Pedagogia

Coccole bambini e neonati, perché sono importanti

Coccole bambini e neonati: incidono su sviluppo cerebrale, crescita emotiva, fiducia in se stessi, autostima e hanno un peso sullo sviluppo delle difese immunitarie.

Pubblicato il 18.11.2022 e aggiornato il 02.12.2022 Scrivi alla redazione

Le coccole per definizione sono una dimostrazione fisica di affetto che si può declinare con baci, carezze, abbracci. Tutti ne hanno bisogno, anche se l’importanza delle coccole è massima in età perinatale e nell’infanzia, conservando valore persino nell’adolescenza, malgrado le resistenze del figlio adolescente e preadolescente all’affettuosità manifesta.

Il bebè riceve le coccole già nel pancione quando la madre lo culla cantando per lui una ninna nanna o quando si accarezza il pancione, in realtà l’abbraccio confortante del liquido amniotico e il nido del ventre, in condizioni di calma della gestante, sono di per sé già una coccola. È sempre auspicabile che anche il papà coccoli la creatura nel pancione della mamma, il legame genitoriale si costruisce sin dalla gestazione. Vi è una vasta serie di modi per coccolare il pancione, tutti praticabili anche dai papà: le carezze, il classico bacio sulla pancia, l’ascolto dei movimenti a mano aperta sul ventre e fa bene persino parlare al piccolo o cantare delle conzoncine per lui.

Il neonato ricerca e apprezza il contatto fisico con i genitori; in modo particolare, sin da subito e istintivamente è attratto dall’odore materno, dal suono della sua voce come dal confortante rumore del battito del suo cuore. Tutte queste stimolazioni uditive e emozionali recuperano memorie intrauterine e rappresentano per il bimbo delle rassicurazioni. In tal senso, la mamma è fisiologicamente fonte di sicurezza e benessere per la sua creatura.

Effetto delle coccole sulla crescita di neonati e bambini

Le coccole perinatali riescono ad avere conseguenze dirette sullo sviluppo del bebè:

  • il cervello del bimbo ne beneficia sviluppando sinapsi come conseguenza di una positiva stimolazione esterna;
  • il bimbo secerne endorfina, l’ormone della felicità che gli consente un più naturale attaccamento alla neomamma e un più graduale e pacifico adattamento alla vita fuori dall’utero;
  • complessivamente le coccole rilassano garantendo un buon approccio al seno e una serena soddisfazione dello stimolo della fame, come un migliore sonno.

Il comportamento del figlio coccolato è generalmente più bonario e la gestione dei momenti di crisi risulta più semplice, spesso le consuete attenzioni affettive riescono a calmare il piccolino. Ed ecco che le coccole possono diventare un rito della calma capace di abbassare lo stress, attenuare il disagio, fermare il pianto e, col tempo, sostenere il controllo delle emozioni.

Le coccole fanno bene anche ai genitori

Il neonato è un bambolotto profumato quando è pacifico e si presta a un rapporto di solo amore, mentre diventa difficile da gestire quando emozioni negative, angoscia, nervosismo o stress turbano il suo equilibrio e, non essendo capace di verbalizzare il disagio, risulta spesso difficile aiutarlo. Lo stesso accade quando i bambini più grandicelli (tra i 24 mesi e i 5-6 anni) cadono in crisi. Le mamme, dinnanzi al pianto inconsolabile e al lamento continuo, possono cadere nella spirale del nervosismo, sentirsi inadeguate, qualche volta perdono persino la pazienza e solo raramente fanno ricorso alle coccole che, invece, possono rappresentare un rito defaticante, lenitivo e curativo.

Le coccole ci riportano al legame primigenio: riportano il bambino alle succitate sensazioni dei nove mesi vissuti in utero e, in questo modo, gli consentono di acquisire fiducia verso l’adulto. La pelle della mamma diventa scudo, il mondo si allontana per un momento e il complessivo effetto dell’abbraccio e del bacio diventa esperienza di pace, garantisce distacco e defaticamento.

Se le coccole diventano uno stile di comportamento, ovvero una pratica in cui bambino e genitore si incontrano senza doppi fini, questa azione (anche un abbraccio è un agire) assume un valore riparatore di importanza e efficacia negli stati di crisi.

Tecnica delle coccole contro le crisi di pianto inconsolabile

Care mamme, se il bimbo piange inconsolabile, prima di perdere la pazienza o cedere, a vostra volta, all’insofferenza, provate a calmarlo con la tecnica delle coccole: abbracciatelo, accarezzatelo e baciatelo senza parlare. In momenti come questo le coccole vanno vissute come rito della calma, farete spazio successivamente alla spiegazione o alla ricerca delle cause (a seconda dell’età del bambino e delle sue esigenze).

L’effetto invisibile a occhio nudo delle coccole

Il bambino coccolato:

  1. torna psicologicamente nel grembo materno;
  2. si sente amato e considerato;
  3. entra in contatto col genitore, a tutto vantaggio dell’empatia familiare;
  4. recupera un uso positivo del corpo a beneficio della sensazione di calma fisica e emotiva.

Coccole bimbi e uso positivo del corpo

Se è vero che gli abbracci, i baci, le carezze e il contatto fisico pelle a pelle stimolano le endorfine, è anche vero che abbassano il cortisolo, ormone dello stress. Livelli adeguati di cortisolo garantiscono un equilibrio psico-fisico di cui i bambini, in modo particolare, hanno bisogno sin dalla prima infanzia: un corpo stressato e agitato rende fragile la psiche, predispone all’irritabilità e a uno sviluppo emotivo più complesso. Peraltro, non è detto che lo stesso sviluppo fisico del piccolino non risenta degli stati di agitazione. In età perinatale, inoltre, la calma dei bambini concorre alla buona riuscita dell’attaccamento al seno e, quindi dell’allattamento che, a sua volta, incide sul buono sviluppo delle difese immunitarie, oltre che sulla crescita complessivamente considerata.

Possiamo, quindi, sostenere che il bebè ha bisogno del corpo della mamma come ponte dalla vita uterina a quella extra-uterina; i bambini piccoli tornano al corpo materno come a un rifugio e gli adolescenti stessi sapranno beneficiare del porto sicuro di un abbraccio se costantemente educati allo scambio empatico. È scientificamente comprovato che crescere con genitori anaffettivi o in una famiglia poco sensibile alla affettività manifesta renda i bambini più chiusi, insicuri, diffidenti. La psicologia dell’abbraccio, del bacio, della carezza, invece, dà risultati confortanti in termini di autostima, sicurezza di sé e resilienza.

Educare i bambini a manifestare i sentimenti anche col corpo

Le coccole sono una manifestazione fisica, conscia, esternalizzata e palese di sentimenti, sia positivi che negativi: i bambini, infatti, ci abbracciano sia per ringraziarci o condividere con noi qualcosa di positivo e bello, sia perché hanno paura e cercano rifugio.

Il bisogno di coccole è la risposta a un input che scatta nel cervello umano e trova attraverso il corpo soddisfazione e appagamento. Le coccole, così intese, servirebbero ad ogni età, ma gli adulti nel corso della vita si dimostrano sempre meno propensi a coccolarsi tra loro. Viene da chiedersi il perché ed in che modo alcuni pregiudizi sulle coccole condizionano le scelte familiari e l’humus in cui bambini sono calati e crescono. L’adulto tende a caricare di fisicità-intimità il contatto fisico e, anche all’interno della coppia, la coccola diventa espressione, preludio o condizione di un’attenzione o interesse ulteriore. Questo livello successivo di espressione del corpo può determinare, in alcuni genitori, un rapporto difficile con le coccole, una minore propensione, non solo a farne al figlio, ma anche a manifestare i sentimenti col corpo davanti al bambino. Non abbiate paura di baci e abbracci, non sono solo effusioni intime e vostro figlio non li vedrà come tali, piuttosto sono espressione di una educazione all’amore e al contatto, nonché uno strumento di empatia da cui il piccolo trarrà solo benefici.

Affettuosità contro lo stress anche per gli adulti

Anche il sistema immunitario degli adulti beneficia delle coccole, gli abbracci regalano pace anche a madri e padri, danno loro la possibilità di intendersi e confortarsi senza parole, rendono la vita più bella e estendono i loro effetti benefici e rassicuranti sui bimbi.

Abbiate cura di coccolarvi!

Coccole e adolescenti

Se sin da piccoli i bambini ricevono una educazione empatica e fondata sulla appartenenza al gruppo famiglia, intesa come condivisione e cooperazione, allora lo strumento del contatto fisico resterà un valido canale di comunicazione e scambio emozionale anche in adolescenza.

L’importante è attendere i tempi del ragazzo e non forzarlo mai alla fisicità, laddove nemmeno il bambino più piccino va tendenzialmente forzato. In genere i ragazzini più grandi, già tra i 10 e gli 11 anni (con qualche differenza di genere poiché i maschietti più spesso tendono a distanziarsi dalle coccole materne) incominciano a centellinare baci abbracci e coccole. Ma ciò che resta importante è la percezione dell’aspetto curativo delle coccole: conta che i bambini e i ragazzini sappiano che non c’è doppio fine nell’affettuosità dei genitori e in essa ci si può rifugiare al solo scopo di liberarsi dal dolore, dal peso dei pensieri e dalla fatica ritrovando calma e pace.