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Obesità infantile

Tassa sul junk food? Ok, ma non basta per dire stop all’obesità

Tassare il junk food o il cosiddetto “cibo spazzatura” può servire a dare nuove risorse alla sanità pubblica. Ma per combattere l’obesità servono alimentazione e stile di vita sani e corretti.

Pubblicato il 07.02.2012 e aggiornato il 16.09.2021 Scrivi alla redazione

In Francia tassa sulle bibite.

La scelta della Danimarca non è rimasta isolata ma, al fine di proteggere la salute dei cittadini e di rimpinguare le esanimi casse dello Stato, è stata seguita da numerosi altri Stati. Ecco che in Francia all’inizio del 2012 è aumentata la tassa sulle bevande zuccherate ritenute responsabili dell’aumento dell’obesità, stessa cosa anche in Ungheria, dove invece si è deciso di introdurre una tassa contro l’obesità, mettendo un tributo addizionale sugli alimenti industriali ad alto contenuto di sale e zuccheri.

Aumenta il prezzo del “cibo spazzatura”

In Italia la tassa sul junk food, ovvero la tassa sul “cibo spazzatura”, è soltanto ancora un’ipotesi, che il Ministro della salute Renato Balduzzi ha proposto alle Regioni. I proventi potrebbero andare a sostenere la nostra sanità così tanto “malata” di deficit. Dunque, se questa proposta dovesse diventare legge pagheremmo un po’ di più tutto ciò che, ormai da diverso tempo, chiamiamo “schifezze”:

  • le bibite zuccherate;
  • gli snack dolci e salati che sono eccessivamente ricchi di grassi saturi, zuccheri e sale;
  • il cibo da fast-food che è molto lontano da quella che è la nostra tradizione: la dieta mediterranea.

Diminuire il costo di frutta e verdura.

Sicuramente è importante tenere alta l’attenzione di tutti noi sull’importanza di non esagerare con questo tipo di alimenti grassi, e forse in periodi di crisi economica come questo aumentare il prezzo potrà dare buoni risultati. A patto che però si renda di contro più accessibile il costo di frutta e verdure, che tutti noi indichiamo come alimenti importanti e sani, da consumare giornalmente e che invece molte famiglie non riescono ad acquistare regolarmente a causa dei prezzi elevati al consumatore.

L’idea di un aumento dei costi per gli alimenti “non sani” è sicuramente buona, ma senza una adeguata campagna educativa non si corre forse il rischio che i consumatori – e soprattutto i piccoli consumatori – siano esposti al consumo di merci più scadenti ma a più basso costo, dunque più abbordabili dalle famiglie a basso reddito e dagli adolescenti?

Non è solo colpa del junk food!

E inoltre non si rischia di identificare il “cibo spazzatura” come l’unico responsabile dell’obesità in età pediatrica, dimenticandoci che l’obesità è un malattia ad eziologia multifattoriale nella quale tutto l’ambiente (famiglia, scuola, città, attività motoria…) gioca un ruolo fondamentale? Diversi anni di esperienza come nutrizionista pediatrica mi hanno insegnato che sovente non è colpa della merendina o della famosa bibita gassata e scura, perché il genitore a quelli fa attenzione: basti pensare che le chiamano proprio “schifezze”, dunque sono rari i casi in cui, facendo un’anamnesi alimentare, ne ho riscontrato un eccessivo consumo o una mancanza di conoscenza della loro reale non salubrità.

Quali sono le giuste quantità di una merenda?

Quello che invece è più frequente è la non adeguata conoscenza dell’importanza delle giuste quantità e il fornire ai nostri bambini porzioni esagerate per la loro età: ad esempio, a Roma la merenda scolastica di un bambino è spesso un abbondante pezzo di pizza o un panino farcito con prosciutto e formaggio associato a una bibita zuccherata, cui seguirà – a distanza di 2-3 ore – un lauto pasto.

Quanto è importante il movimento?

A ciò occorre aggiungere la sedentarietà: quel tipo di merenda potrebbe andare bene se i nostri bimbi si muovessero tanto e stessero l’intero pomeriggio al parco o in cortile a giocare. Invece la loro giornata è strutturata in modo che dopo otto ore di scuola, nelle quali è previsto pochissimo movimento, tornano a casa in macchina e via seduti a fare i compiti o a giocare ai videogame, quindi cena e tutti a nanna.

Dunque, ben venga la tassa su alimenti che non sono così fondamentali e sono in più così poco sani. Ma per raggiungere l’obiettivo della lotta contro l’obesità, bisognerebbe supportarla insegnando che il problema si risolve anche mangiando giuste quantità di cibo sano e imparando (e insegnando ai nostri piccolini) che più movimento al giorno ci fa rimanere o ritornare al giusto rapporto tra peso e altezza.

Con la supervisione di:

Dott.ssa Margherita Caroli Pediatra

Prof. Andrea Vania Pediatra