Condivisione dei pasti in famiglia e salute di bambini
Il “pasto in famiglia” è un momento importante per l'educazione alimentare ed emotiva del bambino ed è bene renderlo un momento di condivisione e unione
Molto si è studiato e scritto sulla condivisione dei pasti in famiglia che viene vista come un importante strumento di comunicazione intrafamiliare, ma anche come un potente veicolo di salute nutrizionale …e non solo. Pensate solo che, secondo quanto emerge da numerose ricerche di portata internazionale, la condivisione con i propri familiari di appena 3 pasti, o meglio ancora di un numero maggiore di pasti alla settimana comporta, in media, una riduzione del rischio di obesità nei bambini pari al 12%, una diminuzione del 35% dei vari tipi di disordini alimentari (piluccamento, consumo di cibo spazzatura e assunzione di bevande zuccherate) e un aumento del consumo di frutta e verdura del 24%.
La cultura italiana del “pasto in famiglia”
Certo è che esistono differenze nelle diverse culture. Così, nella cultura italiana, al contrario di quella anglosassone da cui la maggior parte delle ricerche derivano, il concetto di “pasto in famiglia” ha ancora un significato importante, purtroppo però non più sempre, e sempre meno per tutti. Infatti, l’evoluzione della società, i cambiamenti nella struttura stessa della famiglia, l’organizzazione del lavoro, in termini sia di ore lavorate che di impiego femminile, ovviamente pesano anche sulle abitudini familiari. Paradossalmente, la bassa percentuale di occupazione femminile in Italia, pari ad appena il 49% (il nostro Paese è al penultimo posto in Europa – la media dell’Unione Europea essendo del 62,4%) in parte favorisce, rispetto ad altri Paesi, il pasto condiviso quantomeno con la mamma, ma certo questa non può essere considerata una buona soluzione!
In ogni caso, in Italia il 95% dei genitori ritiene sì, almeno in teoria, che il momento del pasto sia fondamentale per la coesione familiare, ma sembra di fatto che solo il 63% delle madri e il 58% dei padri consumino almeno un pasto al giorno con il resto della famiglia. Sussistono pertanto questioni organizzative legate al lavoro – e ai tempi persi negli spostamenti, soprattutto nelle trafficate metropoli o nel caso degli ormai numerosissimi pendolari – piuttosto che uno scarso interesse, il che fa una differenza rispetto a ciò che avviene in altri Paesi.
Gli effetti educativi del pasto condiviso
Il rito del pasto condiviso rappresenta un momento fondamentale di educazione alimentare, ma anche, dato non banale, di educazione, per così dire, emotiva. Si è rilevato infatti come la frequenza dei pasti in famiglia sia associata a un maggiore benessere psicologico e addirittura a una minore incidenza degli stati depressivi negli adolescenti. Uno studio ha evidenziato, in modo sorprendente, che questa sana abitudine riveste un ruolo talmente forte da riscontrarsi come positivamente associata a un maggiore equilibrio alimentare e psicologico anche nelle famiglie cosiddette disfunzionali (quelle famiglie cioè in cui conflitti e abusi possono essere presenti e frequenti, spesso persino quotidiani).
Bambini a tavola: educazione e regole dall’esempio dei genitori
Il buon esempio innanzitutto: è questa la regola d’oro secondo il professor Vania.
Televisione a tavola: sì o no?
La televisione, nel quadro del pasto condiviso, si inserisce decisamente male: la presenza di uno schermo acceso, infatti, riduce notevolmente gli effetti benefici che un pasto in famiglia può avere. Questo perché l’attenzione, anche discontinua, a ciò che passa in TV non può non intralciare la comunicazione e limitare l’attenzione posta alla qualità degli alimenti assunti. È stato addirittura dimostrato che mangiare – o condividere il pasto – con lo schermo della TV acceso aumenti il rischio di obesità infantile!
Comportamenti da evitare a tavola
Non è poi infrequente che nel momento in cui facciamo la cosiddetta anamnesi alimentare di un bambino e della sua famiglia nell’ambito di una visita di nutrizione pediatrica emerga quanto anche il cosiddetto pasto di famiglia sia in effetti un momento di confusione e disordine, anziché di unione. Non è infatti solo la televisione che può rovinare questo momento di condivisione. Emerge come spesso non solo i ragazzini ma gli stessi genitori continuino a ricevere chiamate o messaggi sul cellulare durante il pasto o come la mamma, spesso, presa dalle incombenze domestiche, difficilmente si segga alla tavola, ma per lo più vi orbiti intorno.
Come organizzare i pasti in famiglia?
In considerazione della succitata forte volontà dei genitori italiani di condividere quanto più possibile i pasti con i propri bambini, diventa allora prioritario gestire diversamente il ménage familiare. Infatti, se è impossibile per molti di noi essere presenti a casa a pranzo con i propri figli (che magari neppure ci sono, perché impegnati in attività scolastiche a tempo pieno), almeno il pasto serale dovrebbe essere garantito, allontanando i cellulari e spegnendo la televisione, sedendoci tutti insieme e magari addirittura cucinando insieme. Non trascuriamo infine l’idea di anticipare la sveglia di 5-10 minuti prima colazione con l’intera famiglia, non ci vuole poi molto, solo la volontà di farlo, per scoprire poi che la giornata parte meglio, con maggiore energia e tanto buon umore in più.
Domande frequenti
Televisione a tavola: sì o no?
La televisione, nel quadro del pasto condiviso, si inserisce decisamente male: la presenza di uno schermo acceso, infatti, riduce notevolmente gli effetti benefici che un pasto in famiglia può avere. Questo perché l’attenzione, anche discontinua, a ciò che passa in TV non può non intralciare la comunicazione e limitare l’attenzione posta alla qualità degli alimenti assunti. È stato addirittura dimostrato che mangiare – o condividere il pasto – con lo schermo della TV acceso aumenti il rischio di obesità infantile!
Come organizzare i pasti in famiglia?
In considerazione della succitata forte volontà dei genitori italiani di condividere quanto più possibile i pasti con i propri bambini, diventa allora prioritario gestire diversamente il ménage familiare. Infatti, se è impossibile per molti di noi essere presenti a casa a pranzo con i propri figli (che magari neppure ci sono, perché impegnati in attività scolastiche a tempo pieno), almeno il pasto serale dovrebbe essere garantito, allontanando i cellulari e spegnendo la televisione, sedendoci tutti insieme e magari addirittura cucinando insieme. Non trascuriamo infine l’idea di anticipare la sveglia di 5-10 minuti prima colazione con l’intera famiglia, non ci vuole poi molto, solo la volontà di farlo, per scoprire poi che la giornata parte meglio, con maggiore energia e tanto buon umore in più.