Da colazione a cena: i consigli dei pediatri su alimenti e quantità (in svezzamento)
Lo svezzamento, o alimentazione complementare, è un momento fisiologico che tutte le mamme e i bambini del mondo hanno attraversato. Eppure viene vissuto come un momento di ansia e paure.
Al contrario, lo svezzamento dovrebbe essere, invece, una fase serena per il bambino e meravigliosa per la mamma che dovrebbe vivere con sorpresa ogni scoperta a tavola del proprio figlio.
La “rigidità” che si avverte durante lo svezzamento è dovuta sicuramente allo schema fornito dal proprio pediatra di fiducia. Lo schema però non dovrebbe essere visto come una ricetta medica, ma come una semplice guida che accompagna il genitore a introdurre i nuovi alimenti nell’alimentazione esclusivamente lattea del bambino.
Inoltre, dal momento che molti studi scientifici hanno dimostrato che introdurre precocemente un alimento allergizzante riduce il rischio di allergia allo stesso, lo schema fornito dal pediatra non è più una prescrizione medica per prevenire eventuali allergie, ma diventa un piano alimentare per aiutare i genitori a preparare pietanze adatte sia in termine di consistenza che di quantità e qualità per il figlio che cresce.
Lo schema per lo svezzamento, quindi, non dovrebbe aumentare l’ansia, ma rasserenare la mamma perché potrà garantire tutti i nutrienti necessari per la crescita del bambino e prevenire l’obesità.
Le grammature degli ingredienti riportate nello schema del pediatra sono importanti, infatti, proprio per non esagerare con le calorie e aumentare troppo il peso del piccolo.
Vi accompagniamo in una giornata tipo per dissipare alcuni dei tantissimi dubbi che si affollano in questa delicata ma fisiologica fase di vita del bambino.
Prima di cominciare però ricordate che:
SI SVEZZA A 6 MESI
Colazione
Se allattate al seno, una poppata sarà una colazione perfetta per il vostro bambino. Mentre se l’allattamento è artificiale sarà il vostro pediatra a indicarvi le quantità di latte da fornire al vostro piccolo. È sconsigliato, anzi vietatissimo, aggiungere zuccheri, come il miele, o biscotti nel biberon, anche se questi sono indicati per la prima infanzia. Prima di aggiungerli nel biberon chiedete al vostro pediatra se sono necessari alla crescita di vostro figlio.
Latte e biscotti attenzione alle quantità
Domanda: Quanti biscotti devo mettere nel latte di mia figlia? Di solito, per 200 gr di latte metto 12 biscotti. Sto sbagliando? Dopo un po’ lei vomita tutto.
Risposta (Dott.ssa Cammisa): Cara signora, credo sia pressoché normale che sua figlia vomiti. L’organismo, per fortuna, ha un suo equilibrio e mette in atto un sistema che gli permette di salvaguardare il benessere, in questo caso svuotandosi rapidamente. Ha mai provato, in proporzione, come si sentirebbe mangiando a colazione 200 gr di latte con una ventina di biscotti frollini?
Il volume dello stomaco della sua bambina, a questa età, è circa quello di una piccola arancia, non possiamo riempirlo eccessivamente e soprattutto con alimenti non necessari e molto ricchi di calorie, come i biscotti.
Le consiglio di aggiungere un massimo di 3-4 biscottini al latte. Se, una volta fatta questa correzione di rotta, Linda dovesse però continuare a vomitare, allora dovrebbe senz’altro rivolgersi al suo pediatra.
Il mio bambino non vuole bere l’acqua, che fare?
Domanda: Salve, la mia bambina, ha nove mesi e non vuole bere acqua, non so proprio come fare per farle assumere liquidi oltre al latte, perché non vuole bere neanche camomilla e bevande per bimbi. Come posso fare? Grazie.
Risposta (Dott.ssa Caiazzo): Cara mamma, la sua bimba probabilmente non beve perché non ha sete (il meccanismo della sete è molto ben regolato nel nostro corpo) e soddisfa il suo bisogno di liquidi con il latte, che dovrebbe prendere in quantità di circa 500 g al giorno, e con tutto ciò contiene acqua cioè la frutta, i brodini o i passati di verdura che sicuramente assumerà nell’arco della giornata. Continui, però, a proporle l’acqua, perché i bambini devono imparare che è importante bere sin dalla più tenera età. Vedrà che appena aumenteranno le temperature, poiché si suda e il nostro corpo ha bisogno di più liquidi, la sua bambina la accetterà più volentieri.
Con lo scopo di farla bere in ogni caso, eviti di proporle bevande zuccherate come tè, succhi di frutta, camomilla, ecc., che potrebbero abituarla ad un uso e forse anche abuso di queste bevande, che non sono assolutamente dissetanti e non sono di alcuna utilità dal punto di vista nutrizionale, anzi favoriscono un eccessivo introito di zuccheri semplici che predispongono all’obesità e alla carie dentaria.
Acqua per neonati [e bambini]: tutto quello che devi sapere secondo i pediatri
L’origine della vita comincia con tre molecole, due di idrogeno e una di ossigeno che legandosi tra loro formano l’acqua (H2O).
Spuntino di metà mattina
Se il bambino pranza presto o se notate che ha poco appetito a pranzo, lo spuntino di metà mattina si può saltare.
Invece, se il bimbo ha fatto colazione presto, uno spuntino ideale è la frutta, uno yogurt o una poppata al seno se state allattando. È importante non esagerare per far arrivare il bambino a pranzo con il giusto appetito e non troppo affamato.
Le giuste quantità di frutta e yogurt a 9 mesi
Domanda: Vorrei sapere le quantità giornaliere della frutta per mio figlio di 9 mesi. E anche dello yogurt. Ho provato a dargli uno di marca e ha avuto una reazione allergica. La pediatra mi ha detto di darglielo dopo 1 anno. Posso provare lo yogurt fatto in casa? Lo faccio con fermenti lattici comprati in farmacia. Grazie.
Risposta (Dott. Mordenti): Gentile mamma, a 9 mesi immagino abbia inserito una discreta varietà di frutta per il suo bambino. La frutta va assunta a fine pasto e negli spuntini e rappresenta un alimento fondamentale in quanto fonte di fibra e vitamine. Le quantità consigliate variano a seconda dell’età, del frutto e del tipo di pasto. In generale a 9 mesi è indicata la porzione (a pasto) di circa 100 gr di frutta grattugiata o omogeneizzata. Lo yogurt, d’altro canto, rappresenta un’ottima alternativa per lo spuntino di metà mattina o pomeriggio. La reazione allergica di cui fa menzione andrebbe approfondita, in quanto, se il bambino non ha un’allergia al latte, difficilmente sarà allergico al solo yogurt in quanto tale. Probabilmente ha avuto una reazione ad altri ingredienti della preparazione offerta. Se ad esempio ha scelto lo yogurtino con albicocca e pesca è più probabile che la reazione sia dovuta a quest’ultimo frutto, piuttosto che allo yogurt di per sé. La preparazione domestica dello yogurt rappresenta comunque un’ottima alternativa, molto facile e controllata se fatta con la yogurtiera elettrica, ma vi sono anche altri metodi più empirici ugualmente efficaci. In ogni modo, il vantaggio, oltre che economico, è il pieno controllo di tutti gli ingredienti (i prodotti industriali contengono spesso zucchero, amido di tapioca, aspartame, eccipienti vari etc.). Il prodotto si conserva in frigo ed ha una scadenza a 8-10 giorni. Per la preparazione vanno benissimo i fermenti in bustina di cui fa menzione, acquistabili in farmacia, in alcuni supermercati o nei negozi bio.
Pranzo
Il pranzo è uno dei pasti principali della giornata. Deve essere costituito da un primo piatto a base di carboidrati, un secondo a base di alimenti ricchi di proteine, e frutta. Non devono mancare le verdure e il condimento a base di olio extravergine di oliva.
È assolutamente sconsigliato l’aggiunta di sale. Il sale è già contenuto naturalmente in tutti gli alimenti. Molti studi hanno dimostrato che se si è predisposti geneticamente, l’eccesso di sale nei primi mesi di vita, aumenta il rischio di ipertensione e malattie cardiocircolatorie. Inoltre, esagerare con il sale significa sovraccaricare i reni, ancora immaturi, del bambino.
All’inizio dello svezzamento si possono usare le farine di cereali come la tapioca, la farina di riso, il semolino etc., per passare gradualmente alla pastina e al riso baby, per abituare il bambino ad una consistenza nuova e sconosciuta.
Anche i liofilizzati di carne e di pesce sono consigliati all’inizio dello svezzamento, perchè più facili da digerire per il bambino. Si passa poi agli omogeneizzati, sia fatti in casa che industriali. Attenzione però a non esagerare con le quantità di proteine!
Alimentazione corretta dei bambini dopo il primo anno
Tante risposte alle domande che vengono fatte più di frequente sulle giuste quantità e sugli alimenti da usare per una corretta alimentazione dei bambini sopra l’anno di età
Le quantità di questi alimenti non devono essere eccessive, perché risulterebbero inutili e dannose per la crescita del piccolo. Studi scientifici, infatti, hanno dimostrato che un eccesso di proteine nei primi anni di vita aumenta il rischio di obesità. Rispettate, quindi, le quantità consigliate dal vostro pediatra. Se scegliete di preparare omogeneizzati fatti in casa, scegliete carne e pesce di qualità, eliminate il grasso visibile e non aggiungete sale.
Anche i legumi sono ricchi di proteine, per cui quando offrite i legumi accompagnati con cereali, o pasta o riso, non preparate mai un secondo, perché è già un piatto unico. Durante lo svezzamento sono consigliati tutti i legumi. Cuoceteli in acqua, senza sale o dado, con i classici aromi, come carote, sedano e pomodoro. Una foglia di alloro faciliterà la digestione dei legumi. Un consiglio importante: non frullate i legumi, perché questo procedimento ingloberebbe troppa aria, con il rischio di coliche per il piccolo. Passateli nel passaverdure, in modo da separare la buccia e avere una crema di legumi più digeribile.
Le verdure sono presenti nel brodo vegetale che è alla base delle prime minestrine. Potete frullarle o passarle e aggiungerle nel piatto. Cominciate con le verdure più dolci, con un sapore delicato, come la bietola e la carota, per poi passare a quelle con un sapore più caratteristico come i cavoli o i carciofi.
La frutta a fine pasto può essere omogeneizzata o grattugiata. Mi raccomando di non aggiungere zucchero o miele alla frutta, che è già dolce di natura. I succhi di frutta non sostituiscono assolutamente la frutta fresca.
Tutte le quantità degli alimenti che compongono il pranzo devono essere fornite dal proprio pediatra, che meglio conosce la crescita e le necessità nutrizionali del suo piccolo paziente.
Domanda: Salve, sono mamma di una bimba di 14 mesi il cui peso è di circa 12 kg. Vorrei sapere se la sua alimentazione è adeguata. A colazione mangia 300ml di latte intero con 4 biscotti. A pranzo 3 cucchiai di pastina con verdure o carne tritata e frutta. Nel pomeriggio uno yogurt e la frutta e la sera 300ml di latte con 4 biscotti. Grazie in anticipo per la risposta!
Risposta (Dott.ssa Tomaselli): Cara mamma, la sua bimba si trova sopra il 97° percentile per il peso. Questo significa che Francesca è molto in sovrappeso. Anche se non mi ha riportato nella sua domanda quanto la bambina è lunga, 12 chili restano comunque troppi per la sua età. A cosa sarà dovuto questo eccesso di peso? Da ciò che mi elenca sono visibili subito degli errori. Innanzitutto la quantità di latte è enormemente eccessiva, come eccessiva è anche la quantità di biscotti. Se vuole restare con il latte vaccino intero deve decisamente ridurre la quantità (massimo 150 ml), perché si tratta di un latte più ricco di grassi e proteine rispetto, ad esempio, al latte di crescita, formulato per le esigenze nutrizionali del bambino dopo un anno di età (e anche in questo caso non dovrebbe superare i 250 ml). Nel latte non va aggiunto né zucchero, né miele, perché contiene un suo zucchero naturale che si chiama lattosio. Anche 3 cucchiai di pastina sono decisamente troppi e una quantità simile di pasta richiede certamente più olio e più formaggio per essere condita. Le verdure non possono essere un sostituto della carne trita. Le verdure non devono mancare mai nei pasti, mentre la carne può essere sostituita con pesce, legumi, uova o formaggi freschi. Ma lei non dice nulla delle quantità di carne, e il mio timore è che anche qui si ecceda: la quantità giusta sia di carne che (in alternativa) di formaggi è di circa 20-25 g, mentre è poco di più sui 30 g, massimo 40, per il pesce; se usa l’uovo, mezzo uovo sodo è più che sufficiente, mentre per i legumi può regolarsi sui 40 g dopo cotti. Infine la cena: perché riproporre a cena la colazione? Di nuovo un eccesso di zuccheri e calorie che la sera non sono utili all’organismo, e anche dal punto di vista educativo una bimba di quest’età deve fare “cena”, non bere latte con biscotti sciolti dentro. La cena, dunque: dovrebbe essere un pasto completo ma leggero, a base di carboidrati complessi, proteine e fibre. Come avrà intuito dalle mie osservazioni, Francesca segue un’alimentazione pericolosamente monotona e ricca di calorie. Bisogna correre ai ripari. Segua i miei consigli e si rivolga al suo pediatra per essere seguita più da vicino. Mi raccomando.
Quando aggiungere il sale nelle pappe dei bambini?
Domanda: Quando aggiungere il sale nelle pappe dei bambini?
Risposta (Dott.ssa Caiazzo): Il sale nell’alimentazione del bambino andrebbe aggiunto il più tardi possibile. Però nel momento in cui (preferibilmente intorno ai 18 mesi) comincerà a mangiare con i grandi, inevitabilmente il suo bambino inizierà ad assumere sale. In quel momento sarebbe opportuno, e carino nei suoi confronti, oltreché salutare per tutti voi, cercare di ridurre un po’ la quantità di sale nei cibi. Infatti un’introduzione troppo precoce e abbondante di sale carica eccessivamente i reni del bambino, ancora immaturi, e nei soggetti predisposti può favorire la comparsa di ipertensione arteriosa (pressione alta) e malattie cardiovascolari in età adulta.
Molte indagini hanno dimostrato che noi italiani consumiamo molto più sale del necessario. Allora, poiché come dice il proverbio “chi ben comincia è a metà dell’opera”, salare con parsimonia i cibi abituerà il bambino a riconoscere il sapore che ogni alimento ha, mentre se abituiamo il piccolo al gusto troppo salato questa abitudine potrebbe poi condizionare le sue scelte alimentari future.
Forse le può essere utile qualche consiglio per non eccedere. Ad esempio, potreste evitare la presenza della saliera sulla tavola, limitare l’uso di quei prodotti da forno (come la pizza bianca, gli snack salati, il pane con sale ecc.) che ne contengono molto e preferire invece il pane sciapo, consumare pochi cibi in salamoia o sotto sale così come insaccati e formaggi stagionati, preferire spezie ed erbe aromatiche per la preparazione dei piatti, evitare i dadi per brodo, infine usare acque ricche di calcio ma povere di sodio.
I bambini possono mangiare le fave fresche?
Domanda: Buongiorno, sono una mamma di un bimbo di 33 mesi. La mia è una semplice domanda a cui non riesco a trovare risposta. Semplicemente volevo chiederle se il bimbo può mangiare le fave fresche, visto che ora siamo nel periodo e ho notato che le gradisce molto. Anche se sto attenta a fargliene mangiare una modica quantità, vorrei sapere se gli potrebbero fare male al pancino. In attesa di una risposta porgo i più cordiali saluti.
Risposta (Dott.ssa Tomaselli): Cara mamma, certamente può dare le fave fresche al suo bambino, facendo però attenzione a non considerarle un alimento da dare in più oltre al pasto come qualche volta mi è capitato di veder fare agli adulti, che concludono con fave e formaggio un pasto composto da primo, secondo, contorno e frutta. Le fave, così come i piselli, sono legumi freschi per nulla differenti, se non nel contenuto di acqua, da quelli secchi (ceci, fagioli, lenticchie) che vanno mangiati, ed è importante farlo almeno 2-3 volte a settimana per le loro benefiche proprietà, associandoli alla pasta come piatto unico seguito eventualmente da un contorno di verdure e della frutta. Se invece il suo Alessio le preferisce crude può dargli un primo piatto con delle verdure di stagione o del minestrone e poi le fave crude. Naturalmente queste indicazioni valgono per tutta la famiglia in modo che possiate condividere il medesimo pasto e trasmettere al vostro piccolino anche con l’esempio delle corrette abitudini alimentari.
Quando passare dalla pappa alla pasta?
Domanda: Salve, mio figlio ha già 6 dentini, 4 sotto e 2 sopra… Posso già cominciare a dargli la pastina un po’ più grande (tipo maccheroncini, conchigliette ecc.)? La pastina che mangia ora non la mastica, la manda giù intera. E se gli do quella un po’ più grossa? Quando posso cominciare a dargli del cibo non più omogeneizzato, ma con dei piccoli pezzi?
Risposta (Dott.ssa Caiazzo): Cara mamma, comincerei la mia risposta con un consiglio generale: non abbia fretta di far crescere il suo piccolo Mattia anche dal punto di vista alimentare. Detto ciò Mattia ha solo 6 dentini e dunque non sarebbe in grado, come lei ha notato e mi riferisce, di masticare il cibo più grande ma manderebbe giù anche quello, esattamente come già fa con quello più piccolo. Sarebbe opportuno che aspettasse un altro po’ a dare al suo bimbo cibi di dimensioni più grandi, che dunque necessitano assolutamente di essere masticati e non possono essere ingoiati così come sono, fin quando non abbia almeno una coppia di molaretti, che potrà utilizzare per masticare; fino ad allora mantenga le pappe e la pastina più piccola. Potrebbe nel frattempo iniziare a dare le cose più semplici (dal punto di vista della masticazione) in forma meno omogeneizzata: ad esempio schiacciare le verdure, soprattutto se sono molto cotte perché usate per fare il brodo vegetale, oppure il formaggio, se già lo usa, e anche il pesce, schiacciandolo bene o tagliandolo a pezzettini molto piccoli.
Quanta pasta dovrebbe mangiare un bambino di 2 anni?
Domanda: Vorrei sapere quanti grammi di pasta a pasto dovrebbe mangiare un bimbo di 2 anni: io gliene do 40/50 gr e non so sia troppa o poca. Grazie mille.
Risposta (Dott. Mordenti): Gentile signora, ovviamente ci può essere una variabilità a seconda della costituzione del bambino, per questo direi che nell’ambito di una dieta equilibrata a 2 anni il “range” da lei indicato è corretto, stia piuttosto attenta alle porzioni di carne e secondi piatti in generale che più spesso risultano eccessivi rispetto alle necessità dei bambini. La carne dovrebbe essere in porzioni di circa 30g e il pesce 40g. Cari saluti e buona crescita.
A quanti mesi un bambino può mangiare il porro?
Domanda: Salve, vorrei sapere a quanti mesi può mangiare il porro mio figlio di 6 mesi?
Risposta (Dott.ssa Tomaselli): Gentile signora, prima di risponderle sull’argomento “porro” vorrei farle un’altra importante domanda: ha già iniziato a dare ad Alessio le pappe? Le chiedo questo perché la sua domanda mi sembra strana per una mamma che ha appena cominciato a divezzare il suo bambino. Come sa l’OMS consiglia di iniziare l’alimentazione complementare (termine più corretto di svezzamento o divezzamento) proprio a 6 mesi, e chiedersi se a questa età si può mangiare il porro mi sembra una domanda da divezzamento inoltrato. Allora, se lei ha cominciato da poco, può usare qualche fetta di porro (che non è altro che una specie di cipolla) per preparare il brodo vegetale per le pappe. Successivamente può frullare la verdura del brodo e aggiungerla alle creme o alle pastine. Dopo un anno può usare il porro anche per insaporire un sughetto, senza però scaldare troppo l’olio.
Merenda
Il latte resta un alimento ideale a merenda, sia che allattiate al seno che al biberon. In alternativa al latte si può offrire per merenda uno yogurt o una porzione di frutta. Riducete il consumo di prodotti industriali pubblicizzati per la merenda. Spesso sono troppo ricchi di zuccheri o grassi.
I bambini possono mangiare la frutta secca?
Domanda: Buongiorno. Mi chiedevo a che età è giusto introdurre la frutta secca nei bambini. Mi piacerebbe proporre qualche mandorla o noce a mia figlia, ad esempio tritata nello yogurt (so che è facile che vada di traverso! Posso già iniziare o è meglio aspettare?
Risposta (Dott. Mordenti): Cara mamma, direi che ha il via libera alla frutta secca, la dia pure aggiunta allo yogurt o nell’impasto di qualche biscotto o torta fatta in casa (v. torta di mandorle e carote). La frutta secca a guscio o oleosa come mandorle, nocciole, noci o pinoli (contrapposta a quella zuccherina tipo fichi, albicocche, prugne etc.) è rappresentata da prodotti che poco tendiamo a inserire nella dieta dei nostri figli. In effetti, sebbene possiedano un grande carico di grassi (e quindi di calorie per cui è necessario moderarne le porzioni) è pur vero che quelli presenti sono di buona qualità nutrizionale; in questi piccoli frutti vi sono inoltre molte vitamine (E, A e gruppo B) e sali minerali (magnesio, ferro e calcio). Buon varietà!
A quanti mesi un bimbo può bere il succo d’arancia?
Domanda: Buongiorno, volevo chiedere se alla mia bimba di 10 mesi, già svezzata, potevo dare le spremute d’arancia. Altrimenti da quando si può iniziare a dargliele? Grazie.
Risposta (Dott.ssa Piedimonte): Cara signora, può certamente proporre alla sua bambina una spremuta d’arancia, avendo l’accortezza di non aggiungere zucchero. Vorrei però consigliarle di non considerare la spremuta come un sostituto della frutta poiché seppur contenente tutti i minerali e le vitamine della frutta (soprattutto se fatta al momento) purtroppo non contiene la fibra che invece ha delle funzioni fondamentali a partire dal fatto che, associata a buone quantità di acqua, previene e cura la stitichezza. Quindi cerchiamo di non dimenticare l’importanza della “vera” frutta.
Cena
La cena è un altro pasto importante della giornata, e come il pranzo deve essere equilibrata e completa di tutti i nutrienti. Sarà il vostro pediatra di fiducia a indicarvi quando cominciare a offrirla al vostro bambino e le quantità degli alimenti. Se il vostro bambino ha l’abitudine di bere il latte prima di addormentarsi, fate attenzione alle porzioni dei piatti, che non devono essere esagerate per non eccedere con le calorie.
Scegliete ricette per bambini semplici e genuine. Potete preparare una minestrina a base di farine di cereali, o pastina o riso, con verdure e condita con olio evo e un po’ di formaggio grattugiato. Oppure potete aggiungere ai primi piatti del formaggio fresco, mezzo uovo, i legumi o la carne o il pesce per fare un piatto unico.
Finite sempre con una porzione di frutta, omogeneizzata o grattugiata.
Variate il più possibile, perché è a questa età che si costruiscono le corrette abitudini alimentari che garantiranno la salute dei vostri bambini.
Domanda: Buongiorno. Non so cosa fare: la pediatra mi ha consigliato la pappa del pranzo con brodo vegetale, 50 g di verdure, 15 g farine, metà liofilizzato di carne e alla sera uguale, ma con formaggino. La pediatra sostituta mi ha invece consigliato pranzo uguale e alla sera pesce! Cosa faccio? Bimba di 7 mesi, 8 kg, 72 cm. Grazie!
Risposta (Dott.ssa Piedimonte): Signora cara, iniziare il divezzamento, o meglio l’alimentazione complementare, sembra molto più difficile e complicato di quanto in effetti poi sia… Lei non specifica da quanto tempo Benedetta ha iniziato a prendere le pappe, comunque, se è passato meno di un mesetto, le consiglio di mantenere solo un pasto solido a mezzogiorno, composto da una crema di cereali con brodo vegetale, un cucchiaino di olio extravergine di oliva e un cucchiaino di grana o parmigiano; può però sostituire il formaggio, magari alternando, con mezzo liofilizzato di pesce o di carne, terminando ovviamente con un frutto grattugiato. Se invece ha già inserito anche la cena, le raccomanderei nel pasto serale di usare – al posto delle fonti animali di proteine (carne, pesce, formaggi) – i legumi, che sono un’ottima alternativa; 10 grammi di legumi secchi, o 30 g di freschi, l’aiuteranno ad offrire a Benedetta un’alimentazione più varia e sana. Aspetti ad iniziare la seconda pappa verso gli 8 mesi se Benedetta prende latte di seguito, se invece prende il latte della sua mamma inizi fra qualche giorno la preparazione della cena, ma solo con la pappa di cereali o pastina in brodo con olio e grana, e sempre terminando la frutta.
A quanti mesi introdurre l’uovo? E la cena?
Domanda: Buongiorno, sono la mamma di un bimbo di 10 mesi, lungo 75 cm e di 11 kg. Ha sempre avuto una crescita intorno al 75 percentuale, sebbene sia nato di 3,2 kg. Dall’età di 6 mesi ho iniziato lo svezzamento, per fortuna senza problemi. Attualmente fa la colazione a base di latte tipo 2 con biscotto granulato, pranzo con 2 cucchiai di pastina, carne e verdure fresche frullate,1 frutta fresca frullata. Il pomeriggio yogurt casalingo con metà frutta e a cena latte con biscotto granulato. A pranzo alterno la carne con formaggi freschi tipo ricotta, talvolta legumi passati e pesce. Vorrei sapere se è il momento di introdurre la cena, quando e come dare l’uovo e soprattutto se le dosi sono corrette. Il pediatra non mi è molto di aiuto, ma sono al mio primo figlio e ho bisogno di un consiglio. Grazie tante.
Risposta (Dott.ssa Tomaselli): Cara mamma, il suo bimbo si trova appena al di sopra del 50° percentile per la lunghezza e sopra l’85° percentile per il peso. Ciò significa che è in sovrappeso e che forse le porzioni sono un po’ eccessive. A pranzo può introdurre l’uovo, ma solo mezzo fino all’anno, battuto nella pastina in brodo oppure cotto alla coque o sodo sbriciolato. Può certamente introdurre la cena, che deve comprendere un paio di cucchiai di pastina con brodo vegetale o sughetto di pomodoro fresco con un cucchiaino di olio extravergine di oliva e uno di grana seguiti da una frutta grattugiata o schiacciata. Da un punto di vista qualitativo l’alimentazione che sta offrendo a suo figlio va bene, ma dal momento che suo figlio è in sovrappeso bisogna fare attenzione alle quantità. Ad esempio, non c’è alcun bisogno di aggiungere il biscotto granulato al latte, perché questo aumenta molto l’apporto calorico del biberon senza dargli nessun particolare vantaggio. Due cucchiai di pastina vanno bene, ma stia attenta a non esagerare con i condimenti e con i secondi. 10 grammi circa di carne o pesce e 10-15 grammi di formaggi freschi sono più che sufficienti a coprire il suo fabbisogno proteico. Mi raccomando, oltre a curare la qualità dell’alimentazione di suo figlio, come già sta facendo, controlli anche che il peso del bambino non aumenti troppo rispetto alla sua età.
Come variare la cena per un bambino?
Domanda: Buongiorno dott.ssa, vorrei sapere come variare la cena di mio figlio di 14 mesi a livello di proteine. Dall’inizio dello svezzamento ho seguito la formula della mia pediatra: a pranzo alterno carne (2 volte), pesce (2 volte), legumi (2 volte) e uovo intero, con farro, orzo, semola e riso (sempre con passato di verdure). La sera di solito do solo pastina con il passato di verdure e con i formaggi. Ma ogni sera formaggi non è troppo? E’ vero che li alterno, usando ricotta, crescenza, fiocchi di latte, provola, primo sale, ecc. però non vorrei sovraccaricare i reni del mio piccolo con una dieta troppo proteica. Può darmi delle alternative, anche per la pastina? Per completezza delle informazioni le dico che mio figlio fa colazione con frutta fresca e merenda con frutta e yogurt. Beve 260 di latte con 1 biscotto alle 4-0 del mattino. La ringrazio molte.
Risposta (Dott.ssa Piedimonte): Cara signora, l’alternanza dei secondi piatti che attua è abbastanza adeguata, ma in effetti non c’è ragione per dare a suo figlio, la sera, sempre del formaggio. Consideri che una giusta alternanza dei secondi nell’arco della settimana può essere di 3-4 volte la carne, 3-4 volte il pesce, 3-4 volte i legumi, 1-2 volte il formaggio e 1 volta l’uovo, tutto ciò considerati pranzi e cene e per tutti i 7 giorni della settimana. L’alternanza continua permette di garantire al suo bambino il corretto apporto proteico e lipidico, mentre ciò che evita che la dieta sia troppo proteica sono le quantità (e non la qualità delle proteine). Per la carne fresca è bene mantenersi sui 20 g per l’età di suo figlio, di pesce si può arrivare a 30-40 g, per i legumi se secchi 20 g e su per giù la stessa quota per i formaggi. Lo stesso discorso dell’alternanza vale ovviamente anche per la pastina per cui può sfruttare il fatto che il suo bambino mangia anche farro, orzo, semola e riso per variare i pasti con uno di questi altri cibi ricchi in carboidrati. L’ultima indicazione riguarda il latte: 260 ml di latte alle 4 del mattino in effetti possono costituire una fonte extra di proteine. Sarebbe meglio, invece, far fare al bambino una colazione con latte e biscotti (210 ml di latte possono andar bene e magari meglio sostituire i biscotti con le fette biscottate) e magari dare di tanto in tanto del latte (100-150 ml) alla merenda del pomeriggio.
Va bene il pane durante lo svezzamento?
Domanda: Posso fare assaggiare il pane a mio figlio? In caso affermativo, quale tipo di pane è preferibile? Secco o fresco? Posso dargli anche la mollica?
Risposta (Dott. Mordenti):
Ormai a 8 mesi immagino abbia inserito da qualche tempo crema multicereali o semolino o pastina, pertanto dal punto di vista strettamente nutrizionale il suo bimbo conosce bene la farina di frumento con cui è fatto il pane, pertanto se nota in lui curiosità verso questo alimento, con attenzione e supervisione, può provare ad offrirglielo. Sconsiglio però la mollica, che un bimbo di 8 mesi ha difficoltà a gestire in bocca e con la quale potrebbe pertanto strozzarsi. Va molto bene invece del pane con la crosta, oppure secco, che il piccolo non dovrà necessariamente mangiare quanto usare per sperimentare consistenze nuove e capacità in evoluzione (soprattutto la masticazione), e che può aiutare anche i suoi dentini a tagliare prima e con maggior efficacia le gengive, riducendo così i fastidi della dentizione.
Stia dunque serena, suo figlio imparerà a masticare appena avrà gli strumenti per farlo.
E’ vero che il tonno fa male ai bambini piccoli?
Domanda: Buonasera, vorrei sapere se si può introdurre il tonno nell’alimentazione di una bambina di 11 mesi. Nel caso, quale tipo di tonno è consigliato? Grazie.
Risposta (Dott.ssa Cammisa): Gentile signora, c’è un effetto che si chiama biomagnificazione per cui i pesci di grossa taglia come tonno e pesce spada, predando pesci più piccoli, accumulano sempre maggiori quantità di inquinanti, come il metilmercurio, che richiedono molto tempo per essere eliminati. Per questo motivo il consumo di tonno è da limitare già negli adulti, secondo alcuni da evitare in gravidanza, per cui sarebbe ragionevole evitarlo nei primi anni di vita. In alcuni Paesi come la Spagna viene sconsigliato fino ai 3 anni e, per farne comunque poi un uso settimanale controllato, i colleghi spagnoli consigliano di non darne più di 50 gr a settimana negli anni successivi. Un’idea per salvare sicurezza e gusto potrebbe essere quella di usare più salmone, che è povero di metalli pesanti e contaminanti e ricco di omega-3.
Comunque il buon senso è confermato: variare l’alimentazione è anche garanzia di benessere.
Domande frequenti
Come variare la cena per un bambino?
una giusta alternanza dei secondi nell’arco della settimana può essere di 3-4 volte la carne, 3-4 volte il pesce, 3-4 volte i legumi, 1-2 volte il formaggio e 1 volta l’uovo, tutto ciò considerati pranzi e cene e per tutti i 7 giorni della settimana. L’alternanza continua permette di garantire o il corretto apporto proteico e lipidico, mentre ciò che evita che la dieta sia troppo proteica sono le quantità (e non la qualità delle proteine). Lo stesso discorso dell’alternanza vale ovviamente anche per la pastina utilizzando anche farro, orzo, semola e riso per variare i pasti con uno di questi altri cibi ricchi in carboidrati.
Quando aggiungere il sale nelle pappe dei bambini?
Il sale nell’alimentazione del bambino andrebbe aggiunto il più tardi possibile. Però nel momento in cui (preferibilmente intorno ai 18 mesi) comincerà a mangiare con i grandi, inevitabilmente il bambino inizierà ad assumere sale. In quel momento sarebbe opportuno, e salutare per tutta la famiglia, cercare di ridurre un po’ la quantità di sale nei cibi.