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Pedagogia

Chi era Maria Montessori e perché è famosa

Il metodo montessoriano ha rivoluzionato l'educazione: riconosce al bambino la più piena libertà e quello di Maria Montessori è un bambino naturale.

Pubblicato il 02.11.2021 e aggiornato il 21.12.2021 Scrivi alla redazione

I bambini per come li viviamo oggi sono molto diversi dai bambini del 1900 e più ancora da quelli dell’800, basti pensare al fatto che nell’800 il bimbo era visto e vissuto come un adulto in miniatura a cui, fuori da rari e fortunati casi di agio sociale, si chiedeva di svolgere attività lavorative con l’impegno, la competenza e anche la responsabilità di un adulto. Lungamente i bambini sono stati sottoposti alla potestà dei genitori sotto l’egida di educazioni punitive, vessatorie e senza comunicazione o scambio. Il centro dell’educazione era il genitore e i suoi bisogni dinnanzi ai quali il bambino doveva tacere, soccombere o assecondare.

Maria Montessori nasce nel 1870 e poco dopo la laurea in medicina si approccia all’universo del bambino prendendo servizio presso la Clinica Psichiatrica dell’Università con l’incarico di occuparsi dei bambini ortofrenici. All’epoca era molto facile che una diagnosi di ritardo mentale si confondesse col degrado, l’incuria, il dolore della povertà e la disperazione delle donne e mamme meno fortunate. Intanto a questi bambini non veniva prestata altro che una assistenza medicalizzata nell’isolamento di strutture “lontane dagli occhi del mondo”. Maria Montessori osservò i suoi bambini e aprì (letteralmente) i cancellali delle fredde stanze in cui erano lasciati a se stessi; privi di stimoli e senza alcun contatto col mondo esterno questi bambini si aggravavano o peggio si ammalavano anche quelli tra loro che erano semplicemente vissuti ai margini della società.

A quei tempi i bambini ortofrenici erano chiusi nelle stanzette che li ospitavano, Maria Montessori impostò un approccio alla cura di tipo rieducativo e basato su una riabilitazione senso-motoria partendo dall’attenzione rivolta al bambino. Qui sta la rivoluzione del Metodo Montessoriano e l’eredità di questa pedagogia: rispetto ai metodi educativi del suo tempo, la Montessori ricerca il potenziale umano del bambino e struttura un approccio naturale scoprendo che il piccolo apprende meglio quando è lasciato libero di farlo ed è messo nella corretta disposizione.

La direzione della Scuola Magistrale Ortofrenica, la laurea in Filosofia, che consente alla Dottoressa di approfondire gli studi pedagogici, la libera docenza in Antropologia, complessivamente considerate, sono le esperienze fondamentali che permettono alla Montessori di divenire padrona di una visione umana e ampia dell’educazione del fanciullo. Il metodo riabilitativo destinato ai bambini con ritardo mentale, o etichettati come tali, è presto pronto ad essere offerto a tutti i bimbi come metodo di crescita spontanea (bambino naturale e concetto di libertà) ed esperienziale.

Bambino in famiglia e a scuola secondo la pedagogia montessoriana

Le Case dei Bambini sono le scuole di Maria Montessori, la prima Casa dei Bambini nasce nel 1907 a Roma per accogliere i figli degli operai del quartiere San Lorenzo, il concetto di casa non è secondario: tutta l’educazione montessoriana è un’accogliente educazione alla pace interiore ove trovano spazio il concetto di ordine, hanno un peso il silenzio e l’adulto fa da “angelo custode”.

Nell’equilibrio del bambino e nel suo sereno approccio col mondo sta la chiave di volta di questo metodo.

Il bambino va affrancato da un’educazione costrittiva e mortificante, va liberato perché nell’esperienza nel mondo (nella relazione con le cose e le persone) affinché trovi piena soddisfazione di sè. Se questa è la sintesi del metodo Montessori, appare evidente che la pedagogia montessoriana resta un valido supporto all’educazione (in primis quella domestica). Così il bambino naturale è quel piccolo che cresce nell’esperienza “preservata” dall’adulto, ma non comandata nè costretta. Il bambino montessoriano in famiglia deve ottenere il riconoscimento della sua identità.

Ambiente montessoriano, come deve essere e perché è importante

L’ambiente esterno, quello che accoglie il bambino e in cui le attività del piccolo hanno luogo, ha un importante peso specifico:

  • deve essere a misura di bambino, ovvero ordinato, accessibile e  sfruttabile;
  • deve essere esplorabile in sicurezza, in esso i bimbi devono potersi muoversi autonomamente;
  • deve essere corredato dei giusti materiali, sempre messi nella autonoma disposizione dei piccoli.

Il bambino Montessori ha bisogno di creare un rapporto di contiguità anche con la natura, pertanto tra gli ambienti in cui si deve muovere e fare esperienza ve ne devono essere di naturali. La natura ha un pregnante potere educativo: immaginate una passeggiata nei boschi con un bambino in età prescolare, avete idea di quante cose possa imparare? Una passeggiata nei boschi insegna al bambino che:

  • la frutta (come la verdura) non cresce al supermercato;
  • lamponi e more possono essere raccolti esattamente dove nascono (ogni bambino ha diritto ad essere condotto in un frutteto o in un orto per fare esperienza del ciclo naturale della frutta e della verdura);
  • un buon raccolto della frutta (quindi una raccolta compiuta con attenzione per le piante, con criterio e con delicatezza) permette alla piantina di continuare ad essere produttiva, a dimostrazione del potere generativo e rigenerativo della natura;
  • ci sono funghi buoni e funghi cattivi, a dimostrazione che ogni ambiente del mondo ha le sue regole e vi sono delle cautele che l’esperienza trasmette;
  • vi sono tanti diversi esseri viventi, a prova del fatto che siamo tutti diversi a questo mondo, ognuno di noi con un. proprio ruolo e compito.

Raccogliere la frutta coadiuva anche la motricità fine, soprattutto se la raccolta interessa frutti piccoli e delicati come fragole, more o lamponi e pretende un tocco lieve a tutela anche della piantina. Inoltre coltivare e raccogliere ciò che si manga è di stimolo a provare nuovi alimenti ed è generalmente di stimolo a non rifiutare frutta e verdura. Questo risvolto pratico del metodo montessoriano non pretende necessariamente continuità con ambienti naturali potendo trovare soddisfazione anche piantando un piccolo orto domestico.

I materiali stesssi stessi devono essere naturali, stimolanti, ma mai artefatti, possibilmente non in plastica, ma in legno, stoffa, setole e le attività montessoriane devono seguire lo sviluppo del bimbo mentre l’adulto lo guarda da discosto, ovvero come un “angelo custode” il cui scopo è monitorarne la sicurezza senza ostacolarne i progressi. Il cestino Montessori incarna grande parte di quanto appena esposto dimostra che il bambino in famiglia va istruito all’esplorazione dell’ambiente, stimolato con oggetti naturali, lasciato libero di gestire il suo spazio sicuro di gioco e non limitato in esso. Il piccino deve seguire le sue attitudini, progredire nel rapporto con i materiali e imparare a fare da solo. Peraltro moltissimi materiali di esperienza e gioco sono reperibili in casa o comunque a basso costo. 

Quella montessoriana è una pedagogia scientifica basata sulla libertà del fanciullo

Libertà, rispetto e autonomia sono i doni che la mamma montessoriana fa al suo bambino e prima ancora sono i precetti dell’educazione che Maria Montessori ha codificato nel suo metodo. Mamma, papà, insegnati e chiunque abbia un ruolo educativo nei confronti del bambino deve “gettare un raggio di luce” sula via dell’apprendimento lasciando al bambino la disponibilità dell’ambiente e l’opportunità dell’esperienza. In questo senso la Montessori esorta l’adulto ad essere solo un osservatore e un garante della sicurezza del bambino.

Pertanto, cara mamma, ogni qualvolta presenti un gioco a tuo figlio, per esempio dei cubi impilabili (sul modello della piramide rosa montessoriana) mostra al bambino come si gioca ma non invadere il suo spazio di azione, non distrarlo quando è concentrato, lasciagli il suo tempo e dagli la possibilità di sbagliare e auto-correggere l’errore, accetta che il piccolo usi i materiali a suo modo, che li indaghi e li trasformi. Tutto questo è educazione alla libertà e all’autonomia. 

Chi era maria montessori e perché è famosa
Metodo Montessori materiali – alimentazionebambini.it by COOP

Educazione alla libertà che significa veramente

Maria Montessori ha riconosciuto ai bambini il diritto a essere iniziati al mondo e non domati, introdotti alla vita nel rispetto del ritmo singolare dell’apprendimento di ciascuno senza essere costretti all’uniformazione e alla massificazione. Il non intervento dell’adulto rompe completamente con l’educazione che precede il metodo Montessori. Maria Montessori punta a una crescita naturale che faccia buon uso dell’istinto inteso come spinta positiva a interagire col mondo: un adulto interventista impedisce al bambino di seguire il proprio istinto per “cavarsela da solo” anche in circostanze nuove. Meno volte il bambino fa da sé meno competenze acquisisce.

Se fiorisce un bambino è l’intera umanità a fioriere.

Il bambino custodisce in sè un enorme potenziale di autosviluppo che può esternare se l’ambiente che lo circonda è accogliente, se l’adulto è rassicurante e se l’esplorazione del mondo è autonoma. Quella montessoriana è una educazione esperienziale, pertanto fa sì che tuo figlio possa avere il migliore e più sicuro accesso alle esperienze, anche quotidiane (vestirsi da solo, mettere la tavola, scegliere i materiali di gioco). Per esempio, sin da piccolino, il bimbo può lavarsi i dentini da solo accedendo al lavandino con una torre montessoriana oppure avendo a disposizione il bidet ben pulito ed igienizzato. La pedagogia montessoriana non è comprensibile senza l’esame dei materiali e del loro uso. In quest’ottica, ragioniamo attraverso un esempio pratico come il lavesi da solo accedendo al lavandino in autonomia: perché è importante che il bimbo si lavi da solo e abbia accesso agli strumenti utili e cos’è una torre montessoriana? 

Un bambino che, per esempio si lava da solo, alla stessa stregua di uno che sceglie da solo come vestirsi o che materiale usare per giocare, è un bimbo che impara a relazionarsi con gli oggetti del mondo, a gestire il suo tempo, a misurare le sue stesse possibilità a tutto vantaggio dell’autonomia complessiva. La torre montessoriana è “solo” uno sgabello con una struttura laterale (e a volte posteriore, a seconda dell’età) di sicurezza. Questo strumento assicura la bambino l’accesso alle cose dei grandi (lavandino, lavatoio, un tavolo di lavoro) e l’uso delle stesse conformemente alle abitudini sociali. Il bambino ha diritto ad apprendere come muoversi nel mondo a piccoli passi e, attraverso il metodo montessori, questa possibilità gli è concessa gradatamente e senza forzature. Libertà qui non significa non avere regole, significa apprendere i limiti del mondo sociale, il giusto e il non giusto, praticando le esperienze.

La vera rivoluzione della Montessori è, dunque, l’opposizione all’istanza autoritaria che voleva il bambino non stimolato, non curato e non considerato per ciò che unicamente è. In passato il bimbo veniva riempito come un vaso o adattato a un mondo preconfezionato senza possibilità di realizzare, in quello stesso mondo, uno spazio fatto di progressi, tentativi, prove, errori e successi. Cara mamma, se vuoi un figlio libero aiutalo a liberare se stesso nel mondo, la pace sta nell’appagamento e il bimbo che usa il suo potenziale prova questa appagante soddisfazione di essere protagonista e artefice.