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Sviluppo psicofisico

A che età il bambino incomincia a vedere

Dalla nascita al 1° anno di vita, quando il bambino incomincia a vedere e come progredisce lo sviluppo visivo. Informazioni su occhio pigro, ipermetropia e miopia.

Pubblicato il 20.09.2023 e aggiornato il 02.11.2023 Scrivi alla redazione

Cosa vede un neonato, come si sviluppa la vista dopo la nascita e quando il bambino incomincia a vedere? Queste curiosità sono frequenti tra i genitori, in quest’articolo proviamo a dare informazioni chiare e fruibili sullo sviluppo degli occhi del bambino e delle loro funzioni.

Sviluppo della vista: come vedono i neonati

L’organo deputato alla vista, l’occhio, si sviluppa già dal primo trimestre di gravidanza, quindi nella pancia della mamma. A partire dal settimo mese di gestazione le palpebre iniziano ad aprirsi e il feto, ancora nel grembo materno, inizia a percepire le variazioni di luce e buio. Dunque, se ci chiediamo da quando iniziano a vedere i neonati possiamo ben dire fin dalla nascita.

Nei primi giorni di vita il neonato ha una percezione vaga del mondo che lo circonda ma la definizione di colori, forme e profondità progredisce rapidamente nei primi mesi fino a raggiungere una vista ben sviluppata intorno agli 8-12 mesi.

Vista del neonato: quando inizia a svilupparsi?

Le strutture dell’apparato visivo (globi oculari, fibre nervose e corteccia cerebrale occipitale) si sviluppano nell’embrione già dalla quinta settimana. Verso la fine del primo trimestre di gravidanza, intorno alla decima settimana, si formano le palpebre. L’occhio rimane però ben chiuso fino alla ventiseiesima settimana di gestazione quando, con l’apertura delle palpebre, il feto inizia a percepire le variazioni di luce e buio attraverso l’utero materno. I nati pretermine a quest’epoca gestazionale sono infatti in grado di rispondere agli stimoli luminosi.

Solo dopo le 28-29 settimane le pupille iniziano a rispondere alla luce, contraendosi o rilassandosi, e a partire dalle 30-31 settimane il neonato prematuro è in grado di fissare un oggetto posizionato a 20-25 cm di distanza, iniziando a seguirne i movimenti dalle 31-32 settimane.

Dalle 34 settimane il feto percepisce il colore rosso-viola dei vasi sanguigni della placenta. Pertanto, al momento della nascita il neonato “vede”, sebbene la sua visione del mondo è indistinta. Con l’avanzare delle settimane la percezione visiva migliora velocemente.

Quando il bambino comincia a vedere - alimentazionebambini. It by coop
Quando il bambino comincia a vedere – alimentazionebambini.it by COOP

Cosa vede il neonato da 0 a 15 giorni di vita

Un nato a termine non appena venuto al mondo è fisiologicamente miope: l’ambiente che lo circonda non appare ben definito ma ha la capacità di vedere in maniera abbastanza chiara gli oggetti posti a circa 20-25 cm dai suoi occhi. Vede meglio gli oggetti caratterizzati da colori forti o in contrasto cromatico (es. bianco e nero).

Un’attenzione particolare è rivolta ai volti seppur per pochi secondi, data la limitata capacità di fissazione. In special modo il viso della mamma, nell’atto di allattare al seno, si colloca proprio a circa 20-25 cm dal piccolo e la sua attenzione si concentra sui particolari (occhi, naso, bocca) e sulle espressioni.

La differenza tra luce e buio è ben percepita e aiuta a regolare i cicli sonno-veglia. Le cellule nervose della retina e del cervello deputate alla vista dei colori non sono ancora ben sviluppate: il mondo appare perlopiù in bianco e nero e sfumature di grigio.

Cosa vede il neonato da 15 giorni a 2 mesi di vita

Nelle prime settimane di vita il neonato focalizza la propria attenzione sugli oggetti vicini (20-25 cm) e dalla fine del primo mese impara a seguirne i movimenti allenando i muscoli oculari. Nel secondo mese inizia a mettere a fuoco anche oggetti più lontani, fino ad un metro di distanza. La visione periferica (con la “coda dell’occhio”) è migliore di quella centrale perché la messa a fuoco non è ancora ottimale.

È il periodo in cui le espressioni dei genitori, mentre lo tengono in braccio, sono ben percepite e contribuiscono a rafforzare il legame affettivo e di fiducia. Giostrine e sonaglini in movimento catturano la sua attenzione e ne allenano la vista, stimolando dal terzo mese la coordinazione vista-tatto.

I primi colori e le prime associazioni voce/volto

Al di la del rosso, che viene percepito fin dalle 34 settimane di gravidanza, i bambini sono in grado di vedere più colori (prima il verde, poi il blu e il giallo) dal secondo mese di vita e di distinguere le sfumature dai 6 mesi. Dai 3 mesi si inizia a definire l’associazione voce-volto e la distinzione tra volti maschili e femminili, nonché di alcune caratteristiche fisiognomiche rilevanti.

A che età il bambino incomincia a vedere bene

Dal terzo mese tutto diventa più definito. Più o meno dalla nona settimana di vita il lattante inizia a sviluppare la visione stereoscopica binoculare: le percezioni visive di entrambi gli occhi vengono fuse in un’unica immagine permettendo di mettere a fuoco anche oggetti più lontani (fino a 8 metri) con un primo accenno di prospettiva.

Le espressioni del volto suscitano sempre più interesse e il bambino inizia ad imitarle. Nel contempo, inizia a voler afferrare con le manine tutto ciò che si muove nelle sue vicinanze.

Dal 4° mese: alla conquista della profondità

Dal quarto mese di vita aumenta l’acuità visiva: i colori vengono percepiti in maniera sempre più nitida e la messa a fuoco sugli oggetti lontani è sempre migliore. A questa età il lattante inizia ad avere la percezione della profondità dello spazio.

Dai 4-5 mesi il piccolo può spostare lo sguardo dagli oggetti lontani alle parti del corpo; riconosce bene visi e oggetti.

Dal 6° mese al compimento del 1° anno di vita

Dal sesto mese la percezione della profondità è sempre più definita e il bambino è ormai in grado di distinguere oggetti vicini e lontani scoprendone sempre di più i dettagli. è il periodo in cui iniziano i primi movimenti di spostamento (rotola, striscia o gattona) per raggiungere gli oggetti.

Al compimento dei 6 mesi la vista è quasi totalmente sviluppata: colori, contorni e forme di oggetti vicini e lontani non sono più un problema.

Dal settimo mese i bambini sviluppano una migliore consapevolezza del proprio corpo e dei propri movimenti, imparando a coordinarli con la vista. Al compimento degli 8 mesi la visione dei colori è quasi paragonabile a quella degli adulti, il bambino è in grado di percepire tutta la scala cromatica. In questo periodo si definisce il colore degli occhi: gran parte dei bambini nasce con gli occhi blu ma pian piano l’iride produce pigmenti più scuri.

Eventuali problemi di vista neonato e bambino - alimentazionebambini. It by coop
Eventuali problemi di vista neonato e bambino – alimentazionebambini.it by COOP

Come riconoscere eventuali problemi della vista nei bambini

I problemi della vista nei bambini non sono sempre sintomatici e il più delle volte solo lo specialista (oftalmologo o ortottista) può fare diagnosi. È quindi fondamentale che neonati e bambini vengano sottoposti ai controlli raccomandati dal Ministero della Salute.

Vista del neonato e test del riflesso rosso

Il primo controllo viene effettuato alla nascita su tutti i neonati. Lo screening oftalmologico neonatale prevede l’esecuzione del test del riflesso rosso, un test non invasivo che sfruttando il fascio di luce di un semplice oftalmoscopio permette di escludere patologie che possono compromettere la vista dei neonati (cataratta, glaucoma, anomalie della retina e retinoblastoma, un tumore dell’occhio). Il test è ritenuto normale se entrambi gli occhi riflettono un colore rosso della stessa intensità e viene ripetuto dal pediatra in occasione dei bilanci di salute fino ai 18 mesi.

Sviluppo visivo del bambino, quando la prima visita oculistica?

La prima visita oculistica viene consigliata ai 3 anni di età (o prima se si sospettano anomalie della vista e nei nati prematuri) al fine di escludere difetti refrattivi (miopia, ipermetropia, astigmatismo), ambliopia (occhio pigro), strabismo o anomalie della motilità oculare.

Alcune condizioni possono però apparire evidenti anche ad un occhio inesperto come quello del genitore e richiedono un consulto specialistico:

  • strabismo: i muscoli oculari, deputati agli spostamenti degli occhi in tutte le direzioni, non sono ancora ben sviluppati nei primissimi mesi di vita. Fino ai 4-5 mesi potrebbe capitare che uno di questi muscoli non si contragga a dovere, provocando la deviazione dell’occhio che sembrerà quindi storto. Se il fenomeno persiste oltre i 5 mesi va segnalato al pediatra. un leggerissimo strabismo convergente (occhi rivolti verso il naso) è invece spesso solo apparente, e dipende dalla maggior ampiezza nel lattante della radice del naso;
  • nistagmo: il tremore intermittente degli occhi è fisiologico nel primo mese di vita, se perdura oltre il compimento del mese è bene parlarne con lo specialista;
  • deviazione oculare fissa: un occhio sempre deviato da un lato non è mai considerata una condizione fisiologica e va visto rapidamente;
  • riflesso bianco della pupilla (evidenziato con una foto con flash): è sempre un campanello d’allarme e va valutato tempestivamente.

Informazioni utili sul cosiddetto occhio pigro: come riconoscerlo

L’occhio pigro (ambliopia) è una condizione in cui la funzione visiva di un solo occhio è alterata. Il deficit visivo compromette il normale sviluppo dei circuiti cerebrali deputati alla visione da parte di quell’occhio perché il cervello non riesce ad interpretarne correttamente le informazioni. Se non si interviene entro i 4-6 anni il deficit diventa irreversibile.

Il più delle volte non è un disturbo che dà sintomi o segni visibili dall’esterno perché l’occhio “sano” tende a compensare il difetto dell’occhio ipovedente. Il pediatra può però evidenziare il problema mostrando al bambino delle particolari cartoline con immagini visibili solo in assenza di questo disturbo (test di Lang). Quando la diagnosi è certa lo specialista prescrive il bendaggio dell’occhio “sano” o l’uso di lenti particolari per stimolare l’occhio “pigro”.

Informazioni utili su ipermetropia e miopia

La miopia è un disturbo per cui la visione da lontano è compromessa. Il genitore potrebbe accorgersene perché il bambino mostra difficoltà nel vedere oggetti lontani oppure potrebbe segnalarlo l’insegnante, vedendo che il bambino seduto alle ultime file di banchi non riesce a leggere cosa c’è scritto sulla lavagna.

È un difetto della vista che non si corregge da solo ma può esserci un certo beneficio nell’allenare la vista da lontano all’aria aperta, soprattutto in presenza di familiarità per miopia (uno o entrambi i genitori miopi). Quando necessario si prescrivono lenti correttive.

L’ipermetropia, all’opposto, comporta maggiore difficoltà nella visione da vicino. Riguarda molti bambini in età prescolare e a differenza della miopia è un disturbo che spesso si corregge spontaneamente con la crescita e il più delle volte non richiede lenti correttive.

Con la supervisione di:

Dott.ssa Margherita Caroli Pediatra

Prof. Andrea Vania Pediatra