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Pedagogia

Come togliere il ciuccio ai bimbi e qual è l’età giusta

Come togliere il ciuccio ai bambini: 18-24 età giusta, togliere il ciuccio a 3 anni +; la scatola del ciuccio, la fatina dei ciuccci, la gradualità dell'addio.

Pubblicato il 03.10.2023 e aggiornato il 13.10.2023 Scrivi alla redazione

La suzione è un riflesso arcaico, ovvero è scritto nel DNA dell’essere umano e si riconnette non solo all’istinto alimentare e di sopravvivenza della specie, infatti succhiando al seno della mamma il bambino trova conforto, calma, riconnessione con se stesso e connessione col mondo.

La Pedagogia contemporanea e le neuroscienze ci insegnano che il seno della mamma non è solo nutrimento, l’allattamento è un ponte tra la vita intra-uterina e quella extra-uterina, consente al bambino una transizione graduale in cui la mamma è rifugio e luogo di consolazione. Succhiando il neonato si alimenta, sì, ma scarica anche frustrazioni, ansie e insicurezze traendo fiducia, conforto e forza. Visto così l’allattamento al seno soddisfa ogni bisogno del neonato, il ciuccio in sé è uno strumento consolatorio sostitutivo del seno che viene offerto al piccolo anche come risposta culturale.

Nel legame che i bambini piccoli creano col ciuccio hanno un peso non secondario:

  • l’atteggiamento dei genitori e il modo di vivere della famiglia;
  • le abitudini sociali;
  • il tempo della relazione di attaccamento, non sempre la mamma e il bambino possono concedersi grandi spazi di intimità e calma;
  • il supporto di cui i neo-genitori possono avvantaggiarsi, le famiglie hanno maglie sempre più larghe e in ragione di ciò le neomamme sono sempre più appesantite da impegni e responsabilità, tanto domestici quanto lavorativi.

Tutto ciò espone al rischio di un uso prolungato del ciuccio

Come si fa a togliere il ciuccio ai bimbi - alimentazionebambini. It by coop
Come si fa a togliere il ciuccio ai bimbi – alimentazionebambini.it by COOP

Qual è l’età giusta per togliere il ciuccio

Nella primissima infanzia il ciuccio non è sconsigliato, sebbene, ove possibile, se ne raccomandi l’introduzione dopo aver calibrato l’allattamento, quindi a circa 4-6 settimane dalla nascita, ciò per evitare che la suzione artificiale del ciuccio influisca con la buona riuscita dell’allattamento al seno.

Il succhiotto, ortodonticamente adeguato all’età del bambino e conforme alle norme di sicurezza, è ammesso durante il sonno, sebbene il piccolo non vada forzato a farne uso e sebbene non vada reintrodotto nella bocca del bambino se e quando lo perde durante la notte. È l’addormentamento, più che il sonno e quindi la notte, il momento che nel tempo si attesta come cruciale nel rapporto bambino-ciuccio. Spesso, infatti, si incontra il problema di togliere il ciuccio ai bambini più grandicelli (3 anni o più) che, tante volte, lo usano solo per addormentarsi.

L’età giusta per togliere il ciuccio è tra i 18 e i 24 mesi

Ce lo dicono tutti i professionisti, dal pediatra all’ortodonzista, dall’educatore al logopedista: l’età giusta per togliere il ciuccio è tra i 18 e i 24 mesi, ma ci sono bambini di 3 anni che ancora lo usano, a volte il ciuccio diventa il “vizio” persino di bimbi più grandi, che fare?

Diciamolo subito e senza mezzi termini: non è il bambino che assume il “vizio del ciuccio“, ma sono i genitori a non essere preparati su ciò che il ciuccio rappresenta, sui pericoli di un uso prolungato e sulle strategie per toglierlo senza problemi. Chiariamo innanzitutto cosa rappresenta il ciuccio per il bambino.

Il ciuccio è un oggetto transizionale

Per la natura dell’atto che stimola e dei bisogni che soddisfa, nonché delle frustrazioni che placa, il succhiotto è pienamente assimilabile a quegli oggetti materiali che al bambino fanno sentire più vicina la presenza del genitore (cosiddetti oggetti di transizione).

Succhiando la tettarella il bambino sfoga paure e ansie, trova conforto e consolazione. Questi bisogni possono massimizzarsi in quella fase in cui il distacco dalle figure di riferimento è più doloroso e traumatico, si acuiscono gradualmente intorno agli 8 mesi, mentre si riducono intorno all’anno.

Tra i 12 e i 18 mesi le esperienze relazionali del bambino e le sue competenze neuro-funzionali gli consentono di capire e gestire i distacchi. In questa relazione ciuccio-bisogni del bimbo trova spiegazione il perché toglierlo tra l’anno e l’anno e mezzo di vita è consigliabile e corretto. Il perdurare dell’uso del ciuccio oltre i 18, massimo 24, mesi cristallizza il bambino in un modo specifico di sfogare alcune ansie e paure (ovvero attraverso la suzione del succhiotto piuttosto che in altro modo). E più si avalla l’uso del ciuccio più il comportamento si cementifica, così aggravando e ritardando un naturale allontanamento dal ciuccio.

I bambini che lasciano il ciuccio da soli rispondono all’evoluzione delle loro competenze neuro-fisiologiche, infatti è comune che lo lascino tra i 18 e i 24 mesi quando hanno conquistato buone autonomie dal genitore e dalle figure di riferimento nel momento del distacco.

Dormire: come e quanto tempo ci vuole per abituarsi senza il ciuccio  - alimentazionebambini. It by coop
Dormire: come e quanto tempo ci vuole per abituarsi senza il ciuccio – alimentazionebambini.it by COOP

Come abituare i bambini a dormire senza ciuccio

Mio figlio usa il ciuccio solo per addormentarsi! Che fare? È altrettanto frequente che il bambino resti legato al ciuccio prevalentemente per la fase dell’addormentamento, c’è un perché: il bimbo addormentandosi perde il controllo su se stesso e più cresce più assume consapevolezza di questa condizione caratteristica del sonno. Perdere il controllo e abbandonarsi può essere particolarmente difficile per un bambino piccolo che, al contrario, nel suo quotidiano si impegna ad assumere una gestione sempre migliore e più consapevole della sua vita.

Nel ciuccio il piccolo sfoga la sua stessa apprensione verso il sonno e succhiandolo piano piano si addormenta.

Non esiste un metodo assolutamente valido per togliere il ciuccio, ma per farlo senza traumi è importante innanzitutto capire cosa anima il legame tra il succhiotto e il bambino. Nel caso di uso di notte e per dormire, 2 strategie possono aiutare i genitori e il bimbo:

  1. Togliere il ciuccio dal lettino dopo che il bimbo si è addormentato o comunque non rimetterglielo in bocca quando lo lascia andare mentre dorme (cosa che non andrebbe mai fatta sin da quando il bebè è alle prime esperienze col ciuccio);
  2. Rafforzare le routine dell’addormentamento facendo particolare attenzione al contatto fisico e alle coccole.

I problemi che può causare un uso prolungato del ciuccio

Il ciuccio è interferente alla normale deglutizione e allo sviluppo fisiologico di palato e arcate dentarie, basti pensare che limita i naturali movimenti della lingua. Per questo, anche la prima produzione dei suoni, quindi il linguaggio, nonché lo sviluppo dei denti possono rimanere compromessi da un uso prolungato del succhiotto.

Senza scendere in tecnicismi, al genitori basti immaginare che nell’atto deglutitorio la lingua insiste fisiologicamente sul palato, invece, quando il bambino ha il ciuccio in bocca, questa presenza estranea fa insistere la lingua anteriormente. Un’immagine quest’ultima che chiarisce come il succhiotto può interferire con movimenti, atti e funzioni ordinarie di bocca e lingua.

Come si fa a togliere il ciuccio ai bambini

Togliere il ciuccio va considerata una tappa della più ampia esperienza di crescita del bambino, lo scopo è evitare al piccolo di incorrere in problemi futuri (deglutitori, masticatori o logopedici) o mantenere comportamenti a mano a mano sempre più difficili da cambiare.

È molto importante che il bambino si senta protagonista di tutto il suo percorso di crescita, anche della scelta di togliere il ciuccio. Per questo possiamo dire che, se da un lato non esiste un modo valido per tutti i bimbi per togliere il ciuccio, d’altro canto è sempre fondamentale che il bambino non subisca questo cambiamento ma vi partecipi.

Tagliare il ciuccio, immergerlo in una sostanza amara, far sparire tutti i ciucci di casa o dire che lo ha portato via la fatina dei ciucci: non sono un modo dolce di crescere

Il bambino compie sul ciuccio un investimento emotivo, quell’oggetto si carica dunque di un potere liberatorio e diventa capace di mettere il piccolo in pace col mondo e con se stesso:

per non tradire l’emotività del bambino è bene non fare nulla che trasformi il piacere del ciuccio in un dispiacere, ovvero da cosa buona che era improvvisamente diventa brutta e cattiva perché, per esempio, è stato immerso nel limone, nell’aceto o in chi sa cos’altro! Oppure è stato tagliato e, pertanto, metterlo in bocca è spiacevole e fastidioso!

Ci sono modi più rispettosi delle emozioni del bambino per togliere il ciuccio senza traumi e in poco tempo.

Mai tagliare il ciuccio

Prima di procedere oltre nel nostro discorso, una piccola nota va fatta sul tagliare il ciuccio: oltre al dolore che il bambino prova per aver perduto la sua cosa bella, tagliare un ciuccio può essere dannoso o pericoloso dal punto di vista dell’eventuale distacco di parti in silicone. Solo un ciuccio intonso è garanzia di sicurezza nell’uso.

Togliere il ciuccio fa parte del processo di crescita del bambino - alimentazionebambini. It by coop
Togliere il ciuccio fa parte del processo di crescita del bambino – alimentazionebambini.it by COOP

Togliere il ciuccio ai bimbi, modi, consigli pratici e trucchi per genitori

Partite dall’osservazione del bimbo cercando di rispondere a poche domande chiave

  • per quanto tempo usa il ciuccio?
  • ci sono dei momenti particolari in cui lo adopera?
  • capita che il bimbo non chieda del suo ciuccio per molte ore?

Se ben interpretata, ciascuna tua risposta, come genitore osservatore, dà la misura dell’intervento da strutturare per accompagnare il bambino all’addio al ciuccio:

  • se il bimbo usa il ciuccio per molte ore al giorno, la prima cosa da fare è ridurne l’utilizzo (vedi più avanti in questo articolo la scatola del ciuccio);
  • se ci sono circostanze, come il sonno, in cui il piccolo non può farne a meno del suo ciucciotto, il primo intervento è sugli eventi specifici creando canali di sfogo alternativi per il bimbo;
  • se tuo figlio dimentica il ciuccio per molte ore, la prima cosa è non proporglielo e assecondare il graduale distacco del bambino anche testandolo. Per esempio cercare il ciuccio insieme quando il bimbo lo chiedo dopo tante ore fingendo di non trovarlo per misurare il livello di interesse e gestione delle frustrazioni.

In rete potrete trovare molti metodi e consigli, qualcuno chiede anche se esiste un metodo montessoriano per togliere il ciuccio, in realtà non c’è un modo codificato per farlo. Del resto, in quanto azione emotiva, l’attaccamento al ciuccio va affrontato con soggettività. Ciò che vale in assoluto è la gradualità, si parte sempre dal ridurre il tempo di uso del ciuccio.

Ridurre l’uso del ciuccio, in che modo

Quando l’osservazione ci restituisce un diffuso uso del ciuccio, per ridurlo è utile la cosiddetta scatola del ciuccio: procuratevi una scatola colorata, poco più grande del ciucciotto del vostro bimbo e ponetela in un luogo della casa fisso, visibile e controllabile, cioè non immediatamente raggiungibile dal bambino ma che lui possa vedere (controllare). Stabilite, coinvolgendo il bambino che il ciuccio vecchio e stanco ha bisogno di riposarsi ogni tanto; perciò, durante il giorno, a certe ore, lo metterete a riposo nella scatola per riprenderlo, per esempio, all’ora della ninna.

Un ruolo chiave può averlo la fantasia e l’uso positivo della fatina del ciuccio o altri supporti fantastici. Considerate che fino ai 5-6 anni i bambini mantengono fantastico e reale in un’unicum percettivo, ovvero i due piani restano indistinti. Intorno ai 24 mesi il percepito fantastico può essere un grande alleato nell’educazione dei bambini perché ha un enorme potere di coinvolgimento e fascinazione sul piccolo.

Se volete sfruttarle la fantasia e fare ricorso alla fatina dei ciucci ideate, però, qualcos’altro rispetto alla storiella secondo cui quest’ultima si introduce nelle case e prende i ciucci dei bimbi grandi! Anche la fiaba del ciuccio deve essere positiva se si vuole raggiungere l’obiettivo di toglierlo serenamente. Tutti gli elementi fantastici introdotti nella narrazione educativa devono essere positivi.

Come la fatina dei ciuccio e la fantasia possono aiutare i genitori a togliere il ciuccio

Può essere nato un nuovo follettino di Babbo Natale e perciò lui stesso cerca un ciuccio, ha scritto una letterina proprio a tuo figlio per chiedergli di lasciarlo sotto l’albero quando riceverà i regali! (Attenzione non è uno scambio, la donazione del ciucccio va proposta al bambino sempre come libera scelta, un atto di liberalità).

Mamma orsa o mamma cane potrebbe averne bisogno per un cucciolino nato piccino e allora appendiamo il ciuccio in giardino perchè possa averlo l’orsetto o il cagnolino.

Destinare il ciuccio a un bimbo o a un cucciolo più piccolo stimola nel bambino una percezione di sé come grande e quindi lo rende protagonista della scelta di lasciare il ciuccio. In questo senso ci possono essere bimbi bisognosi e poveri poveri, che hanno, appunto, bisogno di adottare un ciuccio donato!

Anche la natura si può vestire di fantasia con l’albero del ciuccio

Se il tuo bambino ti sembra pronto puoi raccontagli una storia dolce dolce, quella dell’albero del ciuccio: il tuo ciuccio è vecchio e stanco (in linea di continuità con la scatola) ma ha dormito con te, ha fatto quel bel viaggio con noi e ora è pronto a trasformarsi in qualcosa di bello. Tu lo sai che i ciucci piantati nel terreno fanno una magia e diventano alberelli.

Ebbene, piantate il ciuccio insieme al bambino consentendogli di assistere a quella che sarà una finta trasformazione. Di lì a qualche giorno sostituite nel vaso il ciuccio con un bonsai e prendetevi cura della pianta insieme. Il bambino avrà la sua favola e il distacco dal ciuccio sarà molto poco traumatico.

Addio al ciuccio con i palloncini

Circolano diversi video in rete dell’addio al ciuccio con i palloncini: si lega il ciuccio a una coppia di palloncini gonfiati ad elio e si dà al bambino il compito di mandarlo agli angioletti, per esempio. Essendo una pratica dolce è certamente affascinante, a condizione che il bambino sia pronto a gestire questo distacco e possibilmente senza enfatizzare troppo l’ultima ciucciatina.

Un terzo palloncino lasciato al bambino gli dà, dopo l’addio, la possibilità di concentrare l’attenzione su questo oggetto nuovo, colorato e felice, senza che il pensiero resti incollato al volo del suo ciucciotto.

Ricordate che nessun rito di saluto al ciuccio può essere compiuto se non si è passati per un distacco graduale. La scatola del ciuccio è il primo metodo valido per abituare il bambino a gestire le sue frustrazioni senza il ciucciotto.

Rispetto all’addio al ciuccio con i palloncini, suggestivo, romantico e bello, sento di dover fare una riflessione personale e squisitamente ecologica: i palloncini, a discapito del loro aspetto innocuo, sono molto inquinati, la preghiera, pertanto è di scegliere questo sistema come ultima spiaggia, quando proprio non sappiamo come fare. Peraltro implica concetti ampi come il cielo, gli angeli, il volo e l’idea del viaggio senza ritorno che si addicono più ai bambini intorno ai 36 mesi e più, quindi è particolarmente adatto pedagogicamente a qui bimbi che tardivamente si staccano dal succhiotto.

Vita senza ciucci, vita da grandi!

Fate sentire grande il bambino che sta lasciando il ciuccio, ovvero, nel processo di graduale allontanamento dal ciuccio, sottolineate i benefici di avere la bocca vuota (preferibilmente senza dire al bimbo frasi del tipo: “Come sei grande senza ciuccio” o “Come sei bravo, che ometto senza il ciuccio in bocca“). Basta apprezzare un discorso fatto senza il ciuccio e una forma comunicativa di questa intenzione può essere, per esempio, la seguente: “Parliamone di questa cosa, siediti qui, mettiamo il ciuccio un po’a dormire così a bocca libera ci diciamo tutto bene bene e chiaro chiaro! “