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Psicologia

Bambini a tavola: educazione e regole dall’esempio dei genitori

Il buon esempio innanzitutto: è questa la regola d’oro secondo il professor Vania.

Pubblicato il 02.09.2022 e aggiornato il 09.09.2022 Scrivi alla redazione

Come dare una corretta educazione alimentare ai propri figli? Nulla, a tavola, è più valido del buon esempio. “La famiglia è una microsocietà – spiega il professor Andrea Vania, responsabile del Centro di Dietologia e Nutrizione pediatrica dell’Università La Sapienza di Roma e presidente dell’ECOG, l’European Childhood Obesity Group –. Se chi mette le regole è il primo a non rispettarle, è ovvio che chi sta sotto di lui le ignori, e questo è tanto più valido quando si tratta di bambini o adolescenti”. Dunque: mangiare sano – con attenzione soprattutto alla varietà nei tipi di verdure e di pesce, su cui le famiglie italiane sono un po’ carenti – e adottare alcuni accorgimenti, come quello di consumare insieme i pasti e coinvolgere i figli nella spesa e nella preparazione dei cibi.

Cosa devono sapere i genitori per dare il buon esempio sull’alimentazione?

“Purtroppo, nella mia esperienza di pediatra, ho riscontrato che la maggioranza dei genitori fatica a essere un esempio positivo per i figli, mentre invece pretende che i figli abbiano un comportamento alimentare corretto. La cosa più importante per far sì che i figli seguano le regole è di essere i primi a rispettarle: non si può chiedere al bambino di mangiare le verdure se i genitori o anche solo uno dei due non ne mangia per niente”.

Quali sono gli errori più comuni?

“Sono gli stessi che si ritrovano nei ragazzi, a partire da una prima colazione assente o qualitativamente insufficiente. Attenzione però: la colazione tende ad essere un pasto un po’ monotono e con una composizione fissa. Questo, da un punto di vista strettamente nutrizionale, può essere un limite. Tuttavia, da un punto di vista più ampio, quindi alimentare, questa mancanza di varietà non è così malvagia: credo sia una forma di rassicurazione verso se stessi. Dopo il sonno, riprendo i contatti con un mondo che non è cambiato e in cui ritrovo le stesse cose che avevo ieri. Ora, un conto è la monotonia in un’alimentazione corretta, altra cosa è la monotonia in un’alimentazione scorretta, che finisce per moltiplicare l’errore”.

Ci sono altri momenti in cui si scivola nell’errore?

“La monotonia ricompare nell’arco di tutta la giornata, perché a volte gli alimenti che si tende a consumare in famiglia sono sempre gli stessi. Questo è più ricorrente per le verdure e per il pesce. Nel primo caso, un problema riguarda i tempi di preparazione, per cui si fanno le verdure più veloci da cucinare. In molte famiglie si mangia quasi solo insalata, che non è un male di per sé, ma è noioso e fa perdere la varietà dei gusti delle verdure. Qui c’entrano anche altri fattori, tra cui una certa ‘pigrizia’ o la perdita dell’abitudine a cucinare: le verdure si possono anche fare alla sera dopo cena e consumare il giorno successivo. Se non ho il tempo di fare la spesa di frequente – per alcune verdure però è sufficiente la spesa settimanale – posso sempre usare le verdure surgelate. Anche per il pesce, i problemi riguardano sia la preparazione che la freschezza del prodotto, e non c’è molta fiducia sui surgelati, che in questo caso hanno un sapore un po’ diverso dal fresco anche se, come tutti i surgelati, dal punto di vista nutrizionale presentano una perdita di nutrienti molto contenuta”.

Ci sono anche errori comportamentali da evitare?

“Certo, e consistono nel fare pochi pasti condivisi e nel non dedicare tempo alla cucina, il che finisce per avere un effetto negativo sulla qualità delle preparazioni. Se si mangiano sempre le stesse cose, che saranno le più semplici da preparare, si provoca monotonia del gusto e questo può portare i bambini a cercare sapori nuovi fuori casa, rivolgendosi preferibilmente a cibi confezionati, merendine e snack”.

Come gestire la giornata alimentare?

“Innanzitutto, a meno che gli orari dei componenti della famiglia non siano nettamente diversi, è possibile trovare il tempo per fare colazione insieme. Gli alimenti di una colazione all’italiana possono essere preparati la sera, compresa la tavola, in modo che alla mattina successiva non resti che da scaldare il latte. Un accorgimento per portare una maggiore varietà in tavola è quello di distribuire la preparazione degli alimenti nei diversi momenti della giornata: tutti abbiamo un congelatore, usiamolo per conservare gli alimenti che prepariamo nei momenti liberi – ad esempio nel fine settimana – e che possiamo consumare in seguito. Al supermercato o al mercato, aguzziamo la curiosità anche nei confronti di cibi che non conosciamo. E soprattutto, coinvolgiamo i bambini nella spesa, non tanto per consentire loro di comprare le merendine che preferiscono, ma perché siano loro a suggerire di provare un pesce o una verdura che non hanno mai provato. Coinvolgiamoli anche in cucina: questo è un punto importante, che spesso viene dato come indicazione comportamentale anche nei trattamenti dell’obesità. È fondamentale che i bambini imparino a maneggiare i cibi”.

Faq

Domande frequenti

Cosa devono sapere i genitori per dare il buon esempio sull’alimentazione?

“Purtroppo, nella mia esperienza di pediatra, ho riscontrato che la maggioranza dei genitori fatica a essere un esempio positivo per i figli, mentre invece pretende che i figli abbiano un comportamento alimentare corretto. La cosa più importante per far sì che i figli seguano le regole è di essere i primi a rispettarle: non si può chiedere al bambino di mangiare le verdure se i genitori o anche solo uno dei due non ne mangia per niente”. Professor Andrea Vania, responsabile del Centro di Dietologia e Nutrizione pediatrica dell’Università La Sapienza di Roma e presidente dell’ECOG

Quali sono gli errori più comuni?