi di pianto.
C’è un profondo legame tra allattamento e adattamento alla vita fuori dalla pancia della mamma.
Succhiando il latte il bambino seda il pianto, trova conforto nel contatto intimo pelle a pelle con la mamma e risente da vicino il suono del cuore materno, che è stato il ritmo che ha accompagnato tutta la vita intrauterina del bebè. Ѐ per questo che nelle prime fasi della vita del bambino è comune che la richiesta del seno sia sovrabbondante rispetto alle esigenze alimentari.
Care mamme, lasciate inascoltate le critiche di chi biasima il seno a richiesta. Malgrado la fatica che comporta, volgete la vostra attenzione all’allattamento nella relazione mamma bambino e vivetelo come una coccola, prima come un atto di cura alimentare.
Ossitocina, l'”ormone dell’amore”, e Beta-Endorfina
Ossitocina e Beta-Endorfina contribuiscono, con un mix essenziale, alla buona riuscita dell’allattamento e alla costruzione di un legame emotivo tra madre e figlio. Il contatto pelle a pelle è benefico anche per la mamma! Il rilassamento che genera non ha influenze positive solo sul bambino, infatti, se condotto in un ambiente familiare supportivo, durante il corpo a corpo dell’allattamento il fisico della mamma rilascia ossitocina (l’ormone dell’amore e delle coccole) e una calmante Beta-Endorfina. Questa condizione ormonale è anti-ansia e previene quella che può essere una fisiologica tendenza della mamma al baby blues.
Alcuni studi scientifici hanno dimostrato che il rilascio di ossitocina ha sull’allattamento un’influenza positiva perché stimolerebbe la produzione di latte e quindi l’attivazione proficua del seno materno.
Il “sorriso sociale” e la relazione madre figlio
Tra i 3 mesi e i 6 mesi il bambino incomincia a sorridere, questi primi sorrisi sono una risposta accogliente al mondo per come il bebè lo vede e lo percepisce intorno a lui. Il bambino ha incominciato ad avere delle percezioni visive già nella pancia, ma nulla più che percezioni di luce rese possibili per come i raggi solari riescono ad oltrepassare la barriera del corpo materno. Durante la gestazione, il feto perfeziona la vista dall’ottava settimana di gravidanza alla ventiseiesima , quando comincia ad aprire le palpebre. Non appena è in grado di percepire attraverso gli occhi le variazioni di luce, il bebè risponde agli stimoli luminosi con l’accelerazione del battito cardiaco e l’incremento dell’attività motoria (incremento che la mamma può percepire dai movimenti fetali). Alla nascita, tuttavia, la vista resta una delle più grandi scoperte del bambino: non ci sono più solo luci di diversa intensità ma anche profili, movimento e pian piano colori sempre più nitidi, tutto ciò si perfeziona nei mesi.
Considerato che il neonato ha un campo visivo limitato (circa 25-35cm di distanza), gli sguardi che la coppia madre bambino si scambiano durante l’allattamento rappresentano un esercizio visivo sorretto dalle emozioni di contorno.
Contatto visivo mamma – bambino durante l’allattamento
Il latte della madre nutre il bambino confortando il senso di sete o di fame, nel frattempo la mamma attira il suo sguardo e lo cattura facendo sì che il piccolo associ al primo beneficio (alimentazione) la sensazione avvolgente del contatto occhi-occhi (relazione). Piccole carezze sul capo e sul corpo possono massimizzare queste sensazioni positive ampliando lo spettro emozionale del legame tra madre e figlio. Proprio la mamma è spesso la prima destinataria dei sorrisi del bambino. Questi primi sorrisetti rappresentano il cosiddetto “sorriso sociale“: il bimbo non sta metabolizzando e comprendendo un’emozione o una sensazione, semplicemente sta cercando un contatto col mondo. I neonati hanno una percezione molto limitata del mondo che li circonda. I cuccioli d’uomo, in particolare, sono i mammiferi che più di ogni altra specie restano lungamente e fortemente legati all’adulto, anche per il nutrimento, oltre ad accedere molto tardivamente – rispetto ad altri mammiferi – all ‘autonomia motoria. Durante le primissime settimane di vita, i neonati non hanno ancora compreso il distacco dal corpo materno, si sentono un tutt’uno con la mamma; intorno al 6° mese prendono coscienza della propria individualità fisica e affinano le prime esperienze relazionali avviandosi verso l’individualità emotiva.
Allattamento al seno: rapporto tra legame e nutrimento
Ѐ indiscusso che i neonati rafforzino il loro corpo e la loro mente nel legame fisico con la mamma perché ella è la loro origine e la loro forza. Appare di evidenza, dunque, che l’allattamento al seno non ha solo un valore alimentare e non garantisce al bebè solo benefici fisici. In quest’ottica l’allattamento al seno va tutelato anche quando non possa essere un allattamento esclusivo e va considerato non solo come il miglior nutrimento possibile ma anche come il migliore ponte alla vita extra uterina e all’adattamento del neonato ad essa.
Domande Frequenti
Posso tirare il latte e fare allattare il neonato dalla nonna o dal papà mentre io dormo un po’?
Nelle primissime settimane è preferibile non sostituire la suzione al seno con la bottiglia. Il tuo petto non è solo fonte di nutrimento, il bambino sente il tuo cuore, il tuo odore e beneficia del contatto pelle a pelle. Accanto a te torna agli elementi della vita intrauterina e si abitua a quella extrauterina.
Posso allattare distesa?
Sì, in modo particolare in caso di punti di sutura e di taglio cesareo, questa posizione è defaticante e aiuta a esercitare minore pressione su parti dolenti del corpo (basso ventre e pelvi).
Vorrei attaccare il bambino al seno a richiesta, rischio di viziarlo?
L’allattamento a richiesta non espone il bambino ad alcun vizio, al contrario ne soddisfa i bisogni in ogni termine possibile: fame, sete, coccole. Il seno della mamma offre al bambino conforto oltre che nutrimento, seda il pianto e lenisce ansie e frustrazioni.
La mamma deve avere fiducia nel suo latte, nel suo abbraccio e in se stessa.